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Autore: J_R14    31/03/2015    3 recensioni
All’apparenza potrei sembrare una ragazza normale, che non ha mai sofferto e che vive la sua vita felicemente, si è vero, adesso sono felice e spensierata, ma non è sempre stato così. Mi chiamo Rose Evans, ho 17 anni e abito da circa tre anni a Londra. Ho un fratello gemello, Zayn Evans, ma non sembriamo affatto fratelli, ne tanto meno gemelli ... siamo sempre stati felici, contiamo tantissimo l'uno sull'altra, ma non avrei mai pensato che quel giorno, la nostra vita sarebbe cambiata ...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Leggere lo spazio autrice (ho bisogno che lo leggiate per sapere un vostro parere su cosa ho scritto in questo spazio dedicato a me :D)


Rose’s Pov


Ero entrata in quell’ascensore da soltanto pochi secondi, ma mi sembrava di stare lì dentro da ore.
Appena avevo sentito Zayn cantare, corsi immediatamente fuori dalla porta alla ricerca di un qualsiasi medico. Logan mi inseguì, cercando di raggiungermi, ma senza successo. Appena si avvicinò, infatti, avevo già premuto il pulsante nell’ascensore, senza sapere quale, e le porte si stavano chiudendo. Quei pochi secondi che impiegò l’ascensore per salire sembrarono non passare mai; era come se fossi intrappolata lì dentro, senza poter uscire. In quel brevissimo tempo, però, riuscii a far calmare il mio cuore, a riprendermi un po’ dallo shock ed a formulare, nella mia testa, una frase comprensibile e con un minimo di senso. In quel momento, infatti, era come se fossi tornata una bambina di un anno che stava imparando a parlare e non riusciva a formulare frasi complete. Il suono dell’ascensore mi riportò alla realtà e, davanti a me, vidi le porte riaprirsi. Uscii di corsa, trovando appesa alla parete davanti a me una targhetta con scritto “4° Piano”. Non sapevo quali reparti ci fossero lì, ne tanto meno chi avrei incontrato; avevo bisogno semplicemente di un medico, anche se avrei preferito il NOSTRO di medico. Nostro perché era colui che aveva seguito Zayn dal momento in cui eravamo arrivati in quell’ospedale, colui che aveva detto che Zayn non ce l’avrebbe fatta e che ci aveva dato come consiglio quello di spegnere tutte le macchine che continuavano a tenerlo in vita. Colui che nonostante non credesse che Zayn potesse migliorare, ha fatto finta di crederci per aiutarmi ed ha continuato a fare visite su visite a mio fratello come se quelle avrebbero potuto cambiare qualcosa. Senza esitazione, iniziai a correre per quel lungo corridoio che mi trovavo di fronte superando infermieri su infermieri i quali mi guardavano allarmati ma non chiedevano niente. Arrivai alla fine di quel corridoio dove si divideva in altri due: destra o sinistra? Girai velocemente la testa verso entrambe le direzioni, per poi scegliere la destra. In quel corridoio, infatti, avevo visto un camice bianco, l’unico che fino a quel momento ero riuscita a vedere, che andava in direzione opposta alla mia. Cominciai a correre, di nuovo, e subito raggiunsi quel camice bianco.

<< Dottore! >> urlai per farlo fermare con il fiato che diventava sempre più corto e pesante.

Quest’ultimo si girò sentendomi chiamarlo. Appena il suo viso si girò verso di me, realizzai che era il dottor Hunt, ovvero il nostro dottore, e subito provai un senso di gioia. Era un uomo sulla quarantina, alto, robusto, capelli rossi e tutto il bene del mondo all’interno del suo corpo. Un uomo che ti ispira fiducia soltanto a guardarlo e che quando parla ti fa sentire come se stessi vivendo il giorno più bello della tua vita … anche se magari era morto qualche tuo parente. Lui sapeva sempre come consolarti e come farti sentire bene.

<< Rose? Cosa è successo? >> mi chiese vedendomi correre in quel modo.

Mi chiamava per nome, il dottor Hunt chiamava la sorella di un suo paziente per nome.
E questo perché? Semplicemente perché dopo mesi passati in quell’ospedale è impossibile mantenere un rapporto distaccato e professionale.
Un rapporto di “amicizia” nasceva sempre. Vidi, dall’espressione che si formò sul suo viso, la sua preoccupazione; aveva pensato sicuramente a qualcosa di brutto.

<< Ha cantato, dottore. Ha cantato. >> dissi fermandomi davanti a lui, con un sorriso stampato in faccia e le lacrime di felicità che mi riempivano gli occhi.

<< Chi ha cantato, Rose? >> chiese corrugando la fronte a causa della sua confusione.

<< Zayn! Ha cantato, ho sentito la sua voce >> risposi urlando leggermente, ma senza volerlo.

