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Autore: Margo Malfoy    30/03/2015    2 recensioni
|AU!HighSchool|
«Appoggia la tua roba sul banco e raccontaci un po’ di te» disse il prof.
Lei si avvicinò alla cattedra e scosse la testa. «Non sono molto brava con i discorsi» disse con un sorriso.
«Beh, puoi rispondere alle domande di questi scimmioni allora, che ne dici?»
«Prof., il fatto che io sia l’unica femmina in classe non mi classifica come ‘scimmiona’» disse una ragazza nel fondo della classe. Wow, solo due ragazze, pensò guardandola. Sperava di riuscire a farsela amica.
«Hai ragione, mi scordo sempre di te, piccola Brenda»
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Be cute, and smile.

«Mi spieghi perché ti serve un costume, Meg? Non festeggi Halloween dalla quinta elementare» continuava a farfugliare Park in macchina. «E non riesco ancora ad accettare che papà ti abbia permesso di prendere la macchina, non guidi quasi mai, potresti ammazzarmi»
«Se non taci la prenderò come opzione» gli rispose sua sorella fermandosi ad un semaforo.
«Allora, Minho ti ha invitata a qualche festa? È per questo che ti serve un costume?» la incalzò.
«Minho? E tu come fai a sapere di Minho?»
«Te l’ho detto, tutti parlano del tuo gruppetto a scuola e molti credono che tra voi due ci sia del tenero» disse. «Che poi non riesco ancora a capacitarmi di come tu sia riuscita a diventare loro amica. Una drogata come te» mugugnò mentre si sporgeva dal finestrino.
«Park non scherzo, ti faccio scendere se lo ripeti»
«D’accordo scusa, è che è il primo insulto che mi passa per la testa quando devo provocarti»
«Beh vedi di trovartene un altro. Almeno qui non c’è più gente che mi punta il dito contro quando cammino per i corridoi della scuola, quindi vedi di tenere chiusa quella tua bocca del cacchio»
«Mi dispiace» bisbigliò come se fosse una cosa che non poteva sentire nessun altro, nonostante fossero solo loro due in macchina.
Dopo una pausa piuttosto lunga, Park disse: «Non mi hai ancora perché hai iniziato» disse giocherellando con il profumatore per macchine che aveva staccato dal vetro.
«Guarda che ho smesso, Park» precisò lei.
«E guarda che io ci entro in camera tua, e frugo nei tuoi cassetti. Non perché voglia trovare qualche tuo diario segreto o cose del genere, voglio vedere se ci sono... beh, hai capito» balbettò.
«Le siringhe? Vuoi sapere se ci sono quelle? Beh, spero che tu sia rimasto soddisfatto nel vedere che ci sono» sbottò parcheggiando, nonostante non fossero ancora arrivati al centro commerciale.
«Mamma e papà pensano che tu adesso stia bene, rimarrebbero delusi nel vedere che gli menti di continuo. E lo sono anche io. Insomma noi due litighiamo, ma sei comunque mia sorella»
«Lo so ma, Park, deve rimanere tra noi due». Nessuna risposta. «Park?» chiese.
«Si, va bene. Ora possiamo andare? Se non ci muoviamo finiranno tutti i vestiti da Michelangelo delle Tartarughe Ninja che hanno»
Perché è ovvio, tutti i quindicenni si travestono da tartaruga ninja per Halloween. Non che a Park interessassero davvero quel tipo di cose, ma lui e i suoi amici sfigati avevano probabilmente organizzato una specie scherzo o cose così.
Maggie, durante tutto il resto del viaggio in macchina non fece che pensare alle parole di Park. Non voleva affatto che i suoi amici scoprissero la dipendenza in cui era inciampata e da cui non era riuscita a venire fuori. Si sentiva troppi occhi addosso a Seattle, a scuola, lì non voleva essere chiamata di nuovo “la drogata”. Non da tutta la scuola, non dai suoi amici, non da Minho.
Quando Park trovò il costume, Maggie non cercò qualcosa con cui travestirsi il giorno dopo. Si sarebbe vestita solo di nero, e di vestiti neri non le mancavano.
Durante il viaggio di ritorno pensò anche a tutte le volte che definiva Murphy un “drogato”, che di fatto non era. Pensava a quanto si sarebbe dovuta sentire in colpa per chiamarlo così, ma dopo tutto sembrava davvero perennemente fatto. Tutti in classe non si facevano paranoie nel dargli soprannomi del genere, e lei si era adeguata.
Decise che avrebbe chiesto scusa a Murphy il giorno dopo e che avrebbe smesso di chiamarlo così. Tra l’altro, le ricordava perennemente come, a Seattle, i suoi compagni di scuola definivano lei; con la differenza che lei si drogava davvero.
Aveva cominciato una sera, con il suo migliore amico, in uno di quei pub che gli piaceva tanto visitare il sabato sera. Lui aveva tirato fuori di punto in bianco una siringa e l’aveva continuata a spostare da una mano all’altra. Nessuno dei due sapeva che li avrebbe portati alla vera e propria dipendenza, non osavano immaginarlo dopo aver provato una volta sola. Invece fu così. Continuarono ogni sabato sera fino a quando Maggie non si trasferì; ma lei continuò anche senza di lui.
Non ne parlava con nessuno, cercava di fare meno collegamenti possibili con l’argomento, ma non riusciva a smettere fisicamente. Ci aveva provato dopo che i suoi genitori la scoprirono, ma dopo due settimane ricominciò, perché stava male. Decise di non pensare ai sensi di colpa, e tenere nascosta la cosa come era sempre riuscita a fare.
 
