Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Dalia_Storie31    03/04/2015    1 recensioni
Un grande amore, può nascere anche da un grande odio. Ce lo insegnano Romeo e Giulietta...e se nella vita reale succedesse lo stesso ai nostri protagonisti? Che farebbero Davide e Giulia? Buona lettura e ricordate di recensire!
Prima e unica fanfiction sulla coppia Giulia/Davide scritta a quattro mani!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 25-Viola (Giulia)
Nella vita basta veramente poco delle volte.
Ne sono sicura.
Per adesso mi basta la mia bambina tra le mie braccia dopo averla attesa tanto. Ma lei non è poco. Lei è tutto.
Dopo mesi di attesa l'ho vista ed è bella, bella come il sole, come la primavera, come qualsiasi cosa di più meraviglioso ci sia nel mondo.
Le guance sono arrossate e le labbra come quelle del padre piegate in quello che sembra un sorrisetto. Gli occhi più belli che abbia mai visto mi guardano in modo dolcissimo. Ogni tanto sbatte le palpebre e le sue ciglia sembrano ancora più lunghe.
Piccola, piccolissima, più o meno quanto metà del mio braccio. È calda e sento il suo cuoricino battere piano. È il miracolo più bello di una vita.
Non ha nemmeno due ora di vita ed è già quanto di più prezioso ho.
Sto sdraiata sul letto della mia camera dell'ospedale. E lei, splendida, sta in braccio a me muovendo qualche volta le manine e poggiandole sul mio petto.
Quando me l'hanno data piangeva così forte che credo l'abbiano sentita tutti. Non appena l'ho presa io si è calmata e per la prima volta ho capito cosa significa amare. Amare talmente tanto che ti fa male il cuore, forse potrebbe esplodere per quanto amore e felicità contiene in questo momento.
Siamo solo noi due e la luce dell'alba illumina poco la stanza.
Mamma e papà sono usciti proprio ora per farmi riposare, Davide invece è andato a casa sua per fare una doccia.
Viola.
Il mio futuro è lei. Non so se ci saranno altri uomini, se riuscirò a perdonare davvero Davide o se mi innamorerò di nuovo di qualcuno. Ma non mi importa, avrò sempre lei.
Avrò sempre la mia bimba meravigliosa.
Mi sono chiesta mille volte cosa avrei voluto fare "da grande".
Ma oltre la televisione e lo spettacolo non avevo niente in mente.
Edoardo non è mai stato la mia idea di futuro, per un periodo lo è stato Davide.
Ora guardo lei e sono sicura. Tutto quello di cui ho bisogno lo tengo tra le braccia.
Sono ancora piccola è vero, ho solo vent'anni ma imparerò insieme alla mia bambina. È ovvio che non sarà facile cambiare la mia vita, prendermi tutte le responsabilità di crescere una figlia, essere una brava mamma, non poter far tutto quello che fanno le mie amiche. Ma se a ripagarmi ci saranno sempre i suoi occhi luminosi, le sue manine calde e questi sorrisetti, credo sarà anche la cosa più bella del mondo.
La porta si apre e una delle infermiere viene verso noi.
"Tutto bene? La bimba ha già mangiato?" mi chiede prendendo e controllando mia figlia.
"Ehm...in realtà..." mormoro guardando Viola agitarsi tra le sue braccia.
"Tranquilla..." mi rimette la bambina in braccio "...abbassa la maglia e guarda che lei capisce subito!" sorride. Faccio come mi dice lei ed effettivamente si rilassa iniziando a bere il latte.
Mi sento così fondamentale per lei...
"Va bene io esco, torno tra un'oretta per vedere come va." annuisco e la ragazza esce lasciandoci di nuovo sole.
"Ha ragione il tuo papà...sarai tanto amata piccolina!" le sussurro giocando con la sua manina.
Lei mi guarda, smettendo di mangiare.
