Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: foodporv    04/04/2015    2 recensioni
Sarebbe rimasta lì ore ad ascoltarlo parlare nel suo accento marcato e nel suo gesticolare continuo e, diamine, avrebbe dovuto smettere di fare tutte quelle considerazioni su di lui: continuando in quel modo ci sarebbe ricascata e, gira e rigira, sarebbe stata un'altra delusione da aggiungere ad una lunga serie.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 



3rd Chapter – Open Night



La voce di Nathan rieccheggiò in casa Beadle: stava canticchiando il ritornello di Jerk It Out dei Caesars, una delle sue canzoni preferite, mentre si abbassava per aprire la scarpiera da cui prese un paio di Nike nere. Interruppe la sua performance e «Eve, dobbiamo andare!» gridò alla sorella che era al piano superiore.
Il petto muscoloso era fasciato da una felpa grigia, le gambe lunghe coperte da una tuta nera che era solito mettere solo in casa: certamente non si sarebbe cambiato per portare la sorella a scuola e poi tornare indietro!

La mora percorse la rampa di scale con una velocità inconsueta, non era da lei, mentre la solita tracolla l'accompagnava. Indossava dei jeans neri a vita alta, un golfino grigio chiaro corto e coperto dall'adorata denim jacket di Nathan; ai piedi un paio di Converse nere alte.
«On y vas!» esclamò Evelyn con tono deciso, imitando con un gesto della mano il saluto militare.
Nathan la scrutò con sguardo perplesso e 
«Prima o poi dovrai pagarmi per tutti i passaggi che ti ho dato e ti continuo a dare» borbottò punzecchiando la guancia della sorella con l'indice sinistro. Evelyn non lo cagò di striscio e si diresse fuori casa e una volta spente le luci, Nathan chiuse il portone a chiave.
Entrarono nella Citroën c3 del moro ed Evelyn prese a trafficare con la radio guadagnandosi delle occhiatacce da parte del fratello, gelosissimo della sua auto e di tutto ciò che ne facesse parte.
«Sei pronta a fare la guida turistica?» la prese in giro Nathan, guardandola con la coda dell'occhio.
«Non me lo ricordare, ti prego! Fortunatamente la mia parte dura solo mezz'ora» bofonchiò la mora, per poi incrociare le braccia sotto il seno. 
Arrivarono davanti alla Chorlton High School  in venti minuti circa, l'esterno dell'edificio era gremito di volti sconosciuti: probabilmente alcuni, come lei, erano cavie di quell'esperimento, tutti gli altri erano genitori che accompagnavano i loro figli a quella visita.
L'idea dell'Open Night in sé era più che originale 
 era stata persino menzionata dal giornale locale  e forse non sarebbe stata tanto male come si credeva, Evelyn decise di voler pensare positivamente: alla fine ci avrebbe guadagnato un voto in più di fianco alla voce “fisica”, perciò non sarebbe stata totalmente una disfatta.
La mora guardò fuori dal finestrino con espressione leggermente intimorita, la cosa non passò inosservata agli occhi di Nathan che scrutava i movimenti della sorella: «Rilassati, spaccherai di brutto!» mormorò abbozzando un sorriso nella sua direzione. Evelyn ricambiò lo sguardo mordendosi il labbro inferiore e «Sì, dai. Non sarà così tragico» sussurrò più a se stessa, che a Nathan. Fece un respiro profondo e dopo aver ringraziato il moro per il passaggio, scese dalla macchina che non tardò a sfrecciare, diretta verso casa.
Evelyn si guardò un po' intorno non riuscendo a riconoscere nessuno fra tutti quei volti, decise quindi che entrare a scuola sarebbe stata la cosa migliore da fare. Camminò spedita cercando di non guardare in faccia nessuno, una volta entrata si sentì meglio tutta d'un tratto, riconoscendo un ambiente familiare 
 per quanto suonasse strano anche solo pensarlo.
Si diresse verso la segreteria e vi trovò già Gwen e Louis: poteva notare il nervosismo della castana che non faceva altro che torturarsi le labbra e aggiustarsi i capelli, nonostante questi fossero già in ordine, mentre Louis era tranquillo e a suo agio, parlare in pubblico non lo metteva affatto in difficoltà.

