Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Kitty96    29/03/2015    8 recensioni
Un ragazzo di campagna. Un ragazzo di città. Due anime che allo stesso tempo sono simili e opposte. Un ossimoro umano. Eppure, scopriranno che c'è nascosto ben altro sotto la dura corazza dei propri cuori.
L'odio che proveranno l'un l'altro, si tramuterà in qualcosa di più profondo, dal quale proveranno a fuggire, ma senza successo. Una storia che parla d'amore, sacrifici, contrasti, addii e partenze, ma, sopratutto, di due ragazzi legati da uno scherzo del destino.
N.d.a.: la storia potrebbe subire cambiamenti di rating.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amnesia

Quando Colin ebbe finito di leggere la lettera, si sentì svuotato da ogni pensiero. Non aveva la più pallida idea di cosa fare, di dove andare. Sapeva solo che la sua esistenza era piena di problemi, e che proprio quando aveva pensato di trovare la felicità, qualcosa era andato storto. La verità gli si era palesata davanti senza ritegno, i suoi aguzzini l’avevano minacciato, e avrebbe dovuto lasciare l’unica persona al mondo che amava davvero. Logan era diventato un punto fondamentale della sua vita, perché si era innamorato. Si era innamorato di quel nocciola caldo e profondo, di quel carattere così simile al suo, ma allo stesso tempo puro e immacolato, di quel corpo che faceva da cornice a un quadro stupendo. E per suo amore, l’avrebbe dovuto lasciare Avrebbe lasciato Salt Lake, avrebbe cercato un altro posto in cui fuggire, per ripagare il suo debito. Fuggire era l’unica soluzione plausibile, poiché non aveva soldi per pagare il debito e non aveva intenzione di fare del male a Logan.
Ma dove sarebbe andato? La stazione più vicina a Salt Lake si collegava con alcuni piccoli centri cittadini, decisamente più grandi, dai quali avrebbe preso altri treni, senza conoscere neanche egli la destinazione.
Posò lo sguardo sulle lettere, ed ebbe un’intuizione: lui sarebbe andato a Varsavia. Li avrebbe trovato i suoi genitori e suo fratello, se erano vivi, e avrebbe trovato il denaro necessario. Era giunto il momento di compiere quel viaggio che si era sempre rifiutato di fare, era giunto il momento di dire “arrivederci” a Salt Lake, per poi tornarci, quando sarebbe stato un uomo libero. Pensò a Logan, a tutto quello che avrebbe sofferto, ma avrebbe capito. Logan avrebbe capito che era troppo pericoloso che lui rimanesse lì.
Mentre era nella stanza, per prendere velocemente le sue cose, Logan piombò nella sua stanza, sperando che fosse tornato.
L - Colin, porca miseria! Ti ho cercato ovunque! -
Logan corse ad abbracciare il cittadino, che se ne stava di spalle, con il capo chino.
L’abbraccio si faceva sempre più stretto, e Colin fu pervaso dal calore di Logan, che non si risparmiava nell’amore che gli trasmetteva.
L - Credevo che fossi già partito per New York. Mio padre me l’ha detto che laggiù hai dei debiti da pagare... -
Colin s’irrigidì. Steven, quel bastardo, gli aveva spifferato tutto.
L. - Verrò con te, la risolveremo insieme questa faccenda. Ora hai il denaro. -
C. - Non posso Logan. -
Logan si staccò lentamente da Colin, che si voltò, mostrando al ragazzo tutta la sua tristezza.
C. - E’ pericoloso, quella è gente che non scherza, e non voglio che ci vada di mezzo anche tu. -
L. - Io... non capisco! Noi due stiamo insieme, e risolveremo i nostri problemi insieme! -
Colin sorrise mestamente, perché stava reggendo un gioco che aveva il solo scopo della menzogna. Avrebbe mentito fino allo stremo, per non fargli correre alcun pericolo. Avrebbe fatto tutti gli errori di cui era a conoscenza, pur di non farlo incappare nel giro di morte in cui si era cacciato.
C. - Tornerò presto, e staremo insieme. -
Entrambi sorrisero, pensando al loro futuro insieme.
Logan sognava una vita che avrebbe passato a conoscere ogni lato nascosto di Colin, ogni più piccolo difetto, pregio, segreto o colpa, doveva essere a lui nota, per consolarlo e amarlo come non aveva mai fatto con nessuno. Quel cittadino gli aveva rubato il cuore, in così poco tempo, che non era stato capace di quantificarlo. Era stato un furto senza scasso, perché Colin possedeva già la chiave del suo cuore.
