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Autore: LadyVaderFrancy    31/03/2015    8 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF la Maledizione. Racconta la storia di come due maghi Severus Piton ed Harry Potter, vivono l'ascesa inevitabile del Signore Oscuro. Uno dei due pienamente consapevole del suo destino, mentre l'altro si troverà a combattere non solo con il mortale nemico, ma anche con ciò che è stato indotto a credere. Una storia piena di momenti introspettivi dei due protagonisti assoluti. (NB Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton, che non è stato raccontato)
Dal Capitolo 8
Alla fine quando Piton uscì dalla stanza era distrutto dalle orribili rivelazioni, e dalle infinite richieste del vecchio. Silente praticamente si era strappato il vessillo di condottiero che sfoggiava con tanto onore e gloria, lo aveva cacciato a forza sul suo petto e lo aveva ricoperto con una veste da Mangiamorte. In un prossimo futuro lui, Severus Piton avrebbe dovuto guidare nascosto nell’ombra, l’intero lato della luce.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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~~Ciao a tutti!!!
Finalmente è primavera… direte voi e beh veramente sono 10 giorni che è iniziata, bella sei un po’ in ritardo!! Avete ragione, ma la primavera è la stagione che porta idee e novità e io ne ho una per ogni categoria.
Cominciamo con le Novità… ho una BETA!! Si chiama Charlotte la ringrazio moltissimo per il suo aiuto, quindi da oggi niente più nomi sbagliati, errori di battitura o punteggiatura strana (a parte i pensieri tra parentesi scusate ormai ci sono affezionata quelli restano).
Invece per quanto riguarda le Idee, sapete che il mio cervellino folle è instancabile. E' un grande onore e un immenso privilegio, (riferiti entrambi unicamente al protagonista e non alla scribacchina che adora parlare di lui) che vi comunico che ho iniziato una nuova FF, si chiama “Severus Piton: il Principe Mezzosangue, il Mangiamorte, la Spia”. Ora come si intuisce dal titolo, è totalmente incentrata su Severus, sono degli scorci della sua vita (sono tutti One Shot). Una parte di essi sono totalmente di mia creazione altri riprendono le memorie del pensatoio. Sconsiglio la lettura a chi non è amante del nostro adorato pozionista…
Bene ora invece vi lascio al nuovo capitolo di Luce e Ombra, sarebbe molto carino, visto che io mi prodigo così tanto per riempire i vostri pomeriggi o le vostre serate, con un mucchio di ciarle sconclusionate sul pipistrello dei sotterranei, che anche voi usaste quella cosa che avete davanti allo schermo, si chiama tastiera... e serve per scrivere delle recensioni…
Ora vi lascio sul serio buona lettura a tutti.
Lady V.


Capitolo 21 Sorprese

Il fine settimana era passato in un batter d’occhio e Harry era rimasto per la gran parte del tempo in disparte, perso nei suoi pensieri. L'orribile rivelazione che era un Horcrux, la scoperta che Piton non era un traditore, la nuova profezia; era tutto davvero estenuante e terrificante. Avrebbe voluto solo prendere la sua scopa e librarsi in aria sperando di dimenticare tutto almeno per un paio d’ore, ma questo non era possibile. Così, mentre tutti i suoi compagni di casa dormivano nei loro letti inconsapevoli di quanto la sua vita si era ulteriormente complicata, si vestì in fretta pronto a dirigersi verso le cucine del castello, punto dove avrebbe incontrato Piton.

Stava scendendo le scale quando sentì le voci di Ron ed Hermione che erano accoccolati sul divano della Sala Comune.

“Simon” disse la ragazza dai capelli rossi.

“Ciao ragazzi”.

“Amico, dove pensi di andare?”

Harry scese gli ultimi gradini e poi si mise il mantello sulle spalle lasciando solo la testa visibile: “Ho un appuntamento con la professoressa Mc Grannit. Stanotte prenderemo gli oggetti dalle sale dei fondatori.”

“Cosa? Allora veniamo con te!” disse il ragazzo.

