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Autore: SSJD    01/04/2015    5 recensioni
Doveva essere una OS, la prima volta di Pan... Ma dopo ben nove NON prime volte, ne è uscito un racconto a più capitoli che spero possa piacervi...
Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Trunks x Pan'
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Non so per quanto tempo ci allenammo. Era un vero spasso, farlo con Pan. Oltre ad avere una forza incredibile, aveva anche uno spirito competitivo da vera sayan. Penso che in questo assomigliasse molto di più a mio padre, che ai membri della sua famiglia. Dopo credo quasi due ore di intenso allenamento, Pan ebbe la pessima idea di lanciarmi un'onda energetica potentissima. Ricordandomi il suggerimento di mio padre di poche ore prima, mi dovetti trasformare per cercare di deviarla. Purtroppo però, l'onda che tentai di far cadere sulle pareti della CG, prese una strana curvatura e tornò esattamente nel punto da cui era stata lanciata, colpendo in pieno Pan. La vidi cadere per terra come un sasso e, immediatamente, volai da lei per vedere cosa le fosse successo.
Mi accovacciai a fianco a lei e, vedendola svenuta, capii di averla combinata veramente grossa. Le presi la mano e le donai una buona parte della mia energia, grazie alla quale riuscì finalmente a riaprire gli occhi.
“Tutto bene?” le chiesi facendole una carezza sul viso “Mi hai fatto spaventare...scusa, è stata colpa mia, dovevo controllare meglio la traiettoria...”
Lei mi guardò, e subito scostò il viso dalla mia mano, facendo un'espressione quasi terrorizzata.
“Hey, tutto bene? Pan, stai bene?”
“T-Trunks?”
“Sì, sì, principessa, scusami, ti prego. La prossima volta starò più attento...” tentai di scusarmi.
“Trunks...p-per favore...potresti tornare normale?” mi chiese ancora un po' spaventata.
“Oh, sì, certo” le dissi tornando a farmi cadere i capelli lilla sulle spalle. Mi sedetti a fianco a lei a gambe incrociate, per aspettare che si riprendesse del tutto.
“Grazie...così va molto meglio” disse facendomi un sorriso.
“Perché ti dà fastidio, Pan? Perché ti rende nervosa vedermi così? Sono sempre io. Non cambia il mio carattere, non mi scordo di certo con chi sto combattendo, quando mi trasformo. Perché ti impaurisce?” le chiesi incuriosito.
“No, non mi fa paura...è che...mi mette...un po'...a disagio...”
“Disagio? Perché tu non lo puoi fare, o cosa?”
“No...è che...ti ricordi il giorno che io e te abbiamo...sì, insomma...quando sono venuta sulla spiaggia...a chiederti scusa...”
“Sì, certo, quando ti sei allenata con mio papà”
“Sì...ecco...quello...Anche lui si era trasformato e anche con lui ero per terra...e non riuscivo più a muovermi e...mi teneva bloccata...e pensavo che volesse...farmi del male...”
“Sì, mediamente mio padre fa parecchio male a chi osa sfidarlo, ma dovresti saperlo, o no?”
“Sì, ma...oh, lasciamo perdere...sono stata così stupida che non vale nemmeno la pena discuterne”
“Hai pensato che volesse ucciderti? Capita, con lui, non è da stupidi pensarlo” le dissi ricordando le circa duemila volte in cui mi ero sentito veramente in pericolo di vita, allenandomi con lui.
“No...pensavo...cioè, veramente...mi ha fatto credere...che volesse...me” mi disse timidamente, facendomi scoppiare a ridere.
“Che hai da ridere, è vero! Mi ha provocato all'inverosimile per farmi capire che ti dovevo delle scuse e che avevo sbagliato, quella mattina, ad andarmene...quando invece, avremmo voluto...fare...l'amore...Probabilmente ci sarei arrivata anche da sola, senza il suo poco ortodosso intervento, ma così è stato meglio. Uscita da quell'allenamento avevo un bisogno irrefrenabile di dirti ciò che provavo, subito...Non sei arrabbiato, vero...Eh, Trunks?”
Le feci un sorriso che voleva significare che no, non ero arrabbiato.
Non lo ero affatto, né con lei, né tanto meno con mio padre.
Sapevo quanto gli era costato provocare Pan in quel modo.
Sapevo che, con molta probabilità, era stata un'idea di mia madre, quella di mandare lui a 'sbloccare' la situazione.
Sapevo che gli era pesato tantissimo parlare dei suoi sentimenti con la mia ragazza solo per far sì che, anche lei, aprisse il suo cuore, mostrandogli ciò che provava, per me.
Sapevo che dovevo tanto, a entrambi i miei genitori e li avrei ripagati per tutta la vita, volendogli bene, per sempre.


