Ciao!
Finalmente sono iniziate le
vacanze natalizie, che bello!
Nello scorso cap abbiamo
lasciato Debora incredula davanti ad un invito per partecipare ad un provino…
Cosa succederà?
Volevo precisare che l’episodio della pasta che verrà
narrato in questo cap è realmente accaduto nella prima edizione di X Factor, c’è anche un video su You Tube che lo fa vedere, per
cui non ho resistito e l’ho inserito nella fic, adattandolo alla situazione
(infatti alcune battute sono simili a quelle del video). Ok?
Grazie mille a:
Angel Texas Ranger: Siii, viva voi Debore! xD E Niko si è meritato proprio una bella
“punizione” anche se per me non è ancora
abbastanza… Tu che ne dici? xD xD
95_Angy_95:
Purtroppo lo zio Max ha rischiato di cadere nella trappola di Rossella… E Niko ha avuto quello che si
meritava come hai detto tu, eheh! Spero
che questo cap ti piaccia!
Vero15star:
Riguardo Andrea e Deb in questo cap ci sarà un piccolo momento che li vedrà
protagonisti, spero ti faccia piacere! E Max, beh, è pur sempre un uomo ma ha
saputo dare fine ala provocazione, per questo Debora lo comprende. E su Niko,
beh, hai perfettamente ragione!
A mercoledì!
La vostra milly92.
Capitolo 26
Quasi riuscivo a captare
l’incredulità di Rita e Samanta che mi fissavano qualche secondo dopo che Niko
era uscito dalla stanza. Continuavo a fissare il foglio come se potesse darmi
qualche spiegazione in più, come se mi
aspettassi che uscisse la scritta: “Scherzo!” da un momento all’altro.
Avevo il respiro affannato, e
quasi non sentii Dante che mi chiedeva di poter leggere il foglio, e lasciai
che se lo prendesse senza nemmeno aver capito cosa mi avesse chiesto.
Era uno scherzo, certo, una
presa in giro, una pubblicità… Qualsiasi cosa spiegasse il fatto che un noto
regista mi aveva invitato a dei provini, rifiutando la star del momento.
“Alla faccia, complimenti” se
ne uscì Dante riconsegnandomi il foglio qualche minuto dopo.
“Ma che…” riuscii a
balbettare, “Deve esserci un errore”.
“Non credo, però… E’ proprio
vero che Dio esiste…” commentò preso Giuseppe leggendo il foglio.
Non riuscii a rispondere, e
ringraziai Dio quando Vincenzo esclamò: “Ehi, è tardi, chi viene a preparare la
cena con me?” , facendo allontanare più di metà dei presenti.
Rimasi con i Gold Boyz, che
mi guardavano senza aggiungere nulla.
“Secondo voi cosa devo fare?”
chiesi disperata, continuando a stringere quel foglio.
“Penso che dovresti saperne
di più, quindi di conseguenza parlare un po’ con Niko dato che lui è l’unico
che ne sa qualcosa” consigliò Andrea, riprendendo il foglio e leggendo.
“Ma come faccio? Cioè,
scusate ma… Non ce la faccio a…parlargli…” mormorai.
“Il fatto è che lui sembra
pure offeso da questo rifiuto!” ragionò Francesco. “Ma penso che alla fine è
inutile litigare, insomma, a te non piace più, lui non è stato preso… Metteteci
una pietra sopra!”
Un po’ aveva ragione, ma di
certo non si poteva cancellare tutto quel casino e sapevo che anche se avessimo
fatto pace, tra me Niko non ci sarebbe mai stata più un’amicizia dal momento
che lui stesso aveva ammesso di aver finto.
Fu così che a cena me ne
stetti zitta zitta, mangiandolo solo un po’ di insalata ed una mela, con il
pensiero rivolto a quel foglio e alla proposta per il provino. Com’è strana la vita, pensai: poco più di un
mese prima ero lì, insicura, con una cotta pazzesca per Niko, ed invece ora ero
lì, apparentemente più sicura e cresciuta, con una cotta alle spalle per lui e
in procinto di fare un provino per un film.
