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Autore: louisvoice_88    02/04/2015    1 recensioni
4 ragazze, un solo sogno... quello di andare a vivere nella magnifica Londra!! Ludo, Reby, Feddy ed io in questa città piena di sorprese incontreremo 5 ragazzi e... il resto lo lasciamo alla storia!!
Firmato
Ludo, Reby, Feddy e Marty
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Feddy
< Ragazze, avete comprato i regali? > Chiese Reby, tutta elettrizzata e con almeno cinque borse di cinque diversi negozi in mano. Le appoggiò sul tavolo: all’interno si potevano persino intravedere dei pacchi regalo di colori sgargianti.
< Ovviamente! Non vedo l’ora che arrivi domani… > Le risposi io, in tono sognante. Lei mi sorrise, sfregandosi le mani per il leggero freddo che era presente in camera nostra. < Ma quindi? Come siamo organizzati? > Chiesi io nuovamente, mentre tutte e tre si erano messe a parlare dei regali che avevano comprato ai ragazzi.
< Allora… se ho ben capito domani mattina e a pranzo staranno tutti con le proprie famiglie, eccetto Liam, che farà compagnia ad Anita perché i suoi sono via. Il pomeriggio invece verranno qui e ceneremo insieme, concludendo con un party! > Esclamò Ludo in risposta, perfettamente entusiasta di essersi ricordata ogni minimo particolare. A Marty spuntò un raggiante sorriso sul volto, mentre tutte ci abbracciammo.
< Feddy, volevo ancora fare i complimenti a te e Zay… siete stupendi! > Disse poi quest’ultima, mentre mi inviava una foto che mi aveva fatto ieri, al parco, appena dopo lo scherzo a Louis. Probabilmente voleva vendicarsi di quella che le avevo fatto io, che però è diventata il suo profilo di whatsapp!
< È vero, state proprio benissimo assieme! > Disse invece Ludo, perfettamente d’accordo con Marty. Mi sorrisero tutte e tre, ed io mi sentii un poco al centro dell’attenzione, perché di solito ci concentravamo di più sull’unica coppietta del gruppo. Trovo divertente che ora ce ne siano due!
< Oh, grazie ragazze! Che carine che siete! > Sorrisi io, questa volta, pensando al magico mattino -anzi, quasi notte- quando io e Zay siamo diventati fidanzati a tutti gli effetti. O forse… lo siamo sempre stati.
 
