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Autore: Vika_I_Love    03/04/2015    1 recensioni
Aria è la reginetta della scuola, circondata da ragazzi viziati ed arroganti.
Sam è un ragazzo comune, circondato dalla solitudine.
Aria è famosa grazie al gossip che la riguarda.
Sam è famoso grazie al suo talento calcistico.
Proprio il talento innato di lui, lo porterà da lei.
Dopo aver vinto il campionato giovanile ai danni dell’Orlando, Sam sarà costretto a cambiare squadra dopo una rissa che vide il suo migliore amico protagonista di atti vandalici proprio contro Tommy (fidanzato di Aria e giocatore dell’Orlando), per salvaguardare l’unica persona che tiene a lui, Sam si trasferirà in Florida e farà parte della squadra calcistica dell’Orlando.
Aria non sa che Sam sarà il suo tornado.
Sam non sa che Aria le farà vivere una tormentata e passionale storia d’amore.
Genere: Drammatico, Fluff, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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~~La tua comunicazione non ha parole: Introduzione

Il continuo baccano riuscì ad interrompere il sonno di Aria, la ragazza ancora ad occhi chiusi si alzò dal letto, poco dopo inciampò su un giocattolo abbandonato  sul pavimento. Amy fece il suo ingresso in camera, lei era già pronta e super attiva al contrario dell’amica ancora sdraiata sul pavimento troppo impegnata a concentrarsi al massimo pur di non arrabbiarsi.
-Hai dormito per terra stanotte?
Aria sorrise sarcastica, strinse la mano della ragazza di fronte a lei e riuscì ad alzarsi. Notò l’amica vestita tutto punto, poi guardò la sua immagine riflessa allo specchio, si rese conto che fosse davvero in ritardo e anche ridotta male, la vita mondana non l’aiutava di certo, le occhiaie ne erano la prova, ma quel piccolo difetto di certo non la rendeva meno bella.
Amy portò la mora nel bagno con la forza, aprì l’acqua della doccia e le indicò platealmente l’entrata, Aria obbedì borbottando qualcosa tra se e se.
Amy raccolse gli indumenti della pigrona per poi metterli nella lavatrice.
-Avanti Aria, oggi sei più lenta del solito-
La mora alzò il dito medio avvicinandolo alla parete di vetro per poi mostrare una linguaccia, l’amica sorrise amorevole.
Le due ragazze erano amiche da tanto tempo, elementari vicine di banco, campeggio estivo nella stessa camerata, scuole medie compagne di banco, ed ora al liceo sempre compagne di banco. Frequentavano la stessa comitiva, gli stessi pub e le rispettive famiglie erano in ottimi rapporti.
Aria era appena uscita dalla doccia, guardò l’ora e davvero innervosita allargò le braccia disperata –Sono le dieci ed è sabato, cosa ti è saltato in testa?-
Amy scoppiò a ridere e quasi incredula indicò l’amica –Tu … no, non posso crederci- non riuscì a finire la frase, un’altra risata prese vita, Aria non capì, guardava l’altra con occhi sgranati, poi come un fulmine  a ciel sereno si ricordò, si dette uno schiaffetto sulla fronte –Alle undici c’è la partita di Tommy, come ho fatto a dimenticarmene-
Amy portò una mano sulla spalla dell’amica, ovvia e seria la rispose –L’alcol è una brutta bestia-
Le due risero di gusto, Aria spinse l’amica giocosamente.
La bionda prese posto sul letto mentre Aria sistemava i cappelli raccogliendoli in una treccia laterale.
-Tommy è davvero geloso, non pensavo fosse così scocciante-
La mora si voltò verso l’amica, prese le Jordan e si sedette accanto alla medesima.
-Come mai questa costatazione?
-Ieri, quando John ha ballato con te era incontenibile, su dieci parole 9 erano parolacce, non hai notato questo suo aspetto? Eppure siete fidanzati da quasi tre anni ormai
Aria scosse la testa –Non credo che lui abbia un problema con me, forse il suo problema è John, tra di noi c’è fiducia, lui si fida di me
Amy fece spallucce, si alzò da letto e prese le chiavi della lambretta, la sua amata lambretta, -Fa finta che non ti abbia detto nulla-
Aria sorrise ad abbozzò un si.
Nel salone ad aspettarle c’erano i genitori di Aria, erano entrambi dipendenti statali, il sabato per loro era festivo, e anche se non fosse stato così per loro il sabato sarebbe stato comunque festivo. Erano entrambi fascisti, si erano incontranti la prima volta in un circolo fascista, le uniche discussioni in quella casa erano dovute proprie all’orientamento di ideali, Aria era comunista convinta, cosa che i suoi genitori facevano fatica a digerire, fosse tornata a casa con un test di gravidanza positivo la sera della sua confessione sarebbero stati più contenti.
Aria salutò velocemente, prese le chiavi della vespa ed uscì di corsa con Amy.


