[Nota dell’Autrice: eccomi finalmente con un
nuovo aggiornamento. Ci ho messo un po’ e mi dispiace, ma spero davvero che sia
di vostro gradimento. Un abbraccio forte a tutti voi cari lettori che seguite
questa storia. Baci baci!]
Cap.5 -17
Il
locale era gremito di gente, giovani che danzavano al ritmo della musica house
più in voga, l’alcool scorreva a fiumi e naturalmente ragazze compiacenti
pagate fior fiore di quattrini per intrattenere i clienti più in vista nei
separé riservati; al piano di sopra l’ufficio del proprietario, dirigente nonché
contabile di tutta l’organizzazione criminale di Orochimaru, un uomo eccentrico
vestito sempre in maniera appariscente e circondato dai suoi fedelissimi, un
gruppo di guardie del corpo ed “esecutori” degli incarichi più sporchi della
malavita.
Il
contabile era seduto alla sua scrivania impegnato a contare un grande
quantitativo di denaro, il suo stesso ufficio era molto elegante con divani in
pelle ed un bar ben assortito nonché una cassaforte a prova di cannone proprio
dietro la scrivania; il netto confine che separava il lord del feudo dal resto
della plebe nella sala da ballo al piano inferiore che ben gradiva i servizi
offerti, dal bere, alla droga e al sesso.
Ad
un tratto, ignari di tutto, le luci del locale si spensero, un blackout totale
che incluse anche l’ufficio stesso del contabile; tra le proteste generali
della clientela e l’andirivieni degli uomini della sicurezza per ovviare al
problema, nessuno si accorse dell’ombra misteriosa che si era infiltrata senza
problemi da una porta secondaria che dall’ufficio del capo conduceva,
attraverso un corridoio segreto, nel vicolo dietro al locale: una perfetta via
di fuga attraverso il quale Sasuke era riuscito ad entrare facilmente, mandando
a dormire l’uomo di guardia e mandando in tilt l’impianto elettrico.
Le
uniche luci funzionanti erano quelle di emergenza, le stesse telecamere che
erano collegate all’impianto elettrico non registrarono quanto avvenne nei
minuti successivi; nessuno poteva vedere
o sentire al di fuori dell’ufficio, non appena uno degli uomini al soldo del
contabile si accorse che qualcuno era entrato nell’ufficio a loro insaputa,
nessuno degli altri nella stanza ebbe il
tempo di reagire: rapido e veloce nei suoi movimenti, atterrò con una sola
mossa di arti marziali il primo, usandolo come scudo contro il secondo che aveva
tirato fuori un’arma ma con un rapido calcio gliela fece cadere dalle mani,
spezzando il collo al primo afferrò da un tavolino vicino un piccolo bicchiere
da liquore conficcandolo nell’occhio del secondo, rivolgendosi poi verso gli
altri tre che gli andarono praticamente addosso. Uno di loro aveva un coltello,
ma rapidamente glielo sfilò e lo usò contro di lui squarciandogli di netto la
gola e poi con un gesto fulmineo lo lanciò dritto al petto del secondo mentre l’ultimo
finì a terra con un ginocchio fratturato e la testa frantumata contro un il
tavolo da biliardo.
Cinque
in tutto che in pochi minuti esalarono l’ultimo respiro, restava lui, il
contabile che durante la lotta aveva preso dal suo cassetto un revolver e che
ora teneva puntato contro Sasuke; quest’ultimo rimase impassibile, gli occhi
dritti verso il suo obiettivo, freddo calcolatore a passi lenti si avvicinò
sempre di più e pericolosamente verso l’arma.
L’uomo
sogghignò, convinto di averlo in pugno ma non si era reso conto del tutto che
ormai anche i suoi giorni erano terminati.
“Non so chi sei bastardo, ma se pensi di uscire vivo
da qui hai fatto male i tuoi conti. L’ultimo desiderio prima che ti pianti una
pallottola in testa?”
“Dov’è Kabuto?”
La
risposta fredda e decisa di Sasuke spiazzò completamente il contabile che si
limitò a ridere di gusto per una domanda così priva di senso e schernì Sasuke
per la sua sfacciataggine ed ingenuità; invero a Sasuke bastarono pochi secondi
che l’uomo si ritrovò a mani nudi e la sua stessa arma puntata contro di lui:
era riuscito a sfilargliela con una rapidità incredibile, degno solo del
migliore dei sicari e fu a quel punto che il sorriso sarcastico sparì dal suo
volto ed iniziò a sudare freddo per la consapevolezza che entro pochi istanti
avrebbero portato via il suo cadavere insieme a quelli dei suo scagnozzi.