«Ciao belli!» la mora li salutò, dando un bacio sulla guancia a Gwen, diede invece un forte abbraccio al castano.
Ridacchiò, data l'elevata ansia della castana accanto a lei e 
«Gwen, rilassati, sono solo marmocchi» le disse, come se anche lei in un primo momento non fosse stata presa dall'agitazione.
Evelyn sentì l'amica darle una gomitata all'altezza delle costole, poi la guardò alla ricerca di qualche spiegazione che Gwen diede con un cenno della testa, indicando la loro destra: Zayn stava camminando a passo svelto, le labbra della mora assunsero la forma di un sorriso. 

Zayn salutò i presenti con un ampio sorriso accompagnato da un gesto della mano e «Hey, non sono in ritardo, vero?» chiese a tutti, senza rivolgersi a qualcuno in particolare. Al «No, tranquillo» di Louis, il moro fece un gran sospiro alzando poi gli occhi al cielo.
«Dite che ce la faccio a prendere una cioccolata? Ne ho proprio bisogno» domandò Evelyn, sperando che la risposta fosse affermativa. Gwen annuì comunicandole che avevano ancora dieci minuti di libertà, perciò Evelyn fece per  incamminarsi verso le macchinette ma notò di essere stata raggiunta da Zayn che, vedendo l'espressione perplessa della mora di fianco a lui, mormorò un «Cappuccino con cioccolata» per poi piegare le labbra in un sorriso.
Evelyn sentendo quelle parole fece una smorfia strana, l'idea del cappuccino e della cioccolata assieme le sembrava assurda e 
non riuscì a trattenere un «Che gusti del cavolo!» che fece ridacchiare il moro di fianco a lei.
«L'hai mai assaggiato?» chiese Zayn, con espressione di chi la sapeva lunga.
Evelyn scosse la testa mormorando 
«Mai e poi mai», arricciando le labbra.
«Allora come fai a dire che non ti piace?» le domandò lui, con espressione compiaciuta stampata in viso.
La mora rispose con un'alzata di spalle e 
«Non ci credo, ho chiuso Evelyn Beadle!» esclamò Zayn, alzando una mano chiusa a pugno verso l'alto. Gli sembrava che riuscire ad avere l'ultima parola in una conversazione con la mora fosse una missione impossibile e pur essendo conscio che quella sarebbe stata probabilmente la prima ed ultima volta, voleva godersi quella piccola vittoria.
«Potrei riscattarmi in qualunque momento, non mi sottovalutare» mormorò lei in tono serio, anche se sul suo viso s'intravedeva un accenno di sorriso.
Fortunatamente non trovarono fila alle macchinette, presero le loro bevande e si appoggiarono al bancone dei bidelli: rimasero in silenzio una manciata di secondi e  «Allora? Sei pronta?» le chiese Zayn, dopo aver preso un sorso dal liquido scuro nel bicchierino di plastica.
«Penso di sì, dai, al massimo li uccido  mormorò lei sorridendo sbarazzina  Tu invece? Quello dell'arte non è un argomento da poco, sicuro di esserne all'altezza?» rigirò la domanda prendendolo un po' in giro, sperando di non aver osato troppo. Effettivamente una battuta del genere avrebbe potuto farla a Louis, con Zayn non aveva ancora quel tipo di confidenza, perciò si augurò di non averlo in qualche modo offeso.
«Vuoi la verità? Credo di non esserlo per niente - disse sincero - però alla fine ho delle convinzioni e vorrei in un certo senso estenderle, quindi niente... che diavolo sto dicendo?» Zayn borbottò quelle parole finendo poi per ridacchiare nervoso. «Ci provo» aggiunse con un'alzata di spalle.
Zayn finì la sua bevanda e notando che anche il bicchiere di Evelyn era ormai vuoto, glielo sfilò dalla mano piccola, notando che questa era incredibilmente morbida, e si diresse verso il cestino per poi buttarli.
Evelyn non poté far altro che ammirare la figura slanciata del moro: indossava una felpa nera con una tasca all'altezza del petto che custodiva un pacchetto di sigarette, di cui Evelyn non riuscì a leggere la marca, e dei pantaloni stretti del medesimo anch'essi neri; ai piedi un paio di Nike bianche basse. Nonostante non fosse vestito in maniera particolare, stava bene e, sebbene non lo conoscesse benissimo, lo stile del moro s'addiceva proprio a come era fatto lui.
Venne colta in flagrante quando Zayn si voltò e la beccò a guardarlo, cosa che lo fece sorridere piacevolmente colpito e che fece avvampare la mora; Evelyn abbassò lo sguardo dandosi dell'idiota e per togliersi da quella situazione imbarazzante, 
«Bene, ci attendono i mostri!», esclamò tirandosi su e facendo intendere al moro che avrebbero dovuto iniziare a prepararsi. In effetti poi si sentiva un vociferare di persone sempre più intenso, perciò dovevano davvero darsi una mossa.
«Non ami molto i ragazzini, vedo» disse Zayn, camminando di fianco ad Evelyn.
«Cosa te lo fa pensare?» chiese retorica lei, alzando di poco lo il capo per guardarlo in faccia e sorridendogli furba.