Sam era al solito bar con AJ, mangiavano un cornetto prima di mettersi in marcia per Malibù, ad attenderli c’erano quasi due ore di volo. Alle undici ci sarebbe stata la finale del campionato, avevano un punto di vantaggio sulla seconda, e proprio contro questa si sarebbe disputata la partita in trasferta per loro.
Sam era il fuoriclasse della squadra, tutti sapevano che avrebbe avuto un futuro nel calcio, aveva 18 anni, era testardo, militava nella serie massima giovanile, tra qualche anno avrebbe sicuramente giocato per la nazionale.
I due ragazzi si recarono all’aeroporto, Sam era alla guida mentre AJ gli raccontava le solite storie, le solite scappatelle notturne con le ragazze della pallavolo del quartiere.
Sam sorrise mentre scuoteva la testa –Non è possibile che tu non abbia altri pensieri  oltre le donne e il calcio-
AJ replicò sarcastico, battendo una mano sul cruscotto –Non è possibile che tu non abbia pensieri sulle pallavoliste invece-
-Sei un caso irrecuperabile amico-
-Stasera festeggerò la nostra vittoria con una di loro, Sarah, il capitano della squadra-
Sam sconvolto alzò il tono e preoccupato non perse l’occasione per richiamare l’amico –Non fare cazzate, Sarah è fidanzata, ti metterai nei casini, il fidanzato è un tipo pericoloso, non metterti nei casini e poi ancora non abbiamo vinto, pensiamo alla partita e poi a festeggiare tra di noi, lasciando i problemi fuori dalla squadra e dalle nostre vite-
AJ sbuffò animatamente, -Mi hai capito AJ? Questa volta io non verrò a salvarti il culo amico-, il ragazzo continuò a sbuffare e a ripetere dei si poco convinti, Sam si innervosì e con voce roca richiamò per l’ultima volta l’amico, l’ultima perché quando gli diventava la voce roca significava che aveva raggiunto il limite, solo AJ riusciva a spingerlo fino a quel punto, -Mi hai capito?-
AJ questa volta azzardò un si convinto, ma poi mica tanto.
-Lo dico per te amico, non fare cazzate, siamo solo io e te, in questo buco, solo io e te-
Aj sorrise –Ho capito fra, ho capito, tranquillo-


La partita era quasi finita, l’Orlando City stava vincendo 1 a 0 contro i L.A. Galaxy. AJ e Sam si guardarono, sapevano che mancavano 10 minuti, sapevano che fossero i 10 minuti più importanti del campionato, stavano perdendo, la squadra era demotivata ad eccezione di loro. Il Mister incredulo ed esasperato era ammutolito ad assaporare l’amaro della sconfitta.
Sam fece un lungo sospiro, fece un gesto con la mano all’amico, AJ capì, si buttò a capofitto verso l’aria di rigore avversaria, il numero dieci riuscì a dribblare con facilità un paio di difensori deliziando il pubblico con il suo sopraffine talento.  Riuscì a servire AJ che non mancò l’appuntamento con il goal.
Il pubblico era in delirio qualche minuto prima dato che l’Orlando giocava in casa, ma quando la squadra in trasferta riuscì a pareggiare tutti si ammutolirono.
Tommy incredulo si voltò alla ricerca di uno sguardo complice della fidanzata che era sugli asfalti a tifare per lui. Si sentiva colpevole non aveva seguito l’azione di Parrish, sapeva benissimo che quel ragazzo fosse talento nascente.
 Mancavano pochi secondi, l’Orlando doveva segnare se voleva uscire trionfante, l’ultima speranza era un calcio d’angolo guadagnato proprio da Tommy.
La palla diretta in aria venne stoppata a volo sempre da Sam, che con uno stop a volo saltò ed umiliò con una “bicicletta” Tommy, Parrish poco dopo saltò anche il portiere avversario con un pallonetto così si concluse la partita.
I L.A. Galaxy riuscirono a portare la coppa a casa. Festeggiarono portando in trionfo Sam, tutto questo proprio dove c’erano i tifosi più legati ai colori dell’Orlando.

I tifosi pensando ad una provocazione invasero il campo, poco dopo ci fu una rissa che vide protagonisti un centinaio di ragazzi, sarebbe terminata qualche minuto dopo con l’intervento della polizia.

Angolo autrice:
Buonasera *__*
Spero che il primo capitolo vi abbia intrigato un pochino.
Faccio una premessa: il capitolo appena letto è un’introduzione, dal secondo in poi la storia inizierà a prendere forma.
Il calcio non è fondamentale per la storia, ho dovuto scrivere dei minuti finali perché importanti per il continuo della storia, non scriverò sempre la sintesi delle partite.
Perdonate eventuali errori di battitura.
Spero in qualche recensione semplicemente per capire la direzione che dovrà prendere la storia, perché non è la mia storia, ma dovrà essere la nostra storia.

  
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