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Autore: Aubrey_ToxicMuffin    20/12/2008    15 recensioni
Cosa Succede se un angelo custode si innamora del suo umano? Se il più dolce degli angeli si innamora dell'umana che dovrebbe proteggere infrangendo tutte le regole? Spero di avervi incuriosito
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Marchi
Era mattina, la luce filtrava dalle fessure delle persiane. Qualcosa mi circondava mentre un profumo delizioso mi circondava. Lo respirai a pieni polmoni, prima di aprire gli occhi.
Quando aprii gli occhi credetti di stare ancora sognando. Il ragazzo di nome Light era accanto a me, che mi abbracciava. Il suo viso illuminato dal sole mi sorrideva.
<< Dormito bene? >> chiese, accarezzandomi la guancia con l’indice,
<< Si, grazie… tu? >> chiesi, tanto per dargli corda,
<< Io non dormo Biki… >> disse lui sorridendo,
<< Mai? >> chiesi sbarrando gli occhi,
<< Mai… >> rispose allargando il sorriso.
Mi accoccolai contro il suo petto, mentre lui mi stringeva dolcemente. Il mio angelo custode. Probabilmente era sempre lo stesso sogno, ma se lo era, non volevo svegliarmi.
<< Non voglio svegliarmi… >> sussurrai,
<< Ma tu non stai dormendo… >> disse lui benevolo, accarezzandomi la schiena.
Rimanemmo in quella posizione per non so quanto tempo, << Ti sei addormentata? >> chiese piano,
<< No… >> risposi, << Pensavo… Se sei un angelo, che fine hanno fatto le tue ali? >> chiesi, forse in modo troppo sfacciata. Rispose con una risata, << Sono piuttosto scomode, le tengo chiuse. Ingombrano parecchio… >>
<< Ah… >> risposi.
<< Sarà meglio che mi alzi, o mia madre darà di testa… >>
<< Tua madre è uscita, è andata a Firenze… >> disse Light,
<< Ah… beh, in ogni caso dobbiamo fare colazione… >> dissi sedendomi sul letto, << Devi, fare colazione… >> mi corresse,
<< Non mangi? >> chiesi,
<< No, almeno non quello che mangi tu… >> disse alzandosi. Mi sistemai i capelli velocemente con le mani e uscii dalla camera,
<< Ho troppe domanda da farti… >> dissi mentre mi avviavo in cucina,
<< Hai tutto il tempo che vuoi… >> aggiunse lui,
<< Non ti da fastidio che ti faccia tante domande? >> chiesi,
<< Niente affatto… >>.
Entrai in cucina e mi diressi verso il frigo per prendere il latte, << Allora, di cosa ti nutri? >> chiesi mentre chiudevo il frigo e mi dirigevo verso il mobile che conteneva i padellini,
<< Di emozioni, sensazioni, come la felicità, l’amore, ma anche la tristezza e la lussuria… >> disse lui. Misi il latte sul fuoco e presi una tazza dal mobiletto,
<< E cosa succederebbe se mia madre entrasse adesso? >> chiesi,
<< Non mi vedrebbe… possiamo dire che sono nella modalità dove solo tu mi vedi… >> rispose sorridente,
<< E quali sono le tue modalità? >>
<< Questa dove mi vedi solo tu, quella dove mi vedono tutti, quella dove non mi vede nessuno, e  quella dove mi vede solo chi voglio io…
>>
<< Wow…
>> risposi mentre versavo il latte nella tazza e mi sedevo al tavolo. Light mi si sedette davanti. Solo allora notai come era vestito. Aveva una camicia bianca, arrotolata fino ai gomiti, aperta fino a scoprire l’incrocio delle clavicole. Un paio di jeans scuri e delle scarpe anonime. Dai capelli biondi che gli cadevano sul collo si intravedeva un tatuaggio, nero, ce copriva quasi tutta la pelle, una specie di croce tribale,
