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Autore: Altair13Sirio    28/03/2015    1 recensioni
Kate è una tredicenne ribelle e solitaria. Ha pochi amici e non va d'accordo con i suoi genitori. Una notte torna a casa dopo una festa, e durante il suo ritorno a casa succedono cose strane... E' una ragazzina coraggiosa, affronta il pericolo a testa alta, ma ha paura... Una grande paura che la opprime nei momenti peggiori.
Kate è seguita da qualcuno, o qualcosa, e sente la sua presenza e la sua influenza farsi sempre più insistenti, e non ha nessuno con cui confidarsi, nessuno a cui appoggiarsi...
Lei è piccola. E' solo una piccola ragazzina che vorrebbe essere grande, e non può nulla contro i pericoli del mondo, ma ci sarà qualcuno, o qualcosa, a proteggerla, alla quale si affezionerà particolarmente, amandolo e desiderandolo, confidandosi con egli, diventando "sua"... Il suo angelo custode.
Genere: Fluff, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Monster'
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Kate aveva messo un paio di scarpe da ginnastica comode per poter riuscire a camminare bene nei sentieri pieni di ciottoli e rami del bosco. Mise un piede su una roccia sporgente e si appoggiò al tronco di un albero alla sua destra mentre si sollevava. Scese poi dalla roccia poggiando l’altro piede a terra e si guardò intorno. Cosa stava cercando non lo sapeva nemmeno lei. Era semplicemente uscita e si era diretta là. Là dove era cominciato tutto…
Continuava a camminare avanti, inoltrandosi sempre di più nella foresta, che da quella notte era cambiata parecchio… Forse era stata l’oscurità a darle quell’aspetto sinistro che l’aveva spaventata tanto, ma con il giorno quel posto era completamente diverso: gli alberi rigogliosi non incutevano timore mentre il vento scuoteva i loro rami e i suoni degli animali nascosti nella flora attorno a lei davano un senso di sicurezza che non si avvertiva durante la notte, nel silenzio e nel buio, dove anche un solo fruscio poteva far destare i sensi e mettere paura. Adesso, invece, si sentiva bene. C’era una fresca brezza che le accarezzava il volto, e mentre si guardava intorno apprezzava le bellezze di quel bosco. Ma lei non era lì per passeggiare.
Voleva trovare delle risposte alle troppe domande che ronzavano nella sua testa. Cercava qualcosa che forse non avrebbe dovuto cercare, ma non poteva semplicemente ignorare tutto quello che le stava accadendo; doveva andare avanti, a quel punto.
La ragazza chiamò:<< Ehi! >> Con l’intento di attirare l’attenzione di qualunque cosa potesse essere lì in ascolto. << Sto cercando la persona che ha lasciato in giro per questo bosco… >> Mise una mano in tasca e ne tirò fuori le otto pagine spiegazzate. << Queste pagine. >> Si fermò guardandosi intorno. Cercava di scorgere il minimo movimento; sapeva che la stavano osservando. Riprese a camminare, indirizzando lo sguardo di fronte a sé. << So che mi segui. >> Disse. << E mi hai anche spaventata… >> Ma che diavolo dico, mi ha terrorizzata! Fu il suo commento alla sua stessa affermazione. << Sono venuta qui per cercarti. >> Disse continuando a camminare. << Non ho… Cattive intenzioni… Voglio solo… Parlare. >> Disse incerta la ragazza guardandosi intorno, controllando se ci fosse qualcuno ad osservarla. << Chiederti perché fai questo… Perché mi fai del male… >> Non era del tutto vero che le aveva fatto del male.
Kate continuava a camminare in avanti, guardandosi intorno e chiamando di tanto in tanto, per controllare se ciò che cercava stava arrivando. Ma era sempre sola. Non voleva incontrarla oppure non era lì in quel momento? Camminando raggiunse un torrente.
