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Autore: IsabellaLilithLeto    27/03/2015    3 recensioni
Ci troviamo di fronte ad un Jared più adulto, a tratti più maturo e responsabile con la mente rivolta costantemente al vecchio amore della sua vita.
Un Colin che ha da tempo abbracciato la serietà e speranzoso comunque, di vivere una vita con il suo Lui.
Tratto dal Capitolo 2° "E' tempo"
"«Ci siamo sempre domandati anche, la verità sul rapporto con il suo collega, Colin Farrell. È pronto a smentire ancora, a distanza di anni, che non è vero il fatto che abbiate intrapreso una relazione segreta fuori dal set?».
Il respiro è fermo, la mente disconnessa, il cuore accelerato.
Sarà di nuovo pronto a mentire per salvare entrambi…? "
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Speranza vana" 

Pov. Jared  

 

Era un giorno d’autunno quando accadde. 

Le foglie dai mille colori cadevano silenziosamente sui prati ricoperti di rugiada e i loro movimenti, rammentavano quelli di una ballerina di danza classica: lenti, sinuosi, leggiadri. 

L’aria tirava fresca e scompigliava i capelli scuri di quell’uomo, dai tratti così giovanili da passare per un semplice ragazzo di soli vent’anni. 

Si accomodò su di una panchina libera accanto al laghetto, e cominciò a farsi prendere dalla serenità che ospitava il suo corpo; la zona era completamente vuota, come sospettava. 

Ultimamente era molto difficile che restasse da solo, in silenzio coi suoi pensieri. 

Si passò una mano nella lunga chioma castana che gli ricadeva appena sulle spalle e abbandonò in dietro la testa chiudendo gli occhi e beandosi dell’aria fresca che gli accarezzava il viso. 

Erano passati diversi anni dall’ultima volta che aveva partecipato ad un film; da quel momento si era occupato unicamente della musica con la sua band e delle volte, aveva lasciato del tempo per il disegno e la lettura, eppure... 

Jared Leto attore di grande fama, musicista e regista, si sentiva una persona vuota, come se qualcosa avesse scavato dentro di lui una voragine ormai incolmabile. 

Conosceva bene la causa del suo male interiore, aveva un nome e un volto che appartenevano ad una persona a cui aveva affidato il cuore tra le mani, per poi ritrovarselo in mille pezzi sul pavimento sporco di un motel fuori città. 

Era andato via portandosi dietro tutto quello che Jared aveva sempre cercato, amore. 

Fuggito lasciando una scusa sulle coperte sgualcite, accanto ad una rosa bianca dai petali delicati simbolo di amore puro,amore vero. 

Ma quale amore puro poteva essere il loro?  

Non c’era mai stato futuro fra i due, e Jared lo sapeva bene, l’aveva sempre saputo ma aveva azzardato, si era gettato a capofitto in quel sentimento struggente e che gli provocava un immenso calore al petto: una sensazione diversa dalle altre, singolare. 

Ma a cosa era servito? Ora lui non c’era più e niente avrebbe mai preso il suo posto, nemmeno se ce l’avesse messa tutta a dimenticarlo: non era possibile. 

Abbozzò un sorriso malinconico nascosto dalla barba incolta sul muso: quel giorno doveva essere il loro anniversario, era per quello che si trovava lì. 

Uno dei luoghi preferiti di entrambi e nascosto al mondo, il posto dove si erano incontrati per diversi anni, ogni 30 Ottobre per tutta la durata della loro relazione clandestina.  

Perché lo era stata, entrambi erano persone famose e avrebbero attirato a loro critiche negative e scandali che proprio non potevano permettersi se solo si fossero svelati al mondo intero. 

Malgrado ciò a Jared non interessavano più molto, lui avrebbe voluto amarlo fino in fondo, a costo della sua carriera; aveva lottato per ottenere ogni cosa che ora possedeva nella sua vita, solo una gli era sfuggita dalle mani come sabbia. 

Sospirò molto lentamente e si alzò sgranchendosi le gambe, non si accorse nemmeno del lungo  tempo che aveva trascorso rimuginando troppo sul passato: non poteva farci niente, meditare sul trascorso era proprio da lui, purtroppo. Lo si poteva considerare dai testi delle sue canzoni, dagli sguardi vuoti e i sorrisi spenti. 

Riusciva ad essere sé stesso solamente in quel luogo per lui magico, e non perché fosse il ritrovo segreto di un amore passato, ma per il semplice fatto che era capace di esternare ciò che nascondeva dietro la maschera di cera di “Jared Leto”, dimenticandosi del Joseph che era stato un tempo. 

Joseph…quella parte piccola e insignificante di lui, tuttavia tanto grande e importante da custodire un pezzo fondamentale della sua vita, nelle sue membra. 