Il moro gli si avvicinò e scuotendo la testa rispose “No, non stavolta Ron. La professoressa è stata categorica. Non potete venire perché non potreste fare niente”. Poi guardò l’espressione corrucciata di Hermione e aggiunse “Non dovete preoccuparvi non sarò da solo. Credo ci vorrà parecchio, quindi ci vediamo domani mattina”.

La ragazza gli saltò al collo e disse “Oh Harry sta attento. Se è troppo pericoloso… non fare cose avventate.”

“Ehi lascialo respirare” disse Ron strizzando l’occhio in direzione dei suo compare. “E poi è con la Mc Grannit! Cosa vuoi che gli succeda! Non correrà nessun rischio.” e poi fece un sorriso beffardo.

Il moro annuì, poi li salutò e si coprì anche la testa. Camminò tranquillamente verso le cucine finché non vide Piton e la Mc Grannit in lontananza, che sembravo intenti a discutere di qualcosa di importante. ((Ma non dovevamo essere solo io e lui?)).

“Mi sembrava bene Severus, l’ho visto pensieroso ma tendenzialmente più tranquillo” disse la donna seriamente.

Poi il mago si voltò di scatto e rivolgendosi al nulla sibilò “Sig. Weasley non le hanno insegnato che è maleducazione spiare le conversazioni degli adulti?”

Harry era sgomento ((Allora è vero…può vedermi anche con il mantello…ma come ci riesce?)); poi si mise una mano sulla testa e si sfilò il magico indumento. “Ehm… io non stavo spiando… solo non volevo interrompere, ecco”.

La sua capo casa fece un’espressione interrogativa e poi disse “Bene, credo che possiamo andare. Weasley rimettiti il mantello”.

Harry la guardò sorpreso “Professoressa, ma viene anche lei allora?"

“SI, il professor Piton crede sia meglio così. Ora andiamo”. Quello che la Mc Grannit non aveva detto è che quel pomeriggio lei e Severus avevano avuto un acceso confronto. La vecchia strega aveva ribadito fermamente che non avrebbe lasciato trafficare uno dei suoi leoni con la magia oscura e tantomeno all’interno della sua scuola, e poi aveva sottolineato che la sua presenza sarebbe stata più che utile in caso di necessità, lasciando intendere che forse non solo Potter avrebbe beneficiato della sua partecipazione. Severus aveva ringhiato che la cosa era fuori questione, che non aveva bisogno di essere seguito da balie impiccione e apprensive e successivamente era stato costretto a scusarsi con la donna per il suo comportamento irrispettoso. Alla fine il pozionista aveva ceduto per sfinimento, chiedendosi come Silente riusciva a tenerla a bada.

I due insegnati lanciarono un incantesimo per rendersi invisibili e si recarono seguiti da Harry all’ingresso della sala di Tosca Tassorosso. Una volta raggiunto il quadro che raffigurava il grosso cane, Minerva provò un paio di incantesimi di apertura ma non ci fu nessun risultato. Stava per farsi avanti Piton quando Harry disse “Ehm… potrei provare io? Credo che, ecco, sarebbe solo più semplice” rispose timidamente, non volendo insultare nessuno.

Il pozionista annuì, sentì il ragazzo mormorare un Ahlomora e il quadro si aprì. La Grifondoro rimase sorpresa “Ma come è possibile? Lo ha fatto con un incantesimo del primo anno”.

“Ecco perché questo compito spetta a lui, Minerva” disse semplicemente l’uomo e poi diede uno sguardo severo al ragazzo e sibilò “Nessuna iniziativa Potter, farai solo quello che io ti dirò, mi hai sentito?”

“Si signore”. Harry ricordava la filippica di circa due ore che l’uomo gli aveva rifilato il giorno precedente, dicendo che ora che era a conoscenza delle cose doveva essere assolutamente responsabile, il che significava che doveva essere sempre accorto, che doveva obbedirgli ciecamente e che non gli avrebbe nascosto nessuna informazione, e che non poteva permettersi di fare le cose in maniera impulsiva, sconsiderata o stupida. Aveva anche sottolineato più di una volta che se fosse accaduta una cosa simile lo avrebbe strangolato sul posto e avrebbe usato i suoi resti come ingredienti per pozioni. Harry dubitava che Piton avrebbe fatto davvero una cosa simile ma di sicuro lo avrebbe maledetto, punito e rimproverato fino a farlo morire di noia. Così aveva promesso che non avrebbe mosso un muscolo senza che o Piton o la Mc Grannit ne fossero informati.

