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Autore: HisWhisperIsTheLucifer    18/12/2008    0 recensioni
Il trio ha finito il 6° anno e dopo il funerale di Silente, Ron ed Hermione accompagnano Harry dai suoi zii. Ho inserito due personaggi nuovi e ci saranno moooooooooolti colpi di scena...quindi preparatevi xD
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Lory, Emma e Tom



“State indietro!” disse Lory. Harry prese la bacchetta e fece lievitare l’Horcrux. Lory e Michael si scambiarono un cenno di intesa e iniziarono a mormorare starne parole nello stesso momento. I loro palmi erano sempre più lucenti, mentre l’aria intorno a loro si era fatta carica di energia positiva. Chiusero entrambi gli occhi, continuando a parlare in quella starna lingua. Ad un certo punto, Lory aprì gli occhi e l’energia positiva divenne energia negativa. Una risata proruppe dall’Horcrux, la risata di Voldemort. Harry si guardò intorno spaventato e vide che dall’Horocrux si stava sollevando un’immagine di Voldemort, come era successo per il diario. Neville e Ginny urlarono di paura, Luna fissò stupefatta l’immagine e Lory si accasciò a terra , con la testa fra le mani. Voldemort continuò a ridere uscendo dal medaglione. Quando ne fu uscito completamente, Harry si accorse che non era proprio il Voldemort che conosceva. Sembrava il Voldemort che era andato da Silente per chiedergli di insegnare ad Hogwarts, il volto incavato che non donava al suo aspetto.
Voldemort ghignava, lo sguardo fisso su Lory. Sembrava provasse piacere nel vederla in quello stato. Si mosse lentamente verso Lory, sussurrando: “Non sei ancora pronta per affrontarmi, Lory, e lo sai. Perché ci hai provato?” Allungò la mano che teneva la bacchetta e Harry chiuse gli occhi…stava per uccidere un’altra volta.
“Non la toccare!” urlò Michael, mettendosi fra Lory e Voldemort, le braccia larghe.
Voldemort scosse la testa, divertito e disgustato da quella scena. “Ah, l’amore!” sospirò. “Così effimero… Ricordi cosa è successo all’ultima persona che si è sacrificata al posto tuo? Ricordi cosa è successo a tua madre?”
Voldemort rise e poi iniziò a mormorare strane parole, che suonavano molto simili a quelle pronunciate da Lory e Michael poco prima.
In un attimo sembrò che il tempo stesse scorrendo all’indietro, come se qualcuno avesse usato una GiraTempo…Una foresta apparve, come proiettata da un invisibile videoproiettore.
Una donna stava correndo in una foresta inseguita da uomini incappucciati. Lory gridò di puro terrore.
Le grida di Lory fecero ridere un'altra volta Voldemort mentre guardava estasiato la scena.
Anche Harry guardò la donna e gli parve che assomigliasse moltissimo a Lory. La donna si fermò, nascosta dietro un albero. Forse pensò di essersi salvata, perché tirò un sospiro di sollievo e si mise a camminare lentamente.
“No…no…ti…ti prego…no-non farmelo rivivere un’altra volta!” balbettò Lory, tremando e guardando Voldemort supplichevole. A quelle parole, Voldemort rise ancora di più.
La donna intanto si era fermata, aveva sentito un fruscio alle sue spalle. Non vedendo niente dietro di lei, si voltò e riprese a camminare.
Non aveva fatto nemmeno un passo quando qualcuno si Materializzò di fronte a lei. Lei si fermò, con la bacchetta puntata.
“Dove vai, amore mio?” chiese l’uomo. Harry rabbrividì sentendo quelle parole…non era possibile che fosse lui.
L’uomo entrò nel fascio di luce della donna e tutti videro il volto di Voldemort. I tatti quasi animaleschi non lasciavano più intravedere la sua bellezza. Harry sapeva cosa voleva dire: aveva già creato quasi tutti i suoi Horcrux.
“Ti prego, Tom!” supplicò la donna. “Se mi ami davvero, lasciami andare…ti prego!”
“Perché dovrei?” le rispose Voldemort, un sorriso beffardo sulle labbra. “Dimmi perché dovrei lasciarti andare.”