Dopo circa un quarto d’ora che io e le ragazze parlavamo, ci scambiavamo battute e ci facevamo foto, qualcuno bussò alla porta. Mi chiesi chi avrebbe potuto essere, dato che comunque avremmo visto tra due orette i ragazzi, per la festa di Lou.
Andai io stessa ad aprire, trovandomi davanti una figura femminile. Inizialmente non la riconobbi… anzi, credetti di non averla mai vista. Ma poi mi ricordai vagamente di lei, dei suoi lineamenti scultorei e dei suoi occhi a metà fra il verde e il marrone… le sorrisi, finalmente capendo chi fosse.
< Anish! > Dissi io, ancora un poco titubante. Annuì, facendo una piccola risatina che mise in mostra le sue adorabili fossette.
< Si, sono io! Tu sei Feddy, invece… > Mi rispose, e stavolta fui proprio io ad annuire. Le chiesi se volesse entrare in casa a prendere un the con noi, dato che erano le cinque, ed accettò molto volentieri. Ci sedemmo così al tavolino della nostra sala da pranzo, che era per comodità unita alla cucina. Era tutto addobbato con delle ghirlande e dei festoni, qualcuno portato da casa e qualcuno comprato ai deliziosi mercatini di Natale…
< Oh, buon pomeriggio! > Le disse Marty in modo molto amichevole, stampandole un bacino sulla guancia. Ricambiò con dolcezza.
< Cosa ti porta a venire qui da noi? > Le domandò Reby, che intanto versava il the nelle tazzine. Io cercai qualche biscotto nella dispensa, e portai quelli che trovai in tavola, così da poterne prendere qualcuno.
< Beh… > Iniziò lei, prima prendendo un sorso del suo the. < Dato che oramai siamo diventate amiche e che comunque siamo uscite molto spesso, avevo pensato di comprarvi dei pensierini… > A queste parole ci addolcimmo tutte, ringraziandola veramente di cuore.
< Che gentile, non dovevi proprio! > Esclamai io, quando mi consegnò un piccolo pacchetto rosso con stampata sopra una F d’orata. Decidemmo insieme che li avremmo aperti l’indomani, insieme a tutti gli altri… e, a questo punto, decidemmo anche che le avremmo consegnato subito il suo.
< Anche noi ne abbiamo preso uno per te, speriamo ti piaccia… > Disse Marty, appena prima di sparire dietro l’angolo. Tornò, raggiante, con un piccolo pacchettino rosso fra le mani: conteneva una piccola collana, uno di quei girocollo un po’ gotici che va di moda adesso, che sembrano fatti in pizzo… ed era nero, del suo colore preferito!
< Grazie a tutte! > Esclamò, scuotendolo e cercando di capire di cosa si trattasse. Dopo un paio di minuti che tentava di corromperci e di farci svelare il nostro piccolo segreto, si arrese e ci ringraziò con degli abbracci fortissimi. Ricambiammo, naturalmente, con la stessa tenerezza.
< Prego, ci sentiremo domani per ringraziarci meglio? > Annuimmo tutte e cinque, sorridenti come non mai. D’un tratto, guardando l’orologio, finì in fretta e furia il suo the e infilò il regalo e il biglietto nella borsa -ovviamente nera- che aveva con se.
< Ragazze, scusatemi ma- > Iniziò a stamparci dei baci sulla guancia. < Devo vedermi con tutte le mie amiche, per portare loro i regali… > Aprì leggermente la sua borsa, che straripava di pacchetti di ogni forma e misura. Annuimmo, ricambiando anche i baci.
< Oh, certo… scusa se ti abbiamo trattenuta! > Le rispose Ludo, grattandosi la nuca.
< Ma non fa niente, anzi… grazie ancora per il regalo, siete state dolcissime! > Ci disse lei, con voce angelica. Andammo ad aprirle la porta, aiutandola con borse e pacchetti. Quando la vedemmo allontanarsi dal nostro cancello, attirammo nuovamente la sua attenzione salutandola con la mano.
< Buon Natale! > Urlai io, e la sua risposta fu un bellissimo sorriso ed un bacino mandatoci con la mano.
 
**
 
Quando mi svegliai, capii all’istante che non era una mattina come tutte le altre… da un dettaglio in particolare: il fatto che mi fossi svegliata per la luce che proveniva da fuori e che attraversava la finestra, non per il fastidioso suono del mio cellulare.
Di scatto mi alzai, andando a guardare fuori, e notai con stupore che la luce del sole era triplicata rispetto agli altri giorni, proprio perché riflettuta dalla neve! Aveva nevicato durante tutta la notte, ed ora i tetti delle case, i giardini, le piante, i lampioni e tutto quello che si poteva immaginare erano coperti da una distesa bianca di neve candida. Sorrisi tra me e me, appoggiandomi al davanzale per osservare meglio questo paesaggio che sembrava dipinto da un magnifico pittore… e notai che era perfetto.
Non ancora rendendomi conto della data, corsi ad afferrare il mio cellulare che stava sotto al cuscino e, fremendo, lo sbloccai, mentre Ludo ancora dormiva. Lessi la data, e rimasi esterrefatta.
 
07.57
25 Dicembre, 2015
 
Spalancai la bocca e mi infilai una mano fra i capelli, e poi corsi di nuovo alla finestra. Tutta presa dall’eccitazione, presi a scuotere il corpo di Ludo come se dovessi rianimarlo da uno svenimento.
< Sveglia Ludo! È Natale! > Cercai di afferrare le sue spalle e di svegliarla, con fare molto deciso. Nemmeno un cannone sembrava avrebbe potuto farle aprire gli occhi, dal tanto che era sprofondata nel sonno… e trovai il fatto un tantino sospetto, dato che pensavo si fosse addormentata con me. < Ludo! Guarda fuori, c’è la- > Un rumore di passi affrettati, che ben riconobbi, interruppe a metà la mia frase.
Mi diressi verso la porta di camera, quasi correndo, e trovai Marty e Reby sulla soglia, con un bellissimo sorriso. Allargai istintivamente le braccia, protraendomi verso di loro, che mi trascinarono letteralmente nel corridoio e mi strinsero forte.
< Buon Natale! > Esclamò Reby, tutta presa dall’euforia esattamente come me. Le sorrisi, stampandole un bacio sulla guancia con uno schiocco fragoroso.
< Anche a voi! > Le rispose Marty, che ci strinse ancora di più. Dopo numerosi abbracci, baci e parole affettuose, decidemmo saggiamente che avremmo lasciato in pace Ludo, perché dopotutto erano solo le otto di mattina!
< Quindi… prepariamo la colazione, poi che facciamo? Iniziamo i preparativi per stasera? > Chiesi io, titubante, mentre scendevamo le scale. Loro due annuirono in fretta e furia, tutte prese dalla corsa sfrenata verso la cucina. Marty si fermò all’improvviso, lasciandoci passare.
Appena entrate, trovammo quattro bicchieri di succo sull’isola al centro della stanza… ci avvicinammo ulteriormente, ed accanto ai bicchieri stava un piatto di biscotti -chiaramente non biscotti qualunque- decorati con la glassa al cioccolato e alla vaniglia! Aumentammo ancora il passo, quando Marty ci raggiunse e si grattò la nuca, arrossendo leggermente.
< Sorpresa! > Esclamò, mentre la abbracciavamo di nuovo calorosamente.
 
