Capitolo
1
Ritorno a Privet Drive
Il sole stava tramontando, mentre Harry, Ron e Hermione
percorrevano Privet
Drive fino al numero 4, dove abitavano gli zii Babbani di Harry. Il
giovane era
costretto a tornare al numero 4 ancora una volta prima di compiere
diciassette
anni, in modo che l’incantesimo eseguito da Silente in
persona sedici anni
prima perdurasse, come gli aveva spiegato lo stesso Preside quando,
l’anno
prima, era venuto a prenderlo a Privet Drive. A Harry non piaceva
l’idea di
tornare dai Dursley ma non voleva nemmeno morire per mano di Voldemort
prima
che fosse riuscito a distruggere tutti i suoi Horcrux, e tornare dai
Dursley
era il minore dei due mali, in quel momento.
I ragazzi si fermarono sul vialetto del numero 4, con gli animali
stretti fra
le braccia dei padroni e i bauli che levitavano lì accanto
grazie
all’incantesimo di Hermione. Harry inspirò
profondamente per farsi coraggio
prima di bussare; si avvicinò alla porta e batté
il pugno sul legno. Dovettero
aspettare pochi secondi prima che Dudley Dursley, il cugino di Harry,
andasse
ad aprire la porta, costretto, come sempre,dal padre, Vernon Dursley.
Dudley aprì la porta, sbatté le palpebre sugli
ottusi occhi porcini prima di
rendersi conto che Harry era arrivato con un po’ di giorni di
anticipo scortato
da due maghi armati di bacchetta.
Dudley lancio un urlo alla vista delle bacchette che Ron e Hermione
avevano
estratto per difendere il loro amico in caso di eventuali attacchi da
parte dei
Mangiamorte.
Petunia Dursley, sorella della madre di Harry, accorse sentendo
l’urlo di
terrore del suo adorato Didino e urlò a sua volta alla vista
di Edvige,
Leotordo, rispettivamente i gufi di Harry e Ron, e Grattastinchi, il
gatto di
Hermione. Accorse infine anche zio Vernon che, invece di urlare di
terrore,
sbraitò contro Harry: “Che ci fai qui? Non
dovresti essere in quella tua
stramba scuola a prendere ordini da quel pazzo scatenato che
è venuto a
prenderti l’estate scorsa?”
Alle parole di zio Vernon, anche Harry tirò fuori la
bacchetta e disse:
“Sectum…”
“No, Harry!”esclamò qualcuno alle sue
spalle. Il ragazzo non riconobbe la voce,
non era né quella di Ron né quella di Hermione. I
tre maghi si voltarono
lentamente per fronteggiare due ragazzi di Grifondoro, che Harry
riconobbe per
due del settimo anno. I due ragazzi portavano entrambi la divisa nera
di
Hogwarts con il colletto rosso che rappresentava Grifondoro. La ragazza
era
alta quanto Hermione e aveva due grandi occhi verdi, incorniciati dai
riccioli
castani. Proprio sotto la spalla aveva il distintivo del Caposcuola di
Grifondoro, mentre all’indice della mano destra portava un
anello con uno
stemma che ad Harry sembrava vagamente famigliare.
Il suo amico era più alto di lei di venti centimetri buoni e
anche lui aveva un
distintivo ma era uguale a quelli di Ron e Hermione: era un Prefetto.
Aveva gli
occhi di un bel marrone scuro e i suoi corti capelli erano neri.
Quando Ron e Hermione videro i due ragazzi esclamarono
all’unisono: “Lory Black
e Michael Stevins! Cosa ci fate qui?”
Prima che i nuovi arrivati potessero rispondere, Harry
esclamò: “Black!?Non
sarai mica una parente di Sirius Black?”
“Certo che lo sono” rispose Lory, indignata per
quella domanda. “Sono sua
figlia.”
Harry rimase letteralmente a bocca aperta per qualche secondo, prima
che
potesse ritrovare la voce e mormorare: “Ma perché
non me l’ha mai detto che
aveva una figlia?”
“Non lo so. Credo non lo sappia nessuno perché non
ti rivelò di avere una
figlia. Avrà avuto i suoi motivi, immagino. Ora per
rispondere alla vostra domanda”aggiunse
Lory prima di venire interrotta da Harry, che mostrava
l’intenzione di
protestare “sappiate che ci ha mandati la McGranitt per
tenerti d’occhio,
Harry”
“Oh, non vi preoccupate, signori Dursley”aggiunse
Michael, perché gli zii di
Harry avevano strabuzzato gli occhi all’idea di aver due
maghi maggiorenni in
giro per casa, pronti a sparare incantesimi a raffica se avessero detto
qualcosa su Harry che non andava bene. “Non vi accorgerete
nemmeno che siamo in
casa”
“Oh, non è giusto!” sbottò
Hermione rivolta alla nuova venuta. “Perché non ve
ne andate e ci pensiamo io e Ron a Harry?”