L’acqua scorreva rapidamente, infrangendosi contro alcuni sassi che emergevano da essa e scontrandosi con alcuni rametti di alberi pendenti. Si sentiva un continuo scroscio che non faceva che crescere nelle orecchie di Kate. Non sapeva se stesse diventando sempre più forte o se fosse solo la sua immaginazione, ma non sarebbe riuscita a sopportarlo a lungo. Decise di guadare il torrente, e si mise a ispezionare la superficie in cerca di zone sicure su cui passare senza bagnarsi.
C’era una roccia obliqua su cui, con un po’ di attenzione, sarebbe potuta salire senza cadere in acqua, e poi da lì avrebbe dovuto saltare su un’altra roccia, e poi su un tronco che l’avrebbe portata dall’altra riva. La ragazza inspirò profondamente e si avvicinò alla riva; allungò una gamba fino alla roccia obliqua e tastò con la punta del piede la pietra un paio di volte prima di decidere di scendere lì. Si spinse in avanti con il busto e raggiunse la roccia anche con l’altro piede; scivolò un po’ e Kate si ritrovò ad ondeggiare ridicolmente per cercare di non cadere in acqua. Quando ebbe acquistato stabilità, mantenendo le braccia larghe e la schiena inarcata in avanti, tirò un sospiro di sollievo e rimase a fissarsi i piedi. C’era del muschio sulla roccia, non lo aveva notato. Decise di fare con cautela il prossimo passo, e calcolò bene la distanza tra lei e la seconda roccia. Quella era più liscia, non c’era muschio che l’avrebbe fatta scivolare, ma Kate avrebbe dovuto saltare per raggiungerla… Non pensava che non sarebbe riuscita a saltare fino a là, piuttosto la preoccupava l’atterraggio, durante la quale avrebbe perso l’equilibrio e sarebbe potuta cadere. Inspirò di nuovo e piegò le ginocchia, facendo una prova; si rialzò e annuì decisa, così si abbassò di nuovo e saltò diretta verso la roccia, sperando di raggiungerla e di atterrare senza problemi. Fu così. Kate si stupì di non essere scivolata questa volta e lasciò andare l’aria che aveva trattenuto fino a quel momento. Ridacchiò isterica e raddrizzò la schiena; allungò una gamba verso il tronco che portava fino all’altra riva e ci si poggiò sopra. Portò l’altra gamba su di esso e non appena ebbe lasciato la roccia su cui era prima, il legno cedette al suo peso, facendola finire in acqua.
Kate lanciò un grido mentre finiva in acqua. Il torrente non era profondo, ma l'acqua era fredda. Kate si guardò intorno mentre il legno che aveva distrutto le galleggiava accanto; era marcio; avrebbe dovuto prevederlo… E ora era lì, col sedere per terra, a mollo e i vestiti tutti bagnati. Avrebbe voluto piangere, ma a che sarebbe servito? Invece si alzò con fare infastidito ed esclamò irritata:<< Vaffanculo! >> Calciando via il legno.
Ed eccola lì, bagnata e infreddolita. Sarebbe dovuta tornare a casa, ma non voleva mollare proprio in quel momento; pensava che qualunque cosa la stesse perseguitando, le stesse mandando quella sfortuna per testarla, per vedere se fosse davvero intenta a scoprire la verità. Però aveva freddo. Stava tremando e adesso il venticello che prima le dava sollievo la faceva intirizzire dal freddo.
<< Merda… >> Si lamentò. << Che cavolo sto facendo qui? >> Si chiese stringendosi nelle braccia, cercando di concentrare il calore corporeo, sperando che non se ne fosse già andato tutto… << Non c’è niente qui fuori! Non c’è niente nella mia testa! Mi sono immaginata tutto, sono un’idiota! >> Si batté i pugni sulla testa scuotendola e stringendo le palpebre per convincersi di essersi immaginata tutto. Era allo stremo, ormai.
Mentre diceva quelle cose sentì come un movimento alle sue spalle, seguito da un fruscio. Kate si voltò e spalancò gli occhi, cercando di capire cosa avesse prodotto quel suono.