L. - Ti aspetterò. -
Colin abbracciò Logan, guardando dalla finestra il sole che tramontava, lasciando spazio alla notte.
L. - Non mi importa di mio padre, non mi importa che lui sa tutto. Io ti aspetterò e poi fuggiremo insieme. -
Colin s’irrigidì, sperando che Logan non notasse il suo cambiamento d’umore. Steven sapeva ogni cosa, e allontanarsi definitivamente da Logan, sarebbe stata la cosa migliore per lui. I suoi occhi si rifiutarono di ubbidire, e scese lentamente una lacrima calda sulle sue guance. Logan posò lo sguardo sul viso di Colin, asciugandogli la lacrima con il pollice, poi, lo baciò.
Era un bacio intenso, dolce, dato a fior di labbra, che emanava il calore di una fornace in fiamme. L’aria nella stanza si stava surriscaldando, specialmente quando Logan iniziò a far vagare le sue mani inesperte sul corpo di Colin. Entrambi erano persi in un bacio.
Logan accarezzava lentamente la schiena di Colin, ponendo la sua attenzione su tutti i muscoli, sentendoli tesi come le corde di un violino. Colin posò le sue mani sui fianchi di Logan, accarezzandoli come se fossero fatti di porcellana.
Le loro menti erano invase dal sentimento, si sentivano pieni di tutto, e vuoti di ogni cosa allo stesso tempo. Si concedevano senza riserve, donando e ricevendo amore, il tutto in un unico bacio.
Colin continuava a piangere, odiandosi per aver fatto innamorare Logan di se, odiandosi per essere stato egoista con lui. Nemmeno il tempo di un bacio, di una notte passata assieme, nemmeno il tempo di amarsi, che lui sarebbe dovuto fuggire.
Logan iniziò a camminare, trasportando Colin con sé, fino a farlo avvicinare al letto.
Non smettevano di baciarsi, ma senza passione e frenesia. Il loro era un bacio pieno solo d’amore. Logan fece sedere Colin sul letto, che aveva perso il senno, sotto la guida dell’amante. Quando poi il biondo si sedette a cavalcioni sulle sue gambe, si sentì tremendamente in colpa, anche se il suo corpo gli lanciava segnali di tutt’altro tipo. Lasciò Logan privo delle proprie labbra, ricevendo uno sguardo interrogativo e leggermente irritato.
C. - Non voglio, Logan. Non è il momento. -
L. - Perché Colin? Ci sono io, ci sei tu, c’è il nostro amore. Dovrebbe bastarti. -
Colin non voleva che la loro prima notte insieme fosse anche l’ultima. Non poteva far del male a Logan in quel modo.
C. - Resta qui stanotte, dormi con me, ma non concediamoci l’uno all’altro. Voglio che sia speciale, quella notte. -
Parlando come una ragazzina alla prima cottarella, Colin spostò Logan dal suo corpo, e lo adagiò sul materasso. Si alzò, e chiuse la finestra.
C. - Ti prendo qualcosa per questa notte. Tu non scappare. -
Colin sorrise, e Logan ricambiò.
Il biondo era stranamente felice, nonostante il suo ragazzo si fosse palesemente rifiutato di concedersi e ricevere l’amore che meritava. Il suo gesto era stato dolcissimo e pieno di rispetto. Non poté fare a meno di pensare che avrebbero avuto un florido futuro assieme.
Colin porse a Logan un pigiama, del quale Logan indossò solo il pantalone, per rimanere a torso nudo.
Dopo qualche secondo di esitazione, entrambi si distesero sul letto, sotto il leggero lenzuolo che li copriva.
Colin strinse Logan in un abbraccio, cingendolo stretto, facendo aderire il suo petto contro la schiena del ragazzo.
C. - Sai Logan, non avrei mai immaginato che mi sarei innamorato di te. -
Colin ruppe il silenzio, esternando uno dei pensieri che più gli frullava per la mente da qualche tempo. Si, si era innamorato. Già una volta l’aveva confessato al suo amante, ma con l’aiuto di un innocente aereoplanino di carta. Mai avrebbe pensato  che un giorno gliel’avrebbe detto a cuore aperto.
