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Autore: Holy Hippolyta    30/03/2015    3 recensioni
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Il loro era un amore non convenzinale ma era vero, e alla fine era questo l'importante, concluse Amy.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Leonard Hofstadter, Sheldon Cooper
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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: “Cari fratelli e sorelle, oggi siamo qui riuniti per dare l’ultimo saluto a una donna molto speciale…”
 
: “ Sapendo bene quanto la tua mente sia facilmente influenzabile dalla ritualità religiosa, vorrei solo ricordati che non sei davvero sorella di Padre Abraham. Vorrei evitare altre raduni con famiglie allargate.” Le disse a bassa voce Sheldon, riferendosi alle parole del prete. Il fisico era collocato su una fredda panchina in legno stretto tra  la sua religiosa genitrice ed Amy, in una situazione scomoda sotto ogni punto di vista: dal posto che gli era stato negato vicino alla navata della piccola chiesetta in stile contemporaneo all’idea che quella persona speciale fosse lì, davanti a lui, in una bara liscia e gelida con una gigantografia accanto.
: “ Sheldon.” Lo rimproverò con un sibilo sua madre, che aveva già preparato una scorta di fazzoletti extra, aspettando il momento in cui anche lei avrebbe cominciato a piangere. Ma sapeva che non avrebbe pianto: la morte di sua madre era stata inevitabile e un po’ prevedibile, per quanto dolorosa, e la sua fede in Dio le dava una forza che Sheldon le invidiava. Anche lui aspettava l’istante in cui l’avrebbe colta debole, ma non sapeva se si sarebbe sciolto con lei o se l’avrebbe criticata per trovare anch’egli una qualche forza per superare tutto.
Il ragazzo rimase deluso: nemmeno quando Padre Abraham cedette la parola ai parenti per ricordare la defunta vide un solo cenno di scomposizione nella madre. Come era possibile che restasse salda anche in quella prova così difficile? Fingeva? Non era veramente scossa da quel fatto? Si sentì indispettito ed Amy se ne accorse dai suoi movimenti a scatti e dal suo continuare a sistemarsi un abito perfettamente in ordine, sebbene non avesse compreso bene cosa gli desse fastidio.
: “ Tu non vai a parlare?” Gli domandò bisbigliando la neurobiologa.
: “ Devo ricordarti che soffro di svenimenti improvvisi al pensiero di parlare in pubblico?”
: “ Ma è la tua famiglia… vale anche per loro?”
:” Sono individui appartenenti al genere classificato come ‘umano’ o ‘persone’?”
: “ Sì.”
: “ Sono tante?”
: “ Un numero discreto.”  Disse Amy dopo aver lanciato una occhiata attorno a sé.
: “Allora vale anche per loro.”  Sheldon fu irremovibile.
 
Nel rinfresco al termine della funzione  c’era una commozione contenuta tra i partecipanti, ora tutti riuniti di nuovo a casa di Mary Cooper. Mentre si parlava a mezzo tono e si mangiava qualcosa, Sheldon ed Amy stavano in piedi in un angolo della stanza, l’uno con il volto crucciato e l’altra con la preoccupazione negli occhi. Cosa stava passando per la mente geniale e soprattutto schizofrenica del fisico? Non sapeva come chiederglielo per non turbarlo e rimase in silenzio al suo fianco.
S’avvicinarono a loro Missy e la signora Cooper, la quale recava due bicchieri d’acqua da offrire ai ragazzi. Mentre Amy accettò con un sorriso leggero, lui replicò con asprezza: “ Ma dico, dove siamo? A un party? Non mi stupirei se tra poco partisse “La macarena” ballata dallo zio con la sua nuova accompagnatrice. A breve saranno brilli al punto giusto.”
: “ Niente musica se non quella sacra, Shelly. È solo dell’acqua, se non la vuoi la berrò io.”  Disse la madre con calma, invece Missy mostrava già una espressione contrariata.