"Certo magari non saremo una famiglia come tutte le altre, però fidati che attorno a te ci sono persone meravigliose!" lei continua a guardarmi e mi stringe l'indice. Risistemo la maglia e continuo a guardarla come se non fosse mai abbastanza.
Non potrei mai riuscire a spiegare quello che sto provando ora.
Così come non so cosa avrei provato se avessi scelto l'aborto. Cosa sarebbero stati questi nove mesi?
Nove mesi di dolore, di sensi di colpa, di rimpianti. Non avrei scelto le sue tutine, la sua culla, non avrei potuto immaginare la mia bambina. O avrei potuto farlo, piangendo però. Mai con un sorriso e con la felicità dell'attesa. Non avrei mai saputo che era femmina, non avrei sentito il suo cuore battere, vederla e sentirla crescere dentro di me. Non avrei mai sentito i suoi primi calci e non avrei avuto il mio pancione da accarezzare e a cui raccontare le mie giornate. Non avrei mai potuto vedere una madre con un figlio. Una mamma con una carrozzina a cui sorridere. Non avrei mai avuto nulla di bello.
La mia bambina, che ho scoperto avere con me dopo un mese, non avrebbe mai spento le sue candeline. E ora non avrei avuto il sorrisetto che mi sta rivolgendo, non avrei avuto le sue manine legate alle mie.
Lei, che ho chiamato errore, casino, sbaglio, problema...ora per me ha solo il nome di amore. Amore vero.
Se avessi dato ascolto a mia madre, ora non sarei qui a cullare mia figlia.
E Davide, Davide che la ama tanto, non avrebbe mai voluto che io la uccidessi. Nonostante il nostro rapporto, lei è la nostra bambina.
Non è solo mia o solo sua, è nostra. Nata da un grande amore, ma purtroppo nessun amore è sicuro. Niente ci poteva garantire niente. È stata una bella storia e non mi pento di nulla.
Non c'è stato certo un lieto fine come nelle favole, ma comunque ora siamo felici e condividiamo un figlia.
Viola si muove piano e io continuo a sorriderle.
"Mamma è molto fortunata ad avere te..." le sussurro accarezzando la sua guancia rosa.
Mi piace chiamarmi "mamma".
La porta che si apre nuovamente mi distrae dai miei pensieri.
"Giulia! Sono venuto appena ho trovato il messaggio!" Edoardo entra nella stanza precipitandosi verso noi con un gran mazzo di fiori e un pacchetto regalo.
"Edo!" esclamo con un gran sorriso.
"Questi sono per te e questo per la piccola!..." posa i fiori sul comodino e mi porge la bustina prima di sedersi accanto a me "...Giulia, è meravigliosa non ho parole! Hai deciso un nome?" guarda mia figlia incantato. Io apro il regalo, è un carillon da appendere alla carrozzina a forma di cuore.
"Grazie è fantastico!..." gli do un bacio sulla guancia "...Comunque si chiama Viola..." rispondo accorgendomi con sorpresa che ha gli occhi lucidi di emozione.
"È un bellissimo nome...e le sta davvero bene, sembra perfetto per lei!"
"La vuoi prendere?" chiedo capendo subito che non vede l'ora di prenderla in braccio.
"Certo!" la stringe delicatamente tra le braccia con tanta dolcezza che anche se Viola si sta lamentando non dico nulla, fin quando lui non spezza il silenzio.
"Sai, ho sognato tante volte di avere un figlio con te. Sarei impazzito d'amore se questa bambina fosse stata mia...vi avrei sapute amare meglio di lui. Non vi merita nemmeno un po'..." non mi guarda, tiene lo sguardo fisso su mia figlia. Tra le ciglia vedo le lacrime incastrate.
Non so cosa rispondere.
Mi sento solo in colpa. Ma in cuor mio so bene che non lo amo.
Sarebbe stato un bravissimo padre ed un ottimo compagno, ma non è mai riuscito a farmi sentire viva e felice come ci è riuscito Davide.
