Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Ska    28/03/2015    3 recensioni
"Tornerò a prenderti Calipso. Lo giuro sullo Stige"
Aveva urlato quelle parole al vento e lei probabilmente non le aveva sentite ma lui non avrebbe mai potuto dimenticare la sua promessa nemmeno se non ci fosse stato di mezzo lo Stige.
Non poteva dimenticare quel giuramento perché non poteva dimenticare lei.
Avrebbe fatto di tutto per mantenere la parola data, per tornare da lei e portarla via da Ogigia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, I sette della Profezia, Leo Valdez
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5° CAPITOLO 

Erano passati due giorni da quando Leo, Jason e Percy avevano raggiunto l’isola di Ogigia, e da quando loro erano arrivati Calipso la sera si ritrovava a dormire sotto le stelle.
La prima notte aveva ceduto il proprio letto a Leo, ancora svenuto e febbricitante per il viaggio e la caduta in mare.
Dopodiché il semidio aveva pensato bene di prendere fuoco mentre si trovava nel suo letto, riducendolo in cenere.
Così si era ritrovata a dormire sotto una tenda di fortuna costruita da Jason e Percy.
Doveva ammettere che, come costruttori, quei due lasciavano molto a desiderare.
Sicuramente Leo avrebbe fatto di meglio, ma il ragazzo aveva passato la giornata a sistemare Festus in modo da renderlo perfetto per la partenza imminente.
Una volta controllato e sistemato Festus, si era dedicato allo studio della rotta da percorrere per tornare a casa.
Dopo l’ennesima discussione, aveva convinto Calipso a prendere ciò che più le era caro e a mettere tutto in una sacca.
La ragazza faticava a credere di avere qualche chance, ma aveva ceduto alle richieste del semidio per farlo contento.
Proprio in quel momento Calipso stava osservando i tre ragazzi trascinare i sacchi con le provviste per il viaggio.
Dentro di lei un barlume di speranza si ostinava a brillare come un faro in mezzo alla notte più cupa, e solo lei sapeva quanto avrebbe sofferto se qualcosa fosse andato storto.
“Leo io non credo che sia una buona idea” mormorò alla fine, incapace di trattenersi.
“Non ti devi preoccupare. Festus è il miglior drago meccanico che esista, non per niente l’ho ricostruito io” sorrise compiaciuto di sé stesso. “E in caso di bisogno Jason controlla i venti, sa volare, e Percy controlla il mare. Non corri alcun pericolo” cercò di tranquillizzarla mentre continuava a controllare l’attrezzatura per la navigazione.
“Tu non capisci. Non è per me che mi preoccupo” disse afferrandolo per un braccio, costringendolo a guardala. “E’ troppo pericoloso per voi”
“Non ci sono alternative”
“Sì invece. Puoi chiamare la zattera. Potete partire tutti e tre insieme”
“Potrei chiamarla, e Jason e Percy potrebbero andarsene via mare, ma io me ne andrò con te”
“Leo…”
“Non ti lascerò. Non di nuovo” rispose Leo con un tono che non ammetteva repliche. “A meno che tu non abbia un motivo per rimanere qui” disse mentre un dubbio iniziava a fare capolino nella sua mente.
“Ad esempio?”
“Forse temi di dovermi qualcosa per tutto questo”
“A cosa stai pensando?”
“Non sei obbligata a stare con me una volta tornati a casa”
“No?”
“Certo che no” rispose Leo mentre qualcosa dentro di lui si incrinava. “So che ci sono alternative migliori” aggiunse non potendo evitare di lanciare uno sguardo ai due semidei in riva alla spiaggia accanto a Festus.
“Sai, quando Percy è arrivato qua la prima volta, la zattera è arrivata subito quando lui l’ha evocata”
“Ci avrei giurato” borbottò infastidito, incapace di nascondere una nota di acidità nella propria voce.
“Anche con Drake e Ulisse è successo tutto velocemente. Se ne sono andati subito quando lo hanno chiesto. Con te invece c’è voluto molto più tempo”
“Sì, me lo ricordo”
“Non è stato un colpo di fulmine con te” rincarò la dose, intimamente compiaciuta dallo sguardo sconfortato del figlio di Efesto.
Proprio non riusciva a capire quello che cercava di dirgli.
“Con tutti gli altri c’è sempre stata come una scintilla magica. Come se gli Dei stessi premessero un interruttore per farmi innamorare degli eroi che mi mandavano sull’isola, ma con te…”
“Sì ho capito. Con me nessun interruttore magico” sbuffò Leo cercando di non sembrare troppo ferito.
“No, con te nessun interruttore. Con te è stato tutto vero” rispose Calipso, guardandolo dolcemente quando finalmente Leo riuscì a elaborare quello che le aveva detto.