: “Meglio decidere subito chi sarà il destinatario di quel bicchiere. Vorrei evitare di trovarmi in bocca germi altrui.”
: “ Sheldon, vuoi darci un taglio? Mamma ha già abbastanza da fare senza che ti ci metta pure tu con le tue fissazioni. Potresti mostrare un po’ più di sensibilità per la situazione!” Soggiunse la sorella del giovane, non trattenendo oltre il proprio disappunto per il comportamento meccanico di lui, inappropriato più che mai.
Sheldon ribatté prontamente: “ Cosa ne sai che non stia male? Piuttosto voi due sembrate completamente indifferenti alla morte di nonna e vi concentrate su questo ricevimento tribale. Mamma non ha versato una lacrima e tu ti sei limitata a ritoccarti gli occhi con quel catrame che voi donne chiamate ‘mascara’.  L’ho persa per sempre e sembra che per voi sia una cosa normale!”
: “Ma se non sei nemmeno andato a darle l’ultimo saluto a fine cerimonia!”
Lui si irrigidì e un occhio iniziò ad avere dei tic: “Non volevo vederla lì! Voglio ricordarla viva, non in prossimità della decomposizione! Se per voi è già cibo per i vermi per me non lo è!”  Ed uscì di casa, chiudendo con forza la porta avendo sfogato sulle dirette interessate il proprio pensiero frustrato. Amy, imbarazzata, balbettò: “Mi… mi dispiace…”  E si lanciò all’inseguimento del suo ragazzo, seguendo i suoi passi. Anche Missy stava per seguirlo ma la madre le mise una mano sulla spalle  e la bloccò: “ No, lascialo andare. Ci penserà Amy.”
: “ Ma mamma! – Protestò lei – Non ho intenzione di fargliela passare liscia! Hai sentito cosa ha detto?”
: “ Io sì, sei tu che non hai ascoltato. – Allo sguardo allibito della figlia, rispose mantenendo la tranquillità di prima – Sta soffrendo tanto, e sai quanto me come reagisce. È anche un uomo, cosa che peggiora la capacità di rielaborazione dei sentimenti. Tornerà a chiederci scusa per le sue parole irriguardose dei nostri confronti.”
: “ E se non dovesse farlo?”
: “ Nostro Signore lo illuminerà. Fosse anche con un colpo sulla testa di quella grande lanterna che teniamo in giardino come decorazione.” Concluse la madre tra il serio e il faceto, placando finalmente Missy ed insieme tornarono dagli altri.
Nel frattempo Amy cercava Sheldon e lo trovò seduto su una sedia a dondolo, posta nel giardino sul retro della casa, che ondeggiava leggermente al ritmo del vento.
: “ Ciao.” Gli disse la ragazza, ponendosi davanti a lui.
Sheldon alzò lo sguardo sulla sua figura e ricambiò il saluto con voce rattristata, soggiungendo: “ So quello che stai per dirmi: ‘Sheldon, sei stato un pezzo di monolite, dovresti chiedere scusa, sei stato irrispettoso, anche loro soffrono…’ Non dirò che mi spiace, perché lo pensavo davvero.”
: “ Non volevo affatto dirti queste cose. Sei una persona che dice la verità, anche se fa male. Tu sai che apprezzo molto questa tua qualità.”
Quella risposta lo sorprese ma non lo dette a vedere: “Grazie. Allora cosa volevi dire?”
: “ Volevo chiederti se mi posso sedere vicino a te.”
Lui annuì subito e nello stesso istante era al suo lato, come aveva fatto da tutto il giorno con pazienza e riguardo nei suoi confronti. Non era stata insistente, non si era lanciata in discorsi di condoglianze melensi, né aveva abbracciato con lamenti i parenti. Era stata perfetta in tutto e adorabile.
: “ Amy, - Ruppe il silenzio e la guardò in volto –  tu sei neurobiologa. Per quanto sia una scienza sorellina buffa della Fisica, forse può rispondere a un mio quesito.”