So bene anche che non ho mai pensato molto a dei figli, l'unica volta che l'ho fatto l'ho immaginato uguale a Davide, mentre giocava con me e lui. Ed eravamo felici.
"Buongiorno Edoardo." riconosco la voce di Davide e quando alzo lo sguardo lo vedo in piedi davanti alla porta. Non l'avevo sentito entrare.
Edoardo non risponde al saluto. Non si volta neppure.
Davide si avvicina, lascia sul tavolo un vassoio con la mia colazione, una rosa bianca e una viola di un meraviglioso colore intenso.
"Visto che sei già in compagnia io torno tra poco." mi guarda a malapena mentre da una carezza alla mano di Viola e gioca un po' con la sua manina.
"Va bene...se vuoi puoi anche restare..." gli dico vedendo che non vuole lasciare sua figlia.
"Non ti preoccupare, io non me lo merito..." risponde rivolto più a Edoardo che me ed esce dalla camera.
Fantastico...l'unica cosa che non volevo era sentire "simpatiche" frecciatine il giorno della nascita di mia figlia, ma a quanto pare con loro due è impossibile.
"L'importante è che lo sa." dice Edoardo non appena lui esce.
"Per favore Edo..." lo richiamo gentilmente.
"Cosa? Sto solo dicendo la verità. Non pensavo che tu lo difendessi..."
"Non lo sto difendendo...sto solo chiedendo che non ci siano liti oggi. Cosa pensavi? Che non ci saremmo rivolti la parola il giorno in cui è nata nostra figlia? Per quanto certe volte possa odiarlo, è pur sempre suo padre." è incredibile come sia cambiata l'atmosfera in questa stanza nel giro di qualche minuto.
"Hai ragione...scusami.." mi dice rimettendomi Viola tra le braccia "..è meravigliosa! Io vado...torno oggi pomeriggio..." mi da un bacio sulla guancia e mi accarezza i capelli.
Sorrido e lui apre la porta.
"Edo..." lui si volta "...grazie!" fa un risata ed esce.
"Lui era zio Edo...peccato che non vada mai d'accordo con il tuo papà, ma la colpa è mia tesoro...sono stata una brutta persona con lui..." spiego a mia figlia come se lei dovesse sapere sin da ora la verità. Lei sorride e mugola prima di cercare la mia mano con la sua. La stringo forte.
Questa volta bussano alla porta. So già chi è.
"Entra Davide..." dico con una risata nella voce.
"Poco fa non volevo...essere antipatico..." si giustifica richiudendo piano la porta.
"Tranquillo, ti capisco..." sorrido gli faccio cenno di avvicinarsi.
"Ah sì?" chiede guardando nostra figlia.
"Cioè...non mi piacerebbe che qualcuno dicesse che Viola starebbe meglio con un'altra mamma e io non la merito..."
"Edoardo non ha tutti i torti comunque..." lei chiude gli occhi mentre suo padre l'accarezza sulle guance.
"Davide...smettila! Fidati che questa bambina la meriti eccome...e credo anche che sarai un bravo papà per lei..." non voglio che si rovini i momenti più belli della vita. Comunque sia tengo molto a lui. Gli metto Viola tra le braccia e lei apre gli occhi poggiando una manina sul suo petto come fa con me.
"Peccato che abbia rovinato la vita della sua mamma." è perso negli occhi della nostra bimba.
"Basta...non c'è più bisogno di sentirsi in colpa, non si può tornare indietro. Mi hai fatto stare male è vero, ma mi hai anche regalato lei. Ti giuro che da quella notte a Verona a oggi non cambierei nulla, magari avrei preferito arrivare nel tuo camerino e trovarti solo, per dirti che cosa meravigliosa ci stava succedendo, ma ora non si può più cambiare niente. È andata così e basta, pensa che stai tenendo tra le braccia tua figlia..." gli accarezzo una guancia, non voglio che soffra proprio ora. Questo deve essere il giorno più felice per entrambi.