“Tom ti prego…ti scongiuro…Lory ha bisogno di me…ti prego…almeno per lei…” la donna si era accasciata a terra ed era sull’orlo delle lacrime.
Il Voldemort più giovane rise. “Emma, sei una stolta se pensi che io ti lasci andare per un motivo così…futile.” esclamò. Poi, facendo un cenno a qualcuno che era nascosto nell’ombra, disse: “Portami la bambina, Lucius!”
“NO!” urlò la donna piangendo. “No, ti scongiuro, non fare del male a Lory!”
Anche Lory si mise a singhiozzare più forte di prima, mentre Michael si inginocchiava al suo fianco e la cingeva con le braccia, sussurrandole dolci parole nell’orecchio. Harry era come immobilizzato con gli occhi fissi su quella scena e sapeva che era così anche per gli altri.
Lucius arrivò portando una bambina in braccio, che lasciò a terra vicino a Voldemort. La ragazzina, sui quattro o cinque anni, corse verso la donna chiamata Emma, ma un incantesimo di Voldemort la bloccò a metà strada fra i due.
“Mamma…papà…” mormorò la ragazzina.
A quelle parole Voldemort e i Mangiamorte li intorno risero. Harry guardò meglio la ragazzina. Gli occhi enormi, ricolmi di lacrime, le orecchie a punta, i riccioli castani.
Non è possibile! Non può essere Lory! pensò Harry.
Voldemort alzò la bacchetta e la puntò contro la ragazzina, che si mise a piangere.
“No, Tom, ti prego, non farlo!” esclamò Emma.
“ZITTA, DONNA!” esclamò Voldemort, furioso. Con un unico gesto della bacchetta, lanciò un incantesimo su Emma, che si zittì.
“Ed ora a noi due, Lory!” Voldemort puntò di nuovo la bacchetta sulla bambina. Harry non poteva crederci…non poteva aver ucciso Lory…Lory era li, con loro, in quella stanza.
“Avada Kedavra!” disse Voldemort. Emma spalancò gli occhi verdi, e la bambina sparì. L’Anatema che Uccide colpì la donna che guardò per l’ultima volta Voldemort sorridendo.
Sembrò che qualcuno li stesse portando nell’acqua gelata…il tempo che tornava indietro e la visione che spariva.
Lory era a terra che piangeva con la testa tra le braccia e Voldemort rideva, rideva di gusto.
“Allora, Lory…vuoi che qualcun altro faccia la fine della tua adorata mamma?Eh, dimmelo, così ti accontento subito!” disse con fare beffardo, la bacchetta puntata su Michael.
A quelle parole, Lory si riscosse. Si alzò, tremante e guardò Voldemort con aria di sfida. “Come puoi dire che l’amavi, se non hai fatto niente per salvarla, quando mi ha fatto sparire?” chiese, la voce carica d’odio.
“Io non l’amavo!” rispose Voldemort. “Le ho fatto credere di amarla perché avevo bisogno di lei.”
“Bastardo! Sei un bastardo!” urlò Lory.
“Ehi, ragazzina! Porta un po’ di rispetto a tuo padre!” sussurrò Voldemort. A quelle parole Harry sussultò. Voldemort notò subito il loro stupore e chiese: “Oh, non lo sapevi, Harry Potter? Non sapevi che Lory fosse mia figlia? Ah, è vero! Lei raccontata a tutti che è figlia di Sirius Black, giusto, giusto, me ne ero dimenticato.” aggiunse con finto tono meditabondo. “Dopo la scena che vi ho fatto vedere Sirius Black si prese cura di mia figlia, nascondendola, diventando il custode segreto della famiglia di Michael, il suo futuro migliore amico, il suo amante.” Aggiunse in tono di scherno.
Lory si arrabbiò. “Non parlare così delle persone che amano!” urlò spostando quasi di peso Michael. Padre e figlia si squadrarono da capo a piedi. Lory disse: “Tu non puoi capire cosa voglia dire amare veramente una persona!”
