Entri nell’ascensore tranquillamente, non sai che io ti sono accanto.
Fischietti un motivetto stupido.
L’ascensore si ferma, le porte si aprono, tu esci.
Sono accanto a te.
Entri in casa, posi la ventiquattrore sulla poltrona.
Sono ancora accanto a te.
Spengo il televisore che tu hai acceso, ma tu lo riaccendi, non hai paura. Ma io sono accanto a te.
Ti osservo.
Sussulti quando si spengono le luci.
Ti spaventi quando le porte sbattono.
Sono io, non è il vento.
Sbattono anche le antine dei mobiletti.
Ora hai paura. Sono la Morte e sono venuta a prenderti.
Esci di corsa da casa, premi all’impazzata i pulsanti dell’ascensore. Sicuro che dopo sarai salvo?
Io credo di no.
Povero illuso.
La porte dell’ascensore si aprono, tu entri e…
Cadi nel vuoto. La cabina non è salita.
Sono la Morte e sono venuta a prenderti.