"Come fai a trovare sempre le parole giuste?"
"È quello che penso! Ora fammi il piacere di evitare le frasi da film strappalacrime e goditi il momento!" esclamo poggiando la testa al cuscino.
Lui ride e rimane seduto accanto a me mentre entrambi giochiamo con le manine di Viola e le sorridiamo come se fossimo stupidi.
Davide canticchia qualcosa e ne approfitto per rilassarmi un po'. Li guardo e nel mio essere incasinata mia sento fortunatissima.
Ho una figlia meravigliosa che ha un padre che la ama da morire.
La scena di Davide con la nostra bimba appena nata in braccio e una di quelle che voglio salvare per sempre nei ricordi. Non avrei pensato fosse stato così tenero, così premuroso.
È emozionante come sta attento ad ogni movimento di Viola, come la guarda, come la culla, come le sorride.
Mamma. Ora sono questo. Non sono più una ragazza, un'attrice, una cantante.
Sono una mamma. Ho tutto l'amore di cui ho bisogno e ogni parte migliore di me, sembra prendere il posto di quelle peggiori.
Lui che sembra un ragazzino spensierato è un padre e sembra nato per esserlo.
Continuo a fissare loro due e so che da oggi sarà tutto migliore.
"Dov'è? Dov'è la Principessa? Zia Fede è arrivata!" i miei pochi momenti di tranquillità vengono interrotti dall'uragano che è la mia migliore amica.
Si butta letteralmente addosso a Davide per vedere mia figlia.
"Ohhhh ma tu sei una meraviglia! Come hanno fatto i tuoi genitori a farti così bella?" lascia tutte le buste che ha per terra e prende Viola in braccio senza curarsi del fatto che la stesse tenendo suo padre.
"Finalmente ti sei decisa eh amore di zia! Ti abbiamo aspettata tanto! Ero tutti i giorni a casa tua, l'unica sera che viene tuo papà e non io, decidi di nascere?! Ma visto che sei splendida ti perdono! Che poi hai un nome altrettanto stupendo! Viola e zia Fede! Saremo una coppia fantastica io e te!" Federica parla senza sosta come se fosse impazzita senza accorgersi della faccia sconvolta di Davide e della mia risata.
Ma la cosa impressionante è che Viola è tranquillissima, è stata più agitata con i miei genitori che con lei.
"Sì Fede sto bene, grazie per avermelo chiesto! Cosa? Come mi sento ora? Meglio grazie, ho solo appena partorito la bambina che stai stritolando!" esclamo io sarcastica continuando a ridere.
"Lo so, lo so...non mi sono dimenticata di te, ma è colpa della tua stellina! Mi ha incantata!" lascia Viola di nuovo in braccio a Davide che si è alzato e viene ad abbracciarmi.
Adoro i suoi abbracci, sono quelli più veri.
"Hai fatto un ottimo lavoro! Non ci posso credere...la mia migliore amica è appena diventata mamma!" non riesce a controllare la felicità.
"Eh già...mamma Giulia suona bene?" chiedo ridendo.
"Suona benissimo! Ma ora devi aprire tutti i regali!" si alza e recupera le buste enormi da terra.
Regali? Tanti? Così grandi?
"Allora...iniziamo con questo!" mi porge la prima busta che ha dimensioni più o meno normali.
La apro e trovo dentro dei piccolissimi pantaloni di tuta e una felpa altrettanto piccola abbinati con dei disegni che sembrano rose sulle tonalità del fucsia.
"La mia nipotina deve essere super chic sin da piccola!" gli occhi le brillano come non ho mai visto. È incredibile...sembra che sia un po' anche sua figlia.
"È fantastica...cioè non ho parole!" ed è vero. Non so cosa dire!
Sposta la prima busta e mi porge l'altra. Molto più grande.
Una scatola è sopra un'altra busta ancora.
