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Autore: SSJD    04/04/2015    6 recensioni
Doveva essere una OS, la prima volta di Pan... Ma dopo ben nove NON prime volte, ne è uscito un racconto a più capitoli che spero possa piacervi...
Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Trunks x Pan'
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Le presi la mano. I miei occhi erano letteralmente calamitati dalle iridi color pece di Pan. I nostri sguardi rimasero incatenati l'uno all'altro fino alla doccia davanti al porticato. L'avrei ignorata volentieri, ma Pan mi trascinó letteralmente sotto il bocchettone e, stringendosi a me, aprí l'acqua che inizió a scendere  inaspettatamente e piacevolmente tiepida. La guardai facendo una faccia un po' stupita e lei mi fece un sorrisetto spostando lo sguardo di lato. Quando rivolsi anche il mio nella stessa direzione, capii subito il perché di quella piacevole temperatura. Pan teneva una mano all'altezza del rubinetto e stava scaldando l'acqua, come avevo fatto io per lei, quella mattina. Mi voltai e la guardai alzando un sopracciglio perplesso. Lei non fece altro che farmi un sorriso e dirmi:
"Avevamo la sabbia dappertutto!"
Le sorrisi a mia volta. Chiusi l'acqua e le ripresi la mano dicendole:
"Vieni con me...Ho in mente qualcosa di molto piú piacevole..."
 
Entrammo in casa e, una volta richiusa la porta d'ingresso alle nostre spalle, fu come se il mondo esterno fosse improvvisamente scomparso. Eravamo solo Pan, io e il desiderio di toccarsi, accarezzarsi  e baciarsi. Le nostre parole erano state chiuse fuori, assieme al niente che ci circondava, probabilmente affondate nel mare, assieme al sole, che se ne era andato regalandoci finalmente un meraviglioso cielo stellato.
Qualsiasi cosa ci fossimo detti, avrebbe rotto il magico silenzio che ci aveva avvolto, come un caldo abbraccio, appena lasciata la spiaggia.
Salimmo in bagno e subito girai il rubinetto dell'acqua calda per riempire l’enorme vasca, dove poter stare in pace a coccolarci, senza alcuna fretta, né paura, per cosa ci avrebbe riservato la notte.
Volevo che fosse tutto perfetto.
Volevo che Pan fosse tranquilla.
Volevo che sapesse che non sarebbe stato così…così...'difficile' come probabilmente se lo immaginava o come, quelle idiote delle sue compagne, le avevano fatto credere che fosse.
Mentre facevo scorrere l’acqua, verificando di tanto in tanto che la temperatura fosse giusta, mi misi a pensare a quanto non mi fosse per nulla pesato, aver aspettato per tre anni, che Pan fosse pronta. Lei era diventata una donna bellissima. Una sayan, bellissima. In quel momento la desideravo più di ogni altra cosa al mondo, ma sapevo che mi sarei dovuto controllare. L’ultima cosa che avrei voluto, era…deluderla.
Mentre ero immerso in tutti questi pensieri, la sentii cingermi la vita da dietro. La parte sopra del costume bagnato che ancora indossava, andò a premere contro la mia schiena, provocandomi un leggero brivido. Pan se ne accorse e si staccò per qualche secondo, giusto il tempo di levarsi l’indumento, per poi tornare ad abbracciarmi e a baciarmi delicatamente, poco sotto il collo. I suoi seni premevano contro i miei dorsali, dandomi un infinito piacere. Chiusi l’acqua e mi voltai.
Avrei voluto chiederle se le andava un bagno caldo e profumato, ma non ce ne fu bisogno. Sapevo che lo desiderava, almeno quanto me. Mi infilò le mani nel costume che ancora indossavo e me lo fece scivolare a terra, senza alcun pudore. Feci lo stesso con la parte inferiore del suo bikini che cadde senza trovare ostacoli.
Accidenti quanto era bella, era impossibile non notarlo. Avrei voluto tenere gli occhi fissi sui suoi, ma quando il mio sguardo scese ad osservarle le labbra, le mie furono quasi calamitate da quel rosso porpora che mi faceva letteralmente impazzire. Le misi una mano dietro alla nuca e, annullando la distanza tra le nostre bocche, la baciai. La baciai con tutta la dolcezza che lei mi stava trasmettendo, rispondendo al mio bacio. Quando ci staccammo, senza dire nulla, mi voltai e mi sdraiai nella vasca appoggiando la schiena al bordo leggermente inclinato e lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo, si sdraiò supina sopra di me. Appoggiò la testa alla mia spalla e chiuse gli occhi per farsi cullare e coccolare dalle mie braccia, che le cingevano la vita.