: “ Dimmi.” Amy sorvolò su quel commento, più interessata a sapere come poteva aiutarlo.
: “ Quando una persona muore, nella sua mente vengono cancellati i suoi ricordi?”
: “ Beh… il cervello muore perché le funzioni vitali non sono più supportate dalle pulsazioni del cuore, del ricambio di ossigeno e di attività cerebrali. Si spegne, ma non si parla affatto di cancellazione. Interessante – Riprese, quasi pensando ad alta voce – Potrei farci una ricerca nuova, con la stessa cavia.”
: “ Per cui, stando a quel dici, mia nonna non si è dimenticata di me.”
: “ Una affermazione delicata, Sheldon. Fisicamente lei è morta, però mi chiedi di andare oltre il campo scientifico ed entrare in quello spirituale o religioso.”
: “ No no no! Chi ha voglia di parlare di questi argomenti da hippies allucinati dall’oppio! Voglio una spiegazione seria.” Contestò lui scuotendo la testa e tornando a fissarla intensamente.
: “ Non puoi averla. Devi addentrarti in un ambito non fisico ma ugualmente scientifico : quello degli affetti, elementi corporei analizzabili ma non  completamente controllabili e… misteriosi.”
: “ Sentimenti, intendi? Altro argomento che non mi piace per niente.”
: “ Vuoi provare ad avere una risposta o no?”
: “ Ok! Quindi, cosa fare quando questi affetti si decompongono?”
: “ Dipende.”
: “ Da cosa?”
: “ I sentimenti posso scomparire per molti motivi, ma spesso siamo noi stessi che avviamo questo processo: per rabbia, gelosia, paura, per dimenticare il dolore. Tu desideri farlo?”
: “ Se non lo faccio soffrirò.”
: “ Soffrirai lo stesso, purtroppo.”
: “ Ma come!?”
: “ Se tenti di decomporre i tuoi sentimenti questi faranno come reperti archeologici: torneranno in superficie prima o poi, pieni di polvere e di ragni.”
: “ Sai che ho paura dei ragni.”
: “ Ragion per cui ecco la formula: la decomposizione degli affetti non è direttamente proporzionale alla decomposizione corporea. Quello che cerco di farti capire è che tu amerai per sempre tua nonna, e ciò non cambierà mai.”
: “ Ma non avrò la sua presenza né i suoi abbracci. Tutto andrà perduto.”
: “ La sensazione reale del corpo non ci sarà, è vero, ma si possono rievocare attraverso gesti oppure oggetti. Per esempio i biscotti li preparerò di nuovo, se vorrai. L’altra volta mi pare siano venuti bene.”
: “ Giusto. Fu impressionante. Fossi stato un degustatore sulla guida “Michelin” ti avrei dato il punteggio massimo.”
Amy sorrise e continuò: “ Come ti dicevo, lei continuerà ad esistere indirettamente attraverso la tua memoria, che la ricorderà.”
: “ Dovrò farmelo bastare, ho capito. Sono uno scienziato e so bene che gli esseri umani per natura sono portati alla morte, eppure m’è parso inaspettato.” Le confessò incupendosi, non innalzando le solite barriere di cinismo per non mostrarsi fragile nei suoi ragionamenti.
: “ La morte è sempre un imprevisto, specie se viene colpita una persona che ci è cara.”
: “ Tutti quelli che amavo da piccoli sono deceduti.” Non riuscì a dire altro, per timore di scoppiare in lacrime davanti a lei. L’idea di lasciarsi così tanto andare lo spaventò e si irrigidì.