Apro prima la scatola. Le lettere in legno rosa creano il nome di mia figlia, un cordoncino dello stesso colore dalla lettera "O" fa pendere una cornice con la foto che le ho mandato.
"Ma come...?" come ha fatto in così poco tempo?
"Secondo te perché non sono venuta subito? Ho chiamato una mia conoscenza pur essendo l'alba e quando voglio sono molto persuasiva...così ho fatto scrivere il nome e mettere la foto!" mi spiega capendomi subito.
"Sei maledettamente unica Fede!" esclamo sorridendole.
"Dai ora l'ultimo..." mi indica l'ultima busta.
Lo scarto.
"Non ci credo..." è la copertina che avevo visto una volta insieme a lei, ma alla quale avevo rinunciato per un'altra che stava meglio con il corredino.
È bianca con i bordi lilla e dei gufetti dello stesso colore al centro.
"Sei completamente pazza...del tutto! E ti adoro per questo!" l'abbraccio fortissimo. È come una sorella, anche di più.
"Vi adoro anche io!" mi sorride emozionata e si siede sul letto accanto a me.
Il telefono di Davide squilla più volte.
"Sono arrivati i miei genitori...Fede ti lascio Viola così puoi abbracciarla quanto vuoi!" esclama mettendo mia figlia in braccio a Federica.
"Sì vieni da zia!..." Davide esce e lei subito dice "...Giulia non mi uccidere, ma devo dirtelo...tu e Davide con lei siete la scena più bella!"
Sorrido ma non rispondo, guardo Viola.
"Ti giuro che entrare e vedervi tutti e tre insieme è unico! Siete troppo perfetti e dolci...poi come guardavi Davide...Giulia ti conosco troppo bene! Ti mancavano solo gli occhi a cuoricino!"
"Ma dai! Siamo solo amici!" dico cercando di essere indifferente.
"Certo...questa frase l'ho già sentita e dopo poco avete avuto una figlia quindi..." mi fa l'occhiolino e mi mette Viola tra le braccia.
"Comunque...sono di là dai tuoi, così vi lascio soli con i suoi genitori!" esce e come se lo avesse già saputo, entrano Carlo ed Emma con Davide e Alessandro.
Emma non trattiene le lacrime mentre si avvicina.
"Oh Giulia...posso prenderla?" mi chiede emozionata.
"Ma certo..." allungo le braccia e lei prende mia figlia.
La guarda per un po'.
"Ciao piccola della nonna...ma chi si aspettava te? Sei la cosa più bella degli ultimi anni!" le dice cullandola. Emma come Davide, non trattiene mai le sue emozioni.
Carlo si avvicina per guardarla. Davide invece si siede accanto a me sorridendomi.
"Ragazzi ma come avete fatto? È la bambina più bella che abbia mai visto!" esclama suo padre.
"Già fratello! Ma se vuoi la verità...è la fotocopia di Giulia!" dice Alessandro ridendo.
"Lo so..." risponde Davide dandomi un bacio sulla fronte e stringendomi "...per questo è bellissima!"
Mi mancavano i suoi complimenti. Mi mancava essere così coccolata. Ma non posso permetterlo e mi allontano un po' con un mezzo sorriso.

Sono passati pochi giorni dalle ultime visite. Sono venuti i miei, Federica e Federico, i genitori di Federica che sono un po' anche i miei, Edo con i suoi e i genitori di Davide che sono rimasti qua qualche giorno...e ovviamente lui...
Davide è venuto ogni giorno e di tanto in tanto è restato anche la notte dalla nascita della nostra piccola...ogni mattina con la mia colazione sul vassoio, ogni sera con le sue dolci parole di buonanotte per me e per Viola...
Forse mi mancheranno tutte queste attenzioni ora che sto tornando a casa, mi sono abituata in questi giorni...anche se non devo dimenticarmi..che sono stata la prima a rifiutarle...
"Giulia tesoro su dobbiamo andare..." mi chiama mia madre affacciandosi dalla porta della mia stanza.