Il secondo piano della Chorlton High School era pieno di ragazzini di tredici anni circa accompagnati chi dal padre, chi dalla madre e chi da qualche nonno. I loro occhi erano fissi sui tre ragazzi davanti a loro, e la cosa metteva parecchio a disagio Evelyn, Gwen e anche Zayn  nonostante stessero cercando il più possibile di non darlo a vedere. Avrebbero potuto tranquillamente avere un cappellino imbarazzante e una mappa in mano e sarebbero potuti sembrare delle guide turistiche: «Qui siamo nell'aula d'informatica che, sì, non ha niente di diverso dalle altre, ma se vi affacciate alle finestre potete notare un meraviglioso giardino romano di cui questa scuola si può vantare» enunciò Evelyn, causando un brusio entusiasta da parte di quel gruppo di persone.
Lasciò il tempo a tutti di guardarsi intorno, successivamente uscirono dall'aula. Venne affiancata da Zayn e a bassa voce mormorò un 
«Odio avere tutti questi occhi puntati addosso, mi fanno sembrare un esserino strano con quattro teste» liberatorio che fece ridere il moro: «Stai andando alla grande, dai» cercò di darle conforto, ma ricevette in risposta solo un'alzata di occhi e uno «Speriamo» sospirato.
«Cavolo, che figo micidiale è quello? Stai certa che se vengo in questa scuola mi ci metto insieme» sentì esclamare. Si girò in direzione di quella voce acuta e vide una ragazzina sin troppo truccata per la sua età parlare con un'amica e guardare Zayn con gli occhi a cuoricino. Il suo odio per quella situazione aumentò ed subito incenerì con lo sguardo la ragazzina che sembrò aver smesso di respirare, colta in fallo.
“La ucciderai in un altro momento, Eve”, pensò.
Anche il moro aveva sentito quelle parole, infatti arrossì all'istante ma fece finta di niente. 

«Oh, povero me» sussurrò Zayn, cercando di far riprendere alle sue guance un colore che fosse normale mentre Evelyn rideva bellamente, trovando la cosa comica e guadagnandosi un pizzicotto sulla mano da parte del moro.
Erano rimasti dietro nella fila e ben presto furono raggiunti da Gwen che 
«Li ho lasciati nelle grinfie del preside, possiamo finalmente dare il via a questo Open Night!» spiegò, facendo capire ai due che la serata all'insegna dello scambio d'idee avrebbe potuto prendere inizio.
«In bocca al lupo, ragazze» mormorò Zayn, fermandosi in mezzo al corridoio: sarebbe dovuto andare dalla parte opposta.
Come gesto istintivo, passò una mano sul fianco di Evelyn, la quale arrossì vistosamente. Riuscì a pronunciare un 
«Ciao» balbettato, mentre cercava di riacquistare lucidità.
La figura di Zayn fu sempre più lontana e «Ti sei incantata a guardarlo» appurò Gwen sorridente.
«Cosa? No!» si affrettò a chiarire Evelyn con tono che sarebbe dovuto sembrare deciso e convincente.
«Guarda che non era una domanda» affermò la castana con tono saccente.





