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Autore: Caramel Macchiato    27/03/2015    1 recensioni
La routine tranquilla e invariata di quattro coinquilini viene d'un tratto squarciata da una bambina, una vecchia asiatica che sembra dotata di poteri paranormali e la vaga e inquietante consapevolezza che la loro vita subirà una svolta drastica...
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Allora, piccolina, cosa vorresti per cena?- Chiedo alla bambina studiando con aria scettica il frigo semivuoto. Sono quasi sicuro che era il turno di Kentin di fare la spesa, questo spiega il perché degli ingredienti spaiati.
- Mmm, le patate fritte!-
- Con cosa?-
- Col ketchup!-
Mi scappa da ridere, e mi affretto a richiudere il frigo.
- Bene, allora dobbiamo andare a far la spesa, prima che i negozi chiudano. Vieni con me?-
- Sì!- La bambina s’illumina e corre a prendere la sua giacchetta a vento verde mela.
- Qualcun altro vuole venire con noi?-
Nathaniel è chiuso nella sua stanza a studiare, Kentin si limita a scrollare la testa, senza distogliere gli occhi dalla partita di basket in tv, Castiel mi rivolge un’occhiata truce dalla sua postazione da fumatore, vicino a una finestra aperta.
- Immagino sia un no- Sospiro, cercando il mio cappotto nero tra le varie giacche appese all’entrata.
La bimba mi trotterella accanto con un bel sorriso e mi segue fuori dalla porta. Incredibile come si è affezionata a me che, essendo il più piccolo in famiglia, non so bene come comportarmi con i bambini.
Allunga una manina e afferra la mia.
- Lysandre, perché il papà è così arrabbiato con la mamma?-
- È una storia un po’ complicata. Diciamo che non sapeva che saresti venuta oggi-.
- È arrabbiato anche con me?-
- No, non preoccuparti-.
In verità, sono poco convinto che Castiel non ce l’abbia anche con Allegra, ma evito di preoccupare la bambina, che sembra tornata vivace dopo aver constatato che non si deve preoccupare.
Attraversiamo la strada e c’incamminiamo al piccolo supermarket dietro l’angolo.
- Tu lavori?-
- No, studio ancora-
- Ma non sei troppo grande per studiare?-.
- Studio all’università, la scuola per i grandi-
- E cosa studi?-
- La musica e la storia del Mondo-
I suoi occhi si fanno più grandi mentre la sua bocca si apre in un “Ohhh”.
- Anche il papà studia?-
- No, il papà lavora-
La piccola mi rivolse una piccola smorfia confusa, che mi fece ridere.
- Castiel ha preferito cominciare a lavorare, mentre io ho deciso di continuare la scuola per adulti-.
Sta per porre l’ennesima domanda quando c’imbattiamo in una delle persone che, sono pronto a mettere la mano sul fuoco, complicherà di più tutta la situazione: la padrona del nostro stabile. Tonda in ogni parte del corpo, bassa, sulla cinquantina, pesantemente truccata e senza un capello fuori posto.
- Oh! Lysandre caro! E questa piccolina? È una tua parente?-
Allegra, intimorita da quella specie di signora, si nasconde dietro le mie gambe e la scruta con un’occhiata particolarmente simile a quelle disgustate di Castiel.
- Più meno. È imparentata con Castiel, ma per ora ce ne prendiamo cura un po’ tutti-.
- Wow piccolina! Che fortuna a stare con quattro ragazzi così belli!-
Gorgheggia lei, avvicinando la sua faccia gelatinosa alla bambina, che non riesce a trattenere una smorfia disgustata e ad indietreggiare ancora di più.
La donna sembra un po’ delusa dalla mancanza di reazione e torna a fissarmi con un sorriso mieloso.
- Beh, si vede proprio che è parente di Castiel! Verrò a farvi visita in questi giorni, solo per accertarmi che sopravviva-.
- Grazie signora-
Ci saluta con una mano paffuta piena di anelli e se ne va ondeggiando con il suo sacchetto della spesa. Allegra mi guarda con le labbra arricciate e una strana onda delle sopracciglia.
- Ma cos’era quella?-
- Una persona, Allegra, la nostra padrona di casa per essere più precisi-.
- Ma cos’aveva in faccia?-
Ridacchio, prendendo il portafogli dalla tasca del cappotto e cercando una monetina da mettere nel carrello. La bimba mi saltella davanti, facendomi intendere che vuole metterla lei  nel carrello.
- La signora era una cantante lirica. Sai cos’è la musica lirica?-
- No- Borbotta lei, infilando la moneta nella fessura e trascinando il nostro carrello verso di me.
- È quella musica in cui… Come spiegarlo? Ci sono donne e uomini che cantano a pieni polmoni-.