<< Hai un tatuaggio… >> osservai mentre mangiavo un biscotto,
<< Non è proprio un tatuaggio… >> disse lui, toccandoselo,
<< E cos’è? Non mi dirai un neo? >> chiesi ridendo,
<< No, è tipo un marchio… indica te… >> disse guardandomi con uno sguardo intenso,
<< Cosa vuol dire che indica me? >> chiesi facendo l’indifferente,
<< Indica la mia missione, è un segnale per gli altri… >> disse,
<< E cosa dice? >>
<< Che go il permesso di parlarti… Di toccarti… Di farmi vedere da te… >>
<< In quanti siete? >>
prima di rispondere rise, << Siamo uno per ogni umano, di solito… ognuno di voi, ha uno di noi… >>
<< Wow, è affollato questo pianeta… >> dissi ridendo. << Non lo avevo notato ieri… il tatuaggio dico… >>
<< Ieri non c’era ancora… >> disse, << È venuto fuori questa notte… >> disse,
<< E come hai fatto? Sei uscito e sei rientrato? >> chiesi,
<< No, è stato il tuo respiro. >> non capivo, come aveva fatto il mio respiro a tatuargli una croce tribale sul collo?
<< Ora ti spiego… >> disse paziente, << Questa notte sono tornato perché ho ottenuto il permesso di mettermi in contatto con te. Ma come testimonianza di questa concessione avevo bisogno di un marchio, il tuo marchio e solo il tuo respiro poteva farlo. Quando cerchiamo il marchio da un umano lo attiriamo verso una parte di noi. Io son stato fortunato, sei stata attirata dal mio collo, è orribile vedere angeli con segni sulle labbra o in altri posti più imbarazzanti…  >> scoppiai a ridere, << Sono stata brava allora? >> chiesi improvvisamente fiera di me. Ora capivo il perché ero stata così attirata dalle sue labbra la notte prima.
<< Sei stata molto brava… >> disse sorridente, << Spero di esserlo altrettanto… >> disse, serio.
<< Vuol dire che mi devi marchiare? >> chiesi. La prospettiva di essere marcata da lui non mi dispiaceva affatto.
<< Si, purtroppo… serve a segnalare che sei sotto la mia protezione, che sei privilegiata rispetto agli altri umani… >> disse, << Lo so che è orribile, ma è una cosa per il tuo bene… >>
<< Non lo trovo orribile… >> dissi interrompendolo, << Affatto… >> aggiunsi.
Calò il silenzio. Era incredibile che ci conoscessimo solo da qualche ora, mi sembrava di averci passato la vita insieme, come aveva detto lui. Lavai la tazza e mi cambiai mentre lui mi aspettava in sala.
Mi misi una gonna nera a frange, un paio di pantacollant neri, una maglia nera e rossa a strisce, una kefiah nera e rossa e un paio di polacche rosse. Mi pettinai, mi misi due mollette rosse e mi truccai come al solito, due linee di eye-liner nero sopra gli occhi neri. I miei capelli castani sembravano voler collaborare.
Uscii dal bagno e mi avviai in sala, Light era seduto sul divano, composto, che si tastava il tatuaggio,
<< Ti ha fatto male? >> chiesi sedendomi accanto a lui,
<< Pensavo peggio… >> disse prima di sorridermi,
<< Posso chiederti una cosa? >>
<< Dimmi… >> rispose lui,
<< Sei da solo? Nel senso qui, hai una casa o vivi con me? Insomma… >> prima che iniziassi a farfugliare seriamente mi interruppe:  << No, ci sono anche una specie di famiglia, sono gli angeli che vivono sulla terra come me… Alcuni di noi sceglie di vivere per un po’ sulla terra da umano, e io ho vissuto con loro per qualche centinaio di anni… >>
<< Centinaio di anni? >> chiesi sbarrando gli occhi,
<< Si… >> rispose.
