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Autore: La_Birba    28/03/2015    3 recensioni
Non ero esattamente una tipa che ama socializzare, sapevo farlo, solo che non mi andava. Io, Bulma Brief, ero la ragazza che amava leggere e tuffarsi in ogni libro che leggeva. Io vivevo quelle avventure, insieme all'eroe di turno. Quindi in breve, nella mia testa avevo così tanti amici che non riuscivo manco a contarli tutti, mentre nella realtà ero io e basta. Odiavo il genere umano!
tratto dal primo capito. ecco in questa storia troverete una Bulma diversa, una studentessa modello che si innamorerà di un strano professore: Vegeta. spero vi possa piacere come sta piacendo a me scriverla :) ditemi cosa ne pensate di questa mia piccola malsana idea :)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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eccovi all'epilogo, spero vi piaccia, vi auguro buona lettura :) dite ciao ciao a questa mia versione di Bulma e Vegeta :)

Epilogo

 

 

Mi svegliai abbracciata a Vegeta. Era stato bellissimo. Mi stiracchiai senza però svegliare anche lui. Mi ero appisolata cullata dalle sue carezze e lui mi aveva seguita nel mondo dei sogni. Guardai la sveglia sul comodino: 20.30, merda! Era tardissimo. Guardai il cellulare, una chiamata senza risposta da mia mamma. Le scrissi subito un messaggio per farle sapere che sarei arrivata a momenti. Cercai i miei vestiti sparsi per casa. Ero alla disperata ricerca delle mie mutande. Non potevo di certo andarmene senza quelle!

 

  • che diavolo fai sei impazzita?

    Mi voltai verso Vegeta che aveva ancora la voce impastata dal sonno. Mi ero leggermente scordata che ero nuda dinanzi a lui. Appena aprì meglio gli occhi se ne rese conto anche lui, che iniziò a guardarmi maliziosamente. Io arrossii coprendomi con la prima cosa che trovai accanto. La sua camicia.

     

  • Ho capito forse cosa stai cercando. Immagino queste..

    Disse con le mie mutande in una mano.

  • Dai Vegeta, sono in ritardo. Non fare lo scemo.

  • Dovrai essere più convincente. Intanto vieni qui vicino a me, togliti quella camicia dal tuo meraviglioso corpo. Non devi vergognarti, sei davvero bellissima Bulma.

 

Gli andai vicino senza però mollare la sua camicia che copriva le mie nudità. Lui con un rapido gesto mi fece sdraiare strappandomi la camicia dalle mani. Si posizionò sopra di me, baciandomi con foga. Mi stavo di nuovo perdendo in quel vortice di passione. Non dovevo.

 

  • vegeta, devo andare. Per favore è tardi e mia mamma mi aspetta.

 

Lui si staccò dal mio corpo il giusto per vedere l'ora. Decise così di farmi rivestire, continuando a guardarmi. Presi tutte le mie cose e mi diressi dalla porta, ma venni fermata da una mano che mi tratteneva il braccio.

 

  • Brief..o meglio Bulma..credo che...mi mancherai..ci vediamo domani comunque e stai attenta.

 

Gli sorrisi e ci scambiammo un ultimo bacio. Tornai a casa in fretta e furia. Mi accolse mia mamma abbracciandomi. Spuntò poi mio padre da dietro l'angolo.

 

  • tesoro cosa ti è successo stasera?

  • Niente papà, dovete stare tranquilli. Ero da Chichi e non mi sono resa conto del tempo che passava. Mi dispiace.

 

Sì ok avevo detto una piccola bugia però di certo non potevo raccontar loro la verità. Ero davvero dispiaciuta. Non sarei mai arrivata tanto tardi a casa.

Il giorno dopo a scuola procedette tutto normalmente se non che nell'ora di Vegeta, l'ultima precisamente, arrivò un tipo basso e grasso, con degli occhiali da sole nonostante le nuvole temporalesche.

