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Autore: DreamWings    30/03/2015    2 recensioni
Tra le misteriose aule della Roswath, una scuola apparentemente normale, due potenti forze celesti stanno per riscrivere la storia e salvare così il mondo dall'oscurità.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angels

Impotente

8.



Al termine della festa, Frank era andato a letto stordito per via del volume alto delle casse, e ancora scosso per colpa dello scontro che aveva -quasi- avuto con Bert. 
Da una parte temeva che avrebbe potuto continuare a vessarlo senza tregua, ma dall’altra si sentiva sorprendentemente protetto. Come se nessuno avrebbe potuto torcergli un capello, nemmeno volendolo.
Dentro di lui piantava radici un qualcosa di nuovo. Una nuova sensazione, una nuova forza che sentiva di poter devastare tutto il resto intorno a se. Era invincibile. 
Non sapeva di cosa si trattasse, o perchè fosse in questo modo.
Ma nonostante le sue domande non trovassero una risposta per lo meno certa, tutti i suoi dubbi svanirono come spinti da un leggero soffio di vento.
Eppure ciò che provava non era cosa lieve. Si trattava di qualcosa di quasi dolente, che lo scuoteva attraverso ogni organo.
Ma tutto ciò non lo spaventava, anzi, era meravigliosamente piacevole.

Frank percorse il corridoio finchè non si ritrovò davanti al suo armadietto. Dopo averlo chiuso, si diresse all’uscita principale dove appoggiato ad un muretto, scorse Adam.
Si avvicinò a lui tra le foglie cadute a terra, il completo silenzio e l’acqua piovana ancora fresca.
“Ha piovuto molto stanotte.” disse.
Si passò le mani tra i capelli e sorrise.
“Magari fosse stata soltanto la pioggia. Io non ho chiuso occhio per i tuoni.” precisò Adam.
“In effetti..” valutò pensieroso. “A proposito, ieri ti sei divertito alla fine?”
Improvvisamente gli occhi di Adam lumeggiarono come fari. “Ohh ci puoi giurare. È stato fantastico, e ho anche stretto amicizia con questa ragazza bellissima che si chiama Alice ed è solo un anno più piccola di me.” fece il resoconto.
“Credo di meritarmi qualcosa a questo punto.” si gongolò Frank.
Adam arrossì.”Oh, grazie.” disse.
Frank scoppiò in una fragorosa risata. “Stavo scherzando. Non devi ringraziarmi.” 
“Comunque ieri non ti ho visto più per un po’. Dove sei stato?”
Improvvisamente nella sua mente riecheggiarono fin troppo chiare le parole di Gerard. “Non voglio che mi guardi negli occhi”.
Glielo aveva detto con un tono di serietà capace di incutere timore, e allo stesso tempo qualcosa di lui era riuscito a scalfirgli l’anima, quasi come fosse stata avvolta da un velo sottile.
“Faceva caldo, e il volume era troppo alto per me. Così quando ha iniziato a farmi male la testa sono uscito per prendere una boccata d’aria. Ma nulla di che.” mentì fingendo un’espressione sicura di se.
“Capisco..”
Per qualche secondo regnò il silenzio assoluto.
“Frank, tu credi di non poterti fidare di me?” domandò all’improvviso Adam.
L’altro sbiancò. “Perchè me lo chiedi?”
“Forse perchè alla festa io avevo veramente bisogno di prendere una boccata d’aria, e quando sono uscito fuori, ho visto Bert sul punto di ucciderti. Poi per fortuna in quel momento è passato Gerard Way e allora gli ho chiesto di intervenire, perchè se lo avessi fatto io, saremmo sicuramente morti entrambi.” si mise a ridere nella parte finale.
A quel punto Frank si sentì libero di lasciarsi andare. “Scusa.” disse soltanto.
“Non hai bisogno di chiedermi scusa. È che vorrei farti capire che di me puoi fidarti.” spiegò come fosse scontato.
E in quel momento Frank capì che sarebbe stato inutile opporre resistenza. Le parole risalivano, impazienti, bisognose di essere ascoltate. Era un impulso troppo opprimente e difficilmente controllato, quello. Non avrebbe perso nulla a sfogarsi con un amico, pensò.
“Non lo so Adam. Non so nemmeno io perchè Bert ce l’abbia con me. E ci sono altre cose che non ho detto a nessuno finora.”
“Se ne hai voglia..puoi dirmele.” parlò calmo e a bassa voce.
Frank annuì deciso. “Si, voglio parlartene. Solo, non qui.” disse, riferendosi ad alcuni ragazzi, artefici di occhiate ben poco amichevoli. “Spostiamoci dentro.”