Evelyn si appoggiò allo stipite della porta dell'aula 39 e vi sbirciò dentro per controllare se ci fosse qualche volto a lei noto. Interruppe la ricerca e prestò attenzione al moro che stava parlando, leggendo di tanto in tanto da un foglio. La sua lezione sulla meritocrazia si era conclusa da una ventina di minuti: i primi dieci li aveva trascorsi alla lezione di Gwen ed Harry a proposito della poesia e della musica, i restanti li aveva passati a fare il giro di mezza scuola alla ricerca della classe in cui era Zayn. Nonostante fosse lì da ormai quattro anni, le risultava difficile muoversi con facilità all'interno di quell'istituto  in prima liceo, le prime due settimane di scuola, aveva evitato in tutti i modi di andare in bagno per paura di perdersi!
«A me sembra davvero fuori dal normale che vogliano togliere lo studio della storia dell'arte!» quelle parole attirarono l'attenzione della mora. Fissò con accuratezza uno Zayn seduto sulla cattedra, il quale proseguì con il suo discorso: «Intendiamoci, chiunque mi conosca almeno un po' sa che io non mi sono mai ammazzato di studio  delle piccole risate risuonarono nella stanza  E so che questo discorso può apparire un bel po' ipocrita, ma credo che eliminare lo studio dell'arte sia la più grande cazzata, passatemi il termine, che si possa fare. Andremmo in giro senza avere la più pallida idea di cosa ci circonda, potremmo avere di fronte uno dei maggiori monumenti del paese ed esserne totalmente ignari e, per quanto mi riguarda, significherebbe uccidere una parte di cultura il che è una cosa... triste!» proseguì il moro.
Evelyn lo osservava completamente rapita dal suo gesticolare, dal suo accento marcato che si palesava e dai suoi occhi che si assottigliavano, come ad accentuare la convinzione con cui pronunciava quelle parole. Era all'oscuro del fatto che Zayn fosse un amante dell'arte, o che comunque l'apprezzasse, e dovette ammettere che il discorso del moro non faceva un piega. Non che lo sottovalutasse, era solo sorpresa. Piacevolmente sorpresa.
Si ritrovò ad annuire, d'accordo col ragionamento di Zayn.

«E poi è l'unica materia in cui non devo arrancare per arrivare ad una sufficienza, se la togliessero sarei nella merda!» aggiunse il moro, causando delle grandi risa da parte dei ragazzi che lo ascoltavano, tra cui quelle di Evelyn, la quale non riusciva proprio a togliergli lo sguardo di dosso.
Zayn tossicchiò leggermente e alzò la manica della sua felpa, controllando l'orario dall'orologio da polso nero: 
«Abbiamo due... un minuto  si corresse  qualcuno ha qualcosa da dire? Qualcosa da aggiungere?» domandò guardandosi intorno.
Sentì solo un «Hai detto tutto tu, sei stato grande!» provenire da un ragazzo seduto in fondo all'aula; lo ringraziò, sorridendo e imbarazzandosi un po'. Quando la campanella suonò, salutò tutti e uscì dalla classe incrociando un paio di occhi azzurri vispi.