Ad un tratto, non so perché, mi venne in mente una canzone che ascoltavo quando avevo la stessa età di Pan e mi ritrovai a canticchiarla sottovoce, nel suo orecchio:
 
You and me are destined
You'll agree
To spend the rest of our lives with each other
The rest of our days like two lovers
For ever, yeah, for ever
My bijou...
 
"Per sempre" ripeté lei facendo un sospiro.
Non so per quanto tempo rimanemmo così. Sembrò un’eternità, ma era bellissimo. Era veramente incredibile come mi sentivo. La mia testa era completamente priva di ogni ricordo, bello o brutto che fosse. Mi sentivo così leggero e così felice di stare lì, con lei, con Pan. Avrei potuto restare così per chissà quanto tempo a farmi accarezzare le braccia e a baciarle il collo che emanava l’inconfondibile odore di Pan, nonostante i sali da bagno saturassero l’aria, col loro profumo.
Ad un tratto, anche se l’acqua aveva ancora una temperatura piacevole per potersi crogiolare ancora per un po’, Pan si voltò e mi guardò negli occhi. Aveva un’espressione quasi indecifrabile, come se si stesse lei stessa chiedendo il perché si fosse voltata. Aprii la bocca per domandarle cosa fosse successo, ma non mi diede nemmeno il tempo di pronunciare una sola parola. Appoggiò con non molta grazia le labbra sulle mie e iniziò a baciarmi con così tanta passione da togliermi il fiato. Sentii crescere la mia eccitazione in un modo che sarebbe diventato, di lì a poco, veramente impossibile da controllare, se non avessi bloccato immediatamente quel bacio.
Staccai le mie labbra dalle sue e, mettendole le mani sulle natiche, le feci aprire le gambe per farla sedere a cavalcioni, sulla mia pancia. A quel gesto il suo sguardo si fece serio, probabilmente aveva frainteso le mie intenzioni, anche se aveva assecondato la mia richiesta.
"Reggiti forte" le sussurrai all'orecchio alzandomi in volo, per portarla in camera da letto.
Lei non fece altro che mettermi le braccia intorno al collo e farsi trasportare dove desideravo.
Volai fino al letto e ci sdraiammo nella stessa identica posizione che avevamo, fino a pochi istanti prima, nella vasca da bagno. Mentre ci baciavamo, le accarezzavo la schiena, ancora leggermente bagnata. La percorrevo in tutta la sua lunghezza fino ad infilare le dita nei capelli bagnati e profumati di lei. I nostri diaframmi si muovevano all'unisono e le nostre intimità si cercavano e si sfioravano con una delicatezza infinita. Ad un tratto, furono vicine, troppo vicine, per poter pensare anche solo per un istante, di poter tornare indietro. Pan staccò le labbra dalle mie e mi guardò con due occhi che esprimevano solo amore e felicità. Si avvicinò al mio orecchio e, con un filo di voce, mi chiese:
"Posso, Trunks?"
"Quando vuoi, principessa" le risposi semplicemente.
Lei non fece altro che farsi scivolare un pochino verso il basso e, con una dolcezza che non scorderò mai, in tutta la mia vita, mi fece entrare dentro di lei, nella sua vita e nella sua anima, per sempre.
Fu in quell'istante che successe tutto.
Sentii le nostre auree fondersi in un'unica potentissima aura che, circondando i nostri corpi, creó un'atmosfera carica di energia.
Sentii il mio cuore battere all'unisono con quello di Pan.
Vidi la sua anima attraverso il nero profondo dei suoi occhi e capii che, in quel momento, eravamo un unico essere.
Un unico sayan.
Non potei fare altro che sospirare, più per l'amore che provavo per lei in quel momento, che per il piacere fisico, altrettanto intenso, che l'accoglienza di Pan mi aveva riservato.
Fu bellissimo.
Far decidere a lei quando e...come fu...incredibile...