Guardai Pan, che ancora era sdraiata a terra e mi scrutava con due occhi speranzosi di avere un mio sorriso di rassicurazione. Glielo concessi volentieri. Dopodiché, convertendo quello stesso sorriso da dolce a malizioso/sadico, mi ritrasformai e mi misi a carponi sopra di lei.
“C-cosa fai, T-Truunks?” mi chiese preoccupata.
“Io voglio te. Voglio assaporarti, adesso. E il fatto che tu sia senza forze per reagire, mi fa venire ancora più voglia di torturarti...non hai scampo...sayan...” le dissi slacciandole la cintura della tuta e sfilandogliela da sotto il corpo per poi lanciarla lontano.
“T-Truunks...non credi sia il caso di togliere almeno la gravità...per fare...questo?” mi chiese con la voce tremolante dai brividi che avevano iniziato a percorrerle il corpo, non appena iniziai a baciarle il ventre nudo.
“No. Così non puoi sfuggirmi” le dissi interrompendo per qualche secondo la scia di baci che le stavo lasciando sulla pelle morbida.
Infilai una mano sotto la schiena per andare a slacciare il fiocco della parte superiore del bikini che, poco dopo, volò nella stessa direzione della cintura dei pantaloni.
Appena il seno fu libero, iniziai a baciarlo e ad accarezzarlo con molta dolcezza. Volevo che capisse che, nonostante la trasformazione, potevo controllare perfettamente la mia forza, come avevo sempre fatto. Capii che la cosa le stava piacendo non poco, quando, dopo alcuni minuti di piacevoli torture, il suo respiro iniziò ad accelerare e la sua schiena si inarcò per esporre maggiormente la parte torturata alle mie attenzioni. Ad un tratto, tolsi la mano dal seno e la feci scivolare giù fino ad infilarsi, prima sotto l'elastico dei pantaloni e poi sotto quello del costume, andando a cercare la parte più intima e nascosta di Pan.
Non mi stupii di trovarla pronta ad accogliere le mie dita che scivolarono dentro di lei molto, ma molto lentamente. Alla novità, Pan non poté fare altro che reagire emettendo un gemito di piacere che accentuò ancora di più il mio desiderio di vederla godere grazie ai baci che, di lì a poco, le avrei donato.
“Ti va, principessa?” le chiesi staccando per qualche secondo le labbra dal suo seno.
“Sì...ti prego”
Non me lo feci ripetere due volte. Feci scivolare le dita fuori da lei leccandomele con gusto e feci poi volare lontano i pantaloni della tuta assieme al costume. Dopo averle lasciato una scia di baci incandescenti su entrambe le gambe, mi concentrai finalmente nel punto dove sapevo di essere desiderato.
Decisamente...desiderato.

….
…..
Ora, i casi erano due: o ero stato particolarmente bravo, o il desiderio di Pan era cresciuto enormemente a causa delle provocazioni della mattinata. Non escludo che fosse stato il risultato delle due cose ad averle dato così tanto piacere, in così poco tempo.
Sollevai il viso dal mio dessert e la guardai tornare a respirare normalmente per poi riaprire gli occhi e sorridermi.
“Trunks...”
“Mhm” le riposi leccandomi le labbra per finire di gustare tutto il suo sapore.
“Sei stato...sei...veramente...un demonio”
“Ah, grazie! Speravo in qualcosa di più carino...principessa...E comunque...ti dichiari sconfitta?” le chiesi per tentare di ottenere la risposta che aspettavo da ormai un paio d'ore.
“Sì, sì, sconfitta, sconfittissima. Sconfiggimi pure quante volte vuoi...” mi disse con la voce ancora piena di desiderio.
Mi alzai e andai a recuperare i suoi indumenti. Glieli porsi e, con un sorriso, le dissi:
“Allora è un sì?”
Non mi rispose. Si rimise solo il costume tenendo la tuta in mano. Mi guardò con due occhioni pieni di allegria e, facendomi un sorrisone a trentadue denti, mi disse:
“Solo se andiamo a fare il bagno”
Inarcai un sopracciglio perplesso. Forse un bagno mi ci voleva proprio. Dopo aver fatto provare piacere a Pan, un certo desiderio era venuto anche a me. Avrei fatto bene a farmi una bella nuotata, per calmare i bollenti spiriti.
Mi levai la tuta sotto cui portavo il costume e le dissi:
“E poi sarei io il demonio, eh?”
“L'hai detto tu, Trunks: ogni cosa...a suo tempo” disse voltandomi le spalle e uscendo sulla spiaggia.
Mi stampai una mano in fronte scuotendo la testa. Quella ragazza mi avrebbe fatto impazzire, prima o poi, ma sinceramente, la cosa, non mi dispiaceva affatto.





 
   
 
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