“Ragazzi, sono arrivati i
programmi!” annunciò Rita mentre aiutavo Rossella a sparecchiare. “E indovinate
un po’? Domani ogni life coach verrà intervistato da “fashion Girl” con il
proprio talent!” aggiunse presa.
Ascoltai la notizia con un
nodo alla gola. “Un’intervista?!” chiesi.
“Si, alle dieci” confermò
Samanta leggendo.
E fu quel fatto a spingermi
nella camera di Niko mezz’ora dopo, tremante e incerta. Bussai alla porta, e
quasi non riuscivo ad aprirla dopo il suo “avanti”.
Appena mi vide restò fermo,
senza dire nulla.
“Posso?” chiesi, cercando di
non ricordare la sua faccia semi indemoniata di quella mattina mentre mi diceva
tute quelle cose terribili.
“Si” mormorò, facendomi segno
di sedermi su una sedia lì vicino.
Ubbidii, prima di sospirare e
dire: “Sai, domani abbiamo un’intervista con “Fashion Girl”…”
“Uh, davvero?” chiese, per
niente interessato e facendomi irritare.
“Si, e di certo non possiamo
scannarci davanti alla giornalista” risposi sarcastica.
“E allora?”
“E allora, visto che qui
l’offesa dovrei essere io, volevo… volevo proporti di fare pace. So che hai
finto e tutto il resto,ma non credo sarà molto doloroso comportarti con me come
una normale conoscente” dissi tutto d’un fiato, abbassando lo sguardo.
“Mi stai dicendo che mi hai
perdonato?!” chiese incredulo, lasciando perdere il tono irritato.
“Perdonato è una parola
grossa… Diciamo che sono disposta a far finta di nulla, tanto non mi piaci più,
io non ti sono mai interessata nemmeno come amica e tra un po’ non ci vedremo
nemmeno più… Quindi che senso ha fare la guerra?” spiegai, dicendo addio a
tutti i miei valori della “vita precedente”.
Lui non rispose all’inizio,
così rimanemmo in un grande silenzio durante il quale io scrutai la stanza ed
imparai a memoria ogni particolarità del pavimento.
“Non me l’aspettavo” dichiarò
alla fine. “Dopo le mie parole di oggi…”
“Diciamo che sono cresciuta
ed ho imparato qualcosa in queste settimane… Anche se per te resto sempre una…
sedicenne psicolabile, giusto?”
Quelle parole lo colpirono e
lo affondarono. “Non lo penso per davvero, e scommetto che lo sai! Quelle cose
non sono vere, le ho inventate…” ammise, ma io scrollai le spalle.
“Ti ho detto che sono
cresciuta, e perciò penso che solo il tempo potrà affermarmi se quanto dici è
vero” ribattei il più tranquillamente possibile.
Lui annuì tristemente, prima
di porgermi la mano. “Allora… Pace?”
“Tregua” precisai seccata,
stringendogli brevemente la mano ed alzandomi. “L’intervista è alle dieci
domani mattina” lo informai, prima di uscire dalla stanza.
La notizia fece la notizia
del loft, e tutti parvero sollevati tranne Max, che se ne stava zitto zitto a
provare i suoi brani.
Avrei tanto voluto parlarci,
ma quando lui non incrociò il mio sguardo diverse volte, pur sapendo che lo
stavo osservando, mi rassegnai, sostenendo una conversazione “garbata” con Niko.
L’indomani si annunciò
particolarmente caldo, sembrava di essere già a giugno, e mi stupii quando vidi
l’estetista sulla soglia della mia camera, spiegandoci che ci avrebbe preparato
lei. Era la nostra prima intervista, eppure tra Rita e gli altri life coach io
ero la meno emozionata, e la cosa mi preoccupava un po’. Era come se tutti quei
disastri degli ultimi giorni mi avessero rafforzata e non mi permettevano di
emozionarmi per una cosuccia da niente come un’intervista.
“Come pensate debba
vestirmi?” chiesi alle ragazze appena uscii dalla doccia. “Elegante, casual,
sportivo…?”
