Capitolo
2
Lory, Emma e Tom
“State indietro!” disse Lory. Harry prese
la bacchetta e fece lievitare
l’Horcrux. Lory e Michael si scambiarono un cenno di intesa e
iniziarono a
mormorare starne parole nello stesso momento. I loro palmi erano sempre
più
lucenti, mentre l’aria intorno a loro si era fatta carica di
energia positiva.
Chiusero entrambi gli occhi, continuando a parlare in quella starna
lingua. Ad
un certo punto, Lory aprì gli occhi e l’energia
positiva divenne energia
negativa. Una risata proruppe dall’Horcrux, la risata di
Voldemort. Harry si
guardò intorno spaventato e vide che dall’Horocrux
si stava sollevando
un’immagine di Voldemort, come era successo per il diario.
Neville e Ginny
urlarono di paura, Luna fissò stupefatta
l’immagine e Lory si accasciò a terra
, con la testa fra le mani. Voldemort continuò a ridere
uscendo dal medaglione.
Quando ne fu uscito completamente, Harry si accorse che non era proprio
il
Voldemort che conosceva. Sembrava il Voldemort che era andato da
Silente per
chiedergli di insegnare ad Hogwarts, il volto incavato che non donava
al suo
aspetto.
Voldemort ghignava, lo sguardo fisso su Lory. Sembrava provasse piacere
nel
vederla in quello stato. Si mosse lentamente verso Lory, sussurrando:
“Non sei
ancora pronta per affrontarmi, Lory, e lo sai. Perché ci hai
provato?” Allungò
la mano che teneva la bacchetta e Harry chiuse gli
occhi…stava per uccidere
un’altra volta.
“Non la toccare!” urlò Michael,
mettendosi fra Lory e Voldemort, le braccia
larghe.
Voldemort scosse la testa, divertito e disgustato da quella scena.
“Ah,
l’amore!” sospirò.
“Così effimero… Ricordi cosa
è successo all’ultima persona
che si è sacrificata al posto tuo? Ricordi cosa è
successo a tua madre?”
Voldemort rise e poi iniziò a mormorare strane parole, che
suonavano molto
simili a quelle pronunciate da Lory e Michael poco prima.
In un attimo sembrò che il tempo stesse scorrendo
all’indietro, come se
qualcuno avesse usato una GiraTempo…Una foresta apparve,
come proiettata da un
invisibile videoproiettore.
Una donna stava correndo in una foresta inseguita da uomini
incappucciati. Lory
gridò di puro terrore.
Le grida di Lory fecero ridere un'altra volta Voldemort mentre guardava
estasiato la scena.
Anche Harry guardò la donna e gli parve che assomigliasse
moltissimo a Lory. La
donna si fermò, nascosta dietro un albero. Forse
pensò di essersi salvata,
perché tirò un sospiro di sollievo e si mise a
camminare lentamente.
“No…no…ti…ti
prego…no-non farmelo rivivere un’altra
volta!” balbettò Lory,
tremando e guardando Voldemort supplichevole. A quelle parole,
Voldemort rise
ancora di più.
La donna intanto si era fermata, aveva sentito un fruscio alle sue
spalle. Non
vedendo niente dietro di lei, si voltò e riprese a camminare.
Non aveva fatto nemmeno un passo quando qualcuno si
Materializzò di fronte a
lei. Lei si fermò, con la bacchetta puntata.
“Dove vai, amore mio?” chiese l’uomo.
Harry rabbrividì sentendo quelle
parole…non era possibile che fosse lui.
L’uomo entrò nel fascio di luce della donna e
tutti videro il volto di
Voldemort. I tatti quasi animaleschi non lasciavano più
intravedere la sua
bellezza. Harry sapeva cosa voleva dire: aveva già creato
quasi tutti i suoi
Horcrux.
“Ti prego, Tom!” supplicò la donna.
“Se mi ami davvero, lasciami andare…ti
prego!”
“Perché dovrei?” le rispose Voldemort,
un sorriso beffardo sulle labbra. “Dimmi
perché dovrei lasciarti andare.”
“Tom ti prego…ti scongiuro…Lory ha
bisogno di me…ti prego…almeno per
lei…” la
donna si era accasciata a terra ed era sull’orlo delle
lacrime.