Il trio scivolò nella stanza. “Oh è molto bella” disse la Grifondoro “Ricorda moltissimo lo stile di Tosca”.

Piton alzò gli occhi al cielo “Merlino non siamo qui per godere delle meraviglie architettoniche del castello!!” Poi si diresse senza esitare verso la botte destra accanto al camino, sollevò il coperchio e un bagliore rosso investì la stanza. Harry si portò le mani alla testa. Allora Minerva si avvicinò al ragazzo “Stai bene Potter?”

“Si professoressa” rispose il moro. ((Ma io non gli ho detto dov’era? Come …))

Il marchio nero guizzava sul suo braccio come se fosse vivo, aveva riconoscito la firma magica del suo padrone. Quella era la prova definitiva che cercava. Ora sapeva cosa doveva fare. “Non vi avvicinate per nessun motivo, qualsiasi cosa succeda non toccate né la coppa né me, finché non ve lo dico io”.

“D’accordo Severus” rispose la donna.

Così, dando le spalle ai due Grifondoro, iniziò a sibilare una cantilena in latino e a praticare dei complicati ghirigori con la sua bacchetta. La magia che vorticava nella stanza era opprimente, potente e oscura più che mai. Passarono diversi minuti prima che Severus potesse sentire cosa la barriera vermiglia esigeva per lasciarlo passare: voleva un sacrificio, pretendeva un segno di sottomissione e di lealtà, così afferrò il coltello d’oro che teneva nella tasca della veste e fece un profondo taglio sul braccio sinistro proprio sotto al Marchio Nero. Versò il sangue sul campo di forza e mentre continuava a mormorare l’incantesimo con grande intensità il bagliore si affievolì e poi scomparve. Così allungò una mano e riuscì a prendere la coppa, poi chiuse il taglio e si coprì il braccio e infine si voltò lentamente con un’espressione trionfante ((Bene è fatta. E’ stato più impegnativo del previsto, ma non importa… l’unica cosa che conta è che siamo un passo più vicini a sconfiggere il Signore Oscuro)).

Harry fissava la scena a bocca aperta, ((Merlino sembra orribile, peggio della volta sulla scogliera…non sarei riuscito a prenderlo da solo…)) poi guardò Piton. Sembrava esausto, la fronte era madida di sudore e aveva il fiatone. Fece un passo avanti “Signore va tutto bene? Il braccio sta ancora sanguinando?”

Piton allora si rivolse a Minerva “Le pozioni per favore. Quella rossa e quella verde”, la donna si avvicinò al suo giovane collega e gli porse le due fiale. Il pozionista le buttò giù una dietro l’altra, poi vedendo l’apprensione negli occhi dei due Grifondoro ringhiò “Sto bene, ho solo bisogno di 5 minuti prima di prendere il prossimo” e poi prese posto su uno dei comodi divani della sala di Tosca Tassorosso per riposarsi e riprendere fiato.

“Professore… è sicuro di voler prelevare anche l’altro oggi?” chiese Harry.

“Assolutamente” rispose l’uomo freddamente ((Devono essere al sicuro se dovesse succedermi qualcosa...)). Così senza ulteriori indugi si alzò “Minerva sigilla la stanza e metti i reparti, nessuno a parte noi e Lupin deve poter entrare. Ti aspettiamo alla torre di Corvonero”. La donna annuì e vide i due maghi più giovani lasciare la stanza.

Harry camminava a fianco del pozionista: aveva così tante domande, ma si sentiva ancora molto a disagio accanto all’uomo, erano successe troppe cose spiacevoli nei mesi precedenti per non lasciare un pò di imbarazzo.

