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Autore: Lady_purosangue    28/03/2015    0 recensioni
L'amore è un sentimento contrastante, fatto di sofferenza e felicità; è questo Ignis lo sa.
La sofferenza di sua madre l' ha portata a diventare molto più forte di quello che è, e anche questo determinerà la sua grande scelta:
Intrepidi o Eruditi?
Amicizia o famiglia?
Libertà o prigionia?
Leggendo scoprirete questo ed altro.
LA STORIA È AMBIENTATA LO STESSO ANNO DELL'INIZIAZIONE DI QUATTRO ED ERIC.
Genere: Drammatico, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Shauna, Tris, Zeke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Basta non pensare


non possiamo scegliere da dove veniamo,
ma possiamo decidere dove andare da li in poi
Noi siamo infinito


Il sole sta salendo sul cielo terso e proietta i suoi raggi luminosi per tutta la stanza.
Sbatto ripetutamente le palpebre e dopo alcuni secondi i miei occhi argentei si abituano alla luce.
Mi alzo dal letto e corro velocemente in bagno, dopo almeno quindici miniti risorgo dai meandri della stanza e ritorno in camera mia.
Un vento fresco entra nella stanza e fa ondeggiare le tende blu; non avevo aperto le finestre prima di uscire e so con sicurezza chi è stato, Eric sembra avere un dono per scassinare porte e lucchetti, ma nonostante sia molti anni che tento di comprendere come faccia continuo a navigare nel buio più totale.
Mi precipito alla finestra e mi sporgo leggermente sul davanzale ma non scorgo nessuna figura familiare.
Richiudo le finestre e voltandomi verso il letto noto una scatola color ambra.
Mi siedo sul letto ed estraggo un bigliettino che è appeso al pacchetto regalo.

" Tanti auguri Guerriera!
Spero ti piaccia.
Eric"


Un sorriso mi si dipinge sulle labbra; sono stata così occupata a pensare al test attitudinale che non mi sono ricordata del mio compleanno.
Apro la scatola e ne tiro fuori un vestito a tubino lungo fino al ginocchio.
Ha le maniche corte e una strana scollatura piatta che si piega su se stessa allungandosi verso destra.
E sulla stoffa scaccata blu e nera sono applicati dei grandi bottoni in velluto nero che percorrono il lato sinistro.
È un vestito stupendo e sembra fatto apposta per me, il nero e il blu che si mescolano sono come gli Intrepidi e gli Eruditi che convivono in me.
Non ho fame quindi non scendo fino a pranzo ed impiego le poche ore mattutine per prepararmi alla cerimonia.
Indosso il vestito di Eric e tiro i capelli indietro con l'ausilio di un nastro blu.
Ma prima di scendere prendo il mio diario e incomincio a scrivere:


" Oggi è il giorno.
Finalmente sarò libera di pensarla come voglio; li farò soffrire forse ma non mi interessa.
Tanto l’ho sempre saputo che il mio compito è deludere la mia famiglia.
E poi svolgerlo è diventato molto più semplice mano a mano che gli anni passano.
Se riesci a reprimere il senso di colpa, o addirittura a cancellarlo, è molto semplice.
E ti diverti.
Perché ho sempre saputo che mia madre e mio padre avevano già scritto la mia vita nel momento in cui sono venuta alla luce, indipendentemente da quello che volessi io.
Ho impiegato anni a capire chi sono le persone a cui voglio bene, e tra loro non figura la mia famiglia.
Forse lo faccio solo perché non sono una loro proprietà e perché non lo sono mai stata.
E’ per questo che la fazione degli Eruditi è la prima che escludo dalla scelta."



Chiudo il diario e sento l'agitazione invadermi.
La mia vita sta per essere stravolta, abbandonerò tutto quello che mi è familiare.
Non mi dispiace più di tanto, almeno, non dovrò più vivere come se queste cose mi piacessero.
Mi reco in sala da pranzo e trovo mia madre intenta a servire il pranzo, appena mi vede mi saluta sorridendo e posa i piatti che ha tra le mani sul tavolo.
Mi siedo accanto a mio padre che da quando sono arrivata non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo.
" Non ho mai visto quel vestito " sentenzia mio padre dopo aver mangiato alcuni bocconi.
" che acuto osservatore! " Lo derido giocando con il cibo che ho nel piatto.
Mia madre alza lo sgardo e puntando gli occhi stanchi su di me mi rimprovera : " non dovresti parlare così a tuo padre. "
Ignoro spudoratamente le suo parole e continuo come se nulla fosse, poggio la testa sulla mano sinistra e voltandomi verso mio Padre aggiungo : " diversamente da voi Eric mi ha fatto un regalo per il mio compleanno che se non ricordate è oggi"
" Non mi piace quel ragazzo " se ne esce, poi dopo un minuto di silenzio e poi ordina a mia madre di andare a prendere le scarpe di pelle beje che mi ha comprato la scorsa settimana.
" cos'hanno che non va i miei anfibi? " sbotto.
" Non sono consoni al tuo abbigliamento " risponde serio.
Gli scocco uno sgardo colpevole ma non protesto e mi slego lentamente gli anfibi, poi li lascio cadere pesantemente a terra.
Mentre mi appresto ad uscire seguendo mia madre , mio padre mi prende il braccio e dice: " Fa quello che devi fare, ma ricorda che se getterai vergogna su questa famiglia e su di me potrai scordarti di avere un padre".
"Ah, bene. Siamo passati alle minacce!" Esclamo sorpassandolo e prendendo la borsa dove ho messo il mio diario e alcune foto rubate in soffitta.
"Hai così paura che io me ne vada?" Sibillo andando verso la porta.