Quando arrivò anche Ludo -e la avemmo salutata a dovere- fu come avere sconnesso il cervello ed essere tornati indietro nel tempo. Fino a quando avevamo dodici o forse tredici anni, e si era felici del bigliettino di auguri che ti arrivava dai parenti che abitavano lontano, o del messaggino ricevuto dal ragazzo per cui si aveva una cotta… e ci si accontentava di poco: il cd del tuo cantante preferito, o forse i biglietti per il suo concerto… per poterci andare con le amiche!
E così, mentre aprivamo i nostri regali facendo una ricca colazione, non sentii più la pressione che mi investiva da giorni sul fatto che fossimo a Londra, lontane dai nostri genitori e fra l’altro senza il loro permesso… no, fu tutto spazzato via, dall’immenso calore che si era creato tra di noi e dalla fortissima amicizia che ci legava. Soprattutto in questi momenti, felici e spensierati, mi rendo conto di avere le migliori amiche esistenti al mondo.
Grazie ragazze, vi amo.
 
Niall
“Io e le altre vi aspettiamo, sbrigatevi ad arrivare!”
Questo fu il messaggio di Reby, che mi arrivò per circa le cinque meno un quarto. Sapeva che ero con gli altri ragazzi, perché ci eravamo messi d’accordo di trovarci prima di andare da loro e di questo glie ne avevo parlato. Lessi il messaggio ad alta voce, mentre i ragazzi erano seduti sui divanetti e sulle poltrone di casa Malik.
< Ci facciamo desiderare o andiamo? > Chiese proprio lui, mentre allungava i piedi sul tavolino in fronte alla televisione.
< Voto per la prima! > Rispose subito Harry, scattando con la mano alzata… e seguito da tutti noi. Ci scambiammo un paio di occhiate maliziose, per poi ritornare alla conversazione che si stava facendo sempre più piccante, dato che ora erano due le coppiette di piccioncini.
< E, Zayn, stavi dicendo? > Chiese Louis, chiaramente molto interessato all’argomento. Il diretto interessato sbuffò, e poi riprese a parlare.
< Ci siamo dati appuntamento alle cinque del mattino, perché lei non aveva mai visto un’alba e le ho detto che la prima avrebbe dovuto vederla con me… e, dato che di rado ci vediamo la notte, abbiamo approfittato del party di Niall. > Sogghignai senza farmi notare, per il suo strano modo di gesticolare mentre parla. < E quindi, dato che il nostro rapporto era già come quello di due fidanzati… le ho chiesto di diventarlo effettivamente e lei ha accettato, tutto qui. > Quando concluse il suo piccolo racconto, con tutti che lo osservavamo ad occhi spalancati, si sentì un tantino a disagio.
< Wow! Io l’ho sempre detto che sareste stati benissimo assieme! > Fu il commento di Louis, che fece si che l’attenzione si spostasse su di lui. E la cosa non sembrava dargli il minimo fastidio.
< Grazie, l’ho sempre detto anche io! > Esclamò Zayn in risposta, che fece scatenare una generale risata di gruppo. < E tu e Marty? Tutto bene? > Chiese poi, facendo mordere il labbro a Louis. Ci scambiammo una rapida occhiata appena prima che rispondesse.
< Certo, tutto bene. > Fu la sua lieve risposta. Harry si lasciò scappare una risata alla quale mi unii anche io. Lou non trovò tutto questo per niente divertente invece. < Che c’è adesso?! > Esclamò, abbastanza sbiancato in viso. Mi diressi verso di lui e lo abbracciai, per poi tornare a sedermi e confessare il mio “atto impuro”.
< Sanno tutto. > Dissi a bassa voce, con una mano davanti alla bocca, ma in modo che potessero sentirmi comunque. Zayn era piegato in due dalle risate, Harry ed io ci battemmo il cinque e il povero Lou arrossì come un pomodoro.
< Quindi sapete d-della… > Si guardò intorno, mentre tutti ancora ridevamo ed annuivamo. < Niall, sei un coglione! > Esclamò, unendosi poi alle risate di gruppo. Harry invece gli diede una pacca sulla spalla, battendogli anche il cinque.
< Ottimo lavoro! > Esclamò proprio lui, mentre -abbastanza scosso- Louis si dirigeva verso l’appendiabiti ed afferrava i nostri giubbotti. Zayn si stiracchiò e fu l’ultimo ad uscire di casa, chiudendo a chiave.
 