Piton lanciò un incantesimo silenziante “Potter posso sentire il tuo rimuginare da qui. Avanti sputa il rospo”

“Ehm…ecco io non sapevo… se potevo allora. Può dirmi come sapeva dove era l’Horcrux e come ha fatto a prenderlo?”

“Ho sentito subito la presenza della magia del Signore Oscuro, ecco perché sapevo dove era la coppa. E per quanto riguarda la seconda domanda sarebbe troppo complesso da spiegare.”

“Ma questo potrei prenderlo … io? Non mi sembra ehm, come dire... molto in forma” disse quasi sussurrando sperando di non contrariarlo ((a dire il vero ha un aspetto terribile... o meglio più del solito))

Piton alzò un sopracciglio, ma Harry non poteva vederlo ovviamente dato l’incantesimo di disillusione. “Assolutamente NO. La maledizione che lo circonda è molto potente e letale per chiunque non sia un Mangiamorte. La barriera vermiglia che hai visto prevede che solo un servo dell’Oscuro sia in grado di prendere l’oggetto che protegge lasciando un adeguato tributo”.

“Ohh capisco. Ingegnoso, ma non sarà pericoloso vero?”

“NO”

Quando la Mc Grannit li raggiunse, si trovarono di fronte all’ingresso della sala comune dei corvi, Harry si era chiesto per tutta la strada come sarebbero entrati senza l’aiuto di Luna ma poi vide il quadro aprirsi senza bisogno di nessun incantesimo.

“Ma come?”

“Potter io sono il preside e posso entrare ovunque nella scuola” sibilò l’uomo.

“Ohhh” ((Per fortuna che non è mai entrato nella torre dei Grifondoro, se i ragazzi lo scoprissero nessuno chiuderebbe più occhio…sarebbero terrorizzati)), poi ridacchiò pensando alla faccia che avrebbe fatto Ron ((di sicuro sarebbe svenuto)).

“Potter potevo entrare nella torre di Grifondoro anche quando ero semplicemente il capo casa dei Serpeverde” la frase ebbe subito l’effetto desiderato, una faccia inorridita e un silenzio immediato ((Merlino… poteva entrare anche quando…mi odiava? Grazie Godric per avermi protetto in tutti questi anni)).

“Potter dove si trova la stanza di Priscilla Corvonero?” chiese la Mc Grannit

“Nel corridoio che porta ai dormitori, proprio vicino alla stanza del Prof Vitious, professoressa”.

“Muoviamoci allora” ringhiò il pozionista. In assoluto silenzio e coperti da incantesimi silenzianti e di occultamento arrivarono al dipinto. Harry come in precedenza lo aprì con un semplice incanto di sblocco, una volta all’interno Harry tolse il mantello e i due professori gli incantesimi che celavano la loro presenza.

“Ohh la stanza segreta di Priscilla è molto rilassante e raffinata, mi piacerebbe poterci venire in seguito, con il permesso del preside ovviamente” commentò la vice preside.

Piton alzò gli occhi ma stavolta non disse nulla, e si diresse senza indugiare allo libreria dove aveva individuato subito il bagliore rosso, prese la scala e raggiunse scaffale quando e vide il ragazzo d’oro avvicinarsi “Stai indietro Potter”.

“Ma … e se dovesse”.

“Nessuna iniziativa, credevo di essere stato chiaro.” ringhiò l’uomo

Harry sospirò, certo che era stato chiaro. Ma Piton sembrava stanco e il ragazzo voleva aiutarlo in qualche modo. Dopo aver scoperto che in tutto quel tempo l’uomo aveva cercato solo di proteggerlo, di tenerlo al sicuro, e specialmente dopo avergli sentito rinnovare le sue promesse di restargli accanto, quei sentimenti di ammirazione e fiducia per l’uomo erano riemersi. Suo malgrado si allontanò e rimase in attesa di vedere nuovamente la magia che avrebbe permesso al pozionista di afferrare il diadema.