“Ti ripeto la domanda; dov’è Kabuto?”
“Ho capito che tipo sei, credi davvero che te lo dirò
solo perché mi hai disarmato e mi tieni per le palle? Hai una vaga idea contro
chi ti stai mettendo contro, l’intera città ti darebbe la caccia, quindi puoi
anche uccidermi, non otterresti nulla comunque”
“Ed invece mi dirai quello che voglio sapere perché, comunque
vada, sarai all’obitorio prima di domani
sera.”
L’uomo
ormai era alle strette, Sasuke aveva ragione, parlare o morire non avrebbe
fatto differenza; il suo capo lo avrebbe seppellito dentro una vasca di
cemento, tanto valeva arrendersi e spifferare tutto.
“Kabuto ha diversi covi in cui si rintana ed ama
spassarsela con le sue donne e dove svolge i suoi affari. Ne conosco soltanto
uno, un vecchio stabile vicino al porto, lo ha rilevato lui stesso e che ha
ristrutturato ed adibito a locale “alternativo” con salette private, spa,
vasche idromassaggio e saune. Ci trascorre la maggior parte delle sue serate.
Non so altro!”
“Ti ringrazio!”
Partì
un colpo di pistola, la pallottola centrò in mezzo alla fronte l’uomo che si
accasciò a terra senza più respiro; Sasuke gettò l’arma ai suoi piedi, nessuno
avrebbe rilevato le sue impronte grazie ai guanti neri che indossava costantemente
per il suo lavoro, si avvicinò alla scrivania ed aprì tutti i cassetti dove
trovò un’agenda con numeri di telefono ed indirizzi vari, esattamente ciò che
gli serviva per avere la precisa ubicazione del luogo dove si trovava Kabuto.
Riprese
la via da dove era entrato, aveva pochi istanti prima che scoppiasse il
putiferio e venisse scoperto.
Sakura
e Naruto erano da poco entrati al locale, la fila di persone fuori che
attendeva di poter essere inserita in lista era chilometrica, ma i loro
distintivi li aveva assicurato un veloce lascia passare ed ora si guardavano
intorno da bravi agenti, studiando l’ambiente e tutti gli uomini della
sicurezza appostati strategicamente ad ogni uscita. Si erano avvicinati al
bancone per chiedere al barista dove si trovava l’ufficio del padrone, il
giovane glielo indicò ma disse loro che il capo al momento era assente.
Non
ci credettero lontanamente ma fecero comunque finta di averla bevuta, dovevano
fare in modo di parlare con il contabile ad ogni costo senza creare problemi e
mettersi nei guai.
Inaspettatamente,
un blackout improvviso fece cadere il locale nell’ombra e la musica si
interruppe di colpo; si accesero le luci di emergenza mandando in subbuglio l’intero
staff ed ovviamente scatenando le ire dei clienti che si ritrovarono senza luce
e senza il loro divertimento.
Sakura
e Naruto rimasero in allerta, poteva essere
un semplice corto ma era sempre meglio non lasciare troppo al caso;
pochi minuti dopo si udì uno sparo che generò il caos tra la folla e gli uomini
della sicurezza i quali ebbero un bel daffare a mantenere la calma tra i
presenti e a farli uscire con ordine dalle varie uscite.
Sakura
però aveva capito che lo sparo proveniva dall’ufficio del contabile e con
Naruto, mano alla pistola, si fecero largo tra la calca verso le scale che
conducevano al piano superiore; vennero bloccati da due armadi a muro vestiti
di nero e nulla servì mostrare le loro generalità, non intendevano farli
passare.
Naruto
a quel punto dovette usare la forza ed ingaggiò un corpo a corpo con entrambi
gli energumeni liberando così la strada a Sakura che con un paio di pugni dette
manforte all’amico e si diresse di gran corsa verso l’ufficio del contabile;
appena aprì la porta lo scenario che le si presentò davanti era alquanto di più
macabro che avesse mai visto, tutti i presenti della stanza erano morti incluso
l’uomo che stavano cercando e subito i suoi pensieri si riempirono di domande
su chi potesse aver commesso una tale carneficina e senza che nessuno se ne
fosse reso conto.