“Non ti rivolgere a me in quel modo, Granger. Guarda caso, io
sono Caposcuola e
tu solo un Prefetto.”esclamò Lory di rimando.
“Guarda caso, tu e Michael avete finito la scuola. Questo
significa che non sei
più Caposcuola.”
“Sono sempre più grande di te!” disse
Lory estraendo la bacchetta dalla tasca
del mantello e puntandola contro Hermione.
“Basta!” esclamarono Ron e Michael, frapponendosi
fra le ragazze.
“Andiamo Michael. A quanto pare, qui non
c’è bisogno della nostra presenza”
sussurrò Lory incamminandosi lungo Privet Drive.
“Aspetta” esclamò Hermione.
“Lory, mi dispiace per quello che ho detto.”
“Non ti preoccupare, Hermione. E’ tutto
apposto.”
Le due ragazze si abbracciarono, chiaro segno della loro amicizia. Ron,
a
disagio, distolse lo sguardo. Harry, conoscendolo molto
bene,capì il perché:
aveva paura di perdere Hermione per via delle nuove amicizie della
ragazza.
“Ehm, bene, Harry non ci inviti ad entrare?” chiese
Ron.
“Cos…?Ah, si venite dentro.” rispose
l’amico.
“Ah, no ragazzo!” esclamò zio Vernon,
impedendo l’entrata dei ragazzi con la
sua mole. “Tu non porti questa gente in casa mia!”
“Ne sei proprio sicuro, zio?” chiese Harry mentre
gli altri quattro estraevano
le bacchette
Zio Vernon guaì di paura e lasciò passare il
quintetto con i bauli che ancora
volavano alle loro spalle.
Harry condusse gli amici di sopra, mentre Dudley si schiacciava contro
la
parete e zia Petunia raccoglieva disgustata le piume di Edvige e
Leotordo e i
peli persi dal gatto di Hermione.
Giunsero in camera di Harry e Michael esclamò:
“E’ un po’ piccola, ma con
l’incantesimo giusto ci sarà il posto
più che abbondante per tutti e cinque.”
“Aspetta Michael” esclamò Ron.
“Harry non è ancora maggiorenne. Non puoi fare
incantesimi in casa sua, verrà incriminato un'altra
volta…”
“Non ti preoccupare, Ron” disse Lory scogliendosi
il mantello.“La McGranitt ha
avvertito il Ministero che ci sarebbero stati maghi maggiorenni in casa
di
Harry, anche se prevedeva che fossero solo due.”
Michael alzò la bacchetta, compì un ampio gesto a
mezz’aria e la stanza
comincio ad allargarsi, anche se esternamente la casa non ne
risentì.
Lory evocò dal nulla quattro letti e Hermione adagio sul
pavimento i bauli, uno
in fondo ad ogni letto.
Poco dopo si sentì tintinnare il campanello e il rumore dei
passi pesanti di
zio Vernon che andava ad aprire. Dopo qualche secondo si
sentì la voce dello
zio, proveniente dall’ingresso, lanciare un urlo:
“POTTER!”
Harry si lanciò di sotto, seguito da Lory, Michael, Ron e
Hermione pensando che
si trattasse di un Mangiamorte.
Invece sulla porta si trovavano tre ragazzi: Ginny, la sorellina di
Ron,
Neville, un loro compagno di Grifondoro, e Luna, una studentessa di
Corvonero,
amica di Ginny.
Harry, sbalordito dalla loro presenza, esclamò:
“Non ditemi che la McGranitt ha
mandato anche voi perché non ci credo.”
“No Harry” sussurrò Ginny,
abbracciandolo. “Siamo venuti di nostra spontanea
volontà”
“Credo che servirà qualche altro letto,
Lory.”disse Harry sogliendosi a
malincuore dall’abbraccio.
“No problem”rispose lei “Neville, Ginny,
Luna, mi date i vostri bauli?”
Lory risalì le scale con i nuovi bauli che le fluttuavano
dietro. Poco dopo
tornò e disse, rivolta a zia Petunia: “Vuole
preparare la cena a questi poveri
ragazzi?”
“Io…non…va
bene”balbettò la donna alla vista della bacchetta
di Lory.
La cena fu pronta in pochi minuti e tutti si sedettero al tavolo dei
Dursley,
magicamente ingrandito.
Per una decina di minuti gli unici rumori che si sentivano erano quelli
delle
posate contro i piatti; poi, ad un certo punto, Lory disse, rivolta ad
Harry:
“Come è morto mio padre?”
Harry si sentì un po’ a disagio per quella
domanda, ma rispose raccontando le
loro avventure dell’anno prima al Ministero della Magia. Alla
fine del racconto
Lory aveva gli occhi lucidi per le lacrime e non disse niente per tutta
la
cena.