Il Voldemort più giovane rise. “Emma, sei una
stolta se pensi che io ti lasci
andare per un motivo così…futile.”
esclamò. Poi, facendo un cenno a qualcuno
che era nascosto nell’ombra, disse: “Portami la
bambina, Lucius!”
“NO!” urlò la donna piangendo.
“No, ti scongiuro, non fare del male a Lory!”
Anche Lory si mise a singhiozzare più forte di prima, mentre
Michael si
inginocchiava al suo fianco e la cingeva con le braccia, sussurrandole
dolci
parole nell’orecchio. Harry era come immobilizzato con gli
occhi fissi su
quella scena e sapeva che era così anche per gli altri.
Lucius arrivò portando una bambina in braccio, che
lasciò a terra vicino a
Voldemort. La ragazzina, sui quattro o cinque anni, corse verso la
donna
chiamata Emma, ma un incantesimo di Voldemort la bloccò a
metà strada fra i
due.
“Mamma…papà…”
mormorò la ragazzina.
A quelle parole Voldemort e i Mangiamorte li intorno risero. Harry
guardò
meglio la ragazzina. Gli occhi enormi, ricolmi di lacrime, le orecchie
a punta,
i riccioli castani.
Non è possibile! Non può essere Lory!
pensò Harry.
Voldemort alzò la bacchetta e la puntò contro la
ragazzina, che si mise a
piangere.
“No, Tom, ti prego, non farlo!” esclamò
Emma.
“ZITTA, DONNA!” esclamò Voldemort,
furioso. Con un unico gesto della bacchetta,
lanciò un incantesimo su Emma, che si zittì.
“Ed ora a noi due, Lory!” Voldemort
puntò di nuovo la bacchetta sulla bambina.
Harry non poteva crederci…non poteva aver ucciso
Lory…Lory era li, con loro, in
quella stanza.
“Avada Kedavra!” disse Voldemort. Emma
spalancò gli occhi verdi, e la bambina
sparì. L’Anatema che Uccide colpì la
donna che guardò per l’ultima volta
Voldemort sorridendo.
Sembrò che qualcuno li stesse portando nell’acqua
gelata…il tempo che tornava
indietro e la visione che spariva.
Lory era a terra che piangeva con la testa tra le braccia e Voldemort
rideva,
rideva di gusto.
“Allora, Lory…vuoi che qualcun altro faccia la
fine della tua adorata mamma?Eh,
dimmelo, così ti accontento subito!” disse con
fare beffardo, la bacchetta
puntata su Michael.
A quelle parole, Lory si riscosse. Si alzò, tremante e
guardò Voldemort con
aria di sfida. “Come puoi dire che l’amavi, se non
hai fatto niente per
salvarla, quando mi ha fatto sparire?” chiese, la voce carica
d’odio.
“Io non l’amavo!” rispose Voldemort.
“Le ho fatto credere di amarla perché
avevo bisogno di lei.”
“Bastardo! Sei un bastardo!” urlò Lory.
“Ehi, ragazzina! Porta un po’ di rispetto a tuo
padre!” sussurrò Voldemort. A
quelle parole Harry sussultò. Voldemort notò
subito il loro stupore e chiese:
“Oh, non lo sapevi, Harry Potter? Non sapevi che Lory fosse
mia figlia? Ah, è
vero! Lei raccontata a tutti che è figlia di Sirius Black,
giusto, giusto, me
ne ero dimenticato.” aggiunse con finto tono meditabondo.
“Dopo la scena che vi
ho fatto vedere Sirius Black si prese cura di mia figlia,
nascondendola,
diventando il custode segreto della famiglia di Michael, il suo futuro
migliore
amico, il suo amante.” Aggiunse in tono di scherno.
Lory si arrabbiò. “Non parlare così
delle persone che amano!” urlò spostando
quasi di peso Michael. Padre e figlia si squadrarono da capo a piedi.
Lory
disse: “Tu non puoi capire cosa voglia dire amare veramente
una persona!”
Harry sentì la mano di Ginny stringere la sua.
Ricambiò la stretta, mentre la
voce di Lory risuonava nella sua testa dicendo: Ragazzi vi prego! Ho
bisogno
del vostro aiuto! State sempre il più vicino possibile gli
uni alle altre!