Quando furono in un punto in cui almeno per ora, non c’era nessun altro a parte loro, Frank riprese a parlare.
“Mi sono successe cose..strane da quando sono arrivato qui.” cominciò, studiandosi intorno, ancora incerto. “Come saprai, Bert e io abbiamo avuto uno scontro sin dal primo giorno, per ancora non so bene quale motivo.”
“Si, me lo ricordo. È stato quando ci siamo conosciuti.”
“Esatto. E durante la punizione, quando avevo finito di ripulire la cucina e stavo per andarmene, il lampadario ha ceduto e per poco non mi precipitava addosso uccidendomi.”
Adam si portò una mano alla bocca, non perchè fosse stupito, ma semplicemente era senza parole. “Oh Dio, so anche questo. Me lo aveva raccontato Jamia. Ti sei salvato per miracolo.”
Già, e quel miracolo si chiamava Gerard, pensò. 
Frank si morse il labbro inferiore, poi continuò:”Ed è qui che entra in gioco Bert, perchè io l’ho visto. Lui era lì quando è successo.”
“Oddio..”
“E c’è un’altra cosa che non mi spiego.”
Adam spalancò gli occhi, questa volta sorpreso. “Ancora? Cosa?”
“Ecco..è una storia lunga, ma si insomma, ero finito al cimitero-non nel senso letterale- e mi è apparso davanti un uomo incappucciato di nero. Per poco non mi veniva un infarto. Ancora adesso se ci penso mi si gelano le ossa. Era inquietante.” scosse leggermente la testa, ricordandosi di quella scena. “Non ho la ben che minima idea di chi fosse, ma credo di sospettarlo.” proseguì.
“Fammi indovinare. Bert?” chiese Adam come fosse certo.
Frank annuì.

La voce al megafono iniziò a parlare, fastidiosa come sempre, diffondendosi per tutto l’istituto e i cortili:”Attenzione, tra quindici minuti ognuno di voi dovrà presentarsi in palestra per l’allenamento e la prova settimanale di competenza fisica.”
“Non ci posso credere.” valutò Adam, ancora concentrato a pensare e a fissare un punto impreciso sulla maglietta di Frank.
“Nemmeno io. Ma per ora dovremo mettere da parte la questione, perchè a quanto pare ci aspettano.” valutò, mentre infilava le mani nelle tasche dei jeans.
“Che palle.” sbuffò Adam. “Comunque non finisce qui. Andremo in fondo alla questione, te lo assicuro.” disse con una voce confortante che riuscì a convincere una volta per tutte Frank, che Adam fosse un ragazzo fantastico e che si sarebbe fidato ciecamente di lui d’ora in poi.

Arrivarono in palestra. 
Era circondata quasi completamente da spalti e panchine, e c’erano delle corsie poste fra di loro che portavano alla parte superiore dove si trovavano gli spogliatoi e i bagni.
C’era inoltre una piscina al coperto che si trovava nella struttura adiacente alla palestra, e come aveva detto Adam, era spesso utilizzata dagli studenti più atletici per le gare di trampolino.
Frank sperò vivamente di non rientrare in quella categoria di ragazzi, perchè se c’era una cosa in cui sentiva particolarmente negato, era proprio il nuoto.
“Frank Iero.”chiamò il professor Khan, mentre proseguiva con l’appello.
“Presente.” disse, e si spostò insieme agli altri verso il campo da football.
“Quanto puoi correre veloce?” gli domandò Adam.
“Cosa?” si sentì colto alla sprovvista. In effetti, Frank non era soltanto un pessimo nuotatore, ma era proprio lo sport in generale a non andargli a genio.
Era un ragazzo di corporatura media, e non era nemmeno molto alto, anzi, era basso.
Adam si lasciò scappare un cenno debole di sorriso. “Dai, non ti ho mica chiesto se sai volare.”
“Si, so correre..ma..non sono esattamente una persona atletica.” la sua espressione faceva intendere che non avesse la minima intenzione di giocare a football.
“Dai Frank, è semplicissimo. Devi solo prendere la palla al volo appena te la lancio. Credi di riuscirci?” sogghignò prendendosi gioco di lui.
Nonostante l’aria di Frank fosse tragica, i suoi occhi ridevano. “Okay.” sospirò. “Giochiamo.”

La scomodità che aveva accompagnato la partita era stata chiaramente visibile anche al professor Khan. Infatti non era possibile giocare all’interno di una palestra. Anche se questa era estremamente grande, non poteva sostituirsi al vero campo in erba.
Ma purtroppo, o per fortuna, la pioggia aveva reso inutilizzabile gran parte del campo da football. Ecco perchè la partita venne interrotta a metà, con un risultato di due a zero, ovviamente per la squadra avversaria.

