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Autore: Ehris    29/03/2015    6 recensioni
Dopo aver miseramente fallito nella conquista del potere assoluto, le Trix, troveranno nuovi potenti e temibili alleati. Amici e nemici, non ci si potrà fidare di nessuno...
Tratto dal capitolo 18:
-Vogliamo il potere; vi chiediamo aiuto a conquistare una delle scuole più prestigiose ed importanti dell’intera Dimensione Magica ed in cambio vi ridaremo la libertà che tanto agognate e che vi è stata strappata molti anni fa- spiegò Icy con molta calma e con fare suadente.
-Impossibile!- urlò lo spettro furente -La nostra libertà è andata persa per sempre! Il nostro destino ci impone queste condizioni per l’eternità. Una vita insulsa, fra le pareti di queste montagne. Una vita che non può essere vissuta ma allo stesso tempo che non ci dà pace. Una vita da non morti!-
Una storia che racconta di come il desiderio di vendetta dia sfogo alla malvagità più oscura; di come a volte occorri tirare fuori coraggio e grinta. Una storia incentrata sulla forza dell'amore e dell'amicizia.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Riven, Specialisti, Trix, Winx
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera cari lettori, prima di lasciarvi alla lettura del capitolo vorrei fare una breve premessa: per questo aggiornamento ho deciso di lasciarmi ispirare dalla canzone intitolata "Guerriero" di Marco Mengoni. Ritengo che abbia un testo bellissimo ed è per questo che stavolta, anziché iniziare con la solita citazione ho deciso di accompagnare il capitolo con le parole della canzone, dando quindi vita a qualcosa di diverso dal solito! :)

Nella speranza che sia di vostro gradimento vi auguro una piacevole lettura! :)
 

Capitolo 28 – Guerriero

 

Levo questa spada alta verso il cielo
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Solo sulla cima attenderò i predoni
Arriveranno in molti e solcheranno i mari
Oltre queste mura troverò la gioia
O forse la mia fine, comunque sarà gloria
E non lotterò mai per un compenso
Lotto per amore, lotterò per questo.

 

-Cosa ci fai qui?- domandò duramente Riven, che temeva di essere lasciato di lì a pochi istanti dalla fata che lo aveva fatto innamorare perdutamente. Lo specialista si avvicinò velocemente alla porta della camera e l’aprì, evitando ogni tipo di contatto con la giovane. Entrò e poi, con una mano saldamente appoggiata alla maniglia e gli occhi fissi sulla figura della ragazza, aspettò; aspettò che lei pronunciasse le fatidiche parole che gli avrebbero spezzato il cuore. Un cuore già martoriato dalle ingiustizie che avevano segnato il suo difficile passato.

-Non sapevo dove altro andare…- rispose tristemente Musa, che teneva il capo chino e lo sguardo fisso sul pavimento, un po’ per nascondere l’imbarazzo, un po’ invece per evitare che Riven potesse vedere i suoi occhi arrossati dal pianto.

La confessione della fata spiazzò letteralmente lo specialista, che si era aspettato tutt’altro e che quindi ora non sapeva più esattamente a cosa pensare, così rimase in silenzio. La giovane allora alzò finalmente lo sguardo, stanco e depresso, e si soffermò sugli occhi di Riven. Amava quegli occhi; per lei quegli occhi erano di una sincerità assoluta anche se però, talvolta, erano tanto sinceri da metterle una paura infinita.

Lo specialista rimase serio e pensieroso, imperturbabile, così Musa non poté far altro che pensare che lui fosse ancora arrabbiato per l’accaduto della sera prima. L’animo della fata era già abbastanza devastato perciò la ragazza, sconsolata, si voltò -Perdona, non avrei dovuto disturbarti- sussurrò con un filo di voce, appena udibile all’orecchio dello specialista.

Riven osservò per un istante la figura di Musa che pian piano si allontanava e ripercorreva il corridoio per andare chissà dove. La sua mente si domandava perché gli riuscisse tanto difficile lasciar correre tutto ciò che li aveva portati a quella lite tanto assurda. Per quale strana ragione lasciarsi scivolare via la rabbia era così complicato? Perché non poteva mettere da parte tutte quelle sgradevoli sensazioni per dedicarsi alla fata che stava chiaramente dimostrando di avere bisogno di lui? In fondo era quello che lui desiderava di più: vederla chiedere aiuto proprio a lui. Cosa gli impediva di smentire le parole di Stella che tanto lo avevano ferito?
 