«Gwen!» la castana si sentì chiamare da una voce roca che riconobbe all'istante, così come riconobbe la sua mano che le andò a circondare un fianco, sfiorandole il tessuto della gonna nera che indossava.
«Siamo andati alla grande!» appurò Harry, sorridendole entusiasta. Il riccio si riferiva alla lezione che lui e  Gwen avevano tenuto a proposito della poesia e della musica e su come queste andassero spesso di pari passo, sin dai tempi dell'antica Grecia: avevano riscosso grande successo nel loro modesto pubblico, alternando momenti di spiegazione e di colloquio a momenti in cui, eseguendo alcuni brani di Bob Dylan, la castana cantava ed Harry invece l'accompagnava con la chitarra.
Le gote della castana avevano assunto un colorito rossastro, sorrise felice e 
«Ma grazie!», mormorò, stampando un sonoro bacio sulla guancia del riccio, alzandosi in punta di piedi a causa dell'altezza di lui.
Gwen fece per iniziare a camminare, ma Harry la fermò prendendola dal polso, in un gesto delicato ma nel contempo impulsivo. Le grandi mani si poggiarono sul volto chiaro della castana che intanto lo osservava con gli occhi sgranati. Gwen sentì il fiato caldo di Harry sulla sua pelle, il riccio abbassò il capo e poggiò le labbra piene su quelle chiare di lei in un bacio semplice ed innocente. Nonostante si fossero scambiati baci più impegnativi, Harry doveva ammettere che, oltre che piacergli, quei baci così semplici lo spaventavano, in un certo senso: gli sbattevano in faccia il fatto che stava iniziando provare qualcosa di reale per Gwen e la cosa lo mandava nel pallone, certo che per lei non fosse lo stesso e non sapendo bene come gestire il tutto. 
«Ora va meglio» esalò il riccio, ricomponendosi e facendo ridacchiare leggermente Gwen che «Beh, direi di sì», aggiunse. Successivamente si umettò le labbra con una passata di lingua, voleva sentire il sapore dolce delle labbra di Harry ancora una volta, non avendone abbastanza.
«Che programmi hai ora?» le domandò Harry mostrandole il palmo della mano sinistra grande e chiara.
Gwen non rispose alla domanda: unì entrambe le mani del riccio alle sue e si alzò in punta di piedi puntando sulle sue labbra. Questa volta il bacio fu molto più ricco di passione, tanto che Harry dovette staccare le sue mani da quelle della castana e poggiarle sui suoi fianchi, facendo sì che i loro corpi fossero più a contatto. Harry appoggiò le spalle al muro portando con sé anche Gwen, entrambi chiusero gli occhi lasciandosi trasportare da quel momento, noncuranti di essere in mezzo al corridoio di una scuola.

«Eccoli, sono loro!» a quelle parole, il loro bacio s'interruppe. Sui loro volti apparve un'espressione incerta.
Davanti a loro, una donna anziana accompagnava quella che presumibilmente doveva essere la nipote. Entrambe li osservavano quasi ammirati e la donna prese parola: 
«Scusateci, volevamo soltanto farvi i nostri complimenti!» iniziò.
«La ringrazio, signora» Harry le sorrise sincero, facendo sputare le fossette ai lati della bocca.
«Tu canti benissimo  indicò Gwen  e fra voi si notava una bellissima intesa. State insieme?» chiese con espressione dolce del viso, curiosa.
Stavano insieme?
Non se lo erano mai detti esplicitamente, anche se i loro atteggiamento nei confronti dell'altro parlavano chiaro. Gwen infatti scrutò Harry quasi in panico, mentre il riccio ricambiava l'occhiata: 
«Eh? Sì, , stiamo insieme» affermò lui, arrossendo leggermente e davvero indeciso sul da farsi. Spiegare quella lunga storia ad un'estranea sarebbe stata una perdita di fiato, perciò rispondendo in quel modo l'avrebbe messa a tacere.
A quell'affermazione, però, Gwen lo scrutò spalancando gli occhi per la sorpresa e diventando più rossa di quanto già non fosse. Quando la donna e la ragazzina si congedarono, una volta abbastanza lontane da loro, la castana 
«Ah, quindi stiamo insieme?» gli chiese, con espressione compunta in viso che nascondeva un sorriso felice.
«Ti ha dato fastidio?» domando Harry, non capendo dove la castana volesse andare a parare e temendo sul serio che tutte le pare che si era fatto in mente potessero confermarsi anche nella realtà.
«Affatto, anzi» ammise sincera, facendo rilassare il ragazzo di fronte a lei. Il riccio poggiò le spalle al muro senza mai distogliere gli occhi verdi da quelli azzurri di lei. Gwen lo seguì e gli circondò il busto, appoggiando la testa sul petto tonico di lui. Harry se la strinse addosso, accarezzandole i fianchi e posandole un bacio sulla fronte. Seguirono un lieve bacio sulle labbra e uno sul naso che la fecero ridacchiare a causa di tutte quelle attenzioni.
«Beh, se non fosse successo questo te lo avrei chiesto comunque» le confesso borbottando. 
«Battuto sul tempo da un'anziana, Styles perde colpi!» lo prese in giro Gwen, alzando il capo per poterlo guardare meglio.
Harry la scrutò sorridendo e 
«Ma piantala!» esclamò, puntando le labbra carnose di Gwen e mordendole quelle inferiori.