“Direi casual con qualcosa di
elegante” mi consigliò l’estetista che stava truccando Samanta.
Annuii, e alla fine, dopo
qualche indecisione, indossai dei jeans neri, una maglia a camicetta azzurra e
delle ballerine con un minimo di tacco.
L’estetista fece davvero un
bel lavoro, e rimasi i capelli sciolti ma adornati con un frontino . Mi sentivo
davvero “a posto”, e come per il fatto dell’intervista, mi sentivo fin troppo
sicura. Perché?!
Continuai a chiedermelo
finché non andai in salotto ad aspettare l’autista insieme agli altri.
“Stai davvero bene, sembri un
gioiellino” mi accolse Lara. Le sorrisi riconoscente, dopotutto non la
conoscevo bene e all’inizio l’avevo giudicata un po’ male semplicemente per il
fatto che spesso era un po’ egocentrica.
“Si, diciamo che così posso
darti…uhm, sedici anni e mezzo, và!” concordò Andrea sorridendo e dandomi un
pizzicotto sulla guancia.
“Ma grazie! Ed invece io con
quella cresta te ne do diciotto” lo rimbeccai ridendo, prima di notare che il
camera man di turno, Luigi, era appena arrivato.
“Oh, bella scena! Dai,
ripetetela, la mettiamo nel day time di giovedì, il pubblico vuole anche
momenti normali, in cui non provate” disse, azionando la telecamera.
Ormai ci eravamo così
abituati che senza pensarci troppo ritornai indietro e feci il mio ingresso in
sala e ripetemmo le stesse battute, ma alla fine si intromise anche Niko che iniziò
a prendere in giro Giuseppe per i suoi capelli.
“Perfetto, va bene così”
annunciò Luigi spegnendo l’aggeggio.
Alle dieci meno un quarto
arrivarono i vari autisti che ci condussero in diversi posti, a me e Niko toccò
un bar al centro di Napoli, dove ci stava aspettando una donna con una corta
chioma bionda e riccia, con dei grandi occhiali e vestita molto elegantemente.
Mi ricordava un po’ Rita Skeeter di Harry Potter a dir la verità.
“Salve, che onore! Piacere,
io sono Aida Genellotti, l’inviata di “Fashion Girl”!” si presentò stringendoci
la mano e sorridendo imperterrita.
“Piacere” dicemmo io e Niko,
abbozzando un sorriso.
“Che gioia essere vicino i
nuovi idoli delle teenagers!” dichiarò.
“Scusi?” chiesi. “Idoli…?”
“Ma si, Music’s Planet è
seguito soprattutto per voi due, il pubblico vi ama, insieme siete formidabili,
lui timido ma giusto, il classico principino, e lei pacata e modesta…”
Io e Niko ci scambiammo
un’occhiata scettica, prima che lei si decidesse a dire: “Allora, iniziamo
quest’intervista! Io registrerò le vostre risposte con questo” spiegò,
cacciando un registratore fuori dalla borsa, “E dopo dovreste fare qualche
foto”.
Annuimmo, scatenando in lei
l’ennesimo sorriso.
“Iniziamo con te, Debora!” mi
disse poco dopo aver ordinato qualcosa. Io me ne stavo zitta ed attenta mentre
bevevo il mio bicchiere di thè alla pesca, mentre Niko scrutava la scena
curioso mentre beveva la sua coca cola. “Allora, parlami un po’ dell’inizio di
quest’esperienza e dei provini!”
“Beh, in realtà è nato tutto
per gioco, ho deciso di fare i provini tanto per fare un’esperienza, e per me
era una vera sorpresa ogni volta che Maria mi faceva passare al turno
successivo. Quando mi ha detto che ce l’avevo fatta, scegliendo me invece che
Lucia, l’altra ragazza che era arrivata allo stesso punto, non ci credevo…”
risposi. Scavare nei ricordi mi provocava un leggero brivido.
“E com’è stato ambientarsi in
un ambiente dove gli altri abitavano da quasi un mese?”
