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Autore: Mary and J    04/04/2015    0 recensioni
Il mondo. Quello che credevate fosse abitato da soli umani, quello che vi sembrava spietato sì, ma fino ad un certo punto, quello che credevate fosse…normale.
Quel mondo è tutt’altro. Esistono creature al di fuori della norma, esseri che vivono nell’ombra ma allo stesso tempo in mezzo alla folla, esseri che non si nutrono di cibo ma di sangue, esseri che ad ogni luna piena diventano delle bestie incontrollate… e molto altro ancora.
Stiamo parlando di vampiri, licantropi, streghe…ma anche di originali, cacciatori, ibridi e altre creature paranormali.
Noi, due vampiri originali, vi racconteremo di come siamo riuscite ad ambientarci in una scuola di umani….e non.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~~Eh sì, era proprio lei, Janis Black, l’originale che avevo conosciuto nel 1945. Durante la pausa scambiai qualche parola con lei ma soprattutto con la mia novellina.
- Michelle, non avrei mai pensato di trovarti in questa scuola -
- Vale anche per me Mary! Sai, ho pensato ai tuoi insegnamenti e ho deciso che venire qua sarebbe stato un ottimo modo per mimetizzarmi tra gli umani –
- Sono fiera di te -
Nel frattempo, la puzza che avevo sentito dal momento in cui dalla porta era entrata quella ragazza, Sarah Donetti, si faceva sempre più insopportabile. Era la tipica puzza di cane, ne ero sicura. Mi sporsi in avanti per vedere meglio la sua faccia, siccome era seduta nella mia stessa fila e solo 2 posti più in là, ma di fronte a me si piantò la sua vicina di banco, una ragazza riccia con gli occhi verdi ed uno sguardo diffidente.
- Piacere, sono Samanta- disse, quasi come se fosse una minaccia
- Piacere mio, Mary -
- Senti, ho un succo d’arancia in più, lo vuoi?-
Quando me lo porse notai che sulle sue dita c’erano dei residui di polvere dorata
- Veramente non amo molto il succo d’arancia, grazie lo stesso- risposi
Samanta si fece da parte e si sedette al suo posto senza togliermi lo sguardo di dosso. Ora, vedevo perfettamente il volto di Sarah, la osservai per un momento, aveva un modo di fare irrequieto, i capelli leggermente spettinati e i vestiti stropicciati, al collo portava un ciondolo a forma di dente e nella sua borsa intravidi un sacchetto pieno di polpettine. Quella ragazza era strana, avevo un’ipotesi ma decisi di aspettare qualche altro indizio prima di giudicarla. Quel primo giorno di scuola fu infinito, mi sembrò più lungo dei miei 1019 anni di vita. Al suono della campanella finale, io, Janis e Michelle decidemmo di andare a bere un whiskey. Giunte nei parcheggi della scuola, “qualcuno”, con una velocità sovrannaturale, tentò di farmi cadere con uno sgambetto, ovviamente senza riuscirci.
- Che diavolo stai cercando di fare idiota?!- esclamai
- Buongiorno anche a te, Myra-
Un uomo di media altezza con la barba e gli occhi un po’ arrossati mi si mise dinanzi
- Ahh ma sei tu Stefano!- dissi ridendo
- Ehi, non dimenticare che in questa scuola sono il tuo docente di geografia, non una vecchia conoscenza-
- Mi perdoni, professor Augustine-
Intanto ci avevano raggiunti anche Janis e Michelle
- Signorina Black e signorina Kalapati, Buongiorno!-
entrambe risposero:
- Ciao Stefano-
Janis gli propose di venire a bere con noi e lui accettò ben volentieri. Passammo la serata al bar della stazione centrale, bevendo whiskey e parlando dei vecchi tempi.
Il giorno seguente fu pieno di sorprese e di fatti inaspettati. Al mio risveglio, andai in cantina e presi un paio di sacche di 0 positivo, il mio preferito, una per me e una per Nick, il mio fidanzato nonché vampiro originale dal forte temperamento e da una capacità di adattamento al mondo umano non particolarmente brillante. In seguito, mi preparai per il mio secondo giorno di scuola, salii in auto e sfrecciai sulla cantonale. Di tanto in tanto, finita la scuola, Nick si faceva trovare davanti all’entrata con un mazzo di rose rosse e una bottiglietta di 0 positivo nascosta all’interno. Nonostante il suo atteggiamento freddo e irascibile, con me era sempre di una dolcezza infinita. Tornavamo a casa a bordo della sua meravigliosa auto d’epoca ascoltando le hit degli anni ’20. La sera uscivo a cena con lui o con le mie compagne di classe alias compagne di vita, ci nutrivamo discretamente, senza uccidere, nelle discoteche o in vicoli bui, stando bene attente a fare in modo che la nostra preda non ricordasse l’accaduto. Questa divenne la mia routine quotidiana, finché un giorno, un sabato per l’esattezza, mentre camminavo sentii una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse seguendo. Dopo essermi voltata diverse volte, all’improvviso qualcuno mi fermò prendendomi per la mano. Mi girai e con mio grande stupore vidi una ragazza mora e minuta che mi guardava come se fossi un bicchiere d’acqua in mezzo al deserto. Era Ketty, Ketty Bennett, la strega che mi aveva salvato la vita svariate volte, che era diventata una delle mie più grandi amiche e che non vedevo da ormai 85 anni.
-Mary….sei davvero tu?- disse con un sussurro
-Oh mio Dio, Ketty…non ci posso credere!-
Mi abbracciò con una forza che sembrava quella di un vampiro irritato
-Credevo fossi morta, giravano certe voci…- pronunciò quelle parole con un nodo alla gola
-Morta? Io? Come puoi vedere sono viva e vegeta- risposi –tu piuttosto, ti mantieni bene vedo, sembri una 20enne!-
-Beh sì, diciamo che la magia aiuta parecchio-

 

   
 
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