"Per essere un principiante, non te la sei cavata per niente male." si congratulò Adam, appoggiando un gomito sulla spalla di Frank. Intanto con la mano si passò un asciugamano fra i capelli e fece schizzare alcune gocce di sudore.
Frank si scostò per evitare di essere bagnato. Poi fece una faccia inorridita. “Scherzi? Ho fatto schifo.”
“Si, in effetti.” constatò l’altro ridendo di gusto. “Ma mi aspettavo di peggio dai.”
Senza permettergli di replicare, Adam si incamminò sulle scale per raggiungere gli spogliatoi. 
Frank si irrigidì all’istante, non appena lo colpì brutalmente la visione del corpo sudato di Gerard, condursi su e giù, lentamente, con le mani saldate su una sbarra sopra la testa.
Era dannatamente bello. Nonostante il suo non fosse un fisico muscoloso, era perfetto così.
In effetti i muscoli a Frank non erano mai piaciuti, e soprattutto non avrebbe mai desiderato averli. 
Continuando a fantasticare, pensò che ne sarebbe valsa la pena di appoggiare la testa su quel ventre di oscura attrattiva. Sentire magari il suo cuore battere, il suo respiro accarezzargli i capelli, e addormentarsi come un bambino al sicuro tra le sue braccia.
Solo allora Frank si rese conto dei pensieri poco etero che stava elaborando, e si ricompose schiarendosi la gola con un falso colpo di tosse.
La voce di Adam rimbombò improvvisamente estranea nella sua testa, scacciando via tutto quel delirio irrazionale. “Non vieni?” gli domandò.
“Come?” rispose, spalancando gli occhi, come fosse sotto shock.
“Ehy, stai bene?”
“Si..” rispose tornando a vestire Gerard con lo sguardo. “Ti raggiungo dopo.”
“Oookay..” cantilenò Adam perplesso, rigirandosi.
Non aveva mai provato tanta voglia, tante fitte esaltanti allo stomaco e tante emozioni spossanti. Tutto insieme. Il suo corpo gli complottava contro. 
Gerard mollò la presa dalla sbarra, riprendendo equilibrio a terra come uno splendido falco che arresta il proprio volo con eleganza e magnificenza.
E quando prese a camminare, Frank capì che stava venendo verso di lui.
Gerard esplorò la sua figura da capo a piedi con occhi indagatori e loschi, dopo di che aprì bocca.
“Che ti prende?”
Frank non ne era sicuro di cosa gli prendesse veramente, anzi si sentiva estremamente impotente.
Ebbe un improvviso vuoto mentale. Probabilmente non avrebbe ricordato nemmeno il proprio nome in quella circostanza. Ripresa coscienza, non credendo a quello che stava succedendo. Poi la sua bocca andò avanti con il discorso. “Niente..perchè?”
Gerard fece sfilare con la mano l'asciugamano dal suo collo per poi passarselo lentamente sul petto bagnato. “La tua faccia non la pensava allo stesso modo.” 
Frank avvertiva quegli occhi sfogliarlo come un libro aperto, come il loro libro preferito.
E mentre la sua barriera sbriciolava lentamente, si sentì rinascere non appena il sorriso di Gerard arrivò a toccargli metaforicamente la pelle e la sua voce fuoriuscì da quelle labbra invitanti, ancora. “Ti sei incantato?” e la sua risata arrivò a pungergli l’orecchio scaricando brividi, brividi ovunque.
“N-no.” boccheggiò Frank di risposta. “Solo..” si mise alla ricerca disperata di una scusa plausibile. “Volevo ringraziarti. Per ieri intendo. Quando mi hai difeso da Bert.”
“Oh.” disse, come se avesse dovuto pensarci per ricordarselo. “Tranquillo l’ho fatto senza interesse.” lo liquidò. “Tutto qui?” insistette.
“Veramente no.” Frank si meravigliò del proprio coraggio. “Ti..ti andrebbe di parlare un po’?” si morse la lingua per punirsi di aver balbettato, ancora.
“Scusa, ma non posso. Devo.. Devo andare a lezione.” Gerard si voltò verso l’uscita come se gli avesse detto qualcosa capace di suscitare il suo turbamento.
E ancora una volta, Frank si sentì impotente.








Eieiei. Lo so, fatemelo dire, Gerard è un figlio di merda. Ma fidatevi, sotto sotto è il solito frocio innamorato del piccolo, dolce, ingenuo Frankie. Che poi Frank non è nemmeno tanto ingenuo, a volte tira fuori le palle. Tranne em, quando Bert lo stava per picchiare e lui era tipo "No ti prego, ho paura, voglio mamma." e allora è stato esilarante e io...sto nel disagio particolarmente in questi giorni, perdonatemi. Non ha senso ciò che dico o faccio quindi non datemi retta. E poi bu, ho intenzione di scrivere una ff su Mikey e un unicorno e ci saranno gli arcobaleni (per cui tra l'altro io nutro una passione quasi morbosa). Per chi non lo sapesse (tutti voi pochi che ancora leggete le mie schifezze) ho dato un nome all'unicorno domestico di Mikey. Si chiama Pegaso e insieme al suo padrone fanno tanti selfie. 
Sto male ed è meglio che vada prima che dica qualcosa di altrettanto sconveniente. Baci, baci.
Ps. Stavo leggendo il titolo del capitolo e mi sono accorta solo adesso del doppio senso, ops. Mi perdonerete.

   
 
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