Io sono un guerriero, veglio quando è notte
Ti difenderò da incubi e tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mio mantello asciugherò il tuo pianto

 

-Musa aspetta!- disse improvvisamente Riven, prendendo finalmente a calci il suo stupido orgoglio; un orgoglio che gli stava solamente procurando una marea di problemi inutili ed evitabili con poche e semplici parole.

La fata si voltò. Era titubante e non sapeva se tornare indietro, verso Riven, fosse realmente la cosa giusta. Ormai aveva appurato che era troppo sfinita per affrontare un’ulteriore lite con il ragazzo.

-Dai Musa, entra- la incoraggiò dopo un breve istante lo specialista, leggendo negli occhi della giovane le sue incertezze. A quelle parole allora la fata tornò verso la stanza, la raggiunse e non appena Riven si scostò leggermente dalla porta lei oltrepassò la soglia.

La camera era piuttosto scura, complice il calare della notte che la rendeva anche più buia. Contro la parete, davanti a Musa, c’era un piccolo tavolo sul quale erano appoggiati degli oggetti che a causa dell’oscurità la fata non riuscì ad identificare. Vicino alla scrivania vi era una sedia ordinatamente riposta con sopra appoggiata una maglietta. Alla sinistra della giovane, invece, sempre contro la parete, vi era il letto ad una piazza ricoperto da un banalissimo lenzuolo. Accanto al letto un comodino e poco più in là un semplicissimo armadio. In quella camera c’era per l’appunto l’essenziale, niente di più, niente di meno.
 

Amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
Resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto non temere mai

 

-Musa come stai?- domandò Riven con fare comprensivo, andando a spezzare il silenzio ed il filo di pensieri della giovane. Sentiva pian piano la rabbia scendere ma la vergogna per essersi comportato in modo tanto sciocco salire.

La fata, senza dire nulla, si voltò e si lasciò guardare dritta negli occhi. Sapeva che il suo sguardo sarebbero bastato a rivelare tutti i suoi tormenti. Voleva essere forte, lo aveva sempre voluto. Odiava mostrarsi debole ed insicura davanti agli altri ma in quel momento le sembrava impossibile non crollare. Aveva toccato il fondo; stava toccando il fondo e non vedeva la possibilità di riemergere così si lasciò andare nella speranza che fosse proprio Riven a riportarla a galla, esattamente come aveva coraggiosamente fatto nella foresta di Selvaoscura. Per la prima volta si ritrovò ad ammettere a sé stessa che aveva bisogno dell’aiuto di qualcuno e lei quel qualcuno voleva che fosse lo specialista.

Gli occhi della giovane si riempirono di lacrime; lacrime che l’istante dopo presero ad inondarle il volto. Con un passo deciso annullò la distanza che la separava da Riven e si buttò sul suo petto aprendosi in un pianto disperato che troppo a lungo aveva tentato di reprimere.

Il ragazzo rimase senza parole ed istintivamente strinse a sé la giovane. Sfiorandole le braccia si accorse di quanto il suo corpo fosse gelido.

-Musa sei congelata, ma sei rimasta fuori fino adesso?- esclamò preoccupato Riven, accorgendosi poi che la ragazza si stava completamente lasciando andare; si stava abbandonando.
 

Non temere il drago, fermerò il suo fuoco
Niente può colpirti dietro questo scudo
Lotterò con forza contro tutto il male
E quando cadrò tu non disperare
Per te io mi rialzerò


Prima che Musa potesse cadere a terra lo specialista la prese in braccio e la sdraiò delicatamente sul letto. La coprì con il lenzuolo e poi raggiunse l’armadio dal quale tirò fuori una coperta più pesante che avvolse intorno al suo corpo. La ragazza era scossa dai singhiozzi e tremava, così lo specialista si sdraiò dietro di lei e con infinita dolcezza, una dolcezza che soltanto lei era in grado di tirargli fuori, prese ad accarezzarle il braccio, il collo e la nuca.

Riven rimase in quella posizione fino a quando Musa finalmente non si addormentò. Quando la fata sprofondò fra le braccia di Morfeo lui si soffermò ad osservarle il volto, delicato e bellissimo anche se segnato dalle lacrime. La guardò a lungo. Non avrebbe ceduto al sonno perché prendersi cura di lei e dei suoi sogni ora era la sua priorità. Una promessa che si era fatto e che era intenzionato a mantenere da lì all’eternità.

***


Minerva aveva raggiunto Alfea; aveva raggiunto le Trix che con tanta impazienza l’avevano attesa.

-Finalmente possiamo considerarti dei nostri Minerva!- escalmò Icy, che era in piedi nell’ufficio che una volta apparteneva a Faragonda, intenta a guardare fuori dalla finestra mentre Stormy giocava con dei piccoli mulinelli di sua creazione e Darcy si faceva le unghie.