Un paradosso esistenziale che celava dentro il suo corpo da eterno ragazzo, nonostante l’età matura che trasportava dietro. 

E proprio con il nome di “Joseph” che era solito rivolgersi a lui..probabilmente si serviva del suo secondo nome, per ricordagli chi fosse dietro la fama. 

Non che quest’ultima avesse influito particolarmente sulla sua persona, quella era soltanto una scusa per poter nascondere bene ciò che davvero provava: se gli avessero dato della “diva”, come ormai tutti lo etichettavano,o dell’uomo simpatico e spensierato, allora nessuno si sarebbe soffermato a pensare come potesse veramente stare e quali fossero i suoi reali sentimenti. 

Solo una persona avrebbe potuto forse comprendere il suo status mentale ed emozionale, semplicemente guardandolo nei grandi occhi celesti. 

Chiuse le palpebre un breve istante che sembrò interminabile, poi li riaprì gettando lo sguardo sul suo orologio da polso di propria creazione: erano giunte ormai le sette del mattino, doveva ritornare a casa o Shannon gli avrebbe di nuovo fatto la ramanzina: secondo lui era stupido il fatto che volesse visitare il giardino ogni 30 di Ottobre ormai da anni, ma la verità è che suo fratello maggiore, non era in grado di immaginare cosa spingesse Jared a recarsi in quel giardino nascosto dagli alberi, poco lontano da Los Angeles. 

Non lo sapeva bene nemmeno lui. 

Vana speranza? Forse, ma ogni volta ne usciva deluso e tornava a casa con la coda tra le gambe e la malinconia addosso che si trasportava dietro per giorni, fino ad arrivare alla naturale consapevolezza, di essersi illuso da solo di qualcosa che il suo subconscio sapeva essere impossibile. 

Impossibile…quella parola per Jared era la scusa di un vigliacco che non aveva intenzione di misurarsi con il destino e le prove che ne conseguivano al fine di arrivare al raggiungimento dello scopo. 

Ebbe cognizione del fatto che anche quel giorno Shannon, si sarebbe arrabbiato con lui e avrebbero discusso per ore, se non per tutto il giorno a causa del suo comportamento infantile. 

Perché era in fondo infantile cercare di ritrovare un amore perduto nel tempo, no? 

Una persona matura avrebbe voltato pagina e affrontato la vita in modo diverso, afferrando ciò che di nuovo – nel campo dell’amore – aveva da offrirgli. 

Ma non aveva voluto, preferiva restare mediocre da quel punto di vista e gli andava bene così. 

Una nuova brezza leggera sfiorò la sua barba castana e, come trasportato dal vento, alzò lo sguardo all’aria, osservando le nuvole bianche all’apparenza così soffici e immacolate. 

Percepì un velo di tristezza in fondo al cuore, ma fu solo un breve istante che riuscì a cacciare indietro.  

Attese un altro paio di minuti e poi, come un automa, percorse il sentiero dalla quale era venuto per ritornare alla sua auto e dirigersi a casa. 

Shannon aveva ragione, era inutile continuare a sperare. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pov.Colin 

 

Quella mattina si era alzato dal letto con una sensazione strana, una nuova consapevolezza che non riusciva a comprendere. 

Si era voltato di fretta verso il calendario dove un cerchio marchiato di rosso aveva attirato la sua attenzione: segnava proprio il numero 30.  

Di corsa aveva afferrato i pantaloni della tuta e una canotta bianca, si era infilato le scarpe da tennis e, agguantando le chiavi dell’auto, era uscito per recarsi al giardino. 

Aveva sfiorato l’orario, ma non importava. 

Il cuore gli palpitava freneticamente nel petto, si sentiva agitato e non riusciva proprio a capire a cosa fosse legato quel sentimento..o forse sì. 

Era il 30 Ottobre, doveva essere il loro anniversario. 

Per fortuna le strade non erano molo trafficate, così riuscì ad arrivare dopo pochi minuti e parcheggiando l’auto sul sentiero esterno, si incamminò tra gli alberi per giungere al laghetto, il luogo stabilito degli incontri segreti. 

Arrivò col fiatone, aveva corso, ma ad aspettarlo non c’era nessuno, se non una panchina vuota e il sole sullo sfondo. 

Si piegò sulle ginocchia e spostò una ciocca di capelli caduta sulla fronte che gli solleticava il naso. 

Che cosa mai si aspettava? Sapeva non ci sarebbe stato nessuno. 

Jared non era come lui, era fermo e deciso sulle sue conclusioni, lo conosceva bene..o così credeva. 