Dopo avermi accolto completamente dentro di sé, si bloccò per un istante, credo per prendere coscienza di ció che anche io avevo avvertito. Poi, alzó un angolo della bocca, facendomi un sorrisetto veramente malizioso e,  mooolto lentamente, sollevò il busto mostrandomi, ancora una volta, quanto fosse bella. I capelli le ricadevano in parte sui seni che le accarezzai delicatamente, provocandole un brivido di piacere.
Passammo alcuni minuti ad accarezzarci, lasciando i nostri bacini immobili. Volevo che si abituasse alla mia presenza, prima di continuare e, ancora una volta, volevo che fosse lei a decidere quando sarebbe stato il momento giusto. Capii che era pronta quando, prendendomi i polsi, mi fece spostare le mani sui suoi fianchi, come per invitarmi a mostrarle come fare.
Le venne tutto naturale.
Pan capì subito come muoversi e iniziò a farlo con una dolcezza e una perfezione tale, che mi dovetti trattenere per non finire subito il capolavoro che stava magistralmente gestendo, per la prima volta.
Ad un tratto si fermò e mi scrutò con uno sguardo indecifrabile. Le sorrisi e le chiesi:
"Tutto bene?"
"Sí...sí...solo che...
"Che?"
"É così...diverso...da...
"Da come te lo eri immaginato?" le chiesi sperando di non sentirmi dire che fosse delusa.
"No...no...diverso...da ciò che mi hai...fatto...oggi..."
Le sorrisi e, tirandola verso di me per baciarla, le dissi:
“Lo so. Così è un po’ più difficile, per te, provare il mio stesso piacere, ma conosco qualche trucchetto che ti può fare veramente felice, se lo vuoi”
“Lo voglio” mi rispose semplicemente prima di darmi un bacio con così tanta passione e così tanto desiderio di scoprire quel nuovo piacere, che non potei fare a meno di assecondarlo.
Con uno sforzo minimo, invertimmo le posizioni e mi appoggiai sui gomiti per non far gravare il mio peso su di lei. Continuai a baciarla, accarezzandole il viso e i suoi profumatissimi capelli corvini e iniziai a muovermi dentro di lei, con la stessa lentezza a cui, poco prima, mi aveva abituato.
Dopo interminabili minuti, arrivai al limite.
Un limite che non volevo passare da solo.
Avevo bisogno che lei fosse con me, che provasse esattamente ciò che stavo provando io.
Smisi di baciarla e la guardai accarezzandole il viso.
"Ti amo, Pan"
Fu l’unica cosa che le dissi prima di sgusciare lentamente fuori da lei.
“No, perché?” mi chiese con un tono di voce misto tra l’imbronciato e il perplesso.
“Vuoi venire in paradiso con me o no?” le sussurrai all’orecchio prima di iniziare a baciarle il collo.
Lei non rispose, si limitò ad inclinare la testa in modo tale da permettermi di lasciarle una lunga scia di baci che dal collo scesero sui seni. Quando iniziai a stuzzicarglieli, lei inarcò leggermente la schiena come per invitarmi a continuare. Assecondai anche questo suo desiderio per poi scendere giù, a baciarle l’addome piatto e ricoperto da quella pelle così morbida e profumata. Non mi fermai e continuai a baciarla dove sapevo le avrebbe dato un immenso piacere.
Sentii la sua aura crescere in un modo incredibile.
Sentii i suoi sospiri accelerare all’improvviso.
Sentii che, di lì a poco, avrebbe goduto delle carezze che la mia lingua le stava concedendo.
Un istante prima della fine, mi interruppi. Mi rimisi sopra di lei facendomi riaccogliere dentro di sé.
Unimmo le nostre mani e incrociammo le nostre dita.
Unimmo le nostre labbra e lasciammo che le nostre lingue si accarezzassero con la stessa lentezza con cui si stavano incontrando i nostri bacini.
Accelerammo i nostri respiri per portarli al limite.
Dopodiché bastó poco, veramente poco. Mi trasformai in ssj e raggiunsi, insieme a lei, il paradiso che le avevo promesso.
Quando riaprii gli occhi che avevo chiuso per godermi appieno i dieci secondi piú belli della mia vita, ció che vidi mi fece comparire in volto un sorriso di gioia incredibile. I miei occhi si specchiarono in quelli di Pan che, in quel momento, erano del mio stesso colore.
I suoi capelli biondo oro erano sparsi ovunque e la sua aura illuminava la notte, unica testimone del piacere che avevamo appena provato.
