Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
Ricorda la storia  |      
Autore: Chilavert 82 IT    20/12/2008    4 recensioni
Elena è una giovane cameriera di un'aristocratica famiglia Inglese... cela però un oscuro segreto che da Serva... la trasforma in Schiava...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Correva a perdifiato... senza fermarsi... non voleva fermarsi, non poteva fermarsi. Il sole lentamente moriva all'orizzonte... lo poteva sentire fin troppo chiaramente, negli angoli più remoti del suo corpo e della sua anima. Il turno al lavoro era finito con qualche minuto di ritardo... i suoi padroni, sempre così perfetti nell'orario della cena, avevano scelto proprio quella maledetta cena per perdersi in chiacchiere. Elena aveva salutato in malo modo... non si era neppure cambiata ed era uscita fuori dalla villa in tutta furia, ignorando praticamente i commenti dei presenti. Era strana... gli uomini erano attratti da lei e dalla sua bellezza... le donne la detestavano, metro di paragone difficile da eguagliare. Aveva grazia nei movimenti ed una bellezza che incantava... forse è proprio per questo che il padrone l'aveva scelta, ignorando i commenti negativi della moglie. Quelli occhi grigi, chiarissimi, si alzavano di continuo al cielo...


"Ancora qualche minuto..."... annaspò queste parole tra una falcata e l'altra. Un sasso messo dove non doveva essere le fece perdere l'equilibrio, ma subito Elena si ritrovò con le mani sul terreno... agile, con riflessi fenomenali, senza un graffio... nel movimento, la spalla della sua uniforme si abbassò. “Poco importa”, sembrava dire, mentre le esili mani l'abbassavano, rivelando la candida pelle della spalla. Eri eccitata. Da morire. Alzandosi nuovamente sulle sue gambe, riprese la corsa... fino a giungere a quella piccola radura nel cuore della foresta... luogo battuto solo dai cacciatori la domenica mattina, dove nessun altro poteva mettere piede, ben lontana dalla civiltà e dall'aristocrazia Inglese che tanto odiava... e che era costretta a servire, pur di mangiare. E la fame, ora, era il suo pensiero principale. La lauta cena che si era donata 3 ore prima non era stata sufficiente a sfamarla, neppure un po'...


"Eccomi... qui..."... ancora il fiatone... ancora uno sguardo al cielo... sentiva già la notte arrivarle addosso... e la cosa la mandava semplicemente in estasi! Con la grazia che la contraddistingueva, nel lavoro e nella vita, si tolse, piegò e ripose ai piedi di un albero ogni suo singolo vestito... le mani le tremavano, ma nonostante questo ogni gesto fu eseguito con estrema precisione. Per ultimo, tolse anche la crestina che doveva indossare al lavoro, riponendolo sopra tutto... poi... per ultime, le sue mani arrivarono al collo... quella striscia di pregiato velluto nero le dava un fastidio senza pari... odiava ogni genere di costrizioni e la sua stessa uniforme non era da meno... nonostante ciò, un sorriso apparve sul volto di Elena, che lasciò scivolare le mani lungo i fianchi.


"Dirò che l'ho perso..."... sorrise... maliziosa. Ora era completamente nuda... meravigliosa, baciata dalla notte che ormai era intorno a lei. Il volto angelico... quasi etereo, con quelle iridi grigie... i capelli lunghi, liberi e lisci lungo la schiena nuda... il seno... Elena aveva una quarta che era solita mostrare non con spacchi evidenti, ma con vestiti stretti... ora le forme, libere da ogni genere di gabbia, erano accarezzate dall'aria d'inizio primavera. Sul suo corpo, non c'era l'ombra di un'imperfezione... perfetta la sua pelle liscia... non un segno, non uno straccio di peluria... tranne che per il suo sesso, lasciato in modo più che naturale, non curato... peloso, umido... eccitato.


"Oddio siiii..."... Elena si lasciò scappare un mugugno di piacere quando, scossa dai brividi, fu costretta dalla sua stessa anima a portare le dita dentro la vagina... a raccogliere il nettare... e portarlo alla bocca. Si era mossa quasi senza la sua volontà... ma non si era opposta... non voleva opporsi. Lasciandosi andare, scese a gattoni sul terreno... affondando le unghie lunghe nel terriccio, sporcandole di fango e lasciando segni evidenti...


"Ho fame..."... nessuno la poteva sentire, ma le sue labbra si muovevano da sole. Ed anche il suo capo si mosse da solo quando la Pallida Signora fece la sua apparizione, illuminandole le grigie iridi volte verso il cielo sereno. Immediatamente il calore che invase il suo corpo fu raffreddato dal sudore che freddo usciva da ogni poro della sua pelle... il dolore che lambiva ogni suo muscolo era coperto dal piacere che colava dal suo sesso. Aveva provato ad opporsi in passato, senza risultato alcuno. Ora aveva imparato ad amare quello che era, e questo non aveva fatto altro che rendere la sua trasformazione più fluida... e piacevole.


"Lupa..." biascicarono qualcosa le sue labbra... "Mannara..." sussurrarono infine... era quello che era. Elena l'aveva ripetuto, quasi a volersi convincere e a rendere ancora più forti e devastanti quelle emozioni. Le prime volte, la trasformazione poteva durare un'ora... sessanta minuti di tormento e di sofferenza... ora erano pochi istanti di sublime piacere. I peli bianchi iniziarono a coprire completamente la sua superficie, bagnandosi nel sudore ed asciugandosi con il calore della pelle... ogni parte del suo corpo subiva quel trattamento e dove la peluria era già presente, come i capelli o il sesso, essa diventava sempre più chiara, fino ad unirsi in un un'unica entità con quella intorno. Ma questa non era affatto la cosa più sconvolgente: Elena infatti era alta poco più di 160 centimetri e, ad esclusione del seno, il suo corpo era piuttosto minuto... ma in quel momento, ogni sua forma stava crescendo a vista d'occhio, raddoppiando quasi di dimensioni. Le mani si conficcavano, come potenti zampe, nel terreno, scavandolo con il peso dato dai muscoli e dalle forme accentuate. Il corpo reagiva benissimo alla sua Padrona, fiero di servirla... e l'anima lo seguiva di pari passo, retrocedendo ad uno stato primordiale fatto solo di istinti primari. La colonna vertebrale sembrava quasi voler esplodere dal dorso... ed uscì fuori nella parte finale, creando una coda folta di peluria che non aveva nulla di umano... e ben poco d'animale. Gli occhi della ragazza non sbattevano le palpebre mentre diventavano gialli, come a non volersi perdere un solo istante della Luna... i denti digrignati si segavano l'uno contro l'altro, mentre la mascella cresceva in avanti a formare una dentatura lunga ed affilata. Il viso perdeva completamente i tratti umani, unendo naso e bocca in un unico muso di Bestia.


"Si... mia Padrona..."... la voce non aveva nulla d'umano... più simile ad un ringhio. Non c'era nulla della bella Elena... nulla che potesse davvero ricordare un essere umano. Nella radura, però, non era presente neppure una Lupa: ferali i suoi tratti, mostruosi in parte... grande come un orso e selvaggia appariva la Bestia che, fino a pochi attimi prima, era una meravigliosa ragazza.


"AAAAAAAAAUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!"... con forza senza pari fu l'ululato della licantropa, ormai perfettamente trasformata... e preda dei propri istinti e delle proprie voglie. Un passo in avanti... e la grossa zampa anteriore destra schiacciò a terra un oggetto posato lì solo un attimo prima: una pregiata striscia di velluto nero...

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Licantropi / Vai alla pagina dell'autore: Chilavert 82 IT