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Autore: Fonissa    02/04/2015    2 recensioni
*Dal primo capitolo*
Era si alza in piedi e fa cenno a Nico di avvicinarsi. Lui cammina fino a mettersi affianco a me. La Dea fa dei strani gesti con le mani e si vede un bagliore provenire dalla pancia di Nico.
“Ecco fatto.” Dice Era freddamente. Io e il figlio di Ade ci guardiamo. Siamo increduli, ma anche felici, anzi, più che felici, stra-felici.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
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Dieci minuti dopo io e Nico siamo in camera mia a decidere come disporre i mobili, mentre mia mamma è di la in cucina a preparare da mangiare, dopo aver obbligato Nico a rimanere da noi per la notte.
“Stavo pensando, potremmo mettere l’armadio e il letto contro la stessa parete, e mettere la culla affianco… oppure mettere l’armadio qui e il letto da quella parte…” dico indicando vari punti della camera, mentre Nico mi guarda seduto sul mio letto.
“Riusciremo a trovare una soluzione, credo…” sbuffa. E’ in questi momenti che vorrei l’aiuto di Annabeth, lei sicuramente saprebbe come sistemare il tutto. Devo assolutamente incontrarla e mettere le cose in chiaro con lei. Da quando ci siamo lasciati, per la maggior parte del tempo ci siamo solo evitati.
Sento il campanello bussare e mia madre che apre la porta. Qualche minuto dopo entra in camera mia Paul, il mio patrigno.
“Salve ragazzi!” ci dice, salutandoci con un sorriso. Io ricambio mentre Nico saluta con la mano.
“Ehm, Paul, caro. Vieni di la, devo dirti una cosa…” dice mia madre, lanciandoci uno sguardo. Paul la guarda curioso ed entrambi si dirigono in cucina chiudendo la porta della mia camera.
“Forse è meglio che sia tua madre a dirglielo. Lei sa come annunciarglielo con delicatezza…” osserva Nico.
“Te spera solo che non svenga” intervengo io, riprendendo a studiare la camera.
“Io spero solo che tu riesca a capire come sistemare la camera prima che nasca il bambino…”
Faccio una risata sarcastica, per poi sedermi vicino a lui.
“Sarà una bambina e io vincerò la scommessa” annuncio.
“Pff, contaci” mi dice il figlio di Ade con aria di sfida. Mi avvicino a lui e lo bacio, passandogli una mano tra i capelli. Lui ricambia passandomi una mano sulla guancia. E restiamo così per minuti, almeno fino a quando non sentiamo bussare. Ci stacchiamo con il fiatone, e dopo esserci presi qualche secondo per sistemarci, apro la porta, ritrovandomi mia madre davanti.
“Mamma! Paul è svenuto? Devo chiamare un’ambulanza?” chiedo.
Mia madre ride.
“No, fortunatamente no. Anche se forse lo vedrete un po’ pallido e shockato. Su venite, la cena è pronta”
Solo quando mi siedo a tavola, mi accorgo di quanta fame ho. Subito inizio a mangiare il mio hamburger.
“Ehm…allora…” inizia Paul, tentando di iniziare una conversazione. Mia madre non stava scherzando, è davvero leggermente pallido e ancora in stato di shock. Devo ammettere che vederlo così un po’ mi diverte.
“Quindi, quando nascerà il piccolo?” chiede, con voce sottile.
“Mh…più o meno verso fine agosto o inizio settembre…” risponde Nico, dopo averci pensato un po’ su.
“Si, ma con queste cose i conti non sono quasi mai esatti. Potrebbe anche nascere una settimana prima o dopo” osserva mia madre.
Credevo di averle viste tutte nella mia vita, ma non avevo ancora visto mia madre e Nico discutere tranquillamente di gravidanze. Ora sul serio, niente può più stupirmi.
“Ah… quindi non andrete a quel campo, come si chiama? Ah si, il Campo Mezzosangue” dice Paul.