Quel campagnolo aveva rubato il suo cuore nel gioro di uno schiocco di dita, il tempo di vedere un soffione volare via, e si era ritrovato in una morsa dalla quale era impossibile fuggire. L’aveva stregato, con quel suo fare innocente e dolce, con il suo essere tanto simile a lui. Con quei suoi occhi color nocciola, caldi come una giornata di fine estate, come quella in cui si erano conosciuti. Un turbinio di emozioni senza fine lo aveva trascinato sul fondo di un pozzo dal quale non voleva uscire, ma doveva.
Logan l’osservava con uno sguardo a metà fra lo stupito e la dolcezza. Colin si era rivelato essere la più bella sorpresa che l’universo avesse potuto donargli.
L. - Lo credo bene. -
Entrambi abbozzarono un sorriso, poi Logan si accoccolò sul petto del cittadino, che lo strinse tra le sue braccia, cingendogli le forti spalle.
I brividi sulla loro pelle erano bollenti e freddi allo stesso tempo. I loro corpi a contatto ribollivano come la carne al fuoco, ma il fresco lenzuolo che li copriva gli dava sollievo, se non fastidio, per il freddo che portava.
Nessuno dei due avrebbe mai voluto abbandonare il comodo giaciglio di quella locanda, sperduta nel più insignificante posto del mondo. Al momento, nessun posto del mondo sarebbe stato abbastanza giusto per raccogliere il loro amore, come quella locanda poteva fare.
Colin iniziò ad accarezzare i morbidi capelli dell’amato.
Logan rabbrividì.
C. - Sei un dono, Logan, non cambiare mai. -
L. - Promettimi che non partirai. Prometti che non mi lascerai. -
Colin non seppe cosa rispondere. Quella notte sarebbe stata l’ultima, e voleva che per Logan fosse indimenticabile. Non voleva che soffrisse prima dell’alba, non lo voleva.
C. - E tu promettimi che non dimenticherai mai questa notte. -
Il biondo guardò Colin negli occhi, eterizzando nella memoria quella visione eterea. Non colse la malinconia dietro alle parole di Colin, non volle coglierla. Annullò la distanza fra le loro labbra e sfiorò quelle del compagno, lasciandole insoddisfatte, come a volergli ricordare che a Salt Lake c’era ancora molto da fare, c’erano ancora molti baci da dare.
L. - Mai. -
Colin evitò di fare quella promessa che non avrebbe mantenuto.
C. - Io... Logan... -
Il biondo allontanò il viso da quello del compagno, sorridendo dolcemente.
C. - Io... lo giuro Logan, ti amerò per sempre. -
Le guance di Logan si rigarono di lacrime all’improvviso. La vista annebbiata confondeva la sua mente.
L. - Oh Colin, anche io. Te lo giuro. Ti amo. -
Colin avvicinò il suo volto a quello di Logan, baciandolo dolcemente, lasciando andare anche le sue di lacrime. Logan si accovacciò sul petto di Colin, sicuro che sarebbero stati insieme per sempre, come nelle più belle favole che gli raccontava la madre da piccolo. Colin continuò a piangere al lungo, anche quando Logan fu catturato dal sonno. Pianse silenziosamente, accarezzando i capelli dell’amante.
Passarono la notte abbracciati, stretti l’uno nell’altro.
Logan aprì lentamente gli occhi, cercando Colin di fianco a sé. Non trovandolo, scattò dal letto mettendosi in piedi di fronte ad esso. Si passò le mani fra i capelli, disperato, pensando a casa potesse essere successo, perché non riusciva a darsi una spiegazione di quel folle gesto.
Aveva giurato di amarlo, non si sarebbero mai separati. Mai.
 Sul cuscino di Colin, c’era poggiata una lettera. Ebbe paura di aprirla, perché conosceva alla perfezione il suo contenuto.
Una lacrima scese sulla sua guancia, immaginando cosa potesse esserci scritto. Gli si formò un nodo alla gola, che mai aveva provato. Si avvicinò lentamente alla lettera, la prese e la rigirò fra le sue mani. La bagnò con le sue lacrime, e poi l’aprì.
La vista annebbiata dalle lacrime non gli permetteva di leggere bene quello che vi era scritto, ma le poche parole che Colin vi aveva segnato durante la notte, furono intuibili quanto dolorose. Se ne era andato.
L’aveva lasciato solo, nel loro letto, smentendo quello che gli era stato detto tra quelle stesse lenzuola la sera prima.