Persa
in tali riflessioni non si accorse della seconda porta che si era richiusa nel
momento in cui era entrata. Non potè fare altro che prendere il suo cellulare e
chiamare l’agenzia e la scientifica.
Kakashi
era sul tetto del palazzo dove aveva sede l’agenzia, non era lì per una
semplice boccata d’aria infatti arrivò nel giro di poco un elicottero che atterrò
preciso nella piazzola adibita proprio all’atterraggio degli elicotteri; scese
un uomo dai corti capelli corvino, l’aria severa e distinta, un tipico uomo di
affari nel suo completo gessato grigio e la cravatta in tinta, in realtà era l’innominato ed
incontrastato capo di tutta l’organizzazione cui faceva parte anche la stessa agenzia.
L’uomo
salutò formalmente Kakashi, il quale gli consegno la chiavetta USB su cui erano
salvati i file decifrati dei documenti trovati al magazzino del porto.
“E’ una lista dettagliata di tutti i membri di Luna
Rossa. Sembra che all’interno dell’organizzazione ci sia un traditore e che
fosse intenzionato a fare avere la lista ad Orochimaru”
“Sai se la lista è già in mano sua?”
“Ci stiamo lavorando. Per adesso la nostra priorità è
trovare Sasuke.”
“Metti in campo i tuoi uomini migliori e scopri fino
a che punto Orochimaru è a conoscenza di questa lista, io farò altrettanto.
Conto su di te Kakashi!”
L’uomo
risalì sull’elicottero e ripartì lasciando Kakashi dove si trovava ad osservare
il velivolo che si allontanava nella notte.
- 16
Il
locale era gremito di poliziotti ed agenti della KCI che stavano effettuando
tutti i rilevamenti, raccogliendo deposizioni del personale e di tutti i
clienti presenti al momento del massacro; Sakura stava dirigendo le operazioni,
i membri della scientifica erano coordinati da Sai, anche lui un agente della
KCI; non era una semplice resa di conti, sembrava un’esecuzione ad opera di
qualcuno navigato del mestiere, sicuramente un sicario la cui identità ovviamente
era ignota, come anche il movente: poteva trattarsi di omicidio commissionato
dallo stesso Orochimaru per liberarsi di un testimone scomodo, ma al momento
non c’era nulla di concreto.
Vennero
recuperati dalla cassaforte diversi libri contabili e svariati documenti che si
sarebbero rivelati utili alle indagini, Sakura mandò un agente con tutto il
materiale alla sede dell’agenzia affinchè venissero esaminati da Shikamaru e
raggiunse Naruto, il quale si stava ancora tamponando il naso dopo la
scazzottata con security ma non aveva perso il suo spirito goliardico ed era
pronto a darsi da fare con le indagini.
In
quel momento ricevettero la chiamata da Shikamaru e fu Sakura a ragguagliarlo
sulle ultime vicende e gli chiese cosa avesse scoperto riguardo all’Organizzazione
Luna Rossa.
“Ti ho chiamata proprio per questo, sto ancora
aspettando i documenti che avete trovato al magazzino!”
“Li abbiamo consegnati a Kakashi un paio di ore fa,
pensavo che ti li avesse già fatti avere.”
“Kakashi non si è fatto vedere qui al settore
informatico.”
Sakura
rimase senza parole, com’era possibile che un uomo ligio al regolamento, così
retto e preciso come Kakashi non avesse avuto la premura di far esaminare dei
documenti così importanti al suo migliore hacker, inoltre era ancora in sospeso
la questione dell’omicidio del contabile. Qualcosa non quadrava.
“Ti sto mandando dell’altro materiale da esaminare,
io arrivo subito”
Chiuse
la conversazione e lasciò il campo in mano a Sai e a Naruto che si sarebbe
occupato delle indagini; Naruto protestò, non aveva alcuna intenzione di farla
andare via da sola ma lei lo rassicurò, promettendogli che sarebbe andata
spedita alla KCI e che si sarebbero ritrovati lì.
Aveva
bisogno di risposte e solo Kakashi poteva dargliele.
