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Autore: Haruma    27/03/2015    2 recensioni
!! IN REVISIONE !!
«Mia cara musa» cominciò, «penso sempre a quelle nostre passeggiate lungo la baia e a quando ridevi di gusto appena l'acqua ti sfiorava la pelle» si posizionò meglio ai piedi del letto.
[...]
Quel giovane aveva una voce molto pacata e intonava alla perfezione ogni parola. Dava ad ognuna il giusto spessore e questo la smuoveva tanto da farla commuovere come le succedeva quando, dopo l'arrivo del postino, si precipitava in salotto e ansiosa apriva i messaggi che le spediva il fidanzato.
«Per favore, sbarazzati di quei fogli prima che domani mattina mi venga in mente di riprenderli e perfezionare ciò che ho scritto» disse al ragazzo. «Sono solo frivolezze senza senso buttate giù a caso» concluse prima di cadere in un sonno profondo.
[AU || Everlark || Leggermente OOC]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Mrs. Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I



Ah, moon of my delight that knows no wane,
the moon of heaven is rising once again
how oft hereafter rising shall she look
through this same garden after us in vain.
Omar Khayyam

CAPITOLO IV
Prim era seduta su una delle rocce che si affacciavano sulla baia.
Raggiungerla non era stato difficile; aveva dovuto attraversare il piccolo giardino incolto sul retro della villetta della nonna, passare per alcuni pezzi di terra abbandonati -dove crescevano  fiori lilla- e un boschetto. Una volta uscita da lì, davanti a lei, notò una bellissima spiaggia.
Aveva fatto anche amicizia con alcuni attori di teatro che le avevano detto di star recitando La Tempesta di Shakespeare.
«Prospero incontra Calibano proprio in questo punto» le aveva spiegato il signore con i capelli bianchi riferendosi alla scena interrotta. «Tra di loro c'è una sorta di accordo. Prospero insegna a Calibano le buone maniere e Calibano -che è un indigeno- mostra a Prospero l'isola dove è naufragata la nave su cui stava viaggiando».
Dopo aver raccolto delle conchiglie sulla riva, cominciò a saltellare nelle piccole pozzanghere lasciate dal mare a causa della bassa marea.
C'erano molte dune ed era piacevole camminare nell'acqua e poi ritrovarsi sulla sabbia bagnata.
Ritornata a casa, cambiò velocemente il vestitino bianco che si era bagnato e sporcato di polvere, scegliendone un altro color pesca, e uscì fuori per incontrare sua nonna non prima di aver salutato la sorella che si era rimessa a studiare.
All'esterno vide la madre che stava strappando alcune erbacce e la invitò a seguirla.
«Andiamo da nonno Philip, mamma. Dai, su!» le disse raggiante zampettando da una parte all'altra del prato.
Corse di nuovo nel boschetto raggiungendo un laghetto dove ricordava si trovasse un albero con un'altalena lasciando le due donne indietro. 
Quando cominciò a dondolarsi, riuscì a sentire il cinguettio di alcuni uccelli appollaiati tra i rami e chiuse gli occhi immaginando di volare.
«Io e tuo padre abbiamo scoperto questo luogo per caso» Hannah spiegava con molta precisione alla figlia la quale la sorreggeva e andava al suo stesso passo lento. «C'erano molti fiori selvatici e si poteva vedere il mare» continuava ricordando tutti i bei momenti passati con suo marito.
Ellen si guardava in giro spaesata e affascinata da tanta meraviglia.
«Io ero a scuola» disse all'anziana.
«Io invece ricordo che aiutasti tuo padre col giardino» le sorrise per poi scorgere dietro le loro spalle la nipotina più piccola. «Prim, vieni» le fece segno di avvicinarsi. «Che ne dici di andare a salutare il nonno?» lasciò il braccio della figlia aggrappandosi a quello della ragazzina.
In pochissimo tempo, si ritrovarono entrambe davanti ad una lapide rettangolare su cui c'erano incisi alcuni versi.
«Puoi leggere?» la esortò ad iniziare.
«Ah, moon of my delight» cominciò per poi schiarirsi la voce, «that knows no wane...» si interruppe permettendo alla nonna di continuare.
«...the moon of heaven is rising once again, how oft hereafter rising shall she look through this same garden after us in vain» abbozzò un sorriso malinconico. «Tra un po' lo raggiungerò» sussurrò sollevando lo sguardo al cielo stranamente limpido.
«Non dire sciocchezze» la bloccò brusca Ellen interrompendo quell'atmosfera cupa e pesante.
«Non lo faccio» la guardò seria alzando un sopracciglio. «Aspetto con molto interesse l'altra vita» riferì con ovvietà lasciando un tulipano sulla tomba del marito.
Erano passati parecchi mesi da quando Primrose aveva fatto il suo ultimo scherzo alla sorella e, quella che aveva davanti, era una grandissima opportunità per rimettersi in gioco.