Gli aveva scritto di non amarlo, di non cercarlo, e che si era preso gioco di lui. Una lancia trafisse Logan al cuore, perché non riusciva a credere che quelle parole fossero uscite dalla mente di Colin, eppure, non c’erano dubbi.
Gli aveva scritto che era stato un bel gioco, e solo quello, che fra loro non ci sarebbe mai potuto essere nulla.
Logan sperava che quelle parole fossero frutto di un momento sbagliato, forse perché avevano corso troppo con la loro relazione, se di relazione si potesse parlare.
La sua mente era piena di dubbi e i suoi occhi pieni di lacrime. Non riusciva a formulare un pensiero che avesse un senso. L’unica sensazione sicura, era che Colin gli aveva davvero regalato un biglietto di sola andata per l’inferno, l’inferno del dolore. Era passato così poco tempo dal loro primo incontro, eppure tra loro si era creata una sorta di magia, un’alchimia che li legava, che li incollava l’uno all’altro. Forse perché erano così diversi, forse perché erano così simili, forse perché nessuno dei due riusciva a dimenticare gli occhi dell’altro.
Mentre Logan stringeva tra le sue mani quel pezzo di carta zuppo di lacrime, Steven fece irruzione nella stanza, ma a Logan non importò.
S. - Sei qui, screanzato! Ti ho cercato ovunque, e ti ho trovato nel solo posto in cui avrei sperato di non trovarti! -
Steven gli urlava contro ogni insulto che conosceva, tutte le parole più offensive del suo vocabolario, ma erano solo spifferi di vento, in confronto al dolore che provava Logan. La lettera di Colin era stata un uragano di tristezza e di perché, che si era abbattuto sulla vita di un giovane ragazzo, che della vita non conosceva ancora nulla. Le parole di Steven scivolavano su Logan, che non riusciva a capire perché Colin non avesse approfittato di lui, la sera prima. Era stato tremendamente dolce, troppo, per un ragazzo che aveva dichiarato di voler solo giocare. Logan non riusciva a capire il perché dei comportamenti di Colin, e gli era rimasto solo un pugno di mosche e una lettera bagnata di lacrime.
Steven notò il mutismo di Logan, e si accorse che non era dovuto alla scarica d’insulti che stava ricevendo.
Guardando la stanza, notò che il lenzuolo era disfatto, ma che del cittadino non vi era nemmeno l’ombra.
Sorrise compiaciuto, perché quella piaga umana si era definitivamente allontanato da suo figlio.
S. - Andiamo via da questa stanza, e spera che non lo venga a sapere mai nessuno. Nessuno dovrà sapere che mio figlio ha fatto chissà cosa in questa stanza. Questa è la stanza del diavolo! -
Steven raggiunse Logan dall’altra parte del letto e lo trascinò fuori dalla stanza. Completamente inerme, il biondo vide la porta della stanza chiudersi con forza, ed era come se, insieme alla porta, si fosse chiuso anche il suo cuore. Non avrebbe mai più aperto il suo cuore a nessuno, avrebbe conservato in eterno il ricordo di Colin, perché Logan non voleva dimenticare. Voleva, piuttosto, vivere con l’illusione che un giorno sarebbe tornato, pentito di quello che aveva scritto e fatto.
Un giorno sarebbero andati di nuovo al lago, avrebbero di nuovo cavalcato una moto clandestinamente, avrebbero di nuovo goduto del sole di fine estate di Salt Lake, da soli, con i loro sentimenti. Ma fino ad allora, avrebbe congelato il suo cuore, avrebbe dimenticato tutto, avrebbe messo in stand-by il suo cuore, come in una sorta di amnesia.
 




 
Epilogo

Caro Logan,
ti scrivo questa lettera che non t’invierò mai, ma lasciami almeno spiegarti il motivo del mio gesto. Non posso permetter che tu corra pericoli, e i miei problemi non possono diventare una tua responsabilità.
Nella vita ho compiuto molti errori, troppi, e non dovrai essere tua pagarne le conseguenze.
 Non ti chiedo di perdonarmi, non ti chiedo di capirmi, sarebbe egoistico. Ti chiedo solo di accettare quello che ho fatto, anche se non sai il motivo.