Rimasi a guardarlo, era incredibilmente bello. Continuava a tastarsi il collo, nel punto marchiato. Mi avvicinai a ancora di più
<< Posso vedere? >> chiesi prendendogli la mano che era sul collo. Automaticamente tolse la mano per permettermi di vedere. La croce era li, nitida.
<< Ti fa male? >> chiesi toccando il segno nero,
<< Un po’… ma passerà… >> disse
<< Come passerà? Di solito come funziona? >>.
Prima sospirò, << È solo un fattore di collegamento, i due marchi ci legano. E ora è come se fossi collegato con niente… >> disse secco,
<< Allora marchiami… cosa aspetti? >> dissi facendo cadere le braccia in grembo.
<< No, soffriresti… >> disse lui. Ora ricordavo, gli angeli non potevano mentire, quindi quello che diceva era sempre la verità,
<< Ma tu smetteresti di soffrire… >>
<< No Bianca. >> sentenziò.
<< Posso almeno fare qualcosa per alleviare il dolore? >> chiesi in un sussurro,
<< Biki non voglio che tu sia giù, davvero… >>
<< Allora fatti aiutare… >> dissi
<< È imbarazzante… >> disse lui abbassando la testa, << Devi… >> si fermò. Si appoggiò sulle ginocchia, << Devi… baciare la cicatrice… >> disse prima di girarsi per nascondere il suo viso.
Senza pensarci due volte mi avvicinai a lui. Portai una mano alla parte del collo che non aveva la cicatrice per portarlo più vicino a me.
<< Non sei obbligata… >> disse girandosi verso di me,
<< Io te l’ho fatto, io ti aiuto… >> risposi. Appoggiai piano le labbra sopra la cicatrice. Light chiuse gli occhi e mi prese per le spalle stringendomi a lui, ma mi lasciò subito. Velocemente gli presi le mani e gli intrecciai le dita con le sue.
La sua pelle era liscia e fredda, anche se si sentivano i solchi della croce. Quando per caso la mia lingua toccò il suo collo la sua presa sulle mie mani si strinse e mi spinse contro il divano, posizionandosi a cavalcioni sopra di me, fermo a pochi millimetri dalle mie labbra. Mi guardava fisso negli occhi quando notai il cambiamento nei suoi occhi. Partiva dal profondo, un alone di luce, che sempre più velocemente prendeva spazio. Come i suoi capelli che si coloravano di un rossiccio lieve. Il suo respiro era freddo, lo respirai con la bocca, assaporandolo.
<< Non voglio marchiarti… >> disse sofferente,
<< Fallo… non soffrirai più… >> dissi,
<< Ma tu non sai dove sono attirato… >> disse, mentre i suoi capelli si coloravano sempre più di rosso.
<< Non mi importa… >> dissi, << Ti prego… >> aggiunsi
<< Cercherò di trattenermi… >> disse a denti stretti. Mi prese per i fianchi e velocemente mi portò sul tavolo in legno in un angolo della sala e mi spostò i capelli dietro al collo e la sciarpa, poi appoggiò le labbra alla pelle.
Respirò profondamente, il suo alito caldo mi penetrò la pelle, poi dette un bacio e sentii che l’aria usciva. Era come un milione di spilli che entravano ed uscivano dalla pelle, faceva male e piacere allo stesso tempo. Strinsi le sue spalle con le dita, quando notai che la parte vicino al suo marchio era rosso. Soffriva, Così appoggiai le labbra sul suo marchio. Quando iniziò a scendere lo seguii, scese verso le scapole, spostandomi la maglia, come feci io, per poi salire verso la spalla. Puntava le dita sulla mia schiena, per tenermi più vicina a se mentre mi  metteva sotto la sua protezione, così come io, mi rimettevo a lui.


Lo so che avevo detto che continuavo solo se c’erano commenti ma non mi sono trattenuta… xD ma continuo a sperare in commenti.

  
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