Harry sentì la mano di Ginny stringere la sua. Ricambiò la stretta, mentre la voce di Lory risuonava nella sua testa dicendo: Ragazzi vi prego! Ho bisogno del vostro aiuto! State sempre il più vicino possibile gli uni alle altre! Aiutatevi a vicenda, e aiutate me!
Harry strinse a se Ginny e nello stesso momento vide Ron e Neville fare lo stesso con Hermione e Luna.
Michael si era avvicinato a Lory e la stava abbracciando da dietro. Un dolce sorriso apparve sul volto di Lory, ancora rigato dalle lacrime. Voldemort fissò esterrefatto la scena. Poi tornò a guardare Lory, che era più risolta che mai. Si guardarono negli occhi e, nello stesso momento, si misero a mormorare nella stessa strana lingua.
Tutto si confuse in una massa di luce bianca e una di luce nera. L’unica cosa che riuscivano a sentire erano le voci di Lory e Voldemort, che ora urlavano parole incomprensibili.
Harry ormai non riusciva capire dove finisse il suo corpo e dove iniziasse quello di Ginny. Poi sentì Michael mormorare qualcosa e all’improvviso si trovò tutt’uno con i suoi amici., riuniti in un’unica, potente creatura alimentata dall’amore.
Sentì la bocca dell’entità muoversi come se fosse la propria continuare a dire parole incomprensibili, a lanciarle contro Voldemort.
Poi all’improvviso, un rumore di vetri rotti e la presenza di Voldemort sparì dalla stanza.
Harry ritornò nel proprio corpo, ancora abbracciando Ginny. Lasciò andare Ginny e vide Lory e Michael avvicinarsi al medaglione.
“L’avete distrutto?” chiese con la voce roca.
“L’abbiamo distrutto, tutti insieme.” disse Lory, prendendo il medaglione e chiudendolo.
“Quindi…quindi quel pezzo di anima è…è morto?” chiese Ron, ancora abbracciando Hermione.
Michael annuì, mentre Lory si passava il medaglione intorno al collo. Al vedere la ‘S’ scintillante e l’anello che Lory portava, qualcosa balenò in mente a Harry. Si ricordava dove aveva visto quell’anello e a chi: nel Pensatoio di Silente, al dito di Voldemort.
Una rabbia innaturale si impadronì di lui. Balzò addosso a Lory come fa una belva con la preda e urlò: “Perché non ci hai detto che sei sua figlia? Eh, rispondi!”
Le puntò la bacchetta addosso, ma Lory non si fece intimorire. “Harry non fare il bambino! Te vorresti far sapere a tutto il mondo magico di essere il figlio del più grande mago Oscuro?”
Harry lasciò andare Lory. “Scusami. Hai perfettamente ragione.” mormorò dispiaciuto.
Lory sorrise e disse: “Non ti preoccupare Harry! Sono cose che…”
Non terminò la frase perché si accasciò a terra, svenuta. Michael accorse e la sostenne per evitare che battesse la testa. Le appoggiò una mano sulla fronte e disse: “Come immaginavo, ha la febbre!”
La prese in braccio e si avviò verso la porta. “La porto a letto su in una delle camere di sopra.” disse voltandosi verso di loro. “Fareste meglio ad andare a dormire anche voi.” E uscì dalla porta.
Gli altri si avviarono lentamente verso la porta. Quando Ginny gli passò accanto, Harry la prese per un braccio. Lei lo guardò, ma lui le chiese di aspettare.
Quando furono usciti tutti, Harry la attirò a se e l’abbracciò, come se fosse l’ultima volta che poteva farlo.
“Ginny, non lasciarmi solo, stanotte.” le sussurrò nell’orecchio. A quelle parole Ginny non rispose, ma lo prese per mano e lo porto nella stanza che aveva occupato la prima volta che erano stati Grimmauld Place. Una volta arrivati, Harry puntò la bacchetta sulla porta e la chiuse. Si avvicinò a Ginny e la baciò. Continuarono a baciarsi per un bel po’. Poi Ginny si staccò e disse: “Sei pronto?”
Harry annuì. Ginny si distese sul letto, Harry la raggiunse e si amarono per tutta la notte.

   
 
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