La ragazza si accorse del tentativo di trattenere il flusso di emozioni che lo faceva fremere, per cui volle aiutarlo a contenerlo ponendogli le braccia attorno al suo fisico affusolato e stringendolo da un lato, con dolcezza e senza imposizioni. Fu così improvviso che Sheldon realizzò tardi che lo stava abbracciando. La lasciò fare, perché sentiva che aveva un vitale bisogno di quella stretta, e pose una sua mano sull’avambraccio di lei, respirando a fondo. Tornava quella calma che aveva sentito qualche giorno prima, dopo essere uscito dal bagno ancora inondato di lacrime.
: “ Vorrei saperti spiegare il perché, per darti pace…” Gli disse a bassa voce.
: “ Sei qui. Questo mi tranquillizza.” Affermò, ricreando quella reciproca rassicurazione che la pelle riusciva a trasmettere ad entrambi. Restarono a godere di quel momento, come se aspettassero un caricamento in corso però senza il fastidio del cerchio azzurro che gira senza sosta.
: “ Voglio tornare a casa.” Per Sheldon il caricamento ultimò dopo appena due minuti. Era veloce in tutto, pensò Amy.
: “ Va bene, ma prima devi salutare i tuoi. Ti aspetto in macchina.”
: “ Devo proprio? – Allo sguardo deciso di lei, lui le chiese – Almeno vieni con me. Scommetto la tua scimmietta che dovrò inventarmi qualche sorta di scusa per i miei toni di prima.”
: “ Entriamo e vediamo se hai guadagnato una scimmia.” E gli aprì l’ingresso della casa, lo accompagnò dai suoi parenti e infine da sua madre e da sua sorella.
Sheldon cominciò a dire parole  non ben amalgamate ma con il chiaro intento, sebbene poco voluto, di presentare il proprio dispiacere. Di fronte a quello sforzo Mary abbracciò con l’usata tenerezza il figlio e ciò valse molto più di tante parole;  anche Missy fece pace con lui.
: “ Noi ce ne andiamo.”  Intervenne Amy.
: “ Capisco. Buon viaggio, ragazzi. Grazie Amy di essere venuta. Ci ha fatto davvero piacere vederti. E grazie anche per aver convinto Shelly a scusarsi.” Le disse Mary, dandole la mano in segno di saluto.
: “ Non ho fatto niente. Ha scelto da solo. Alla prossima, signora Cooper. Ciao Missy.”  E i due uscirono, rimanendo impressi nella mente delle due donne come una fotografia da incorniciare nei loro ricordi. Non sapevano se Amy avesse fatto la modesta o se era vero, ad ogni modo le dovevano molto e si ritennero fortunate che Sheldon avesse lei nella sua vita e che se sarebbe preso cura.
La coppia ebbe un ritorno sereno e più rilassato rispetto all’andata, però non ancora sereno, perché marchiato dall’evento luttuoso.
Arrivati all’appartamento di Sheldon e salite le rampe di scale, che consentivano ad Amy di smaltire quelle cinque tartine al tonno e maionese che aveva assaporato a casa Cooper, giunsero alla porta che dava di rimpetto a quella di Penny. Era ormai sera e il pianerottolo era deserto.
: “ Bene. Buona serata, allora!”  Lo salutò Amy dopo aver recuperato le chiavi dell’auto che aveva messo in borsa.
: “ Anche a te. – Dopo una pausa impercettibile disse soavemente sincero – Grazie.”
E la baciò sulle labbra, posandosi come una libellula ma con la rapidità di un battito di ciglia, rendendo la ignara Amy ancora più stupefatta. Da fuori era una statua mentre dentro era in preda alle vertigini più ripide, eppure così dolci come quel bacio. Era quasi un segno di apprezzamento da parte sua per tutto ciò che aveva fatto in quella giornata così intensa. Lui  entrò in casa e chiuse la porta, lasciandola immobile ancora per qualche secondo.
: “ Wow, che sbornia.” Commentò tra sé e sé Amy avviandosi verso le scale, salvo ondeggiare ancora per la sensazione di vertigine, appoggiando una mano alla parete, ubriaca com’era d’amore.
 
Fine
 
 
   
 
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