Per un attimo ci rimasi. Non avevo ancora pensato al campo. Mi intristiva il pensiero di non andarci, ma non era proprio possibile quell’estate.
“No, non penso proprio” rispondo.
“Ma l’anno prossimo potremmo andarci in tre” dice prontamente Nico, prendendomi la mano sotto il tavolo senza farsi vedere. Mi sorpresi un po’. Nico mi stava tirando su di morale davanti a mia madre e al mio patrigno. Una cosa del genere potrebbe ricapitare solo tra circa vent’anni. Era anche leggermente dolce!
“Già” rispondo, dandogli un bacio sulla guancia. Nico diventa rosso, per poi scoccarmi un’occhiata arrabbiata. Io ridacchio, mentre mia madre ci guarda intenerita e Paul sorridente.
“Alla prossima ecografia voglio esserci anche io. Posso?” chiede all’improvviso mia madre.
“Ovviamente!” rispondo.
“Certo Signora Jack… ehm volevo dire, Sally” annuisce Nico.
“Eco…ecografia?” si chiede Paul.
“Mi sono dimenticata di fargliela vedere! Percy, va a prendere la cornice. E’ ancora in soggiorno” mi chiede mia madre.
“Sissignora!” rispondo, per poi correre in soggiorno, prendere la cornice e tornare.
“Eccola!” dico, porgendola a Paul.
Il mio patrigno guarda l’immagine per qualche secondo, per poi sorridere.
“Ma come avete fatto a farla? Insomma… capite, no?” ci domanda. Ogni traccia d’imbarazzo è sparita dalla sua voce.
“Io ve lo racconto, ma non ci crederete”
E così inizio a dire della visita di Poseidone, di quando siamo andati dalla dottoressa Nelson e di quanto è stata gentile.
“Avevi ragione, faccio leggermente fatica a crederci” dice mia madre. Rido cercando di non strozzarmi con il boccone che ho appena addentato. Inutile, visto che sono costretto a bere un bicchiere colmo d’acqua per non strozzarmi.
“Oh, perfetto –esclama Nico-  il grande eroe Percy Jackson che muore ucciso da un hamburger”
La cena procede normalmente, più o meno. Dopo aver aiutato mia madre a sparecchiare, vado con Nico in camera mia.
Lui si stende sul mio letto, sbadigliando.
“Hai sonno? Ma se abbiamo dormito tutto il pomeriggio” dico.
“Infatti mi sto chiedendo come mai ho sonno” esclama.
“Penso sia la gravidanza… cioè, secondo me è normali che tu consumi più energie del normale, no?”
Il figlio di Ade annuisce.
“Percy… ho bisogno di un pigiama”
“Puoi prenderne uno dei miei!”
“Ma mi stanno enormi!”
“Allora dormi senza vestiti!” dico ghignando.
Nico mi lancia un cuscino in faccia borbottando un ‘idiota’.
“Preferisco mettermi uno dei tuoi pigiami”
“Come vuoi” rispondo, prendendone uno dal cassetto e lanciandoglielo. Ci cambiamo entrambi e ci mettiamo nel letto.
“Percy…” sussurra Nico.
“Mh…?”
“Ti dispiace non andare al campo quest’estate?”
A quella domanda non so cosa rispondere. Ovvio, un po’ mi dispiace, ma sarebbe una vera follia andarci.
“Beh si, un pochino si… ma ora ci sono cose più importanti –rispondo, lasciandogli un bacio sulle labbra- e poi l’hai detto tu: l’anno prossimo ci andremo in tre”



*ANGOLO AUTRICE*
Allora, salve! Da quanto tempo :D Un altro piccolo capitolo di passaggio... carico di fluff. Io avevo pensato a metterci anche dell'angst in questa FF, ma non ci riesco, mi spezzerei i feels da sola T.T
Vabbè, alla prossima.
Sciao sciao
-Animalia
  
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