Senza nemmeno dire qualcosa, il dottor Hunt iniziò a correre con tutti i medici ed i tirocinanti a fissarlo. Senza esitazione ed involontariamente, cominciai a correre anche io, seguendolo. Non prendemmo l’ascensore, scendemmo per le scale e devo dire che fu una buona idea. Ci trovammo, infatti, in pochissimi minuti nella stanza di Zayn. Sembrava che non era cambiato niente, Zayn sempre sul letto immobile con gli occhi chiusi, mia madre seduta sul letto opposto a fissare mio fratello, e Logan in piedi davanti la porta del bagno a fissare a volte il pavimento, altre volte il muro che aveva di fronte. Appena videro il dottore entrare, però, si avvicinarono a lui iniziando a fare domande su domande.

<< Cosa è successo? >>

<< Perché ha cantato? È un segno positivo vero?>>

<< Vuol dire che si sveglierà presto? >>

<< Signori, calmi per favore. Non penso che una cosa del genere possa succedere, ma se è vero ciò che mi avete detto, sarà meglio fare degli esami accurati. >> disse semplicemente, facendo finta che tutte quelle domande non fossero mai state fatte.

Si avvicinò a Zayn iniziando a fissarlo anche lui.
Subito dopo, prese quella piccola torcia che tutti i medici hanno nella tasca del loro camice, e controllò i riflessi delle pupille di Zayn.

<< Dottore, la prego, se sa qualcosa … >> iniziai rompendo quell’aria tesa e piena di preoccupazione che si era creata nella stanza.

<< Rose, te lo ripeto >> disse interrompendo la mia frase, senza darmi la possibilità di concluderla:

<< non è mai successa una cosa del genere, almeno che io ricordi. Farò degli esami accurati ed una volta avuti i risultati vi farò sapere.>> disse poggiando le sue mani sulle mie spalle e sorridendomi.

Non so per quale motivo, ma il sorriso del dottor Hunt mi dava sicurezza e positività; mi bastava vederlo sorridere e tutto diventata più bello, mi bastava vedere quel sorriso per cambiare umore e di conseguenza, cambiare la mia giornata in positivo.

<< e quando farete questi esami? >>

Fu mia madre a parlare questa volta, con un lieve sorriso sulle labbra. Era strano vederla in quel modo, vedere la mia mamma di sempre, quella donna sempre solare e positiva nelle cose. Quella donna con la D maiuscola, che nonostante la morte del marito era riuscita ad andare avanti, a crescere due figli da sola contando soltanto sulle proprie forze … quella donna che aveva provato la paura di perdere un figlio e che adesso si stava godendo a pieno quel momento di speranza. Ed io ero felice per lei: se lo meritava a pieno quel momento.

<< il prima possibile signora Evans, glielo prometto.>> rispose il dottor Hunt, sorridendo anche a mia madre.

Detto questo, con un cenno della testa, ci salutò ed uscii dalla camera. Involontariamente lo seguii di nuovo e così riuscii a sentire ciò che stava dicendo: aveva preso il cellulare per chiamare qualcuno che, ovviamente, non conoscevo, ma sapevo che era un medico. Questo lo capii sentendo ciò che stava dicendo:

<< Prepara una sala, dobbiamo fare subito degli esami al ragazzo in coma, Zayn Evans. Voglio che questi esami vengano fatti entro domani. >>

E da quelle sue parole, capii che avrebbe mantenuto la promessa fatta a mia madre.
 
 

Erano passati due giorni, 48 ore da quando Zayn aveva cantato. In quei giorni avevamo continuato a mettere quella canzone nella speranza che Zayn cantasse di nuovo, ma purtroppo non era successo nulla.
Era come se avessimo fatto tutti lo stesso sogno: un sogno bellissimo ma di breve durata.
La nostra speranza iniziò a diminuire giorno per giorno, lasciando il posto alla paura ed ai dubbi.
E se fosse stato soltanto un riflesso?
Se fosse un segnale negativo e non positivo come tutti noi pensavamo?
E se, invece, fosse un segno che ci dice che ormai siamo arrivati alla fine?
Queste erano le domande che in quei giorni ci avevano tormentato ad ogni ora.
Adesso ci trovavamo nella camera di Zayn, tutti e tre seduti sul letto accanto a quello di mio fratello, in attesa del dottor Hunt con i risultati degli esami.
Si, perché il dottor Hunt aveva mantenuto la sua promessa ed in un giorno aveva fatto tutti gli esami necessari per capire cosa fosse successo a mio fratello. Non sapevo come ringraziarlo per quello, forse non sarei mai riuscita a ringraziarlo abbastanza.
Fu in quel momento che qualcuno bussò alla porta e vidi entrare nella stanza il dottor Hunt.
Aveva in mano milioni di foglio con sopra i risultati degli esami di Zayn e sulla faccia aveva stampata un’espressione che non mi piaceva per niente.
Era preoccupato.
 
<< Signora Evans, Rose, Logan … ho qui i risultati >> iniziò a parlare lentamente mentre chiudeva dietro di sé la porta, per poi andarsi a sedere su una sedia di fronte a noi tre.
 