Poco dopo fummo dalle ragazze, che ci accolsero calorosamente e ci augurarono un buon Natale.
 
**
 
< E poi mia sorellina Daisy voleva portare il punch a tavola, perché mamma lo aveva preparato con così tanta cura… e ha fatto cadere la scodella per terra! > Esclamò, e tutti ci mettemmo a ridere. < Non sapete che strigliata si è beccata! > Disse, mentre rideva a crepapelle. Noi smettemmo dopo un bel po’, riprendendo i nostri racconti della mattinata.
< Mamma da me invece aveva preparato di tutto e di più! Io e mio fratello ci siamo divertiti a scrivere una lista di tutto quello che avessimo mangiato… penso che siamo arrivati a una quindicina di portate! > Risi per primo, al ricordo della lista scritta da me e mio fratello Greg. < Delle quali ce n’erano sette che non conoscevamo nemmeno! > Aumentai le risate di gruppo, in quel momento che si poté definire magico.
Eravamo tutti insieme, a ridere come scemi, però ci stavamo divertendo un mondo! Avevamo già scartato i nostri regali, e il maglione che mi hanno regalato le ragazze era semplicemente fantastico… e spero siano state soddisfatte dei loro anelli, perché so che ne vanno matte!
Ad ogni modo anche Harry era con noi: ovvio, più taciturno di tutti noi, però c’era. E francamente mi bastava questo per sorridere… perché se Harry è qui, vuol dire che stiamo tornando sulla via del gruppo unito e affiatato di prima. Lentamente, certo, ma ci stavamo tornando.
< Io stavo cercando di svegliare Ludo, ma poi mi sono accorta che fossero solo le otto! Però, veramente, la scuotevo come se dovessi rianimarla da uno svenimento e non muoveva assolutamente un muscolo. > Disse Feddy, al che guardò storta la povera Ludo, che si sentiva tutti gli sguardi puntati addosso.
< Avevo sonno! > Si giustificò lei, sbottando.
< Ragazze, e i vostri genitori? > Chiese Harry, che sembrava essersi svegliato da un sonno profondo, perché fino ad ora non aveva ancora aperto bocca.
< Sono stati i primi a cui ho fatto gli auguri stamattina… e hanno detto che alla fine sono felici che io sia venuta qui a Londra, perché sembro molto più contenta di quanto non sia mai stata in Italia! > Rispose subito Reby, contentissima e fiera di aver mantenuto il rapporto con i suoi. < Gli ho anche spedito un regalo! E loro hanno fatto lo stesso con- > La sua voce fu interrotta dal suonare del campanello.
Ci guardammo tutti con fare sospetto, perché non avremmo mai immaginato chi avrebbe potuto essere a suonare il pomeriggio del giorno di Natale. Harry a quel punto si alzò prima di tutti, ed andò lui stesso ad aprire… decisi, per sicurezza, di avviarmi dietro di lui.
< E tu che cazzo ci fai qui? > Lo sentii chiedere, mentre mi nascosi dietro la porta della sala relax. Da lì avevo un’ottima vista sull’ingresso, nel quale stavano Harry e un tipo strambo, che non avevo mai visto: alto, muscoloso, con i capelli scuri… una mascella squadrata che incuteva timore e un timbro di voce talmente basso che metteva i brividi.
< Te l’ho detto, Styles, che non ti avrei mai abbandonato. > Gli rispose questo tipo, che mi stava sempre meno simpatico. Ludo mi superò correndo verso l’ingresso, disperatamente. Mi chiesi se avrebbe mai potuto conoscerlo. < E lei sarebbe? > Domandò lui, squadrando Ludo da capo a piedi.
< Potrei farti la stessa domanda, sai? > Gli rispose lei. Ebbe stile, lo ammetto.
< È la mia ragazza, ora levati di qui, James. > Tagliò corto Harry, mentre chiudeva la porta. Non ci riuscì per un soffio, perché questo James la spinse con l’avambraccio, facendo un passo avanti ed introducendosi in casa.
< Styles, Styles… vedo che non sei per nulla cambiato… > Disse James, mentre gli si avvicinava minacciosamente. < Ora dimmi, ti ricordi quello che mi hai rifiutato, l’ultima volta che ci siamo visti? > Harry indietreggiava con calma, però si vedeva che era abbastanza spaventato. Ludo invece era totalmente scossa.
James portò una mano sul collo di Harry, mentre per un nano secondo temetti il peggio, invece poi gli prese direttamente il viso fra le mani, girandolo a destra e a sinistra ed ispezionandolo come se si trattasse di un autentico tesoro. Lo guardò con malizia, tracciando poi il contorno delle sue labbra e di tutti i suoi lineamenti. Harry non ebbe nessuna reazione, proprio come mi sarei aspettato da lui.
< Harry… > Sussurrò Ludo con un filo di voce.
< Tranquilla, non mi ha fatto ancora nulla. > La rassicurò il suo ragazzo… si, perché da questa faccenda era emerso anche il fatto che loro due si fossero segretamente fidanzati.