 

  • Salve ragazzi, mi chiamo Kaio Nord e da oggi sarò il vostro professore di letteratura e storia. Il professore Sayan, il vostro vecchio insegnante, ha avuto un incidente. Dunque sarò io a portarvi alla maturità.

 

Scoppiò in una malsana risata. Cosa diavolo aveva da ridere? Ma sopratutto cos'era successo al mio Vegeta?! La sera prima stava benissimo, che incidente? La mia testa si continuava a riempire di domande. Andai nel panico più totale, mi tremavano le mani, non riuscivo neppure a reggere la matita. Quel assurdo nuovo prof non se ne rese neppure conto tanto era impegnato a sparare stronzate durante quella lezione. Chichi però notò tutto. Mi prese la mano e la strinse. Ci guardammo, c'era qualcosa nei suoi occhi che non capivo. Mi scrisse un bigliettino velocemente “ calmati, ti devo raccontare”. Sgranai gli occhi. Cosa sapeva? Sapeva di un qualche incidente a Vegeta? Mi strinse di più la mano. Io sospirai dovevamo aspettare la fine delle lezioni. Il cuore batteva veloce, volevo sapere ogni cosa e subito. Quell'ultima ora passò lentissima. Sembrava fossero passate ere geologiche. I dinosauri era ritornati? Era probabile!! appena la campanella suonò io e Chichi fummo le ultime ad uscire dall'aula. Era pure iniziato il temporale e ci saremmo bagnate tutte. Ci andammo a sedere dietro la scuola dove c'era una tettoia. Mi stavo massacrando le dita. Dovevo e volevo sapere!

 

  • Chichi cosa sai?

  • Bulma calmati. Cercherò di fartela breve. Ieri, quando ho visto che non arrivavi più sono venuta a cercarti. Ho visto Yamco cosa stava cercando di farti quando stavo per intervenire, Vegeta mi ha fermato dicendomi di ritornare dagli altri ragazzi. Volevo sincerarmi che stessi bene così mi sono nascosta dietro un angolo. Ho visto tutta la scena. Quando Yamco vi ha lasciati non se n'è andato..ha preso il cellulare per farvi delle foto. Dalla posizione di com'eravate messi voi due. Vegeta si riconosceva perfettamente, mentre te no. Non si vedevano i tuoi capelli azzurri ma solo le tue braccia che abbracciavano il nostro prof. Se n'è andato via poi. Non so nient'altro. Ho sentito dire da una ragazza di seconda che già alla loro prima ora Vegeta non c'era. Hanno trovato il prof Kaio all'ultimo probabilmente.

 

Terminato il racconto non riuscivo a dire nulla. Ero paralizzata. Yamco avrà fatto avere le foto al preside. Oddio gli avevo rovinato la vita. L'aveva sicuramente licenziato. Piansi prima silenziosamente, poi i singhiozzi disperati arrivarono. Chichi mi abbracciò.

 

  • chichi..ieri ho fatto l'amore con lui..gli ho donato tutta me stessa...

non vidi il suo volto, ma rimase in silenzio per un paio di secondi. Probabilmente meditava le parole migliori da usare.

  • perchè non vai a casa sua? Magari è lì.

 