“All’inizio è stata dura, già
il fatto di entrare di mercoledì e non durante una prime time come succedeva
con i nuovi entrati ti metteva a disagio perché non avevi una presentazione
ufficiale. Poi però dopo i primi giorni mi sono trovata subito con tutti, anche
se mi mancava la mia famiglia”.
Aida annuì, bevendo un sorso
di caffè. “E come si è evoluto il tuo rapporto con Niko? Sappiamo che gli hai
addirittura consigliato due brani, che hai organizzato un incontro con la sua
famiglia…” disse, spingendo il registratore più vicino a me. Mi dissi di essere
molto cauta, di certo non potevo spiattellare tutta la verità; infatti, Niko mi
aveva lanciato un mezzo sguardo intimorito mentre continuava a bere.
“Oh, diciamo che non si è mai
evoluto, nel senso che abbiamo avuto subito un’intesa dai primi giorni e che
non abbiamo fatto altro che perfezionarla successivamente, arrivando
addirittura ad avere dei riti scaramantici durante le ultime prove…”
Grazie a Dio
non mi può crescere il naso per tutte queste scemenze che sto dicendo!
“Riti scaramantici che però
non hanno portato bene nell’ultima puntata: come hai vissuto il ballottaggio
martedì?” domandò.
Mi lasciai scappare un
sorriso al solo ricordo. “Male, male. Infatti qualcuno mi prende ancora in giro
nel loft: non so se i camera men hanno ripreso-ero troppo scossa per badarci-
ma feci una specie di fosso su una delle panche del back stage, tanto che non
riuscivo a stare all’impiedi per via della… tremarella! Ricordo che tutti
cercavano di consolarmi, e alla fine io, Massimo, Rossella e i Gold Boyz ce ne siamo
stati davanti a quella piccola tv a pregare chissà quale Santo, anche se alla
fine mi è dispiaciuto per Luigi, ero molto affezionata a lui”.
“Quindi, dopo cinque
settimane, con chi hai legato maggiormente tra i vari coinquilini, oltre che
con Niko?” fece Aida, con una vena di curiosità in più rispetto alle altre
domande.
“Decisamente con i Gold Boyz
e Massimo”
“Ah, e… le donne? Ti sei
lasciata andare alla solidarietà maschile!” sorrise lei.
“Ma no, è che tra donne si
lega molto quando si ha la stessa età, la più piccola lì tranne me ha 19 anni,
e quindi i nostri discorsi, le nostre esperienze, sono diverse e non abbiamo
molto in comune di cui parlare, invece, si sa, gli uomini sono più bambini,
quindi diciamo che spesso io sono la più grande lì” ironizzai, soddisfatta
della scusa che avevo trovato. Mica potevo dirle che Rita e Samanta erano oche,
che Rossella stava sbagliando e che di Lara non sapevo quasi nulla?
“Concordo!” fece Aida
ridendo. “Ultima domanda: come ti aspetti di trovare il “Mondo” alla fine di
quest’esperienza?”
Ci riflettei un attimo prima
di rispondere. “Non lo so… E’ che qui le giornate trascorrono tra musica,
prove, prove di costumi… Invece ho un po’ paura del grande ritorno, dovrò
terminare l’anno scolastico e fare qualche test e interrogazione, ma
soprattutto mi mancheranno tutti i ragazzi!”
“Va bene, grazie mille Debora,
dopo tocca a Niko” esordì Aida, spegnendo il registratore.
Alla fine, dopo qualche
domanda similissima alla mia, si congedò, ma prima ci fece qualche foto: ne
fece un paio di singole ad ognuno e poi qualcuna in coppia, in cui sorridevamo
e cose simili.
“Vi manderò la copia venerdì” ci salutò, dopo
averci stretto la mano.
“Ed anche questa è fatta”
dissi serenamente mentre raggiungevamo gli altri nella piazza principale della
città.
“Si, comunque grazie per aver
detto qualche bugia” mi ringraziò Niko cordiale e a bassa voce, quasi come se
qualcuno potesse sentirci. Scrollai le spalle, prima di raggiungere gli altri
che distavano a pochi passi da noi. Non sapevo perché stavo facendo tutto
quello…
“Deb, com’è andata?” chiese
Daniele sorridente. “A me hanno detto che sono molto fotogenico!”