< Styles, voglio indietro qual favore che stavo per farti… > Sorrise maliziosamente James, mentre Harry toccava il muro con la schiena. < Tu lo avevi rifiutato, ma ricordi il nostro patto? > Il più piccolo trasalì, mentre cercava con lo sguardo una possibile via di fuga, che non esisteva.
Mi battei una mano sulla fronte: James! Il James che gli aveva chiesto di andare a Glasgow… il capo della squadra di boxe! E Harry mi aveva anche raccontato di cosa esattamente si trattasse il favore che James voleva fargli… ma mi sfugge qualcosa: di che patto stanno parlando? Possibile che si siano sentiti anche in questi giorni e che Harry non me lo abbia detto?
James afferrò Harry per il colletto della camicia, slacciando il primo bottone e scoprendo una parte del suo petto. Il tutto davanti alla povera Ludo che, come lo vide, capì all’istante che cosa avesse in mente di fare ed estrasse il cellulare. Però fece la cosa più brutta che avesse mai potuto venirgli in mente: corse via, lasciando quei due soli. Io non la seguii, però Harry fece anche a me cenno di andarmene… e il che mi parve molto sospetto.
Chiaramente restai lì, nascosto ancora meglio, in modo che nessuno dei due avrebbe potuto vedermi.
< J-James, levati. > Udii Harry persino gemere soffocatamente, mentre James calava la mano sul cavallo dei suoi jeans. < Figlio di puttana, vattene! > Harry provò a spingerlo via, ma James si impuntò decisamente e riuscì a resistere alla forza che il riccio cercava di imprimere sul suo corpo, per spostarlo. Ed invece era come intrappolato, nell’angolo della cucina, con questo pazzo che lo palpava.
< Oh, lo so che ti piace… > Sussurrò James sulle sue labbra. A quel punto decisi che era troppo. Arricciai le maniche della mia camicia, pronto a raggiungere quei due e a cantarne quattro a quello stronzo.
Stavo oramai per uscire dal mio nascondiglio, quando sentii dei passi affrettati correre nella mia direzione. Mi voltai, e vidi tutti i ragazzi correre verso la sala d’ingresso, con Louis e Ludo a capo e gli altri che gli stavano dietro.
< Io chiamo la polizia. > Disse Ludo, lasciando andare avanti Louis e fermandosi nel mio posto. Corsi via con gli altri. < Pronto, si… si, al numero 38 di… si, la casa da tutti definita abbandonata, c’è un- > Iniziai a non prestare più attenzione alle sue parole, quando mi trovai davanti la scena più terribile di questo mondo: James continuava a palpare Harry… il quale stava piangendo. Le lacrime sul suo viso erano molto evidenti, quanto i suoi singhiozzi sussurrati, come se si stesse arrendendo a James.
< Basta… > Sussurrò, per poi essere interrotto da un altro singhiozzo. A quel punto successe qualcosa che mi lasciò senza fiato. < Che ti ho fatto, James?! Perché mi fai tutto questo? > E James gli tirò uno schiaffo. Sulla guancia destra, e lo schiocco provocò un eco spaventoso per tutta la sala.
Innanzitutto il coglione stava abbassando i pantaloni di Harry, facendolo rimanere addirittura in boxer… ma si fermò. Il più piccolo non fece niente, ma ci mise poco a capire il motivo del suo arresto.
Louis, Louis Tomlinson, si diresse verso di James con fare deciso. Lo prese per una spalla e lo fece girare verso di lui.
< Che cosa vuoi, tu? > Gli chiese quest’ultimo, mentre Harry si ficcò la faccia tra le mani e continuò a piangere, inginocchiandosi. Con tutto il coraggio che avrebbe mai potuto avere al momento, Louis serrò i pugni e gli si scagliò contro, assestandogli un destro sulla mascella. Lo prese poi per il colletto della polo, facendolo letteralmente volare contro il muro. Tramortito, James sbarrò gli occhi e cadde a terra. Svenuto.
< Lui non si tocca. > Disse poi, lanciando uno sguardo di puro disgusto a James ed avvicinandosi ad Harry, che lo guardava come incantato. Marty stava per lanciarsi fra le sue braccia e complimentarsi con lui, ma decise di lasciare Louis ed Harry a parlare fra di loro, senza intromettersi tanto.
< T-tu lo hai… > Disse il più piccolo, incredulo, mentre Lou si chinava per arrivare al livello del suo viso. < Non hai mai picchiato nessuno così p-potentemente… e n-non pensavo ne avresti mai avuto il coraggio… > Scandì lentamente, mentre le lacrime continuavano a rigargli il viso, oramai paonazzo.
< Se è necessario… > Ammise Lou in risposta, massaggiandosi le nocche e sorridendogli in un modo talmente dolce che Harry non poté fare a meno di ricambiare. Gli prese poi il viso fra le mani e gli asciugò le lacrime con i pollici. < Stai tranquillo, ci sono io ora. >
 