Avevo la vista e la mente annebbiate. Troppe lacrime. Appena sentite quelle parole mi precipitai verso casa di Vegeta. Corsi come non avevo mai fatto in vita mia. La pioggia cadeva incessante sopra di me. Nulla però mi avrebbe fermato. Sentii Chichi in lontananza che mi aveva gridato qualcosa come “stai attenta” o non so. Le mie gambe andavano da sole. Non erano più controllate dalla testa. Andai a sbattere contro così tante persone che persi il conto. Ero troppo impegnata per fermarmi a chiedere scusa. Speravo di trovarlo. Volevo essere accolta a braccia aperte. Volevo trovarlo davanti alla sua porta di casa sua con il sorriso stampato in faccia. Nulla accadde di tutto ciò. Mi attaccai al citofono. Nessuna risposta. Mi feci aprire dal signore che abitava sopra. Arrivata dinanzi alla porta di Vegeta mi misi a suonare. Nulla, non si sentiva neppure un rumore all'interno. Le gambe mi cedettero, per la corsa e per la disperazione di quel momento. Non c'era, se n'era andato. Piansi, piansi fino a finire le lacrime. Gli occhi mi bruciavano, erano gonfi. Rimasi li, sulla soglia ad aspettarlo. Ero bagnata fradicia ma non mi interessava. Volevo solo lui in quel momento. Presi il cellulare. Gli scrissi. 10, 20 messaggi e più. Provai poi a chiamarlo. La segreteria, merda! Al diavolo tutto.

Arrivò poi il signore del piano di sopra.

 

  • cara è inutile che stai lì ad aspettarlo. Non credo che il ragazzo tornerà. Stamattina l'ho visto andare via con diversi scatoloni. Mi dispiace. Gradisci una tazza di te?

 

Il mio cuore si spezzò completamente. Se n'era proprio andato da quella città. Era tutta colpa sua. Per quell'amore malato, quell'amore proibito. Gli aveva rovinato la carriera e la vita. Si alzò come se fosse un robot. Rifiutò la gentile proposta del signore e si avviò all'uscita del palazzo. Pioveva ancora, l'acqua non portava via il suo dolore. Dov'era il suo Vegeta a ripararla con l'ombrello? Arrivai a casa mia. I miei non c'erano. Mi lasciai cadere sul letto, bagnata fradicia com'ero. Non mi importava più di niente. Scrissi a Chichi un rapido messaggio. Era davvero preoccupata per me. Era una vera amica. Le ero grata per tutto. Mi misi a letto alle tre del pomeriggio. Volevo stare da sola con i miei pensieri e le mie paranoie.

Per una settimana saltai scuola. Avevo detto ai miei genitori che non stavo bene. Mi lasciarono a casa senza troppe domande. Non ero mai stata una persona che non andava a scuola per assenza di voglia. Dunque si fidavano di me. Ero distrutta. Il mio cuore era a pezzi. Dovevo riprendermi. Non potevo buttarmi giù in quel modo. L'amore non era tutto nella vita, dovevo pensare al mio futuro e agli esami imminenti. Il fatto è che era facile pensare certe cose, la cosa difficile era convincersene.

 

Passai il primo mese a distrarmi come meglio potevo. Studiando, leggendo, uscendo con Chichi. Ogni tanto mi capitava di guardare il cellulare sperando in qualcosa ma non succedeva mai niente. Quella stramaledetta recita arrivò. Era l'11 maggio. Il teatrino in cui la facevamo era stra pieno. Non era un posto enorme. credo che ci sarebbero state un centinaio di persone. A tratti guardavo il pubblico, sperando di intravedere una certa chioma a fiamma o un paio di occhi nero pece. Nulla però. Solo genitori o parenti vari. Fu un “successone” io e Chichi dovevamo cantare quella stupida canzoncina sul dipingere le rose di rosso e poi passavamo le mazze da cricket alla regina. In un'oretta e mezza riuscimmo a terminare il tutto. Entrammo poi tutti in scena, per ricevere gli applausi. Mancavano solo un paio di mani che battevano. Le mani dell'uomo che amavo.