***

Quel viaggio in macchina fu estenuante. Nessuno osa fiatare e io sono tesissima. Quando arrivo nel luogo dove si tiene la Cerimonia della Scelta ho le mani che mi tremano e il cuore che minaccia di sfondare la cassa toracica. No, non ce la farò.
Collasserò in ascensore.
Quando ci piazzamo davanti a quell’arnese infernale il mio cuore perde un battito. Dovrò stare pressata tra una decina di persone. Ma se l’alternativa sono venti piani a piedi, si può fare.
Ci sono dei sedicenni con i loro genitori. I più sembrano sicuri, ma vedo un paio di Pacifici, che a occhio e croce devono essere fratelli, che sono agitati quanto me.
Quando arriviamo in cima, esco fuori, inspirando aria fresca come se non ne avessi mai avuta nei polmoni. Mi posiziono nel cerchio destinato ai sedicenni che dovranno scegliere e vedo mio padre e mia madre posizionarsi nella parte destinata agli Eruditi.
Quest’anno sarà quella stronza di Jeanine a pronunciare il discorso; la persona che odio di più al mondo e che è la causa delle più grandi sofferenze di mia madre assisterà al mio grande passo.
Quando inizia a recitare il discorso io non ascolto, non è importante e poi non ci si può fidare di una persona falsa come lei, che è riuscita ad abbindolare anche mio padre con le sue parole fievoli.
Guardo le gigantesche coppe davanti a me.
Acqua, carboni, vetro, terra o pietre? Gli Eruditi gli escludo a prescindere, i Candidi non lo so. Sono sempre stata schietta e senza peli sulla lingua, ma c'è qualcosa, nel dire sempre e costantemente la verità, che non mi piace. Dove sarebbe la privacy, se sei costretto a dire a tutto ciò che pensi? Abneganti nemmeno morta; io non sono per niente solidale con gli altri.
Pacifici invece è come pretendere che un iceberg non si sciolga nel deserto. Poi ci sono gli Intrepidi, i ragazzi che si vestono di nero, hanno tatuaggi e piercing e che saltano da un treno in corsa.
Liberi.
Guardo Eric, che è un paio di persone dopo di me. Lui sa che diventerà un Intrepido.
E lo sarò anche io.