Katniss era sdraiata su una sedia di vimini e aveva i piedi poggiati su un tavolino, gli occhi socchiusi e la faccia rivolta al sole.
Stava riposando dopo intense ore di studio ma quella situazione non fermò Prim che cercò di portare a termine la sua strategia.
Sicuramente non avrebbe fatto nulla di tanto cattivo, voleva troppo bene a Katniss e l'unico lusso che si concedeva, era farle qualche piccolo dispetto per divertirsi un po'.
Si guardò alle spalle. Della mamma e dalla nonna non c'era traccia, quindi poté agire senza problemi.
Si avvicinò furtivamente cercando in tutti i modi di non farsi sentire, strappò dei ciuffi di erba dal terreno e li lanciò sull'abito écru della sorella facendola sobbalzare all'istante.
«Prim!» la sgridò Katniss guardandola scappare via e ridere a crepapelle. «Mi hai fatto prendere uno spavento!» le urlò contro per poi pulirsi dalla terra e dalle erbacce che le erano rimaste addosso.
Il suo cuore batteva fortissimo; sentiva che in poco tempo le sarebbe uscito dal petto.
Si spostò una ciocca di capelli dal volto e nello stesso momento in cui si rimise comoda per poter sonnecchiare tranquillamente, scorse in lontananza qualcuno spuntare dal cancelletto di ferro rotto, avvicinarsi ed esaminare lo spazio intorno.
Si sollevò meglio continuando ad osservare insistentemente la figura di fronte a lei.
Era il giovane della sera precedente che indossava un pantalone malandato e una maglia a maniche lunghe che portava scorciate; una delle bretelle gli pendeva da un lato.
Sembrava avere una certa fretta.
«Scusa» le rivolse la parola in modo cortese. «Mi dispiace. Sono venuto solo per le mie cose» la guardava appena negli occhi quasi si sentisse in soggezione ad incrociare lo sguardo di quella ragazza.
«Ah» sussurrò lei presa alla sprovvista levando i piedi dal tavolino. Si alzò velocemente e cercò invano di togliere altri ciuffi d'erba dal vestito. «Le metto in una borsa» gli disse ricevendo un mezzo sorriso dal ragazzo che le andò dietro fino nell'abitazione.
Una volta dentro, Peeta le indicò un piccolo sottoscala tentando di non superare il suo passo e di stare distante. Quella gente era molto più ricca di lui e l'unica persona che lo riteneva uguale e che gli aveva dimostrato di non essere affatto disturbata dalla sua presenza era stata Hannah. 
Quello sconosciuto non sembrava essere a suo agio; Katniss arrivò a quella conclusione vedendo come lui era rimasto ad aspettare sulla soglia della porta tenendo il capo chino e le mani in tasca.
Trovò un vecchio zaino di iuta con all'interno alcuni oggetti in una credenza di legno bianco -era l'unica cosa non familiare che aveva scovato in quello stanzino buio- e quando glielo porse, il giovane -senza scomodarsi- se lo mise in spalla, la ringraziò e si avviò fuori.
C'era qualcosa di strano nel suo modo di fare. Sembrava chiuso e riservato ma molto socievole e disponibile anche se non avevano avuto nessuna conversazione che potesse aiutarla a comprendere di più quale fosse il suo vero carattere.
Lo seguì fino alla grande finestra del salotto che lasciava accedere al giardino.
«Sono sicura che a mia nonna farebbe piacere vederti» cominciò a parlare un po' titubante stupendosi del fatto che fosse uscito almeno un filo di voce dalla sua bocca mentre lui continuava ad incamminarsi per il prato senza voltarsi indietro ma ascoltandola ugualmente. «Potresti fermarti per cena» gli propose infine meravigliandosi ancora di più del suo insolito comportamento e di come, in quel momento, si sentisse priva di freni inibitori.
Lui si girò leggermente stupito, «sicura?» domandò.
Katniss lo guardò per qualche attimo e subito dopo fece un cenno affermativo con la testa e, proprio un secondo dopo, lo sconosciuto le rivolse un altro accenno di sorriso per poi sparire rapidamente tra le siepi alte che circondavano la proprietà dei Wright.
 




Note Note: Ciaoo!♥ Come avete potuto capire, posterò ogni venerdì perché ho un modo tutto strano di organizzarmi e quindi niente...
Oggi, Peeta c'è e si può notare l'interesse che Katniss sta cominciando ad avere nei suoi confronti.
Dopo aver fatto per non so quante ore francese, posso solamente di dire che la mia testa ha una voragine profonda chilometri e chilometri e che quindi vi abbandono così, con poche parole.
Spero di avere delle recensioni,  di non aver fatto qualche errore stupido e mi auguro che anche questo capitolo sia piaciuto.
Un bacio ♥

p.s. Il quinto sarà leggermente più lungo :)
   
 
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