<< Allora dottore? Ci sono miglioramenti? >> chiese subito mia madre.
 
Era impaziente, la capivo benissimo, ma in quel momento l’unica cosa da fare era restare in silenzio ed aspettare che parlasse il dottore. I risultati erano quelli e di certo, facendo domande su domande, non sarebbero cambiati.
 
<< Mamma … >> le dissi prendendo una sua mano per stringerla tra le mie.
 
Capì immediatamente e così, con un respiro profondo e con tutta la forza che aveva, non disse più una parola.
 
<< Allora l’attività neurologica di Zayn è molto instabile, e questo vuol dire o un miglioramento, ma purtroppo anche un peggioramento >> iniziò il dottore.
 
Vedevo che era in difficoltà  nel parlare e questa cosa non mi piaceva per niente.
 
<< Ma ha cantato, dopo tanto tempo di silenzio, ha cantato. Perché sta dicendo che può essere un peggioramento? >> fu Logan questa volta a parlare.
 
<< Non ho detto che sia per forza un peggioramento … >> replicò il dottore.
 
In quel momento volevo scappare, uscire da quella camera, c’era troppa tensione e non mi piaceva. Eravamo tutti agitati, forse anche troppo, per sentirci dire quel discorso filosofico che sicuramente il dottor Hunt aveva preparato precedentemente.
Non sarebbe riuscito a tranquillizzare nessuno in quel modo.
Notai che anche lui capì che con il suo discorso bell’e fatto non sarebbe arrivato da nessuna parte e così, da quello che capii, iniziò a parlare senza seguire un piano ben preciso.
 
<< ascoltate, questa cosa che è successa non è da considerare negativa anzi … il coma del ragazzo che ormai sta durando da mesi potrebbe finire. >> e detto questo notai che tutti fecero un lieve sospiro di sollievo.
 
<< è come se ciò che teneva Zayn lontano dalla realtà si sia rotto lasciando soltanto un piccolo velo che deve essere rimosso, altrimenti sarà come se questo non fosse mai successo >> continuò e mano a mano che si avvicinava alla fine della frase, abbassava la voce e parlava più lentamente.
 
<< Ci sta dicendo che ha bisogno di un’operazione per svegliarsi? >> chiesi io mentre gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.
 
Lacrime di gioia perché c’era una possibilità che Zayn potesse risvegliarsi, ma anche lacrime di paura perché doveva subire un’operazione e dal tono di voce che aveva utilizzato il dottore, capii che non era per niente un’operazione facile.
 
<< si, ma questa decisione ovviamente spetta a voi. Dovete solo essere consapevoli che se non viene fatta questa operazione, Zayn rischierà di restare così forse per qualche giorno, qualche mese … o forse per sempre >>
 
Mi piaceva il dottor Hunt ma quando ci metteva davanti una scelta del genere lo odiavo davvero con tutto il cuore.
 
<< E se decidessimo di fare questa operazione cosa rischia? >> chiese mia madre.
 
Aveva già preso la sua decisione?

<< Rischia di non farcela >> queste furono le uniche parole che uscirono dalla bocca del medico.
 
Quattro semplici parole, che però possono distruggere tutta la speranza e la gioia che hai dentro. Cosa potevamo fare?
Questa era davvero la scelta più difficile che avessimo mai fatto nella nostra vita.
Decidere di non far operare Zayn con il rischio che potrebbe restare cosi per pochi giorni o per sempre, oppure decidere di fare l’operazione con il rischio di poterlo perdere per sempre?
Era davvero una situazione di merda.
 
<< e quanto tempo abbiamo per decidere? >> chiesi io, sia perché mia madre era troppo scioccata per poter parlare, e sia perché altrimenti avrei iniziato a piangere. E non volevo farlo.
 
<< Tutto il tempo che volete, ma vi consiglierei di decidere il prima possibile. Prima agiamo e più probabilità di successo ci sono >>
 
 
 

*SPAZIO AUTRICE*

Hola!!!! Eccomi di nuovo con un nuovo capitolo. Ho aggiornato prima, felici? (Spero di si ahahah)
Ci sono state molte novità riguardo i nostri ragazzi dall'ultimo capitolo no? 
Quella che mi ha sconvolto di più è stato l'abbandono di Zayn, cosa ne pensate? Ci sono rimasta malissimo, davvero non me l'aspettavo.
E poi oggi scopro che è uscita la demo di un signolo di Zayn? Ma stiamo scherzando? (Comunque la canzone mi piace) Voi cosa ne dite?Comunque vi è piaciuto il capitolo? Spero di si <3
P.S. Spero solo che dopo questa notizia la mia storia continui ad avere seguaci. Ho paura che avendo come protagonista Zayn molti non vogliano più seguirla.
Ma io sapete cosa vi dico? Vedetela come un ricordo del nostro Zayn :)
Un bacio a tutti/tutte e spero in qualche vostra recensione.
  
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