Aiutatevi a vicenda, e aiutate me!
Harry strinse a se Ginny e nello stesso momento vide Ron e Neville fare
lo
stesso con Hermione e Luna.
Michael si era avvicinato a Lory e la stava abbracciando da dietro. Un
dolce
sorriso apparve sul volto di Lory, ancora rigato dalle lacrime.
Voldemort fissò
esterrefatto la scena. Poi tornò a guardare Lory, che era
più risolta che mai.
Si guardarono negli occhi e, nello stesso momento, si misero a
mormorare nella
stessa strana lingua.
Tutto si confuse in una massa di luce bianca e una di luce nera.
L’unica cosa
che riuscivano a sentire erano le voci di Lory e Voldemort, che ora
urlavano parole
incomprensibili.
Harry ormai non riusciva capire dove finisse il suo corpo e dove
iniziasse
quello di Ginny. Poi sentì Michael mormorare qualcosa e
all’improvviso si trovò
tutt’uno con i suoi amici., riuniti in un’unica,
potente creatura alimentata dall’amore.
Sentì la bocca dell’entità muoversi
come se fosse la propria continuare a dire
parole incomprensibili, a lanciarle contro Voldemort.
Poi all’improvviso, un rumore di vetri rotti e la presenza di
Voldemort sparì
dalla stanza.
Harry ritornò nel proprio corpo, ancora abbracciando Ginny.
Lasciò andare Ginny
e vide Lory e Michael avvicinarsi al medaglione.
“L’avete distrutto?” chiese con la voce
roca.
“L’abbiamo distrutto, tutti insieme.”
disse Lory, prendendo il medaglione e
chiudendolo.
“Quindi…quindi quel pezzo di anima
è…è morto?” chiese Ron,
ancora abbracciando
Hermione.
Michael annuì, mentre Lory si passava il medaglione intorno
al collo. Al vedere
la ‘S’ scintillante e l’anello che Lory
portava, qualcosa balenò in mente a
Harry. Si ricordava dove aveva visto quell’anello e a chi:
nel Pensatoio di
Silente, al dito di Voldemort.
Una rabbia innaturale si impadronì di lui. Balzò
addosso a Lory come fa una
belva con la preda e urlò: “Perché non
ci hai detto che sei sua figlia? Eh,
rispondi!”
Le puntò la bacchetta addosso, ma Lory non si fece
intimorire. “Harry non fare
il bambino! Te vorresti far sapere a tutto il mondo magico di essere il
figlio
del più grande mago Oscuro?”
Harry lasciò andare Lory. “Scusami. Hai
perfettamente ragione.” mormorò dispiaciuto.
Lory sorrise e disse: “Non ti preoccupare Harry! Sono cose
che…”
Non terminò la frase perché si
accasciò a terra, svenuta. Michael accorse e la
sostenne per evitare che battesse la testa. Le appoggiò una
mano sulla fronte e
disse: “Come immaginavo, ha la febbre!”
La prese in braccio e si avviò verso la porta. “La
porto a letto su in una
delle camere di sopra.” disse voltandosi verso di loro.
“Fareste meglio ad
andare a dormire anche voi.” E uscì dalla porta.
Gli altri si avviarono lentamente verso la porta. Quando Ginny gli
passò
accanto, Harry la prese per un braccio. Lei lo guardò, ma
lui le chiese di
aspettare.
Quando furono usciti tutti, Harry la attirò a se e
l’abbracciò, come se fosse
l’ultima volta che poteva farlo.
“Ginny, non lasciarmi solo, stanotte.” le
sussurrò nell’orecchio. A quelle
parole Ginny non rispose, ma lo prese per mano e lo porto nella stanza
che
aveva occupato la prima volta che erano stati Grimmauld Place. Una
volta
arrivati, Harry puntò la bacchetta sulla porta e la chiuse.
Si avvicinò a Ginny
e la baciò. Continuarono a baciarsi per un bel
po’. Poi Ginny si staccò e
disse: “Sei pronto?”
Harry annuì. Ginny si distese sul letto, Harry la raggiunse
e si amarono per
tutta la notte.