-Vi avevo detto che avevo delle questioni da sbrigare prima di interrompere la mia permanenza a Fonterossa. Ma come vi avevo promesso vi ho procurato la gemma verde- esclamò la strega appoggiando poi la pietra sulla scrivania, di modo che le tre sorelle potessero osservarla.

Il gesto di Minerva suscitò grande interesse nel trio di consanguinee, tanto che le tre cessarono all’istante le loro attività.

-Molto bene!- osservò una voce maschile: era quella di Riabu, il capo dei non morti che l’istante successivo si materializzò all’interno della stanza -Tu e tua sorella siete state due grandi sorprese per me. Sono contento di vedere che tu abbia deciso finalmente di consegnarmi la gemma verde. Non sai quanti anni passati ad aspettare, in questa condizione di non vita- esclamò lo spettro.

-Ognuno ha quello che si merita!- rispose in modo acido Minerva.

-Ora che voi avete avuto la vostra preziosissima pietra, però, vi chiediamo di mantener fede alla parola data- azzardò Darcy e Riabu si voltò subito verso la giovane strega per minacciarla con lo sguardo.

Stormy, che se ne stava tranquillamente zitta in un angolo, a qualche passo dalla sorella maggiore, deglutì.

-Non avremo alcun problema a rispettare gli accordi!- esclamò lo spettro, andando a spezzare l’incredibile tensione che era venuta a crearsi nella stanza. Le Trix a quelle parole si rilassarono e si ricomposero, comportandosi come se nulla le avesse turbate -Tuttavia saremo noi a stabilire i dettagli di questo accordo. Prima che dell'attacco ho una questione in sospeso che è mio desiderio sbrigare e concludere!- continuò Riabu aprendosi in un sorriso maligno e tutt’altro che attraente, prima di scomparire lasciando attorno a sé un inquietante alone di mistero.

Persino Icy, Darcy e Stormy, che si erano abbandonate di buon grado al lato oscuro, si sentirono scosse da un brivido gelido. Un’angosciante sensazione avvolgeva i loro corpi e fin tanto che non si sarebbero tolte di torno quell’enorme esercito di non morti non sarebbero state tranquille.

***

 

Io sono un guerriero e troverò le forze
Lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco mentre
Ti darò riparo contro le tempeste
Ti terrò per mano per scaldarti sempre
Attraverseremo insieme questo regno
E attenderò con te la fine dell’inverno
Dalla notte al giorno, da Occidente a Oriente
Io sarò con te e sarò il tuo guerriero

 

Era notte fonda e il tempo era decisamente peggiorato. La pioggia ora batteva con insistenza sulla finestra della camera. Musa dormiva, il suo corpo non era più così freddo e il suo volto pareva aver trovato finalmente un briciolo di serenità. Lo specialista continuava ad accarezzarle dolcemente il braccio, non si era fermato per un momento ed era intenzionato ad andare avanti così.

Ad un tratto la fata che gli dormiva tra le braccia cambiò posizione e si voltò verso di lui, aprendo poi lentamente gli occhi.

-Riven- sussurrò imbarazzata, scostandosi leggermente dal ragazzo e mettendosi a sedere sul letto.

-Mi hai fatto spaventare. Eri congelata, tremavi e sei crollata!- esclamò lui con tono pacato mentre si tirava su per appoggiare la schiena contro la testata del letto. Le sue parole non suonavano propriamente come un rimprovero. In effetti l’ultima cosa che lo specialista voleva era biasimare la giovane per le condizioni in cui si era presentata davanti alla sua stanza.

-Perdonami- rispose Musa con occhi colpevoli.

-Stavo scherzando- replicò il giovane. Se c’era qualcosa che voleva dire alla fata era “grazie”, per aver cercato rifugio proprio in lui. Le scuse di Musa erano però riferite ad altro e questo poi Riven lo intuì.

-Perdonami per come mi sono comportata. Ho sbagliato a non raccontarti tutto quando ne ho avuto l’occasione la prima volta. Ho sbagliato e l’ho capito soltanto dopo la nostra lite ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo. È solo che a volte ho l’impressione che tu ritenga che io non sia all’altezza di compiere determinate azioni. È come se tu pensassi sempre che sono troppo fragile per lottare ma non è così! Anche se oggi, in effetti, ho dimostrato il contrario- le parole di Musa erano sincere. Malgrado l’imbarazzo aveva cercato di esprimere tutte le sue emozioni e le riflessioni che le frullavano continuamente per la mente.