Salì
in macchina e partì a grande velocità, a quell’ora della notte il centro era
ancora molto trafficato per via dei ristoranti e dei locali alla moda
frequentati da un mare di persone, fortunatamente riuscì ad imboccare una
strada secondaria molto più scorrevole e che l’avrebbe fatta giungere a
destinazione in poco tempo.
Mentre
guidava i suoi pensieri tornarono a tutta quella vicenda che stava diventando
sempre più articolata e misteriosa, non poteva credere che Kakashi, il suo
capo, il suo mentore, potesse avere dei segreti e che questi fossero collegati
a Luna Rossa o anche solo ad Orochimaru.
I
ricordi le riaffiorarono alla mente, ricordi dolorosi che mai avrebbe
dimenticato.
Era
notte, la sua casa era in fiamme, i suoi genitori erano ancora dentro ma ancora
non sapeva che erano morti; lei dormiva ed era stata soccorsa da degli uomini
che l’avevano portata fuori prima che ci fosse l’esplosione che incendiò la
casa. Uno di loro era Kakashi.
Ci
furono degli scontri degli uomini in nero che non sapeva chi fossero; Kakashi e
i suoi due compagni ebbero la meglio, ma lui rimase ferito ad un occhio, un
altro venne colpito a morte, il terzo era rientrato in casa, forse per cercare
di trarre in salvo anche i suoi genitori, ma ci fu una seconda esplosione e per
quell’uomo non ci fu nulla da fare.
Imparò
tempo dopo che quell’uomo si chiamava Obito, e che l’altro, di nome Minato, morì
in ospedale pochi giorni dopo; dopo un intervento che salvò l’occhio di
Kakashi, egli la prese con sé e da quel giorno era stato come un secondo padre
per lei.
Promise
a sé stessa che avrebbe vendicato la morte dei suoi genitori e che grazie all’aiuto
di Kakashi avrebbe un giorno raggiunto il suo obiettivo; doveva la vita a quell’uomo
e niente avrebbe incrinato la sua fiducia in lui.
Quando
arrivò all’ingresso del palazzo, sede dell’Agenzia, incrociò Kakashi proprio
mentre usciva dall’ascensore e gli fece rapporto di quanto accaduto al locale e
che avevano trovato documenti importanti nella cassaforte del contabile.
Kakashi
inizialmente rimase impassibile, ma aveva già capito che l’autore del massacro
era Sasuke, ma doveva ancora capire a che gioco stava giocando; era a caccia di
Orochimaru? Cos’era veramente successo a lui e ad Itachi?
Capì
che Sakura poteva essere di utilità ma voleva anche tenerla fuori da quella che
poteva essere una guerra e la sua incolumità veniva prima di tutto.
“Naruto si sta occupando delle indagini al locale?
Molto bene, seguirai il caso e sarai di supporto alla logistica insieme a
Shikamaru. Raggiungilo alla sala di controllo.”
“Come sarebbe? Mi sta forse tagliando fuori? C’è
molto più bisogno di me sul campo che dietro alle barricate…”
“Non discutere i miei ordini Sakura. In questo
momento è necessario dare supporto alla logistica. Non farmi prendere
provvedimenti disciplinari nei tuoi confronti.”
Sakura
rimase a bocca aperta, non l’aveva mai trattata in quel modo e sebbene fosse il
suo capo non aveva intenzione di lasciar perdere così senza ribattere.
“Che mi dice dell’Organizzazione Luna Rossa? Credevo
che i documenti che io e Naruto le abbiamo consegnato sarebbero stati esaminati
dagli agenti informatici, potrebbero essere informazioni importanti sull’organizzazione
criminale di Orochimaru?”
Kakashi
si voltò nuovamente e fissò Sakura con uno sguardo che lei non aveva mai visto;
era uno sguardo indecifrabile, grave e furioso allo stesso tempo che le impedì
di proseguire oltre con le domande.
“E’ stata avviata un’indagine interna al riguardo.
Non è di tua competenza. Adesso vai e fa quello che ti ho detto, non intendo
ripeterlo una seconda volta.”
Kakashi
uscì dalla porta principale del palazzo lasciando Sakura basita e frustrata per
non aver avuto la risposta alle sue domande; stava per cedere all’eventualità
che le avesse mentito ma l’affetto che provava per lui ebbe la meglio e decise
di fare a modo suo ed indagare per conto proprio, sfruttando le competenze informatiche
di Shikamaru.