Finito il pasto i giovani maghi si ritirarono tutti nella stanza di
Harry, dove
il ragazzo,dispiaciuto, dovette infrangere la promessa fatta a Silente
mesi
prima:erano infatti troppo insistenti le domande dei suoi ospiti che
raccontò
loro tutto. Alla fine del racconto, Lory chiese: “Posso
vedere il medaglione?”
Harry annuì, lo recuperò dalla divisa che aveva
gettato nel baule prima della
cena e lo porse a Lory.
La ragazza prese il medaglione per la catena e lo osservò.
Dopo qualche minuto
di silenzio assoluto, Lory aprì il medaglione, estrasse il
foglietto
accartocciato, che Harry aveva rimesso a posto dopo il funerale di
Silente, lo
aprì e ne lesse il contenuto con crescente meraviglia; una
volta finito, lo
ripiegò con cura e disse: “Avete scoperto chi
è R.A.B?”
Harry, Ron e Hermione fecero di no con la testa e Lory
sospirò di sollievo:
“Uh...meno male! Mi avreste tolto il gusto della ricerca,
altrimenti.”
“Sapete, Lory adora fare ricerche” disse Michael.
“Credo sia il suo scopo…”
“Il mio scopo è diventare un Auror,
Michael” disse l’ultima Black all’amico.
“Credevo che ormai l’avessi
capito…”lascio la frase in sospeso e si distese
sul
letto per rovistare nel baule, estraendo un mucchio di libri antichi:
tutti i
libri avevano inciso sulla copertina un nome. Il nome della famiglia,
pensò
Harry.
I ragazzi videro che i nomi iniziavano tutti per
“b” e Hermione disse: “Lory,
ho gia cercato tutti i maghi il cui nome iniziasse per R.A.B, ma non ho
trovato
niente”
“Questo perché hai cercato nel modo
sbagliato.” Lory sembrava indecisa se
tirare fuori un ultimo libro; alla fine decise di iniziare da quello.
Dal suo
volto sembrava che avesse già scoperto
l’identità del misterioso mago.
Prima che lei aprisse il libro, Harry riuscì a leggere il
nome della famiglia:
Black. Rimase sbigottito nel vedere che Lory voleva iniziare dalla sua
famiglia.
“Dovevi restringere la ricerca alle famiglie che hanno avuto
almeno un
Mangiamorte nella discendenza, o ascendenza, mia cara Hermione. Hai
ancora
molto da imparare” disse Lory guardando i nomi in cima alle
pagine prima di
girarle. Quando si fermò, piegò
l’angolo della pagina ma non fece vedere loro
il nome. Dopo quelle che parvero ore, Lory sospirò
soddisfatta: “Harry, R.A.B.
è Regulus Alphard Black, mio zio.”
“Tuo zio?!” esclamarono gli altri.
“Sì, mio zio. E molto probabilmente il vero
medaglione si trova dove si rifugiò
dopo aver tradito il suo padrone”
“Ovvero?” chiese Harry, anche se conosceva la
risposta.
“A casa Black, ovviamente.” rispose Lory,
sogghignando “Lì, sotto le sottane
della sua adorata mammina, al sicuro.”
“Cosa vuoi fare Harry? Partiremo per Grimmauld
Place?” chiese Ginny, posandogli
una mano sulla gamba.
“Ovvio che partiremo” rispose Harry, cingendole le
spalle. “Anche subito.”
“No, partiremo domattina presto” disse Lory,
rimettendo a posto i libri.
“Abbiamo bisogno di riposo, dopo gli avvenimenti degli ultimi
giorni.”
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Il mattino seguente la sveglia di Harry suonò molto presto e
i ragazzi si
alzarono a fatica. In cucina trovato Lory, che stava preparando la
colazione.
“Buongiorno, ragazzi!” li salutò lei.
“Allora, siete pronti per partire?”
Gli altri annuirono: erano tutti ancora troppi intontiti per parlare.
Quando
ebbero finito, Lory agitò appena la bacchetta e fece sparire
i piatti. “Che ne
dite se ci muoviamo?” disse Ron.
“Proposta intelligente, Ron! Mi stupisci!” disse
Hermione prendendo il suo
baule e Grattastinchi. “Ci Smaterializziamo, Harry, sei
d’accordo?”
“Si.” rispose lui con la voce impastata dal sonno.
Uscirono nel vialetto e
Hermione prese sottobraccio Harry e Ron, poiché non erano
capaci di
Smaterializzarsi. La familiare sensazione di oppressione
attanagliò Harry, dopo
che Hermione fece una giravolta, scomparendo nel nulla. Poco dopo,
però, l’aria
tornò a riempire i polmoni di tutti quando arrivarono a
Grimmauld Place. Il
gruppetto avanzò decise fra i numeri 11 e 13, mentre la
porta del numero 12
appariva lentamente seguita da tutta la casa. Neville e Luna rimasero a
bocca
aperta vedendo arrivare così dal nulla una casa intera e
vedendo che i Babbani
non si erano accorti di niente.