Stavolta Harry seguì con attenzione la procedura, e riconobbe alcune parole pronunciate dal Serpeverde: sangue, padrone, tributo e umile servo. Gli vennero i brividi al solo sentir pronunciare quelle parole e si chiese perché un uomo orgoglioso come Piton avesse scelto di diventare schiavo di Voldemort. Poi vide il sangue macchiare il pavimento, stavolta ce n’era di più... molto di più… Con la coda dell’occhio vide l’uomo afferrare lo scaffale, nel tentativo di non cadere.

“Severus, basta!” urlò la Mc Grannit preoccupata.

“State indietro… manca poco” sibilò l’uomo ((Non cederò di sicuro ora che manca così poco)).

La donna si avvicinò alla scala, ma rimase a debita distanza in modo da non interferire con la magia del suo collega; dopo solo altri due minuti il bagliore vermiglio scomparve e Piton si affrettò a chiudere il taglio, afferrò il diadema e lo lanciò alla sua collega. “Prendilo e mettilo con la coppa. Ce ne occuperemo nei prossimi giorni”.

Harry lo poteva vedere ansare affannosamente stavolta, mentre scendeva le scale il suo incedere era insicuro. Una volta a terra si girò, il suo viso era talmente pallido che Malfoy in confronto sembrava abbronzato, aveva dei sott’occhi scuri come se non avesse dormito da giorni.

“Santo Merlino Severus!” sbottò la Mc Grannit “Siediti”

“Presto... le fiale Minerva… quella blu, la viola e due di quelle verdi” sussurrò l’uomo mentre si accasciava stancamente su una sedia che prontamente la donna aveva richiamato. Poi gli passò le pozioni e lui le ingerì una dietro l’altra quasi senza respirare tra un sorso e l’altro.

“Come ti senti? Dovresti andare da Poppy".

“NO! Sto bene” sibilò l’uomo.

“Vedo… Direi che indubbiamente sembri più radioso del solito”.

Piton la guardò in cagnesco “Ho solo bisogno di riposo”.

La donna mise le braccia sui fianchi ed Harry riconobbe subito la posizione voleva dire che stava per essere in grossi guai, poi la vide assottigliare le labbra ((Ah non si mette bene…non vorrei essere in Piton)). La vecchia strega fece un passo avanti più intimidatoria che mai “SEVERUS!! Non fingere con me, pensi che non sappia quanto è stata impegnativa questa maledizione? Non sono di certo nata ieri, quindi non trattarmi come se fossi una scolaretta del primo anno!! Ora quando usciamo di qui andrai a farti vedere da Poppy o giuro che ti pietrifico e ti porto lì con la forza!!”

Il pozionista gli lanciò un occhiata omicida e ringhiò “Minerva … non ho undici anni, so cosa devo fare. Piuttosto riporta Potter alla torre”.

“Ohhh, no mio caro, non fare finta di non avermi sentito. Non ci muoviamo di qui se non mi prometti che andrai da Poppy”

PIton afferrò il mantello e strinse le mani a pugno ((Dannazione che donna impossibile!! Se solo riuscissi a fargli chiudere la bocca per 5 minuti, ho la testa che mi scoppia))

“Allora sto ancora aspettando” sbuffò la Grifondoro

“D’accordo MINERVA, almeno la smetterai di assillarmi, ma se Poppy mi avvelena o io sarò costretto a ucciderla per difendermi, avrai uno di noi due sulla coscienza”

La Mc Grannit sorrise soddisfatta, poi afferrò Harry per una spalla e disse “Vieni Potter ti riaccompagno alla torre”

Il moro annuì e poi disse “A domani … Professor Piton”

Il pozionista non rispose era esausto ed inferocito, fece solo un cenno con la mano. ((Ahhhh Merlino mi aiuti quei due saranno la mia morte))

