Sigma nobody to love TENMA POV Quello stesso giorno, Zia Aki interruppe la discussione tra me, Shindou e Kirino. Aiutammo zia a cucinare lasciando il discorso in sospeso. Sembravo uno zombie che cercava di tagliare delle stupide patate. Quei 4 mesi mi avevano proprio straziato, e il discorso con il rosa e il castano non era stato da meno. Non ero psicologicamente pronto ad affrontare il seguito del discorso che si sarebbe svolto dopo. Gli occhi bruciavano tantissimo, e la voce usciva a mala pena. Cenammo in silenzio, o almeno io ero in silenzio come ogni pranzo svolto in quei 4 mesi. Dopo cena, Kirino e Shindou cominciarono a fissarmi. Stavo fermo restando seduto nella sedia facendo finta di niente. Aspettavano che mi alzassi e andassi in stanza Ma non ero pronto. Forse non volevo parlarne perché sapevo che in fondo avessero ragione, e sarebbero riusciti a convincermi a non pensare più a Tsurugi. Ma io volevo continuare a pensarlo, mi faceva male ma ne sentivo il bisogno. Si alzò Kirino seguito da Shindou. Li guardai male ordinandogli con lo sguardo di sedersi ma loro non mi ascoltatarono. "Tenma andiamo" esclamò Kirino dirigendosi insieme al fidanzato nella mia stanza. Mi alzai svogliato e con gli occhi lucidi entrai nella mia stanza dove nel letto erano seduti i due. Mi sedetti nella sedia della scrivania e Cominciai a fissarli. "Dobbiamo parlare? Parlate" Dissi io piano pentendomi subito dopo. "Quindi eravamo rimasti al fatto dei fazzoletti e che non riesci a non piangere" disse schietto Shindou. "Non riesco a non piangere perché..come ha detto Ran, ho bisogno di lui.." aggiunsi io cercando di non piangere nuovamente. "Si ma devi reagire!" Esclamò Takuto mentre Ranmaru lo guardava sconcertato. "Non siamo tuoi amici e ci ferisce vederti così" aggiunse il castano alzandosi dal letto abbastanza nervoso. "Taci" lo zittì io. Lui mi guardò sconvolto. Non mi ero mai rivolto a lui in quel modo. "Tu non sai come cazzo ci si sente! Fai tutto lo smielato col tuo ragazzo, ed è per questo che parli. Parli senza sapere perché non la stai vivendo tu questa situazione ma io!" Aggiunsi scoppiando a piangere. Non potevo evitarlo, dovevo piangere. Lui tacque e si sedette nuovamente nel mio letto. Kirino era assai confuso, non si era mai trovato in una situazione del genere, non aveva mai sentito il mio tono così alto. "Ten, ma che vuoi fare? Vuoi stare Così tutta la vita?" Aggiunse paziente Ran aspettando una risposta che non avevo voglia di dare. I rimorsi mi mangiavano il cuore, pur sapendo che mi era colpa mia. C'erano giorni in cui pensavo di sbagliare anche io come una volta faceva Kyosuke. C'erano quei giorni buii in cui credevo che le lacrime facessero più male di un pezzo di ferro passato nel braccio. Lo guardavo immobile mentre le lacrime scendevano bagnandomi il viso distrutto. "Anche se non hai nessuno da amare. Reagisci" aggiunse Kirino spezzando quel silenzio in cui solo i miei singhiozzi si udivano. Io annuì osservando la porta dalla mia stanza cercando di sfuggire a quegli sguardi. Mi asciugai le lacrime alzandomi. Mi misi a ridere. Non sapevo il motivo, ma lo stavo facendo. Forse ero felice perché Avevo trovato la soluzione per passare avanti, e anche se quella soluzione la conoscevo, finalmente anche io riuscivo ad accettarla. E anche se non avevo nessuno da amare, decisi di vivere ugualmente. Vivere senza nessuno da amare. Amavo finalmente me stesso, e mi bastava.