***

Ci vuole poco per arrivare al mio nome. Quando Jeanine mi chiama mi alzo, poi mi porge il coltello, indugio un po’ sulle coppe.
Mi taglio la mano e faccio gocciolare un po’ del mio sangue sui carboni. Sono un’Intrepida.
Gli occhi di mio padre si fanno gelidi per un istante, per poi tornare a trasudare la più pura indifferenza, mentre mia madre incomincia a singhiozzare.
Mi avvio verso gli Intrepidi, dove noto Eric.
Sembra sollevato.
"Te l’avevo detto che sarei venuta qui." Dico ridendo. "Non ne dovevi dubitare. Ti sembro un’ Erudita?". Aggiungo fingendo di essere seria.
Eric ride di gusto e poi risponde: "non avevo dubbi, non ti ci vedo con occhiali e camice."
La Cerimonia della Scelta finisce quando Annie Saimon decide di cambiare linea scegliendo gli intrepidi e abbandonando la sua fazione, i Candidi.
Allora gli Intrepidi escono dal grattacielo correndo.
Corro anche io.
Dagli Eruditi sarebbe un gesto irrazionale e illogico e, perciò, non sarebbe stato necessario farlo.
Ma io lo faccio per puro piacere, per spingermi al massimo.
Per sentirmi libera.
Poi arriviamo sui binari dove passa il treno in corsa.
"E’ un’autentica figata!". Esclamo rapita.
"Ma sei pazza?! E’ una missione suicida!". Esclama una Candida vicino a me. Ha i capelli rosso scuro, che disegnano onde delicate lunghi fino alla vita e occhi verde smeraldo.
"Beh, se tutti gli Interni sono ancora qui, credo che noi sopravvivremo".
Rispondo.
"E poi basta non pensare!" Aggiungo, mentre il treno si avvicina.
Prendo uno slancio, senza pensarci, e mi ritrovo ad aggrapparmi alla maniglia del treno, troppo poco forte per atterrare direttamente nel vagone.
Eric mi dà una mano, lui ha centrato il vagone.
"Divertente!" Esclama la Candida vicino a me. "Ah, io sono Annie." Si presenta tendendo la mano.
La stringo rispondendo "Ignis" . "E lui è Eric." Riprendo, pestando il piede al ragazzo per attirare la sua attenzione.
"Si, piacere..." risponde scontroso.
"E’ un po’ misantropo..." Ridacchio con un sorriso, scoccandogli un’occhiataccia.
"Voi siete..." Sta per dire la rossa.
"NO! Lui è solo mio amico!" Mi ritrovo quasi ad urlare.
Non ho mai pensato a Eric in quel senso. È sempre stato il mio migliore amico, l’unica persona con la quale posso lasciar perdere la mia maschera di ribelle asociale.
"Ah, okay." Rispode con un sorriso eloquente.
Passo un po’ di tempo a guardare fuori dal finestrino del vagone il paesaggio che si alterna. A dire la verità non sono mai stata su un treno, da noi si usano le macchine e non ho intenzione di perdermi nemmeno un secondo di questo viaggio.
Quando il treno rallenta, capisco subito che dobbiamo scendere.
"Si scende!" Urla un Intrepido.
Non me lo faccio ripetere due volte e salto subito dopo Eric.
Sento il mio corpo sollevarsi da terra per poi toccare la ghiaia ruvida.
L'adrenalina mi percorre il corpo e forse è anche grazie a lei che atterro in piedi.
Rido e mi guarda intorno solo io, Eric e un paio di interni siamo atterrati in modo composto.
"No! Erano i miei jeans preferiti!" Sbotta Annie incrociando le braccia.
"Non dovrai cambiare i vestiti con quelli degli Intrepidi, tra un po’?" Chiede un Abnegante.
"Giusto, però i jeans preferiti restano sempre i preferiti."Rispondo.
"Sono Ignis." Dico tendendo una mano. L’Abnegante non sà se stringerla.
"Ah, dimenticavo... Ti conviene prenderla, si fa così qui." Aggiungo sorridendo.
Lui la afferra, con una stretta troppo debole.
"Chiamami rigido" risponde.
Sto per rispondere con una battuttina piccante sul suo nome quando una voce mi distrae.
"Non capisco il vostro attaccamento agli oggetti" sussurra una ragazza pacifica comparendo da dietro la figura del ragazzo.
Ha i capelli castani legati dietro la testa e gli occhi nocciola scrutano curiosi intorno a lei.
"Sei molto impertinente per essere una pacifica" se ne esce ridendo Annie " e io adoro le persone come te."
Ci incamminiamo verso il mucchio di Iniziati che si stanno avvicinando a qualcosa. Quando riesco a vederlo, il mio cuore perde un battito.
In quel momento il capofazione degli Intrepidi ci spiega che dovremmo saltare.
Ovviamente, questo non l’ ha capito nessuno!
Poi chiede se ci sono dei volontari.
Per i primi cinque minuti c' è un silenzio tombale, e anche io sono restia ad andare.
Ma poi penso che, se gli Intrepidi non transfazione sono qui, i loro genitori avranno dovuto saltare. E non sono morti.
"Al diavolo!" Sbotto, e mi avvicino al precipizio.
Salgo sul cornicione, do uno sguardo giù, poi mi tolgo il nastro blu e lo lancio ad Eric dicendo: "trattalo bene dopo lo rivoglio"
Lui lo prese al volo e se lo stringe al collo.
Prendo la rincorsa e salto, con il cuore che batte a mille.
Mi beo per un po’ della sensazione dell’aria sul viso, poi atterro su qualcosa di elastico.
C’è una rete, sul fondo.
Afferro la prima mano che trovo e un ragazzo che non dove avere qualche anno più di me mi aiuta a scendere dalla rete.
"Qual è il tuo nome?" Chiede.
"Ignis." Rispondo fiera.
"Prima a saltare, Ignis." Dichiara.
"Io sono Amar. Sarò il tuo istruttore" . Aggiunge poi. Sorrido fiera.
Sono stata la prima a saltare, alla faccia degli Eruditi che avrebbero fatto calcoli parabolici e roba simile.

   
 
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