Harry camminava in silenzio a fianco della sua capo casa, diretti verso la torre Grifondoro. ((Merlino… è stato davvero divertente… la faccia di Piton era impagabile… sembrava quasi come lo scorso anno quando fingeva di essere un adolescente ahahahahh, se solo potessi raccontarlo ai ragazzi… devo farmi spiegare un giorno come si estraggono i ricordi… ahhh la Mc Grannit è stata grande!! MI dispiace un po’ per lui però… vorrei davvero vedere il suo ingresso in infermeria… No no che vai a pensare … Piton ti ucciderebbe le cose si sono appena… sistemate? Non so nemmeno come sono adesso a dire il vero. UHmmm vediamo prima mi odiava… poi no ma non mi voleva intorno… poi abbiamo fatto il legame e non mi odiava più… poi ha finto di odiarmi di nuovo… e ora sembra di no, ma io come mi sento? Ahh questa è una bella domanda… vorrei tanto capirlo…beh di sicuro non lo ri-odio più almeno… o forse non l’ho mai nemmeno ri-odiato, ero solo ferito al pensiero che mi avesse tradito e arrabbiato perché mi aveva abbandonato dopo che aveva promesso di proteggermi e di aiutarmi… Beh sono ancora un po’ offeso però… poteva dirmelo… sono stato mesi a pensare cose orribili su di lui…ahhh basta tanto è inutile, io non so cosa provo e lui non me lo dirà mai quindi…)).

Piton aveva cercato di defilarsi nel frattempo, ma le sue condizioni glielo avevano impedito. Avrebbe dovuto andare con la vecchia megera in infermeria, e lui odiava l’infermeria. Quando la vide sulla soglia del quadro fece un ringhio sommesso.

“Eccomi, ho fatto prima che ho potuto Severus”

“Non è necessario Minerva”

“OH non fare tante storie. Comunque se sei preoccupato per Poppy, sta tranquillo: lei ti ha sempre difeso, e lo fa anche adesso… dicendo che se non ci fossi tui Carrow avrebbero già mandato in malora il castello”.

Piton la guardò sorpreso: aveva un buon rapporto con la medi maga, ma non si sarebbe mai immaginato che alcune delle persone che adoravano Albus come lei, lo avrebbero mai appoggiato senza sapere la verità. Eppure sia Lupin che Minerva e ora Poppy, nonostante gli eventi innegabili, avevano avuto dei dubbi sul ruolo che era stato costretto a recitare. ((Possibile che Albus gli abbia accennato qualcosa?? No impossibile… ma allora perché?))

Il pozionista dovette fermarsi più di una volta lungo i corridoi, era stanco, poteva sentire le gambe reggerlo a fatica. Una volta raggiute le porte esitò un attimo. Ma una mano gentile ma ferma sulla schiena lo spinsero avanti “Andiamo Severus, dovresti dirglielo. Se ti trovassi in seria difficoltà avrai bisogno del suo aiuto”

“Non sono affari tuoi Minerva” sibilò freddamente l’uomo “E poi ogni persona che sa…mette a rischio il mio ruolo, i piani, niente conta più di questo” ((Mi hai sentito vecchia megera. Niente è più importante))

“Hai mai pensato che molti qui al castello…” poi la donna guardò l’espressone cupa sul volto del suo collega testardo “Sai, forse non sei questo grande mistero per il personale di Hogwarts” ed aprì le porte dell’infermeria ed entrando nella stanza gridò: “Poppy hai una paziente!” poi guardò il pozionista, gli sorrise beffarda, aveva un'espressione felina nei suoi lineamenti “Ora è affar tuo… rimettiti Severus”

Poppy uscì di gran fretta dal suo ufficio e quando vide Severus in piedi vicino la porta che stava per voltarsi per uscire, urlò accigliata “Ahhh ma che grande onore avere il nostro preside, nella mia umile infermeria”

Il pozionista gemette, conosceva quel tono ((Ahhh sarà una lunga notte che Salazar mi aiuti))
“Hai un aspetto orribile Severus, mettiti a letto!!”

“Sto bene” ringhiò l’uomo.

“SI certo, come tutte le altre volte. Non discutere con me, puoi anche essere diventato il preside ma una volta superate quelle porte, qui comando io. Muoviti adesso e non costringermi ad usare uno dei miei incantesimi per incollarti a quel letto, perché sai che lo farò” disse severamente.
L’uomo sospirò. E come se lo sapeva! Quella fastidiosa donna aveva osato farlo in passato in più di un occasione, così fece come ordinato con grande irritazione e molto imbarazzo. La medi maga lanciò un incantesimo diagnostico e poi lasciò la stanza. Poco dopo rientrò con molte fiale e le porse all’uomo, lui le aprì, le annusò e poi le ingerì senza protestare.