 

Ormai eravamo agli sgoccioli, presto ci sarebbero stati gli esami. Il prof Kaio non era esattamente un ottimo professore, anzi! Toccava il ridicolo, durante le lezioni si metteva a fare giri di parole per poi scoppiare a ridere da solo. Era davvero un tipo bizzarro. Io e Chichi cercammo di impegnarci ogni giorno nello studio, mi distraevo, occupavo la mente. Alla sera però, poco prima di andare a dormire, il mio cuore si riempiva di tristezza. Fissavo il cellulare ogni notte prima di dormire. A volte provavo a chiamarlo. Non squillava mai. Sempre la segreteria. Aveva sicuramente cambiato numero. Ma perchè? Perchè se n'era andato da lei? Perchè l'aveva abbandonata senza dire nulla? Spesso mi capitava di addormentarmi piangendo. Non volevo rovinarmi la vita per una cosa simile. Sapevo che prima o poi sarei andata avanti senza più piangere. Come si dice, il tempo guarisce ogni ferita.

 

Era ormai finita la scuola, presto sarebbero iniziati gli esami. Ero davvero preparata. Chichi era insicura ma aveva la mia stessa preparazione. Gli scritti furono abbastanza semplici, riuscii pure a suggerire alla mia amica del cuore un paio di cose. Negli orali cercarono di mettermi in difficoltà, facendomi domande di ogni tipo ma me la cavai egregiamente. D'altronde ero la migliore. Non peccavo di modestia, era davvero così. Uscii con la lode. La mia felicità era la massimo, in quel frangente pensai che avrei voluto condividerla con una persona in particolare. Mi obbligai a non pensarci. Mi iscrissi subito all'università di Satan City. Centinaia provavano ad entrarvi ma solo una cinquantina venivano ammessi. L'esame fu davvero complicato ma riuscì a passarlo.

Ero diventata un'universitaria, una futura dottoressa.

Gli anni di università passarono velocemente, tra esami, cazzate e cotte varie. Ero cresciuta, stavo diventando una donna. Ogni tanto durante il periodo di Natale andavo alla tomba di Table, non so perchè, però gli lasciavo sempre qualcosa.

Riuscii a laurearmi, da lì iniziò la vera faticaccia. Divenni la specializzanda di un importante dottore nell'ospedale di Satan City. All'inizio mi occupavo solo di assistere i malati meno gravi. Tipo togliere o mettere i punti, fasciare e disinfettare eventuali ferite. Con la pratica sarei diventata un ottimo medico.

 

Un giorno, precisamente il 23 di marzo, avevo appena tolto dei punti a un uomo che si era fatto male sul lavoro. Si aprì la porta del mio piccolo “ambulatorio”, mi voltai e lo vidi lì. Non era cambiato, quegli occhi neri sempre severi e profondi. I capelli portati all'insù. Il cuore perse un battito. L'aria nella stanza era diventata viziata, non riuscivo più a respirare. Andai ad aprire la finestra. Lui non si era mosso, aveva solo chiuso la porta. Era lì impassibile. Tossicchiai per farmi tornare la voce, senza però riuscirci. Con la mano tremolante gli indicai dove sedersi. Lui andò dove gli avevo indicato e si sedette. Non parlò neppure per sbaglio. Mi aveva riconosciuta? Oppure ormai mi aveva dimenticata? Il dubbio mi divorò all'interno. Dovevo tirare fuori la voce e fare il mio lavoro.

 

  • ecco mi scusi...cosa posso fare per lei?

    La mia voce fu poco più che un sussurro.

  • Brief, non devi darmi del lei. Dopo tutti questi anni sbagli ancora?

 

Si ricordava di me, mi aveva riconosciuta. Il cuore che nel vederlo aveva perso un battito ora aveva recuperato battendo sempre più forte.

 

  • Goku mi ha detto che eri un'ottima allieva. La migliore. Lo sei sempre stata. Mi ha detto dove ti avevano presa e allora sono venuto qui. Volevo..

 

Non terminò la frase. Era lì per me..quel minuscolo pensiero passò inascoltato. Perchè diavolo si faceva vivo solo ora? Mi irritai. Ero arrabbiata, mi aveva abbandonato ed ora era tornato come se niente fosse. Gli tirai un ceffone dritto nella guancia sinistra.