-Oggi hai dimostrato più di quanto fosse necessario. Ti ho visto quando quel mostro ti ha messa a tappeto. Ho visto con che forza ti ha lanciata contro lo specchio che hai mandato in pezzi. Ti sei rialzata e hai continuato a combattere. Mi sono sentito orgoglioso di avere una ragazza tanto coraggiosa e tenace- esclamò Riven sorridendo e il cuore della fata a quella dichiarazione perse un battito -Se a volte mi metto in mezzo e non ti permetto di compiere certe azioni non è perché io creda che tu non sia in grado ma unicamente perché mai e poi mai vorrei vederti in pericolo. Probabilmente tu la vedi come una cosa negativa ma ti prego invece di giudicare il mio comportamento con le migliori intenzioni possibili- Musa ascoltò con molta attenzione le parole dello specialista e finalmente riuscì a capire quanto l’amore del giovane fosse grande da costringerlo ad intervenire in ogni possibile situazione rischiosa. Lui faceva ciò che più riteneva giusto per il suo bene.

-Scusami anche per come mi sono comportata con Jared. Mai e poi mai…- iniziò Musa che tuttavia fu interrotta da Riven:

-Qui sono io che ti chiedo perdono. Ho sbagliato a mettere in dubbio la tua fiducia è solo che…- se lo specialista era partito in modo convinto e determinato poi iniziò a balbettare imbarazzato.

-È solo che?- domandò incuriosita la fata.

-Io… bhè ecco… ero un po’… si forse un po’… geloso- biascicò Riven e Musa a stento riuscì a comprendere le sue parole. Sapeva bene quanto per lui fosse stata difficile quella confessione così gli risparmiò la fatica e l’imbarazzo di doversi ripetere.

I due giovani rimasero per un attimo in silenzio a guardarsi negli occhi, poi Musa appoggiò il capo sul petto dello specialista, che si rivelò particolarmente comodo e chiuse i suoi. Era esausta ma anche più leggera. Certo, non aveva dimenticato il combattimento e la cattiveria di Minerva tuttavia al fianco di Riven anche i ricordi peggiori sembravano meno amari.

-Riven- disse in un sussurro la fata di Melody.

-Si?- rispose lui.

-Posso restare qui questa notte?- domandò la giovane che non sperava altro di potersi abbandonare fra il calore delle coperte e le braccia dello specialista; voleva dormire, dimenticare ogni incubo e ogni paura, stare bene.

-Naturalmente- disse lui, cingendo poi la fata con le sue braccia -Musa…- continuò dopo un breve istante il ragazzo, non sapendo se lei fosse ancora sveglia.

-Si?- domandò lei in un bisbiglio assonnato.

-Tua madre era una donna bellissima e tu le somigli molto…- confessò Riven.

Musa non riuscì nemmeno a ringraziare Riven per quelle parole così dolci perché crollò in un sonno profondo; nel sonno che aveva sperato la rapisse presto.
 

Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Veglio su di te, io sono il tuo guerriero.

 

Nella stanza si sentiva ora solo il rumore della pioggia che non aveva smesso di battere prepotente sulla finestra della camera e il respiro di Musa che riposava serena. Ancora una volta Riven si perse ad ammirare la bellezza della fata. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. Così come in passato si era dichiarato disposto a perdere la sua vita per risparmiare quella della giovane, in futuro avrebbe lottato con lei, per lei. Riven avrebbe vegliato su di lei, sarebbe stato il suo guerriero.







Note dell'autrice: Buonasera popolo di EFP! :) Eccoci giunti alla fine di un altro capitolo! Che dire? Bhè di cose da dire ne avrei tante in effetti :) Allora... un aggiornamento incentrato quasi esclusivamente sulla coppia MusaxRiven, che finalmente ha avuto il suo tanto atteso momento di riconcigliazione! :) A questo punto mi aspetto di sapere, sopratutto dagli amanti della coppia (!!!), come avete trovato il capitolo. Pensate che il personaggio di Riven fosse completamente fuori dagli schemi a cui siamo abituati? (È un dubbio che mi assilla). Io penso che comunque la Musa delle prime tre stagioni sarebbe stata in grado di tirare fuori questa dolcezza da Riven, così come penso che Riven sarebbe stato in grado di confortare Musa e di farle dimenticare ogni cosa...
Nel prossimo aggiornamento andremo ad Alfea e vedremo come se la passa Faragonda e quali sono le questioni che Riabu ha da sbrigare.
Grazie mille di cuore a tutti i lettori che seguono la storia e ringrazion anticipatamente tutti coloro che si prenderanno un momento per recensire questo capitolo incentrato sulla coppia che amo :)
Un abbraccio,
Ehris

 

  
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