“Ho prestato giuramento di aiutare chiunque Severus, anche i furfanti come te. E comunque non ho avvelenato le tue pozioni”.

L’uomo, per la seconda volta quella sera era sorpreso. Aveva continuato a fare i rifornimenti per l’ospedale ma non lo aveva mai detto a nessuno e fingeva di comprarle perché era costretto come preside.

“Ohhhh sì, lo so che sei tu che prepari le pozioni, riconoscerei il tuo tocco e la tua perfezione ovunque: non c’è filtro per la febbre migliore del tuo, nessuno può eguagliarlo”.

A questo punto non sarebbe mai uscito da lì senza dare una spiegazione almeno minima alla donna, così, stanco e sconfitto, appoggiandosi allo schienale del letto dopo aver lanciato un silenzio, le raccontò che non aveva tradito Albus, ma che non poteva scendere nei dettagli e gli chiese semplicemente di fidarsi di lui. La donna annuì e poi disse solo “Io lo sapevo che non potevi averlo fatto” . Poi si voltò e tornò nel suo ufficio.

Era stata una giornata estenuante, voleva sono riposare e non pensare più a niente, ma la pace non era destinata a lui e quella notte, con la coda dell’occhio vide una testa bionda sbucare dalle porte dell’infermeria.

“Draco!!” sbottò con rabbia.

Il biondo si avvicinò con circospezione e una volta raggiunto il letto dell’uomo sussurrò “Ehmm io, ti ho visto entrare e…”

“Dovresti essere al dormitorio. Il coprifuoco e passato da più di un ora!!” sibilò l’uomo
Gli occhi grigi del biondo erano pieni di preoccupazione “Ecco sono diversi giorni che non ti vedo… da quando hai detto a Pot-”

“Draco! Non dire quel nome qui!!”

“Scusa Zio Sev” rispose contrito il Serpeverde. Severus osservò il suo figlioccio, in genere non era così arrendevole, c’era qualcosa che lo turbava profondamente così con tono più calmo chiese “Cosa c’è Draco?”

Il giovane gli allungò una pergamena: la sua mano tremava leggermente “Ecco lui… glielo ha chiesto zio Sev… Ti prego, non lasciarglielo fare”.

Il pozionista prese la pergamena dalle mani del ragazzo e senza esitare si affrettò a leggere le poche righe. Riconobbe subito la scrittura elegante e ordinata di Lucius.
 

Draco,
Ho saputo che presto il nostro Signore avrà bisogno di tutti i suoi più fedeli seguaci per affiancarlo nella lotta contro chi osa ostacolarlo.
Ho ritenuto doveroso richiedere la tua presenza qui al mio fianco e la mia richiesta è stata accettata.
Tra due giorni verrò a prenderti. Come erede della nostra prestigiosa famiglia è un onore seguire gli ordini che ti verranno impartiti per soddisfare i voleri del nostro beneamato Signore Oscuro.
Lucius Malfoy

Piton strappò con furia il pezzo di carta. La magia crepitava intorno a lui, cercò di calmarsi facendo dei profondi respiri, poi alzò lo sguardo per incontrare gli occhi grigi e disperati del suo figlioccio “Non glielo premetterò, Draco”.

Quest'ultimo si concentrò su quegli occhi neri e profondi che in quel momento apparivano così oscuri: non aveva mai visto quello sguardo sul volto del suo padrino, faceva davvero paura. Per un solo istante aveva quasi dimenticato che quella rabbia non era destinata a lui e quando se ne rese conto fece un timido sorriso sapendo che Severus non gli aveva mai mentito prima d’ora, sapendo perfettamente che poteva stare tranquillo perché lui lo avrebbe protetto fino al suo ultimo respiro.

 

   
 
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