Logan, non sai quanto mi sia costato scriverti quelle false parole, ho odiato me stesso, mentre lo facevo. Ho provocato in te solo dolore, null’altro. Quel giorno, a New York, non avrei mai dovuto prendere il treno per Salt Lake, non avrei mai dovuto sconvolgere la tua vita, non avrei mai dovuto farne parte. Se solo ripenso a quel giorno, mi sento trafitto da mille proiettili, perché io ti ho fatto del male, quel giorno, come oggi. Sono stato io a farti diventare quello che sei, un ragazzo che mente a suo padre, che si è sporcato della sua purezza. Sono stato io a farti del male, ed è giusto che io rimedi ai miei errori.
Mi mancherai, mi mancheranno i tuoi occhi in cui adoravo perdermi, mi mancherà poter guardare di sfuggita il tuo viso arrossato. Mi mancherà cogliere la bellezza della tua persona, mi mancherà la certezza di trovarti tutte le mettine davanti alla locanda di tuo zio, mi mancherà guardare verso la tua finestra, e sperare che sia aperta, per salutarti prima di andare a dormire.
Mi mancherà il tuo sorriso sincero, e il vederlo realizzarsi solo per me.
Devo ammettere che mi mancherà anche il tuo lato forte, così simile al mio.
Ogni notte, guardando il cielo e pensando ai tuoi occhi, spererò di bussare alla tua porta, e tu, aprendola, potrai guardare di nuovo quegli occhi che tanto ti mancano, perché lo so che ti mancano. Io so come mi guardavi, quanto amore provavi per me. Io so ogni cosa, e ho fatto quello che ho fatto, per proteggerti anche dai tuoi sentimenti.
Avrei voluto che i nostri petti fossero incollati l’uno all’altro, per sentire ancora quel calore che emanano all’unisono, avrei voluto conoscerti prima, perché mi avresti portato sulla strada giusta, quella dell’onestà.
Vorrei ricordare ogni momento con te, ma i sogni si mescolano alla realtà, e non riesco a distinguere quello che è stato e quello che vorrei lo fosse. Perché con te era tutto un sogno, perché mai avrei pensato di innamorarmi di qualcuno, men che meno di un altro uomo. Tu mi hai fatto scoprire la magia del calore che emanano due corpi, la magia di due occhi che parlano, urlano, per essere ascoltati. Il tuo cuore mi ha donato ciò che mai avrei pensato di ricevere, perché non l’ho mai ricevuto.
Nessuno potrebbe giustificare l’insano amore che provo per te, anche perché non sappiamo quasi niente l’uno dell’altro. Ma sai cosa rispondo a questo? Che non ho bisogno di conoscere la tua storia, per amarti. Mi basta conoscere il tuo cuore, e tu me ne hai consegnato le chiavi, fidandoti.
Se ripenso a quel dannato giorno a Salt Lake, quando mi cadesti addosso, non avrei mai sospettato che due ragazzi così diversi potessero far nascere un amore più duro del diamante e più forte dell’acciaio.
Se ripenso a quel dannato giorno a Salt Lake, capisco che non sarei mai dovuto venire.
Se ripenso a quel dannato giorno a Salt Lake, ripenso a noi. A me che ti ho fatto del male, e a te che hai ricevuto del male che non meritavi.
Ti ho dato tanto, Logan, più di quello che avrei mai potuto offrirti, perché a me bastava uno sguardo per sentirmi ricambiato.
Si dice che “non t’ama chi amor ti dice, ma chi ti guarda e tace”. Ebbene io il nostro amore l’ho taciuto, e lo tacerò sempre.
Forse un giorno tornerò e ti guarderò da lontano, per non farti del male, anche se so già che correrei e ti stringerei, senza scappare mai più.



The end

N.d.a. : sono pessima, lo so! Non ho aggiornato per circa un mese e, per di più, questo è l'ultimo capitolo. Spero di non aver deluso chi ha seguito questa storia con tanto affetto. Credo che sia il finale migliore per la loro storia, e poi, chi può dirlo che non ci sarà una seconda parte? Nella mia mente frullano mille cose, sperando che una di queste sia l'idea giusta. Ho sempre amato le storie che hanno il lieto fine, ma quelle che più mi rimangono impresse sono le storie che lasciano il sapore dolce-amaro di un amore eterno e mai destinato a realizzarsi. Sono rari i casi in cui una storia a lieto fine mi colpisce davvero, ed una di queste è "Tra le pagine del mio cuore" di Framar. A lui, e a tutti voi che mi avete sostenuto in questo arco di tempo, voglio dire grazie. Grazie davvero.
P.s. Il titolo di questo capitolo è un tributo alla canzone "Amnesia" dei 5 second o summer.
A presto,
Kitty96
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Kitty96