Liam
< Mamma è molto contenta che abbiamo ripreso a frequentarci, sai? Ha sempre detto che preferiva te a Sophia… > Le raccontai, sorridente, mentre facevamo zapping alla ricerca di qualcosa di interessante in televisione.
< Grazie, che gentile! > Sorrise anche lei, mentre constatava che fosse annoiata da tutti i soliti film di Natale che trasmettevano. < Andiamo a fare un giro? > Chiese, tutto ad un tratto. Alzai un sopracciglio interrogativamente, guardando fuori dalla finestra il quartiere ricoperto di neve.
< Un giro? Ora? > Le domandai io in risposta, indicando la grande distesa bianca che si intravedeva dalle inferiate. I suoi occhi si illuminarono.
< Certamente! Non vedi la neve fuori?! Io amo la neve, e poi in televisione non stanno facendo niente e - poche storie, andiamo! > Mi prese per mano senza nemmeno aspettare una mia risposta, correndo verso l’appendiabiti e lanciandomi in grembo il mio cappotto.
< Si, ma non pensi che sia più bello stare a casa, con il fuoco nel camino, un bel film e una coperta calda? > Esclamai, quando si stava infilando il suo cappotto, lungo fino alle ginocchia, e si dava una ritoccata davanti allo specchio.
< Liam, mi conosci! Sai che amo la neve e le passeggiate… metti le sue cose insieme, e non fare il guastafeste! > Esclamò di nuovo, tutta elettrizzata, mentre apriva la porta di casa e mi trascinò fuori. Chiuse a chiave, facendo poi un respiro profondo e respirando l’aria natalizia di Londra…
< Uffa! > Sbottai, lasciandomi chiaramente convincere. < E dove vorresti andare? Tutti i negozi sono chiusi… > Sorrisi maliziosamente, per poi fermarmi dalla camminata. Lei mi guardò storta, però poi tornò a prendermi la mano: con i suoi guanti di lana ed il suo cappellino, poté quasi ricordarmi una quattordicenne nel pieno della felicità.
< Fidati di me, io conosco un posto che non chiude mai… > Strizzò l’occhio in maniera ammiccante, così la seguii a ruota. Arrivammo in una piccola piazza, ed aprii la bocca per lo stupore: il paesaggio era il migliore che avessi mai potuto vedere. Tutte le casette, i lampioni ed i marciapiedi pieni di neve e ricoperti dal bianco e in più c’erano anche delle lucine gialle appese ai fili dell’elettricità. Era tutto perfetto, ed illuminato dalla luce del pomeriggio e non dagli stupidi lampioni, che lanciavano lo stesso una luce fioca, che serviva solo ad aumentare la bellezza di tutto questo paesaggio.
< Wow… > Sussurrai, stringendo involontariamente la mano della mia migliore amica, la quale si girò verso di me e mi lasciò un bacio sulla guancia.
< Ne valeva la pena, vero? > Abbassò anche lei notevolmente il tono di voce, cosicché si addicesse anch’esso al paesaggio stupendo. Annuii, senza fiato. < Bene, siamo arrivati. > Disse, tutta soddisfatta, quando ci fermammo davanti ad una piccola taverna. Sinceramente fui abbastanza sorpreso, considerando che non mi ero minimamente accorto che avessimo ripreso a pattinare perché ero troppo occupato ad ammirare quella specie di quadro che sembrava dipinto da un pittore invisibile.
< Come si chiama il posto? > Chiesi, mentre lei si sbatteva una mano sulla fronte in segno di risposta, ridendo appena.
< Mi aspettavo che non te lo ricordassi… ma, aspetta, ora ti rinfrescherò la memoria. > Mi condusse dentro, salutando amichevolmente i camerieri come se li conoscesse una vita. Questi salutarono anche me, ma io gli dedicai solo un piccolo sorriso. Arrivammo davanti ad una parete, in fondo al locale, piena di scritte probabilmente fatte con il pennarello indelebile nero che stava su una mensola di legno proprio al centro di questa parete. Anish vide che ero un po’ perplesso, così mi ci fece ulteriormente avvicinare.
< Guarda qui. > Indicò un punto abbastanza in alto, ma riuscii a leggere comunque la scritta in corsivo e scritta in una grafia impeccabile.
 