Pan mi corrispose il mio stesso sorriso e solo allora pensai che c'erano voluti piú di tre anni, prima che, quel piacere, potessimo raggiungerlo assieme, ma di una cosa ero certo: ne era valsa veramente la pena.
Valeva la pena aspettarla.
Aspettare che crescesse. 
Aspettare che ne fosse consapevole.
Aspettare che volesse davvero farlo.
Aspettare che ne capisse a pieno il significato.
Avevo aspettato tanto e, solo in quel momento, la mia attesa fu ripagata.
Pan mi guardò negli occhi e, con un sorriso dolcissimo, mi disse:
"Ti amo, Trunks"
 
Quando, poco dopo, tornammo normali, ci ritrovammo nudi e abbracciati a scrutare la luna che, dal cielo, illuminava la nostra magica notte. Pan sembrava assorta in mille pensieri.
"Pan..."
"Sì"
"Sei stata bene?"  le chiesi.
"Sì. É stato...incredibile...anzi, meraviglioso...anzi, direi...incredibilmente meraviglioso. Grazie, Trunks" mi disse stringendosi ancora di più a me.
"Di cosa?"
"Per avermi consentito di unire la mia aura alla tua. Non mi sarei mai trasformata, se tu non l'avessi fatto con me. Grazie, per avermi detto no, per tutto questo tempo e  per avermi...aspettato. Solo ora capisco, quanto deve essere stato difficile, per te. Tu...tu avevi già fatto...questo. Sapevi quanto fosse bello e...eccitante...e, nonostante ciò, hai atteso...e io, te ne sarò sempre grata"
"Ti sbagli, Pan. Io non ho mai fatto l'amore, con nessuna delle ragazze che ho conosciuto. Il sesso, quel sesso, non ha niente a che vedere con ciò che ho provato stasera, con te. Quindi non mi devi ringraziare, anche per me è stata la prima volta e credo ne sia valsa veramente la pena, aspettare"
Rimase in silenzio, per qualche secondo, poi, con molta tranquillità, mi disse:
"Trunks, possiamo dormire così?"
"Così come?" le chiesi un po' stranito, non capendo a cosa si riferisse.
"Così, come i sayan, nudi. Ho sempre indossato qualcosa, quando ho dormito con te...a parte dopo l'addio al nubilato di Bra. Possiamo...possiamo dormire così? Senza niente?"
"Ma certo, Pan. Certo che possiamo dormire così, se ti va!"
"Sì, mi va...a casa dormivo sempre così...sin da quando sono nata. Mia mamma voleva infilarmi quelle malefiche tutine in ciniglia rosa...Le poche volte che ci riusciva, o me le strappavo di dosso, oppure veniva mio papà e, di nascosto, me le toglieva. Penso che soffrisse con me, nel vedermi così coperta, la notte. Mi lasciava nel lettino con addosso solo il pannolino e se ne tornava a letto. Credo che anche lui dorma senza nulla addosso..."
"Ah, ecco perché Videl è sempre così allegra!" le dissi sorridendo.
"Sì, ma anche tua mamma non scherza per niente! Allora anche tuo papà non deve essere male!" mi disse scherzando.
"Mhmm...sai, credo proprio di no..."
Seguì qualche minuto di silenzio interrotto dalla vocina di Pan che interruppe in miei NON pensieri dicendo:
"Trunks...”
“Mhmm”
“Dovremo dirglielo”
“Non credo che siano affari loro, ti pare?” le dissi fraintendendo a cosa si stesse riferendo.
“Beh, forse tuo padre ne sarà solo felice, ma penso che i miei si faranno delle domande, quando non mi vedranno tornare a casa a dormire la sera, ti sembra?”
“AAAHH, intendevi dire che dovremo avvisarli che vogliamo venire a vivere qui assieme? Questo intendevi?”
“Certo! Che altro?” mi chiese stupita.
“Eheh – risi nervosamente – certo...che altro?”
“Guarda che il resto lo capiranno...solo guardandoci in faccia. Vuoi che MIO padre e soprattutto TUO padre, non lo capiscano subito, che abbiamo fatto l'amore? E le nostre mamme lo capiranno subito perché sono donne... e mamme. Hanno un fiuto particolare per queste cose...” disse sorridendo.
“Dici?”
“Dico”
“Come pensi di dirlo ai tuoi?”
“E tu?” mi chiese rigirandomi la domanda che, nella mia mente, non aveva ancora la risposta.
