Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: littleimagination    03/04/2015    5 recensioni
Sandor e Sansa vivono nello stesso appartamento, con un balcone in comune, ma c'è un divisore che blocca la vista l'uno dall'altro. Parlando e aprendosi con l'altro, confessando cose che non avevano mai detto a nessuno, dopo due mesi, finalmente, decidono di incontrarsi faccia a faccia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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I suoi capelli


Note dell'autrice:
Affinchè voi lo sappiate, considero questo Sandor vicino a quello che sarebbe potuto essere dopo qualche tempo sull'Isola Silenziosa, molto più calmo e non pieno di rabbia...

Fallo e basta, idiota. Sandor esitò mentre stava davanti la porta di Sansa, cercando di trovare il coraggio di bussare. Mai nella sua vita Sandor si era sentito così fottutamente nervoso. Gli sembrava di avere un coltello che si attorcigliava nel suo stomaco, le sue mani sudavano, e questo non succedeva da quando Gregor lo terrorizava, quando era più piccolo e aspettava il momento dove Gregor avrebbe sbattuto la porta e gli avrebbe fatto male, più di quanto non gliene avesse già fatto. Quello che sentiva adesso, comunque, era molto diverso. Stava per incontrare Sansa per la prima volta faccia faccia. Per la prima volta avrebbe guardato gli occhi della voce che lo conosceva meglio di chiunque altro. E avrebbe visto le sue cicatrici. Questo era quello che lo metteva più in ansia, la sua reazione. Per la prima volta da quando aveva sei anni, Sandor aveva paura, anzi era fottutamente terrorizato, di essere rifiutato. Spaventato che lei non lo avrebbe più vedere o parlare con lui di nuovo e sarebbe finita così, la fine dei migliori due mesi che aveva mai trascorso con una donna. Tutto il suo corpo percepiva la tensione mentre alzava la mano verso la porta di legno e bussava uno, due, tre volte.
Sandor ricordava il primo giorno in cui avevano cominciato a parlare come se fosse ieri. Si ricordava che aveva aperto la porta del suo balcone mentre leggeva un messaggio del suo capo, non guardando dove metteva i piedi, e poi improvvisamente aveva colpito il tavolo con il piede, così forte che faceva male, e il bicchiere che aveva lasciato sul tavolo cadere a terra. Poi aveva sentito una voce, una voce che non avrebbe più dimenticato, dolce com'era, galleggiare fino a lui, fino in fondo al suo cuore dove adesso l'aveva conservata da mesi.
La voce di Sansa era argentea e chiara, gentile ed educata. Dopo averla sentita cantare, decise che si sarebbe potuto facilmente addormentare ascoltando quel suo amabile e melodico timbro. Ma per quanto amava la sua voce, erano i suoi capelli che erano constantemente nella sua testa.
Era stato prima che inziassero a chiacchierare. Lui era lì il giorno in cui si era trasferita, ma non essendo un uomo socievole, aveva deciso di rimanere nel suo appartamento fino a quando i traslocatori finirono e se ne andarono. Dopo aver guardato il tramonto, Sandor si preparò per andare a lavorare e aveva appena uscito la sua macchina dal parcheggio quando la vide in piedi di fronte il bagagliaio della sua VW Jetta, di spalle, mentre si allungava per prendera una scatola. Comunque, non sapeva fosse Sansa fino a che cominciarono a parlare e lei menzionò che tipo di auto guidava. Ricordi di capelli ramati, gambe lunghe, pelle pallida, piccola vita che finiva in dei fianchi perfetti inondararono la sua mente e realizzò che era lei che aveva visto quel giorno.
Man mano che il tempo passava, Sandor aveva visto occasionalmente scorci dei suoi capelli, ovviamente quando era appoggiata alla ringhiera del suo balcone e vicina al divisore. Quando il vento soffiava, i capelli volavano con esso, e questo cominciò a ricordargli del fuoco, quando bruciava selvaggio e scoppiettante nella brezza. A volte era tentato di sporgersi oltre la ringhiera e guardarla, ma non l'aveva mai fatto per paura di spaventarla mostrandole la sua faccia. Sandor sapeva com'era fatto; sapeva di essere ripugnante. Ogni notte, quando lavorava, c'erano sempre un mucchio di persone che si voltavano alla vista delle sue cicatrici, e faceva male ogni volta. Sapere che sarebbe potuto essere un tipo decente senza quelle maleddette cicatrici rendeva la cosa ancora peggiore. Una volta, prima di incontrare Sansa, Sandor si era messo di fronte lo specchio dopo una doccia, guardando la sua faccia. Alzando una mano a sinistra, aveva coperto le sue cicatrici. Per un momento immaginò come sarebbe potuta essere la sua vita senza quelle cicatrici, come avrebbe potuto vivere. Solo e brutto, non era quello che gli era passato per la mente. Lasciando cadere la mano, Sandor era uscito velocemente dal bagno, sforzandosi enormemente di tornare lì e tirare un pugno allo specchio.