«E quindi io e Gwen sfruttiamo il fatto che io sappia il francese e ci divertiamo ad insultare gli insegnanti, è divertente!» disse Evelyn, subito dopo si portò alla bocca una patatina precedentemente passata nel ketchup.
Lei e Zayn si erano fermati ad un chiosco perché Evelyn aveva iniziato a sentire un certo languorino, dati i brontolii del suo stomaco: lei aveva preso una vaschetta di patatine e ketchup, mentre Zayn aveva detto di non voler niente
. Doveva tornare a casa e il moro si era offerto di accompagnarla, lui abitava alcuni isolati più avanti perciò la strada sarebbe comunque stata quella.
«Tu invece?» chiese a Zayn, il quale camminava vicino a lei con una sigaretta incastrata fra l'indice e il medio della mano destra. Quando vide che lui aveva aggrottato le sopracciglia, non capendo a cosa si stesse riferendo, «Insomma, “Malik” non è un cognome proprio inglese, no?», si spiegò meglio.
«Giusto  il moro aspirò dalla sua Camel Black  I miei nonni paterni sono del Pakistan, quella inglese è mia madre e mio nonno, suo padre, è irlandese» parlò, facendo uscire il fumo un po' dalla bocca e un po' dal naso.
«Cavoli, che tipo internazionale» lo schernì Evelyn, dandogli una lieve gomitata.«E, sentiamo, non è che hai anche qualche altro nome strano?» domandò subito dopo.
«Ovvio che sì, cosa credi? O tutto, o niente» finse di pavoneggiarsi lui, imitando uno sguardo altezzoso. «Scordati di saperlo, però» si affrettò ad aggiungere, certo che lei glielo avrebbe chiesto.
«Beh, non preoccuparti. Al peggio lo chiederei a Louis o ad Harry, ti prenderemmo in giro fino alla fine dei tuoi giorni, niente da temere insomma...» farfugliò lei con sorriso sghembo in viso, l'avrebbe avuto in pugno.
«Okay, è Jawaad» borbottò Zayn arreso, sbuffando sonoramente e alzando gli occhi al cielo.
«Non ho nemmeno il tempo di prenderti per culo come si deve, perché ormai sono arrivata  Evelyn indicò con la testa il portone di casa sua  Però possiamo rimediare, per quello non c'è problema» scherzò la mora, sorridendo a Zayn.
«Non vedo l'ora guarda» bofonchiò Zayn ironico.
«Io vado, dai»
«Okay, buonanotte!»
«Notte, Jawi!» dopo questa parole, il moro sentì una risata e scosse la testa, non riuscendo a reprimere il sorriso che aveva stampato sulle labbra.







ollelè ollalà
tan tan tan, questo è il terzo capitolo della fanfic e... come vi è sembrato? vi comunico che ho preso ispirazione dal vero open night che si è tenuto a gennaio nella mia scuola (una figata unica) e quindi ci ho buttato frasi ed esperienze reali.
continuo a shippare sempre di più gli evelayn, però avrete visto che ho inserito un momento della coppia gwen-harry, vi è piaciuto?
vado a studiare fisica, o almeno ci provo LOL
un bacio grande grande,
enrica 



 
   
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: foodporv