Le canticchio un versetto di Figaro del Barbiere di Siviglia e lei subito annuisce.
- Ah sì, quei cantanti che sembrano dei tacchini strozzati-.
- Ma no Allegra, è un modo molto difficile di cantare. Magari quando sarai più grande, cambierai idea-.
Lei scrolla le spalle ma non mi contraddice, il suo interesse subito attratto da uno stand pieno di coniglietti di cioccolato. Scrollo la testa scocciato: siamo solo a fine febbraio e di già comincia la campagna pasquale.
- Lysandre, posso prenderne uno?-
- D’accordo, solo uno però-
Allegra afferra un coniglietto di cioccolato al latte e lo butta nel carrello, appendendosi al bordo per arrivarci, dopodiché comincia a scorrazzare in giro in cerca di prodotti famigliari.
Sto decidendo quale marca di patatine fritte è più conveniente alle mie tasche quando il cellulare mi ronza in tasca. Castiel.
- Non c’è più birra, comprane un po’-
- No, niente birra. C’è una bambina ora in casa-
- Vorrai scherzare! Se mi togli anche la birra, mi manca solo che far voto di castità e andarmene in un convento, poi ho finito le ragioni per cui non vale la pena vivere! Andiamo Lysandre, non fare il rompipalle-
- Castiel. Io compro con i miei soldi per tutti quanti. Se tu vuoi la birra te la compri con i tuoi, d’accordo?-
Lo sento ringhiare, ma non ribatte.
- La mocciosa come si sta comportando?-
- Bene, è molto vivace. Ha incontrato la padrona di casa-
- Oh, poveretta. Ripensandoci, è un buon movente per farla scappare da casa nostra!-
- Dimentichi che è figlia tua: l’ha vista e non si è curata di nascondere quanto le faceva schifo-.
Lo sento ridacchiare per la prima volta quel giorno.
- Vabbè, vedi di non viziarla: ho visto come ti si è attaccata addosso subito. Penserà che sei il principe azzurro o qualcosa del genere-
- Tranquillo papà-
- Ehi, non è divertente. Non mi sono ancora arreso a riportarla da quella vecchia cinese-.
- Ho capito. A dopo-
- Ciao-
Riattacco e vedo Allegra corrermi in contro con la bocca piena.
- Lysandre guarda! Lì danno formaggio gratis!-
Seguo il suo sguardo e vedo un piccolo stand di assaggi, supervisionato da una ragazza che mi ha già adocchiato e sta facendo vagare il suo sguardo adorante da me ad Allegra.
- Sì, ma non rovinarti l’appetito-
La spingo via a disagio dallo sguardo di quella tizia adorante.
Non posso dire che fare la spesa con una bambina sia uno spasso, soprattutto se è una bambina come Allegra: mentre io cercavo di evitare i prodotti costose, le mi correva incontro tutta eccitata con scatole di civo che mangiamo una volta ogni sei mesi, se tutto va bene, e dovevo farglieli riportare indietro. A volte faceva pure i capricci, insistendo per prendere dei biscotti o dei cereali, e dissuaderla gentilmente che non ne avevamo bisogno non è stata un’impresa facile. Non so che tipo di vita conduce con Li, ma presto si sarebbe dovuta adattare a quella di quattro coinquilini maschi, quasi sempre sul lastrico e poco abituati ai piaceri de palato. Di certo Castiel l’avrebbe vista come un’altra possibilità di sbarazzarsi della bambina.
Le lancio un’occhiata: ora è tutta sorridente, mi segue come un cagnolina trascinando il suo coniglietto di cioccolato e un casco di banane, orgogliosa della sua utilità. Sogghigno e mi assicuro di farle attraversare la strada dopo aver guardato da entrambi i lati.
Mi stupisce con quanta facilità me ne prendevo cura, senza sentire fastidio o disagio.
 
- Siamo a casa!-
Si premura di strillare Allegra, entrando in cucina e posando il suo bottino sul bancone, per poi togliersi la giacca e lasciarla su una sedia, e andare a sgambettare in cerca di qualche altra presenza umana.
Nathaniel esce dalla sua stanza, gli occhi stanchi e i capelli in disordine. Da una pacca distratta in testa alla bimba e mi raggiunse.
- Andata bene?-
- Sì, non ha dato problemi-
Rispondo, appendendo il mio cappotto e riperdendo i sacchetti della spesa per portarli in cucina.
Lui mi segue sogghignando.
- Quindi ora sei tu mamma chioccia?-
Scrollo la testa, evitando di cadere nella sua provocazione.
- Dammi una mano piuttosto. A studiare ti è scoppiato un neurone, credo-.
Nathaniel mi rivolge una linguaccia e prende a mettere al suo posto la spesa.