Annuisco distratta e chiudo la zip del mio borsone. Poggio le mani sulla carrozzina con la mia bambina e la spingo fuori.
È una strana sensazione camminare senza la mia bambina dentro di me. Da un lato è piacevole ma dall'altro è come se sentissi la sua mancanza, come se mi sentissi vuota dentro...ma lei è qui con me. La sto portando fuori dalle porte dell'ospedale.
Sto per mostrare il mondo alla mia bambina...e so di dover essere io a insegnarle a vivere in questo mondo.
"Mamma dov'è la macchina?" chiedo. Mi aspettavo che mio padre ci aspettasse qui fuori, invece no.
"La nostra...o la tua?" esclama lei sorridendo.
Non ho il tempo di riflettere sulle sue parole che il suono di un clacson mi fa voltare di scatto. Una Mini Cooper nera con un gran fiocco rosa sul tetto bianco si è fermata alle mie spalle...e a guidarla è..mio padre!!
"Papá!" esclamo. Lui scende e mi viene incontro.
"Bella vero? Ti si addice!" dice lui.
"Già!" esclama mamma interrompendolo.
Quasi non ci credo...mi hanno comprato una macchina?!
"Sai..." continua mia madre "...con la bambina dovrai essere più autonoma adesso e poi a vent'anni penso sia il momento di avere una macchina propria, no?"
"E la tua patente iniziava ad essere inutile! Giusto?" scherza mio padre ridendo.
Annuisco ancora a bocca aperta.
Istintivamente poggio una mano sulla pancia...come facevo fino a pochi giorni fa quando volevo che la mia bambina vedesse cosa stava accadendo.
Ma lei non è più dentro di me...e può vedere davvero la nuova macchina della sua mamma.
Prendo il posto di mio padre alla guida della mia macchina e vedo il seggiolino per Viola sul sedile alla mia destra.
Mia mamma vi posa la mia bambina e sento mio padre posare la carrozzina e il mio borsone nel cofano. "Amore, io e papà dobbiamo sbrigare delle cose, tu intanto vai a casa e riposati..noi veniamo tra un pò!" mi dice mia madre sorridendomi.
Annuisco e sorrido a mia volta.
Vedo i miei allontanarsi e metto in moto. È una bellissima sensazione sapere che è la mia macchina!
La prima cosa che farei sarebbe accendere la radio, ma la mia bambina dorme e non voglio svegliarla. La guardo per qualche minuto, le do una carezza e le sistemo i pochi capelli ancora chiari. Sembra una bambolina; le sorrido e parto.
Stare in auto senza la musica di sottofondo non è da me. Delle volte, per abitudine, mi è capitato di accendere la radio anche nelle macchine di altre persone, come è successo la prima volta che sono salita in macchina con Davide.
"Tu sei nella mia storia e lì ci starai da qui all'eterno..."
Conoscevo benissimo quella canzone e mi piaceva. Ma ora ha assunto un significato del tutto diverso per me.
"Della forza ricorderò il giorno che mi ha fatto incontrare te, invece del dolore mi resterà questo non 'per sempre'..."
E sono sicura che sia perfetta per descrivere tutto quello che è successo a me, a noi. Perché del resto è vero che per me lui sarà sempre importante e non potrò mai dimenticare il giorno in cui l'ho incontrato, il giorno in cui è iniziato tutto e mi ha portato a questo, mi ha resa forte...molto più di quanto potessi immaginare. Ma tra noi non è stato "per sempre" come avevo sperato.
Arrivo a casa dopo mezz'ora senza nemmeno accorgermene.
Parcheggio, scendo e prendo la carrozzina di Viola dal cofano.
La guardo qualche minuto. Come si fa a rimetterla a posto?
Premo qualsiasi pulsante vedo e cerco di farla aprire in tutti i modi che mi passano per la testa, ma nessuno funziona.