Comunque, chiacchierare con Sansa lo aveva aiutato molto. Quando si sedeva a guardare il tramonto con lei, raccontandosi le loro giornate, ed eventualmente le loro vite, Sandor aveva cominciato a sentirsi diverso. Sansa gli faceva quasi dimenticare le cicatrici, dimenticare Gregor, gli faceva quasi credere di avere un' occasione di essere felice. Queste emozioni che lei gli suscitava avevano confuso la sua cazzo di mente all'inizio, chiedendosi come diavolo una donna che non poteva nemmeno vedere aveva questi effetti su di lui, ma poi realizando che era così, perchè non lo poteva vedere e lo accettava senza voltarsi, gli avrebbe parlato come nessuno aveva mai fatto prima. Quando sono con lei dimentico chi sono. Era un pensiero che gli era venuto in mente parecchie volte, perchè era vero.
Sandor L'aveva anche sognata. Anche se non sapeva decidere se erano bei  sogni o incubi. Erano bei sogni perchè sarebbe stata con lui, con le sue lunghe gambe attorno la sua vita mentre le baciava il collo, i gemiti che sentiva lo facevano sentire in Paradiso. Ma poi i sogni si trasformano in incubi mentre guardava su, cercando di guardare il suo vis, ma non poteva. Quando sollevava la testa i suoi capelli ardenti si trasformavano in fiamme e alla fine si era svegliato coperto di sudore, affannato, le mani sul cuore che a momenti gli stava uscendo dal petto.
Sandor aveva quasi impacchettato le sue cose e tornare a Perth il giorno in cui lei gli aveva chiesto se potevano incontrarsi. Sansa era constantemente nei suoi pensieri, e stava morendo dalla voglia di incontrarla, ma non aveva mai fatto una mossa in quella direzione per paura che lei scappasse. Non voleva rovinare tutto. Quindi, quando Sansa glielo chiese, Sandor diventò muto come un pesce mentre tentava di dare una risposta sensata. Borbottò che il suo capo era un vero stronzo e non gli avrebbe concesso la notte, ma dopo una settimana dove lei praticamente lo supplicava almeno di provare a chiedere un permesso per poter andare a cena, si disse di non conportarsi più da codardo e cedette.
-
A Sandor sembrava che tutta l'aria nei polmoni gli fosse stata rubata. Sansa è bellissima. Se aveva pensato che non avrebbe mai più dimenticato i suoi capelli, si sbagliava, perchè quando apre la porta e la può vedere interamente, sa che è andato, lo sa nel suo profondo, merda, come sa benissimo che non ci sarà modo di dimenticarla. Sandor guarda le sue lunghe gambe che sapeva avesse, la sua vita dove voleva avvolgere le mani attorno, su fino ai suoi capelli che non era stato capace di smettere di pensare. Adesso che le è più vicino, ha l'occasione di osservare per davvero i suoi capelli, Sandor decide che i suoi sogni non sono incubi ma bei sogni, che sognerà di nuovo felicemente, perchè i suoi capelli non sono il fuoco, sono il tramonto, lei è il tramonto, i bellissimi colori che compaiono in cielo mentre il sole tramonta, ma non voglio guardarla scomparire oltre l'orizzonte e lascirami solo la notte, la voglio qui con me.
È allora che nota le sua labbra, amabili labbra rosa che sembrano soffici quanto la sua voce. Sandor, prima d'ora, non aveva mai voluto baciare le labbra di qualcuno tanto quanto voleva baciare le sue. Sentire il posto da dove tutte le parole che gli aveva detto scappavano nel mondo e raggiungevano il suo cuore. E poi lei sorride e lui pensa che può morire in pace.
Sandor guarda nei suoi occhi, e adesso si sente come se qualcuno gli avesse squarciato lo stomaco e gli stia artigliando il cuore per strapparglielo, è così fottutamente bellissima che fa male. Sansa lo guarda diritto negli occhi, e lui si sta mettendo a piangere perchè non vede, per una volta nella vita sin da quando era un bambino, nessuna traccia di paura o disgusto. Pensa di amarla solo per questo. Ma non è solo questo che ha un grande impatto su di lui, è il colore dei suoi occhi che ha uno strano effetto sul suo cuore che non aveva mai sentito. Sono come l'oceano e vuole annegarci dentro. Sandor disprezza il fuoco e adesso è innamorato dell'acqua.
Sansa solleva la mano e fa incontrare quella di lui con la sua, avvolgendo la sua piccola mano con la sua molto più grande ed è ipnotizzato dalla grande differenza; la sua mano è morbida, liscia, pallida e bellissima, mentre le sue sono abbronzate e ruvide, e lui sente di non poter essere qui con lei, è vicino a dirle di non poterlo fare, ma poi lei stringe la sua mano e tutti i precedenti pensieri sul fuggire spariscono dalla sua testa.
Quando parla è come se lui ritornasse sul balcone ad ascoltare la sua voce per la prima volta, ad innamorarsi di nuovo daccapo. Lei sorride ancora più luminosamente quando la chiama Uccelletto e Sandor non può, semplicemente non può aiutare se stesso, non importa quanto duramente ci provi, ma lascia che un sorriso affiori dalle sue labbra.
Note:
Nel prossimo capitolo: la cena e IL VERO DIALOGO! E grazie a tutti quelli che hanno lasciato un commento! L'ho davvero apprezzato! Mi fa sentire più sicura su quello che scrivo!

   
 
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