Castiel sbuca in quel momento dal bagno, un asciugamano sulla testa a modi Madonnina. Il suo sguardo si ferma sulla piccola, che gli saltella in contro con un sorriso.
- Siamo tornati!-
- L’ho sentito, marmocchia, non c’è bisogno che urli quando parli-.
La supera e ci raggiunse in cucina. La bimba non si scoraggia e lo segue.
- Ci ho pensato: già vivere in quattro ha i suoi problemi. Ma in cinque? Non parlo solo di spese, ma anche, per esempio, dove la mettiamo a dormire?-. Chiede Castiel, appoggiandosi al bancone della cucina.
- Ma come, con il suo papà ovviamente- Lo stuzzica Nathaniel.
- È fuori questione- Sbotta lui.
- In effetti, con tutta la porcheria che hai in giro, si potrebbe traumatizzare- Concorda il biondo, accendendo il forno per le patatine e spargendole su una teglia.
- Potremmo lasciarla sul divano: è uno scricciolo- Propone Castiel, prendendo le misure della bimba, che si è arrampicata su una sedia e ha preso a giocherellare con le sue dita.
- Ci penseremo più tardi, piuttosto: Kentin è andato a correre?- Chiedo, riempiendo d’olio una padella antiaderente.
- Come sempre. A volte mi chiedo se gli spunteranno muscoli anche nel cranio, che gli stringeranno il cervello e…-
- Sì, va bene Castiel, abbiamo capito. To’, pensa ad apparecchiare- Sbotta Nathaniel, sbolognandoli una pila di piatti per farlo tacere.
Il rosso gli rivolse un’occhiataccia, con tanto di naso arricciato solo da un lato e prende a sbattere i piatti sul tavolo. Lancio un’occhiata ad Allegra, e la vedo intenta a provare ad arricciare il naso come ha fatto il ragazzo poco fa.
- Allegra, vuoi fare qualcosa?-
- Sì!-
Lei salta subito in piedi e ci raggiunge saltellando come un grillo.
- Guarda in quell’armadietto, ci sono i tovaglioli-.
Glielo indico, prima di buttare le fette di carne impannata nella padella.
La bimba prende i tovaglioli di carta e si affianca al padre nell’apparecchiare. In effetti, ad averli vicini, si vedono alcune somiglianze: non solo il colore degli occhi, ma anche la forma delle labbra e gli zigomi che, probabilmente, diventeranno alti. Però è ancora piccola, crescendo cambierà.
Mi ritrovo ancora a pensare alle motivazioni di Li per tenerla.
Il corso dei miei pensieri viene interrotto da Kentin di ritorno dalla sua corsa, che entra pesantemente in casa, sbuffando come un toro, e si accascia su una sedia, distrutto e senza un briciolo di energia. Comprensibile, data la velocità estrema che adotta sempre per quelle sue “corsette”.
- Ma ti devi proprio svaccare qui?-
Borbotta Castiel, irritato dal nuovo ostacolo al tavolo.
Il moro si limita a lanciargli un’occhiata e torna a concentrarsi sul suo respiro, che piano piano si calma.
- Puzzi, vai a lavarti-
Gli fa notare la piccolina, mettendosi le mani sui fianchi.
Kentin sembra ricordarsi solo allora della nostra quinta inquilina, e le rivolge un sorriso timido.
- Sì… Ora vado-
Lei annuisce e aspetta finché il ragazzo non si alza e si dirige nella sua stanza in cerca di vestiti puliti, poi riprende a seguire Castiel, credendo di aiutarlo.
Quando il rosso finisce, si dirige alla finestra del fumo e si siede sul davanzale, estraendo una sigaretta dal pacchetto in pianta stabile sul davanzale, accorgendosi che Allegra lo segue anche lì.
- Ah-ah marmocchia, qui non devi venire. È off limits-
- Off…-
- Non ci puoi venire-
Castiel apre la finestra e armeggia con  l’accendino, ignorando il faccino deluso della figlia, che torna mogia mogia al tavolo.
- Tra poco è pronto- Cerco di tirarla su di morale.
Nathaniel scocca un’occhiata irritata a Castiel, ma trattiene il commento pungente che stava per sputare, posizionandosi a braccia conserte davanti al forno, un muso lungo sul viso.
Abbiamo ventidue anni, ma a volte siamo ancora dei ragazzini.

ANGOLO DRITTO CARAM. MACCH.
Ormai è fatta: Lysandre è sputato a una delle mie sorelle, solo in  versione maschile XD Però non è così che lo volevo, uffa! In questo capitolo mi è tornato in mente quanto adoravo da piccola le piccole cose come, appunto, mettere la monetina nel carrello, o spingerlo direttamente, anche se il mio mento arrivava appena al suo seggiolino :,D Viva l'infanzia!
 
   
 
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