Anish & Liam
28.04.13
 
 
 
Eccomi di nuovo qui!
Allora innanzitutto mi dispiace per non aver pubblicato per un bel po’, ma ho dovuto prendermi una pausa dallo scrivere per il fatto di Zayn di cui sarete di certo a conoscenza… e, per non entrare nel dettaglio con questa storia, mi sono dovuta prendere una pausa dallo scrivere perché già stavo male di mio e se poi avessi addirittura scritto su di lui…
Comunque, ora sono qui e spero di non avervi fatto aspettare troppo. FACCIAMO SUBITO IL PUNTO DELLA SITUAAAA:
Il capitolo è strutturato in un modo abbastanza “strano”, perché ho voluto mettere dei pov che inquadrassero tutti i ragazzi, di modo che si scoprisse come ognuno di loro passasse il Natale. (Lo so, siamo a Pasqua oramai hahahaha)
La storia di apre con un Pov Feddy, nel quale tutte e quattro le ragazze incontrano prima di tutto Anish e prendono un the assieme e si scambiano i regali… e nella seconda parte è la mattina di Natale, quando Feddy si sveglia ed è, come tutte, al settimo cielo.
Poi si continua con un Pov Niall, dove i ragazzi scoprono di Marty e Lou e dove Zay racconta del suo fidanzamento con Feddy (sono la mia OTP). Poi si recano a casa delle ragazze per passare il pomeriggio con loro ma il loro bellissimo momento di gruppo viene interrotto dall’arrivo del pedofilo-stronzo-James che, come al solito, rovina tutto e rivuole indietro il “favore” da Harry. Per fortuna arriva Louis l’eroe che lo salva (scusatemi ma sono Larry Shipper, per cui momento così ci saranno nella storia) e mette k.o. James, che poi verrà portato via dalla polizia.
Si conclude con un Pov Liam, che invece fa compagnia ad Anish perché i suoi genitori sono via per lavoro. Insieme vanno a fare una passeggiata (contro la proposta di Liam il pigrone) ed Anish riesce a colpire su di lui ancora una volta, perché lo porta in una piccola taverna del quartiere dove, due anni prima, questi due amori avevano scritto i loro nomi sul muro, con l’indelebile.
 
Spero che questo capitolo vi piaccia, bacioni xx
Marty
  
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