C’erano diversi cespugli secchi, e qualunque cosa, anche un piccolo animale avrebbe potuto causare quel suono passandoci in mezzo. Magari era stato il vento, magari era caduto qualcosa da un albero ed era atterrato proprio in mezzo ai cespugli. Kate avrebbe preferito non saperlo; indietreggiò impaurita, ritraendosi in sé stessa, tenendo le mani vicine al viso, forse sentendosi più protetta così. Sentiva dei passi. Li sentiva chiaramente, nonostante fossero smorzati e disturbati dagli altri suoni della foresta. Ora che le veniva in mente, tutti i suoni che aveva sentito fino a prima, eccetto l’acqua che scorreva, erano spariti; la foresta sembrava essersi ammutolita di colpo. Forse era a causa della sua sfuriata, che aveva fatto fuggire gli animali nelle vicinanze, ma a Kate sembrava che qualcos’altro, qualcosa di superiore e spaventoso, stesse imponendo quel silenzio. E quel qualcosa si avvicinava sempre di più. Sentiva i suoi passi, era dietro il rialzo che costeggiava le due rive del torrente.
Da dietro l’altura Kate vide spuntare il signor Tucker, indossava abiti leggeri, dai colori chiari e dall’aspetto un po’ vecchio. Aveva sul viso i suoi occhiali e scrutava intorno a sé con occhi indagatori, un po’ stralunato; si sorprese quando vide Kate, quasi a terra e tutta tremante, con in viso un’espressione atterrita.
<< Cielo…! Kate! >> Esclamò sorpreso e scivolò giù dall’altura. << Che ci fai qui? >> Le chiese aiutandola ad alzarsi. Kate riprese a respirare quando l’uomo ebbe preso la sua mano.
<< Io… Stavo facendo una passeggiata… >> Rispose la ragazzina sollevata; era contenta di vedere Tucker, lui non era di certo una minaccia, ma forse avrebbe voluto andare fino in fondo a quella storia, o forse no…
<< Qui? Da sola? >> Chiese di nuovo Tucker guardandola stupito. Alzò lo sguardo e avvistò il torrente. << E sei caduta in acqua. >>
Kate annuì piano, stanca. << Ogni tanto… Mi piace uscire e andare da qualche parte, lontano, da sola, dove nessuno può dirmi cosa… Cosa fare… >> Mormorò Kate, non sapendo se stesse dicendo la verità oppure una grossa bugia.
Tucker la guardò dispiaciuto. << Capisco che tu voglia sentirti libera, ma non dovresti buttarti nel torrente senza portarti qualcosa per asciugarti… >> Commentò togliendosi la camicia e rimanendo con una maglietta grigia. Avvolse Kate nella sua camicia per farla asciugare. Kate lo ringraziò tremando mentre l’uomo faceva un passo indietro.
<< E lei… Che ci faceva qua? >> Chiese a stento la ragazza, accorgendosi del freddo che penetrava nelle sue ossa.
Tucker sorrise mostrando un cestino che la ragazza non aveva ancora notato. << Cercavo funghi. >> Rispose senza difficoltà. << Non sono stato molto fortunato, però… >> Aggiunse guardando dentro al cestino vuoto con un po’ di disappunto. Kate sorrise alla vista della sua espressione comica. Tucker sorrise, vedendo di essere riuscito a far riprendere un po’ la ragazza. << Bé, direi che la priorità ora non sia più quella di trovare dei funghi, ma portarti al caldo! >> Detto questo fece qualche passo in direzione di Kate. La ragazza cercò di rifiutare l’aiuto del vicino.
<< Tornerò a casa da sola, non c’è problema. >> Disse allungando una mano mentre si teneva addosso la camicia con l’altra.
Ma Tucker insistette. Si mise accanto a lei e le posò una mano sulla spalla. << Non ti preoccupare. In fondo non mi sono mai piaciuti tanto i funghi… >> Detto questo fece l’occhiolino alla ragazzina, che non riuscì a non sorridere, e la condusse lontano da quel torrente nel bosco, lasciando dietro di sé qualunque cosa ci fosse nella foresta.
   
 
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