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Autore: bad93    31/03/2015    2 recensioni
In una chiesa, un personaggio misterioso, inginocchiato davanti all'altare, stava facendo una promessa. Accanto a lui, in silenzio, il parroco.
-Ho un desiderio e sono disposto a rinunciare a tutto pur di realizzarlo.-
-È davvero così importante questo tuo desiderio?-
-È la mia priorità assoluta. -
-E sei davvero convinto che rinunciando a ogni cosa lo realizzerai?-
-È l'unica via che posso prendere, non mi è concesso di scegliere. Anche se sarà doloroso, devo farlo e resistere. Sicuramente verrò odiato e qualcuno soffrirà molto a causa mia.- e sospirò amaramente.
"Già soffrirai parecchio, mi ero ripromesso di non fare nulla che potesse recarti dolore, ma purtroppo nella vita non sempre le scelte sono come le vorremmo; il mondo è cambiato rispetto a dieci anni fa. "
-La persona di cui parli è molto importante per te, non è così?
-Che intende dire? Io non intendevo riferirmi a una persona precisa.-
-Non è difficile da capire, mentre dicevi l'ultima frase ti sei rattristato, come se davanti a te ci fosse la persona di cui parlavi. Ti stavi già immaginando la sua reazione di fronte alla tua scelta. Quando ha iniziato ad essere importante per te? -
Tratto dal primo capitolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17: Convivenza.

 

Quando Axel rientrò a casa non trovò nessuno, sentì lo scrosciare della doccia. Andò in salotto, si sedette sul divano e accese la televisione; in realtà non stava seguendo il notiziario, la sua testa era altrove. Gli ultimi avvenimenti lo avevano scosso, circa mezz'ora dopo fu ridestato da Angie che era uscita dal bagno.

-Che succede? Ti vedo pensieroso, va tutto bene? -

-Sì, tranquilla, non c'è nulla di cui ti debba preoccupare.-

-Come vuoi, vado a vestirmi.-

-Io vado a fare una doccia.-

-Ok.-

 

Dopo venti minuti si ritrovarono in salotto, seduti uno di fianco all'altra, in silenzio, come se fossero dei perfetti sconosciuti. Passarono così un'ora, guardando l'ora, Angie si alzò e andò in cucina, tornando con un vassoio alcuni minuti dopo.

-Ho fatto un po' di tè.- disse lei, rompendo quel silenzio imbarazzante.

-Hai fatto bene, io non mi sono nemmeno accorto dell'orario.- rispose, prendendo la tazzina portagli da Angie.

Di nuovo il silenzio regnò nella casa, spezzato alcune volte dal suono dei cucchiaini che scioglievano lo zucchero.

-Dovresti riposare.- asserì lui sorseggiando la bevanda.

-Sto bene.-

-Stasera saremo da Byron, ti stancherai, è meglio se non esageri. Sei appena uscita dall'ospedale, c'è tempo per tornare a fare la brava mogliettina. Ora devi solo pensare a rimetterti, hai passato molte situazioni difficili ultimamente.-

-Non ti preoccupare sto bene, se faccio certe cose è perché ce la faccio. Non trattarmi come una bambina, sono adulta, posso cavarmela da sola.-

-Lo so, sto solo cercando di aiutarti, sono preoccupato per te. Non voglio che ti succeda di nuovo, dovresti capirmi. Almeno per qualche giorno vienimi in contro e stai tranquilla.-

-Ma io mi sento benissimo, devi credermi. E poi almeno passo il tempo e tengo la mente occupata.-

-Posso capirti, ma cerca di riposare un po' lo stesso. Ora è meglio se iniziamo a prepararci per questa sera, ti conosco e non voglio fare tardi. Quindi ora vai a riposare qualche oretta e poi ti prepari.-

-Va bene, a quanto pare non riuscirò a convincerti, fammi almeno sistemare la cucina.-

-Ci penserò io, tu riposati.-

-Non serve.-

-Vai!-

-Ok, ok. Oggi sei piuttosto strano.-

-Non è vero, io sono il solito di sempre. Ti stai sbagliando.-

-Io non credo, comunque ora vado a riposare. Prima che mi porti con la forza.-

-Brava. Ti vengo a svegliare più tardi.-

-Va bene.-

 

Angie uscì dalla stanza ed andò in camera, Axel nel frattempo sistemò la cucina e poi si sdraiò sul divano. Un paio d'ore dopo Angie entrò nella stanza e vide Axel addormentato sul divano, lo svegliò avvertendolo che era quasi ora di andare.

-Accidenti, mi sono addormentato. Dovevo svegliare io te e non il contrario.-

Lei sorrise dolcemente.

-Mi preparo e ti raggiungo, incredibile sei già pronta, ci tieni tanto a uscire questa sera.-

-Fai del sarcasmo?-

-No semplice constatazione.-

-Capisco. Allora datti una mossa.-

-Abbiamo tempo.-

-Lo so, però devo smaltire la sonnolenza. Pensavo di fare una passeggiata, non voglio andare là e sembrare una rimbambita.-

-Va bene, dammi qualche minuto e ti accompagno.-

-Non serve, preparati con calma. Tanto sto qui vicino.-

-Ho detto che ti accompagno.- disse lui freddamente, con un tono che non ammetteva repliche.

-D'accordo allora ti aspetto.- asserì sedendosi sul divano.

-Torno subito.-

Dopo pochi minuti Axel tornò e insieme uscirono dall'appartamento, avevano preso con sé anche i regali da portare a Byron e Marina così non sarebbero dovuti rientrare, e salirono in macchina.

-Dove vuoi andare?- chiese lui prima di partire.

-Non saprei un posto tranquillo e che non rivanghi vecchi ricordi.-

-Non sarà facile trovarne uno, li abbiamo praticamente girati tutti.-

-Allora andiamo in un dove non ci sono particolari momenti da ricordare, unio dove abbiamo solo passeggiato.-

-Fammi pensare...aspetta un momento. C'è un posto tranquillo dove non siamo stati assieme.-

-Davvero? E dov'è?-

-Aspetta e vedrai.- mise in moto la macchina e partì.

Dopo pochi minuti erano arrivati.

-Un hotel? Non mi sembra un posto tranquillo.-

-Dipende dai punti di vista e dal luogo. Dove ti porto è tranquillo, fidati.-

-Non ho mai smesso.-

-Cosa?-

-Non ho mai smesso di fidarmi di te.-

-Bene, continua a farlo e non rimarrai delusa.-

entrarono nell'albergo e lui sussurrò qualcosa all'orecchio del receptionist il quale gli consegnò una chiave, poi lui tornò e l'accompagnò all'ascensore, presse l'ultimo bottone e quando furono arrivati a Angie si presentò una vista meravigliosa. Era quasi il tramonto, poteva vedere tutta la città dalla sommità di quel palazzo.

-Non puoi passeggiare, ma almeno puoi rilassarti e liberare la mente.- “Non dovrei comportarmi così, ci siamo lasciati, e il fatto che ora viviamo di nuovo sotto lo stesso tetto non significa nulla. Però voglio che stia meglio, non voglio che qualcuno possa ancora farle del male, ma non posso relegarla in casa o costringerla a girare con una scorta. Devo chiudere in fretta questa faccenda e tornare da lei, ho fatto tutto questo per il suo bene e non è bastato. Infondo ho smesso di frequentarla, ma non di amarla.”

 

 

 

Continua...

 

 

 

  
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