“Non avevo dubbi” lo presi in
giro, ridendo. “E’ andata bene, è uscito che io e Niko siamo i numeri uno e che
la gente segue Music’s Planet solo per noi, ahaha!”
Fu con quest’aria spensierata
che quella sera, dopo le ennesime prove, ci ritrovammo nel loft, respirando un
po’ di libertà.
Non erano nemmeno le otto che
Niko, Max, Francesco e Giuseppe andarono a fare un sonnellino, Daniele e i Locos
Sounds andarono in giro con Luke e i Dj.
Così rimasi con dante,
Andrea, Rossella e Lara a guardare un po’ di vecchie esibizioni sul mega divano
del salotto.
“Allora, hai saputo qualcosa per i provini?”
mi chiese Lara mentre rileggeva il testo della sua canzone.
“No, in realtà è ancora un
segreto ed io non ci sto pensando più di tanto… Poi si vedrà!” risposi
sbadigliando. Al momento, dopo
l’iniziale incredulità, non me ne fregava molto.“Ma che noia, raga!” brontolai.
“Hai ragione, un altro po’ e
mi addormento pure io!” concordò Andrea. “Voglio fare qualcosa…”
“Eh, ma cosa?” chiesi. “Non
c’è niente da fare oltre che preparare la cena!”
Quelle parole lo
illuminarono. “Giusto! Ora vado a fare la pasta!” annunciò.
“Cosa? Tu sai cucinare?”
“No, ma c’è sempre una prima
volta!” mi ricordò. Era troppo entusiasto, così decisi di aiutarlo, anche se le
mie arti culinarie all’epoca si riducevano a fare toast, latte e caffè.
“Ti do una mano!” proposi.
“Si! Dai, ci divertiamo un
po’…”
Fu così che ci ritrovammo in
cucina come due imbranati.
“Quale pentola devo usare
secondo te?” chiese, guardando le varie stoviglie come se fossero degli
strumenti da sala operatoria.
“Questa per fare il sugo e
questa per fare la pasta” risposi, prendendo una pentola grande ed un
pentolino.
Presi la pentola e la riempii
d’acqua, quasi soddisfatta di sapere qualcosa che a lui era ignoto.
Lui accese i fornelli e mise
l’acqua a bollire.
Ora bisognava fare il sugo!
“Ehm, questo lo fai tu, eh”
dissi.
“Cosa? Tu non sai…?”
“No” risposi al’istante
vedendo la sua faccia da pesce lesso.
“Ma sei una ragazza! E
credevo che mi avresti aiutato!” protestò, iniziando a ridere per la mia
espressione.
“E che c’entra! E poi ti ho
aiutato” precisai, “Ti ho detto quale pentole prendere, ho messo l’acqua sul
fuoco… Chiamo Lara, và”
Mi allontanai con un “Mi
raccomando, non far esplodere nulla in mia assenza!” prima di raggiungerla, che
aveva lasciato perdere le esibizioni e se ne stava nella sua stanza mezza addormentata.
Per cui, non volendola
disturbare, lasciai perdere.
Me ne ritornai da Antonio
quasi delusa quando arrivò Rossella.
“Lara si stava per
addormentare” dissi lentamente.
“Ed ora come facciamo?”
“Posso aiutarvi io” si offrì
lei speranzosa. L’aria si raggelò all’istante:
Andrea la guardò gelido mentre lei sorrideva timidamente.
“Si, va bene” concesse
improvvisamente lui, lasciandomi stupita.
La ragazza fece un sorriso
enorme prima di dirmi: “Deb, vieni, guarda, così dopo continui tu!”
Accettai entusiasta, vedendo
che si erano decisi a parlare: forse si erano chiariti quella mattina, chissà.
“Allora, quanto sale ci
vuole?” chiese il ragazzo interessato.
“Un po’, altrimenti è salato”
rispose lei, mettendone un po’ nella salsa. “Poi bisogna girare e mettere un po’
d’olio” spiegò, prendendo il sale dalle sue mani senza incrociarne lo sguardo.