Per diverso tempo si era comportato come uno sconosciuto, qualcuno che lui non riusciva più a comprendere, una persona diversa dal ragazzo che aveva incontrato la prima volta; i suoi atteggiamenti nei confronti del mondo erano cambiati, era diventato piuttosto narcisista, sempre impegnato col business e con la fama, dimenticandosi probabilmente di cosa valesse la pena lottare nella vita. 

Solo quella luce, non aveva mai visto spegnersi. 

Jared era sempre stato un inguaribile sognatore e portatore di speranza, al contrario di lui; per un periodo, Jay era persino riuscito a convincerlo che l’esistenza umana è sempre un’avventura che vale la pena affrontare.. 

Ma non era più stato così dopo il loro allontanamento. 

Colin aveva smesso di pensare al futuro, aveva cominciato a vivere alla giornata come aveva sempre fatto, senza però ricadere nella tentazione dell’alcolismo. 

Aveva ben inteso che gettarsi nel alcool non sarebbe servito a cambiare la sua vita, tanto meno a risolvere i suoi problemi. 

Anche in quello Jared gli era stato d’aiuto: l’aveva reso una persona migliore cercando di aiutarlo come più gli era possibile..ma fu proprio in quella situazione che Colin aveva commesso l’errore di allontanarlo definitivamente da lui, da quel giorno non fece altro che pensare come sarebbe stato se fossero rimasti insieme, l’uno l’ancora dell’altro. 

Mosse la testa in direzione del sole che lo accecò per alcuni istanti. 

Era un coglione con il brutto vizio di aspettarsi troppo dalle persone. 

Sorrise alla natura circostante e imprecò ancora ridendo, come un folle. 

Aveva corso fino a lì per niente quando il suo cuore aveva percepito qualcosa di diverso, si era illuso ma forse era proprio da lui. 

Tornò alla sua auto ripercorrendo l’erba fresca del mattino, stavolta camminò lentamente, chissà, forse dentro di lui albergava una flebile speranza che sarebbe potuto accadere qualcosa. 

Ad un tratto, sentì un rumore di foglie pochi distanti da lui che si mosse di scatto a guardare. 

Non era che un piccolo scoiattolo. 

“Sono ridicolo” pensò e scoppiò a ridere forte spaventando l’animale, che non ci mise molto a sparire. 

Arrivato all’auto, inserì le chiavi nella fessura sullo sportello. 

Jared non era venuto. Jared non sarebbe mai venuto, e lui ci aveva creduto troppo quel giorno. 

Era riuscito a cambiare vita, l’aveva fatto così rapidamente che gli aveva recato danno.. 

Si ricordava il modo in cui i loro sguardi si fossero incontrati la notte dei Golden Globe, il suo era addolcito e fiero del grande attore che aveva dinanzi, la persona importante che era diventata..ma quello di Jared… 

Non avrebbe mai dimenticato quegli occhi freddi e gelidi di chi ti guarda ma con disprezzo, di chi fa finta di non averti mai conosciuto. 

Malgrado ciò, Colin aveva continuato negli anni a venire, a tornare nel loro nascondiglio, magari per ricevere una spiegazione lontano da occhi indiscreti.. 

Ma una spiegazione da cosa? Era stato lui ad abbandonarlo in un sudicio motel, fuggendo dalle responsabilità, fuggendo da qualcosa che gli stava lentamente rivoluzionando la vita, scappando da qualcosa che sapeva non avrebbe potuto sostenere. 

Era stato male per quello, si sentiva ancora uno schifo di persona, qualcuno che non vale la pena perdonare.. però Jared era diverso, non gli era mai sembrato il tipo che portasse rancore, non fino a quel giorno. 

Di certo non poteva biasimare il suo comportamento nei suoi confronti, con il tempo però, pensava si sarebbe acquietato tornando il Jared che aveva amato.. 

Non era stato così, non aveva avuto più sue notizie se non quelle mediatiche, dai giornali ai social network.. 

“Sono stato un cazzone. Sono un cazzone, me lo merito.” 

Si appoggiò con la fronte sul ripiano freddo dell’autoveicolo: doveva pensare al presente…ai suoi figli, alla sua nuova vita, alla sua carriera. 

Il tempo per meditare su qualcosa accaduto anni prima era ormai giunto al termine, doveva smetterla di recarsi al lago anche solo per liberare la sua testa dallo stress, gli avrebbe continuato a far male ricordare il trascorso.  

Strinse la mano in un pugno e morse appena l’indice. 

“Basta Colin, è ora di andare avanti ” disse a sé stesso. 

Aveva deciso che quella sarebbe stata l’ultima volta che il cuore si sarebbe preso gioco di lui. 

Entrò in macchina e partì ritornando a casa. 

Poteva dire addio per sempre al passato lasciando indietro ogni cosa: i problemi con l’alcool, quelli con la carriera, quelli con l’amore…Jared.

  
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