Harry tirò fuori la bacchetta e la battè sulla
porta, che si aprì. Il gruppetto
entrò silenziosamente, mentre Lory diceva a Neville e Luna:
“Non parlate a voce
alta!”
Harry diresse il gruppo verso la cucina, dove potevano parlare
liberamente.
“Dov’è Kreacher?” chiese Lory.
“Non lo so!” rispose Harry, senza chiedersi come lo
conoscesse. Poi esclamò a
voce alta e sicura:”Kreacher!”
Un elfo si Materializzò nella cucina e si inchinò
di fronte a Harry, dicendo:
“Cosa desidera, padrone?”
Poi aggiunse sottovoce, ma perfettamente udibile: “ Il
padrone è tornato
portando con se dei luridi Mezzosangue e Maghinò. Oh, se la
mia padrona sapesse
che gente frequenta la sua casa, oh chissà cosa
direbbe…”
“Kreacher, piantala di mormorare!”
ordinò Harry. “Piuttosto dimmi qualcosa di
Regulus!”
“Il ragazzo conosce il Padron Regulus?” chiese
Kreacher stupito.
“Sì, lo conosciamo!” disse Lory.
“E tu, ti ricordi di me?”
“Oh, la figlia adottiva di quella feccia del figlio della mia
padrone. Ma tanto
lui è morto, ormai non infesterà più
la casa con il suo fetido odore, oh no,
no, no!” mormorò Kreacher.
“Piantala di parlare di Sirius, Kreacher, e parlaci di
Regulus piuttosto!”
esclamo Michael con voce autoritaria. “Per caso un giorno
è tornato a casa con
un medaglione?”
Sembrava che Kreacher fosse costretto ad obbedire all’ordine
di Michael, cosa
che fece: “Si, un giorno è tornato con un
medaglione e una faccia strana. Si
rinchiuso per non so quanto tempo in camera sua. Non voleva vedere
nessuno. La
notte gridava cose insensate, Kreacher le ha sentite. La mia povera
padrona era
disperata. Poi una notte Kreacher non ha più sentito le urla
di Padron Regulus
e allora è andato a vedere. Ha aperto la porta con la sua
magia e ha trovato
Padron Regulus sdraiato sul suo letto, morto. La padrona non ha saputo
reagire
a quelle evento e si uccisa. Povera, povera la mia padrone, aveva perso
il suo
figlio prediletto, per lei la vita non aveva più
senso.”
“E il medaglione? Che ne è stato del
medaglione?” chiese Harry. “Ce l’hai
ancora?”
Kreacher annuì, poi si ritirò nella sua stanza.
Tornò poco dopo con il
medaglione tra le mani. Harry lo prese e lo guardò
attentamente; vide la S
scintillante che aveva visto per ben due volte nel Pensatoio di
Silente. Anche
Lory guardava affascinata il medaglione. Sembrava che nei suoi occhi
rilucesse
un bagliore serpentino, gli era addirittura parso di vederli
risplendere di
rosso. O forse era la vicinanza con un pezzo dell’anima di
Voldemort a fargli
quell’effetto?
Harry allungò la mano e prese il medaglione. Era caldo e lo
sentiva pulsare,
come se dentro ci fosse un cuore.
“E adesso? Come facciamo per distruggerlo?” chiese
Ron, lo sguardo fisso sul
medaglione.
“Ho letto che il veleno di Basilisco distrugge gli
Horcrux.” disse Hermione.
“Anche la Magia Elfica.” disse Lory. Michael
annuì.
“Magia Elfica?” esclamarono gli altri in coro.
“Vuoi dire la magia degli elfi domestici?”
domandò Ron allibito.
Lory proruppe in una risata argentina. “No, Ron!”
esclamo divertita. “Non la
magia degli elfi domestici. Io intendevo la magia degli Elfi dei
Boschi, la
magia naturale, la magia degli elementi naturali!” Lory stava
ridendo di gusto.
Quando si fu calmata si legò i capelli, rivelando due
orecchie un po’
appuntite. “Vedete, io e Michael, non siamo umani! Siamo Elfi
dei Boschi! E
Lory e Michael sono i nomi che utilizziamo con voi, perché i
nomi Elfici non
possono essere pronunciati con questo idioma! Quindi non
c’è bisogno di andare
chissà dove per cercare un Basilisco. Bastiamo io e
Michael.” Disse fissando il
medaglione a mani aperte. Anche Michael assunse la stessa posizione di
Lory e
le loro mani iniziarono a risplendere.