“Oh… cioè ti sto simpatico” sussurrò iniziando a tamburellare nervosamente un messaggio sulle proprie gambe.
“Cosa vuol dire?” chiese Calipso prendendolo alla sprovvista.
“Di cosa stai parlando?”
“Ho visto che comunichi così con Festus”
“E’ il codice Morse” balbettò Leo sempre più in imbarazzo.
“E cosa stavi dicendo?”
“Io… che ti amo” soffiò mentre le orecchie iniziavano a fumargli.
“Anche io ti amo” sorrise Calipso sobbalzando quando il semidio la baciò all’improvviso togliendole il respiro.
Era la prima volta che Leo prendeva l’iniziativa, e doveva ammettere che le piaceva il modo in cui la stringeva, il modo in cui la baciava.
“Ehi Romeo, Festus è pronto per partire” lo chiamò Jason riportandoli alla realtà, scoppiando a ridere quando le orecchie di Leo presero fuoco alla fine.
“Arriviamo” esclamò Leo tornando a fissare lo sguardo in quello di lei. “Vieni con me Calipso o io…”
“Cosa?”
“Rimarrò qua con te”
“Non puoi”
“Non mi vuoi?”
“Certo che ti voglio, ma il tuo posto non è questo”
“Il mio posto è dove sei tu” rispose Leo prendendole le mani tra le sue. “Questi mesi lontani da te… ho creduto di impazzire. Non ti lascerò di nuovo. Vieni con me. Fidati di me”
“Mi fido di te” disse Calipso sorridendogli speranzosa. “Spero solo che funzioni”
“Funzionerà” rispose sicuro di sé prima di tornare ad armeggiare con l’astrolabio di Ulisse.
Calipso rimase in disparte mentre i tre ragazzi finivano i preparativi per la partenza.
Aveva preso le cose che riteneva più importanti, e in un bauletto di legno delle dimensioni di un carillon aveva riposto con cura i semi per poter ricreare il suo giardino.
Con lo sguardo accarezzò il giardino, l’apertura della grotta che era stata casa sua per tutti quegli anni.
In qualche modo sapeva che quel posto le sarebbe mancato.
L’idea di non rivedere mai più Ogigia la rattristava un po’, ma la speranza di una vita nuova la spinse a chiudere gli occhi ed augurarsi che tutto andasse per il meglio.
“Hai detto ciao?” chiese Leo comparendole alle spalle all’improvviso facendola sobbalzare.
“Per tutti i tori di bronzo! Non dovresti piombare di soppiatto alle spalle delle persone in questo modo” lo rimproverò tirandogli un pungo sulla spalla.
“Ho imparato da te” la prese in giro Leo. “Sei pronta?”
“Sono pronta” rispose Calipso, dando un ultimo sguardo a quella che era stata la sua prigione e la sua casa. “Addio… spero” sussurrò seguendo il semidio verso la spiaggia, posizionandosi sul sedile alle sue spalle.
Percy prese posto alle spalle di Calipso in modo da sorreggerla in caso di emergenza, mentre Jason copriva la fila.
“Signore e signori è il comandante che vi parla. Cortesemente, prestate attenzione alla dimostrazione delle caratteristiche e delle procedure di sicurezza di questo meraviglioso drago di bronzo” esclamò Leo mentre inseriva l’astrolabio nell’apposita postazione. “Ogni posto di questo drago è dotato di una cintura di sicurezza. Per la vostra sicurezza, vi invitiamo a tenere le cinture allacciate per tutto il tempo in cui siete seduti”
“Fa sul serio?” mormorò Calipso, sorridendo quando Percy e Jason scossero la testa rassegnati.
“Nel caso di un atterraggio di emergenza siete pregati di pregare il vostro parente divino più prossimo, e nell'improbabile eventualità di un ammaraggio aggrappatevi a Percy” continuò imperterrito il semidio.
“Leo, gli stai facendo passare la voglia di partire” disse Jason beccandosi una linguaccia da parte del figlio di Efesto.
“Ci stiamo preparando al decollo. Vi ringraziamo per l'attenzione e vi auguriamo un piacevole volo" esclamò dando il segnale a Festus per decollare.
“Oh Dei” sussultò Calipso, aggrappandosi per un momento a Leo quando Festus si sollevò dalla battigia.
“Andrà tutto bene” le sussurrò stringendole la mano mentre l’adrenalina gli scorreva rapidamente nel corpo. “Lo giuro”
“Devi smettere di giurare” lo rimproverò Calipso, mordendosi le labbra quando iniziarono a volare a velocità sostenuta.
Non voleva rischiare di piagnucolare come una donnetta isterica, ma dentro di sé non face altro che ripetersi antichi scongiuri in greco, sperando almeno di non farli ammazzare tutti e tre.
Non se lo sarebbe mai potuto perdonare se avessero perso la vita per aiutarla.

FINE 5° CAPITOLO

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Ska