 

  • come hai potuto abbandonarmi? Non ti sei più fatto sentire? Ti rendi conto di cos'ho passato a causa tua? Perchè cazzo non mi hai mai fatto una stramaledetta chiamata? E poi ti presenti qui come se niente fosse?!

 

Stavo gridando. Gli vomitai addosso tutta la rabbia e la frustrazione. Mi afferrò un braccio e con non so quale movimento mi butto sul lettino, sovrastandomi con il suo peso.

 

  • credi davvero che sia stato facile per me lasciarti in quel modo? Se non l'avessi fatto ci sarebbero state gravi conseguenze sia per te che per me. Ho fatto la scelta migliore ovvero quella di farti fare la tua vita felicemente senza di me. Non ero l'uomo giusto per te, te l'ho sempre detto! Ma rivedendo ieri Goku, mi ha parlato di te. Mi sono reso conto che volevo vederti. Maledizione Brief mi hai stregato.

 

Mi accarezzo, sospirò e poi continuò il suo monologo.

  • Bulma tu mi hai aperto gli occhi e il cuore e...non sarò mai l'uomo per te. Ma se non te lo chiedessi me ne pentirei per tutta la vita, Brief ti chiedo d'esser mia da ora fino alla fine dei nostri giorni.

 

I suoi occhi mi avevano incatenato. Mai nessun uomo fu così dolce. Pensavo che il cuore mi sarebbe esploso ad ogni parola pronunciata da quella bocca che tanto mi era mancata. Gli misi le braccia intorno al collo baciandolo. Quanto mi era mancato quel contatto?! Troppo. Tra le mie braccia c'era il mio futuro.

 

  • non mi è mai importato nulla, sono io che stabilisco se sei o no l'uomo giusto per me. Nulla mi farebbe più felice se non condividere il resto della mia vita con te.

 

Ci baciammo di nuovo e ancora e ancora. I vestiti si fecero stretti e ingombranti. Facemmo l'amore su quel lettino. Una volta rivestiti andammo a casa sua, lì vicino. E ci amammo di nuovo. Non so quante volte lo facemmo. Quel che è certo è che non ci bastava mai.

 

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  • sono tornato.

  • Vegeta sono in camera.

 

Sentendo la mia voce salì, mi trovò nel letto a gambe incrociate.

  • come stai?

    Mi disse mettendomi una mano sulla pancia.

  • Bene tesoro, tranquillo. Vuoi sapere una bella notizia?

    Mi guardò incuriosito.

  • È un maschio.

    Ci scambiammo un sorriso. Mi baciò a fior di labbra.

  • Sai ho deciso, lo chiameremo Table.

    Lui mi guardò sorpreso stavolta. Non sapeva cosa dire, i suoi occhi avevano una felicità immensa. Il suo fratellino sarebbe rinato grazie alla nuova vita che era dentro di me. Mi baciò con una passione travolgente.

    Erano stronzate la storia dell'uomo giusto, non esiste un uomo giusto. Tutti noi siamo sbagliati, il segreto è trovare l'uomo così sbagliato che rende insieme a te tutto il resto giusto. 



    tadannn :) siamo giunti alla conclusione di questo meraviglioso viaggio :) spero che il finale non sia banale, scontato o noioso. spero vi abbia soddisfatto :) e spero anche che il fatto che abbia 13 capitoli non porti sfiga..diciamo che ne ho già troppa XD mi basta quella che ho xD 
    volevo fare un ringraziamento speciale a
    - Francychan94 :)
    -Bulma81 :)
    -The Writer of The Stars :)
    - agothetrain :)

    ma un grazie anche tutti voi che la leggete o che la mettete tra le seguite eccecc :) mi sono divertita a scriverla e spero che per almeno nei 5minuti che questa storia vi ha rubato per essere letta, vi siate divertiti anche voi :) grazie di cuore a tutti :) alla prossima :)
    ps: promemoria per me stessa..basta essere così smielata -.- 

  
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