“Andiamo Pan! Ho quasi trent'anni, potrò decidere da solo cosa fare nella mia vita? O no?” le chiesi non sapendo ancora quanto questa mia affermazione, non fosse completamente corretta.
“Sì...beh...è vero...Sai cosa potremmo fare? Perché domani sera non diciamo loro di venire qui a cena? Domani potremmo pescare ancora del pesce e preparare una cena per tutti e così glielo diciamo...che ne pensi?” mi chiese sfuggendo dal mio abbraccio e mettendosi a sedere sul letto, tutta raggomitolata.
“Sì, potrebbe essere una bella idea...Se non fosse che mio padre mangia una quantità di pesce tale, che domani dovremmo stare tutto il giorno a pescare, per riuscire a sfamarlo...” le dissi sorridendo.
“Beh, possiamo usare il metodo di mio nonno...una bella onda energetica e potremmo sfamare addirittura mio zio!” mi rispose sogghignando.
“Ah, sì, tuo zio! Dobbiamo dirlo anche a lui...prima che succeda...prima che si arrabbi con me...” le dissi saltando giù dal letto e iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza per pensare meglio a come fare, per affrontare la cosa, con tutti.
Pan mi seguiva con gli occhi mentre, come un matto, mi aggiravo nudo per la camera, cercando una soluzione. I miei pensieri furono interrotti dalla sua tenera, ma nemmeno troppo, vocina che mi disse:
“Trunks...”
“Sì?” chiesi girandomi.
“Vieni a letto? Domani ci pensiamo, ok?”
“Sì, è meglio. Oggi è stata una giornata lunga. Ci vuole un bel sonno ristoratore”
Mi rinfilai a letto e tornai ad abbracciarla, cingendole la vita da dietro.
"Trunks..."
"Mhmm?"
"Anche tua sorella si trasforma in ssj con lo zio Goten?" mi chiese con un tono quasi di sfida.
"Eh - sospirai - sí...anche lei..." le dissi confessandole ció che sapevo, da ormai un paio d'anni.
"E tu come lo sai?" mi domandó incuriosita.
"Pan, mia sorella aveva la camera a fianco alla mia...la sapró riconoscere un'aura ssj...se la sento, no?" spiegai imbarazzato.
"Mhm...interessante...perché non me l'hai mai detto?"
"Detto cosa?" le chiesi un po' frastornato.
"Che tua sorella si trasforma!" esclamó allegra.
"Pan, Bra si trasforma solo quando fa questo, con tuo zio..."
"Ah...e io?" mi chiese incuriosita.
"Tu, cosa?" domandai sempre piú basito.
"Anche io mi trasformo solo se lo fai tu, con me?"
Le diedi un bacio sul collo e le sussurrai all'orecchio:
"Domattina lo scopriamo...va bene, principessa?"
"Va bene..."
"Pan..."
"Mhm?"
"Oggi é stato il giorno piú bello di tutta la mia vita. Ti amo, Panny"
“Anche io, per sempre...ma da oggi non mi devi piú chiamare Panny” mi disse con la voce giá piena di sonno.
"Ah sí? E come?"
"Panssj (*)" fu la sua risposta prima di chiudere gli occhi e di addormentarsi...fra le mie braccia.







(*): Dedico questo capitolo a Panssj, una delle migliori scrittrici di questo sito, a mio parere. Nonostante il mio rapporto con lei sia reale come un cartone animato, volevo che sapesse che, le provocazioni, i punzecchiamenti e tutti i simpatici commentini che ci inviamo, non fanno altro che aumentare la mia stima nei suoi confronti.

NOTA AUTORE: Mentre pubblicavo questo capitolo avevo letteralmente la tremarella...Mi sento emozionato, come se fosse la MIA prima volta...Spero solo non sia un disastro. Non sono nemmeno sicuro che questa sia la versione definitiva. L'ho cambiata forse dieci o venti volte...Non lo so...fatemi sapere se vi piace o se devo cambiare il rating, o se vi fa schifo, o se vi ha deluso...In quest'ultimo caso, mi scuso e vi chiedo di dirmelo...Cercherò di migliorarla!
La canzone di Trunks è "MY BIJOU" di F. Mercury...Ogni volta che l'ascolto mi chiedo perchè nessuno abbia ancora raccolto le sfere del drago per far tornare in vita quell'uomo...
 
   
 
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