Sento mia figlia piangere da dentro la macchina e lascio la carrozzina per andare da lei.
"Vieni da mamma...non piangere ti prego, dammi solo due minuti..." la cullo un po' ma non posso lasciarla che piange di nuovo.
"Giulia?" mi sento chiamare da una voce maschile e mi volto subito sperando in mio padre o in Davide.
"Andrea!" ma non è nessuno di loro. È un mio vecchio compagno di scuola.
"Lei è...?" guarda Viola in braccio a me.
"Oh...è mia figlia!" rispondo sorridendo.
"Auguri! Sapevo che tu ed Edo non stavate più insieme...non sapevo fossi diventata mamma..." ecco la faccia compassionevole da "Così piccola e già mamma senza compagno?"
"Sì lei è nata cinque giorni fa e non sto con Edo..." faccio un mezzo sorriso.
"Ti serve una mano?" chiede cambiando argomento imbarazzato, vedendo la carrozzina appoggiata all'auto.
"Beh...diciamo che ancora non sono molto pratica..."
"Tranquilla!" la prende e in un attimo è aperta.
"Wow grazie mille! Mi hai fatto un piacere enorme!"
"Figurati, ci vediamo in giro Giulia!" mi da un bacio sulla guancia, io ricambio e si allontana.
Metto Viola sotto la sua copertina bianca e prendo il borsone per salire finalmente a casa.
Non appena esco dall'ascensore vedo appeso alla nostra porta un bellissimo fiocco rosa con scritto il nome di mia figlia. Sorrido e apro.
Tornare a casa è una magnifica sensazione. Ho sempre odiato gli ospedali, mi hanno sempre messo ansia.
Invece l'aria di casa mia mi rilassa ed è tutto familiare, ho le mie cose. Il bianco di casa mia non è come quello dell'ospedale, questo mette serenità e rende tutto luminoso.
"Benvenuta a casa amore mio!" dico rivolta a Viola che mi guarda con i suoi occhi incantevoli.
Spingo la sua carrozzina fino al salone e trovo i palloncini rosa che mi ha portato Davide qualche giorno fa e tutti i fiori che mi sono stati regalati. Sul tavolino trovo un biglietto rosa.
"Benvenuta a casa Viola! Non vediamo l'ora di stare con te tutto il giorno! I nonni ti amano un mondo! Ps. Bentornata amore, ci sei mancata!"
Grazie al cielo ci sono i miei genitori!
Vado in camera mia e vedo che il nome di Viola che mi ha regalato Fede è già appeso al muro e la sua copertina già sistemata sulla culla.
Prendo Viola e la alzo fino alla mia fronte per poi darle un bacio.
La metto sul mio letto e io mi sdraio accanto a lei.
"Vedrai che staremo benissimo! Adesso sei tu la mia priorità e ti prometto che non permetterò a nessuno di farti del male." le bacio una manina che si stringe attorno al mio dito e la stringo a me.
Quante cose sono cambiate da quando mi sono disperata per quel test positivo ad ora. Quanto sono cambiata io.
Ho imparato quanto la vita sia imprevedibile, quanto amore può dare in soli cinque giorni una bambina piccolissima e quanto amo essere sua madre.
Se sono stata scelta per essere la sua mamma ci sarà un motivo ne sono sicura da sempre, non mi stancherò mai di dirlo e non smetterò mai di crederci, significa che sono capace di amarla e crescerla.
La guardo mentre si riaddormenta, la sua mano stretta alla mia quasi come se avesse paura che io potessi lasciarla, ma lo sguardo sereno di chi sa che avrà sempre qualcuno e io non potrò mai abbandonarla.
Guardare lei mi fa sentire davvero fiera di me stessa, del mio coraggio, delle mie scelte.
Avere lei mi fa sentire sicura, sarà sempre mia.
Stringere lei mi fa sentire serena, amata.
Lei è il mio cuore fuori dal mio corpo, il mio ossigeno. La mia Viola.
   
 
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