“Ok, Deb, vuoi continuare tu?” mi chiese cordiale.
“Si, grazie” risposi,
prendendo in mano la cucchiaia. Lei
sorrise, fece un breve inchino comico e si allontanò, scusandosi con un: “Vado
a ripetere il brano”.
“Avete fatto pace?” chiesi
sottovoce mentre mettevo l’olio e giravo il sugo.
“Diciamo, stamattina abbiamo
deciso di fare una tregua, proprio come te e Niko. A proposito, avvisami subito
se fà di nuovo lo stronzo” spiegò disinvolto. “Oh, aspetta, bisogna abbassare
il gas” disse allarmato, parandosi dietro di me e girando il pulsante. Rimase
così, affacciato sulla mia spalla e appoggiando innocentemente una braccio
vicino alla mia vita, vedendo come cucinavo,e alla fine decise di girare il
sugo insieme a me. Sarà stata la temperatura dei fornelli, chissà, eppure quei
gesti mi fecero sentire febbricitante e con il viso in fiamme.
“Ok, ora devi mettere la
pasta a bollire” gli ricordai mentre l’acqua bolliva da chissà quanto.
“Oh, giusto, scusami” si
scusò, allontanandosi e prendendo la busta di pasta.
“Ah Andrea, ma che fai, er
cuoco?” lo prese in giro la voce di Francesco mezza assonnata.
“Si,dormiglione”
“Allora mi sa che stasera
farò il digiuno” dichiarò ironico, sedendosi dietro la pianola.
“Ok, ma come ti azzardi ad
assaggiarne solo un cucchiaio ti taglio le mani!” sbottò Andrea minaccioso.
Così alla fine, dopo qualche
incertezza, Andrea fece la sua entrata plateale in cucina con la pentola in
mano.
“Oh, complimenti!” gli dissi,
mentre me ne stavo seduta sulla sedia.
“Complimenti anche a te che
mi hai aiutata con il sugo, te ne sarò grato” rispose giulivo, abbassandosi
alla mia altezza e dandomi un delicato bacio sulla guancia.
“Allora scrivi una canzone su
quest’episodio” proposi.
Fu tra l’entusiasmo
generale,qualche cuscinata, dovuta a Giuseppe che appena aveva saputo l’autore
della pasta aveva affermato “Ma manco morto l’assaggio!”,le nostre occhiate
sarcastiche generali mentre Francesco
assaggiava furtivo e tanti applausi per la “Prima pasta” di Andrea che cenammo.
L’atmosfera era delle
migliori, tanto che anche Max si unì a noi lasciandosi strappare qualche
risata. Tutti ci eravamo rappacificati, i gruppetti non esistevano più…
Era uno spasso veder Andrea che
continuava a ripetere tutti i passaggi con tanto di: “Cucino anche domani se
volete, ma le pentole le lavate voi!” e Niko rispondere: “Oh, ma era sugo
pronto! Che ti vanti a fa?” scatenando i
deliri generali.
Ma la migliore battuta, prima
di andare a dormire, fu quella di Dante: “Almeno se non facciamo successo con
la musica… Apriamo un ristorante!”
Qualche Anticipazione:
“Credi
che non me ne sia pentita? Il fatto è che quando mi piace una persona seguo il
mio istinto, è più forte di me…”
“L’istinto della vedova nera” pensai tra me e me.
_________
“Ma si, grazie mille! E’ la
seconda volta che mi aiuti in ventiquattro ore, grazie, grazie,prima o poi te
la dedicherò una canzone!” esclamò convinto, afferrandomi per la nuca e dandomi l’ennesimo bacio sulla
guancia.
_________
“Oh,
un altro po’ e ti prendevo per la mia prof di latino” disse Daniele ghignando.
“Oh,
c’è una prof di latino così sexy al classico?” risposi con una vena di
perfidia.
_________
“Si,
Silvia?”
“Grazie…
io… Ti devo delle scuse, ho sbagliato a giudicarti!” disse a voce alta.
_________
“Allora…
Potresti metterci una buona parola su di me?” mi chiese, rossa più che mai.