Il giorno dopo era Halloween, e la scuola era piena zeppa di decorazioni arancioni e nere e zucche intagliate piuttosto maluccio dagli studenti del primo e del secondo anno.
«Biondina!» disse Teresa mettendosi di fianco a Maggie al loro tavolo della mensa.
«Ciao Tess» disse Maggie fissando la sua pizza abbandonata sul piatto.
«Non la mangi?» chiese Teresa.
«No, forse dovrei riportarla in cucina»
«Tranquilla, scommetto cinque dollari che uno dei ragazzi la mangerà una volta finita la propria» rise addentando un pezzo della sua fetta. Maggie rise a sua volta.
«Buongiorno signore» arrivò Thomas.
Dopo di lui Brenda, Newt e Minho. I primi due salutarono calorosamente tutti e tre, Minho si riservò un bacio sulla guancia per Maggie, che arrossì nel sentire di nuovo le sue labbra su di lei. Newt e Thomas si scambiarono un lungo abbraccio, che lasciò senza parole un po’ tutti al tavolo. Maggie però pensò di preoccuparsi della “Newtmas” in un secondo momento perché Minho era ancora in piedi di fianco a lei, «Dobbiamo parlare» le sussurrò.
«Noi due usciamo un attimo, voi intanto pensate a un piano per farla pagare a quello stronzo di Jorge» disse Minho afferrando Maggie per il braccio e trascinandola nel cortile che dava sul campo di atletica e di football.
«Che c’è?» chiese Maggie.
«Tuo fratello è simpatico» le disse con un ghigno divertito.
«Non sapevo che conoscessi mio fratello»
«Mi ha scritto ieri su Facebook, se non l’avesse fatto non mi sarebbe neanche passato per la testa di conoscerlo» confessò. Le prese la mano e la portò sugli spalti dove si sedettero.
«Perché ti ha scritto?» Maggie detestava l’idea che Park si fosse intromesso nei suoi affari, soprattutto le svariate volte che gli aveva detto di non farlo.
«Non mi ha solo scritto. Ci siamo visti da Starbucks dopo che è venuto con te a cercare il costume per stasera»
«E cosa vi siete detti?» chiese allora, un po’ stufa della conversazione. Sapeva che Park poteva aver parlato a Minho della droga.
«Mi ha parlato dell’anno scorso, di quello che è successo a Seattle, con i tuoi genitori, e di quello che ha visto lui in camera tua»
«Scusami, ma non sono affari suoi» lo fermò Maggie scendendo dagli spalti.
«E mi ha chiesto di aiutarti a uscirne» sorrise Minho guardandola dall’alto. Lui scese e la raggiunse fianco a fianco.
Maggie lo guardò dal basso – nonostante ora fossero entrambi in piedi, uno di fianco all’altro – e gli sorrise. Più tardi avrebbe fatto il culo a Park per averne parlato con Minho, ma alla fine suo fratello le chiedeva sempre dell’asiatico e probabilmente vedeva come Maggie arrossiva o come diventava nervosa e forse aveva capito che Minho era la persona giusta che potesse aiutarla. Ma alla fin fine, Maggie non voleva essere aiutata. Forse nemmeno da Minho.
 
Ciao pive!!!
Sesto capitolo, tanti cambiamenti!
Lasciatemi spiegare: la mia mente malata ha pensato ad una storia che trattasse dell’argomento droga, non chiedetemi perché (forse è colpa di Skins e de I ragazzi dello zoo di Berlino, ahah). In ogni caso, ho pensato che scrivere una nuova fic, che parlasse, oltre a questo, di vicende simili a quelle di Be cute, and smile non aveva senso, e quindi ho pensato di aggiungere questo problema di Maggie nel sesto capitolo.
So che può rovinare la storia o non piacervi quindi, vi prego, ditemi se devo cancellare questo capitolo e riscriverlo come se la mia mente malata non avesse mai pensato a quella storia.
Qui i vostri consigli e le vostre critiche mi servono più che mai!
A presto! <3<3
   
 
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