Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: WickedSwan    05/04/2015    1 recensioni
A #Larry Fanfiction!
DAL TESTO: "Che schifo.
Ridotto a trascinarmi in locali sconosciuti dei sobborghi di Londra, pur di essere me stesso.
Che poi, forse, non sono me stesso neanche così.
No, non sono più me stesso da un po’ di tempo ormai.
Come sempre, il mio autista mi sta aspettando in una via laterale, pronto ad accogliermi in macchina, una berlina, ovviamente, e riportarmi a casa.
Sono sicuro che qualche sera non mi vedrà arrivare.
Prima o poi qualche pazzo mi rapirà, con la speranza di tirarci fuori un bel riscatto. O magari solo per il gusto di torturarmi ed uccidermi lentamente e con gusto.
Come se non ci stessi già pensando da solo."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 15 – LIFE WILL FIND A WAY
 
They say that things just cannot grow
Beneath the winter snow,
Or so I have been told.

They say were buried far,
Just like a distant star
I simply cannot hold.

Is love alive?
 
 
LOUIS POV

“Amore, sei sicuro che non vuoi un altro po’ di Cheesecake?”

Eleanor mi guarda con quel suo sorriso adorante, il solito che continua a rivolgermi da dopo l’incidente.
In effetti, anche se cerco di concentrarmi su come fosse prima, fra noi, non riesco a focalizzare dei veri e propri momenti, o delle sensazioni precise; so solo che stavamo insieme e che ci amavamo.

Se però qualcuno dovesse chiedermi quando mi sono innamorato di lei, o cosa abbia provato durante il nostro primo bacio, o nel momento in cui decidemmo di metterci insieme..non saprei davvero dirlo.
So di aver fatto queste cose, so che sono stati momenti felici per me ma non riesco a sentirlo davvero.

Spero solo che non sarò costretto a preparare un discorso strappalacrime per il nostro matrimonio, altrimenti potrei davvero essere nei guai.

Che poi, il dottor Burke è stato abbastanza chiaro sull’argomento: probabilmente ci sono momenti e sensazioni passate che potrebbero essere state danneggiate con l’incidente, o addirittura dimenticate.
Probabilmente sono ricordi che ho perso per sempre, e credo che dovrò farci l’abitudine.

O forse ha ragione Harry e sto solo cercando di far riaffiorare i ricordi sbagliati.

“Louis?” Mi chiama ancora El, svegliandomi per l’ennesima volta dal turbinio dei miei pensieri.

E’ tutta la sera che la mia testa sembra voler andare ovunque, piuttosto che concentrarsi sui festeggiamenti familiari che ho intorno.

“Scusa El, ero un attimo sovrappensiero. Ma sì, tagliami un’altra fetta di torta!” Rispondo, cercando di risultare il più entusiasta possibile, di fronte agli innumerevoli sguardi che sono puntati su di me.

Lei risponde con una risatina soddisfatta, prima di tagliare un’altra fetta –enorme- e posarla di fronte a me.
Dio, dove sono le torte al cioccolato, quando servono?

Cazzo, ancora.
Non è possibile che ogni cosa qui dentro mi faccia pensare immediatamente a lui.

Chissà come sta.
Non credo di averlo visto alla conferenza stampa, ma di sicuro ormai avrà saputo la notizia.
Meglio così, prima accetterà il fatto che le sue sono solo fantasie infondate e che io amo davvero Eleanor e prima potremo tornare a comportarci civilmente l’uno con l’altro.

Ed è quando formulo questa frase nel mio cervello, che mi rendo conto di quanto io non stia effettivamente parlando di Harry.
Tomlinson, siamo seri. Qui il primo che deve capire che quelle sono fantasie..sei tu.

La torta continua a giacere intatta sul tavolo, ma grazie a Dio nessuno sembra più prestare attenzione a me.
La mia famiglia si sta velocemente spostando dalla sala da pranzo verso il salotto, dove il famoso Albero di Natale troneggia accanto al camino, circondato da un numero spropositato di pacchi regalo, pronti per essere aperti.
Resto appoggiato allo stipite della porta, osservando mia madre che scarta i regali dei gemellini, che intanto stanno giocando fra le cartacce colorate. Intanto, Phoebe e Daisy mostrano le piastre appena ricevute alla mia fidanzata, che ride spensierata in mezzo alla mia famiglia, come se fosse già parte di essa.

Sul mio viso sta per farsi strada una smorfia, ma riesco a ricollegare il cervello immediatamente, reprimendola sul nascere.

Giusto in tempo, perché El si è appena voltata verso di me, facendomi segno di raggiungerli per scartare anche i miei regali.
Non me lo faccio ripetere due volte, e con tre passi raggiungo il tappeto di fronte all’Albero, sedendomi proprio in mezzo ai gemellini, che non tardano ad arrampicarmisi addosso, cingendo il mio collo con le loro piccole braccia paffute.

Mia madre sorride serena, osservandoci, e mi rendo conto di quanto amore riesco a leggere nei suoi occhi, quanta soddisfazione, nel vedermi così tranquillo.
In fondo lei non sa che cosa è successo stanotte.
Lei non sa di quante voci si stanno scontrando nella mia testa, di quanto tutta la tranquillità che dimostro sia solo una facciata, l’ennesima facciata, per fingere che tutto sia perfetto.

“Ti voglio bene” Mi dice, muovendo lentamente le labbra, senza emettere alcun suono.

E’ sempre stato il nostro ‘gesto segreto’, una cosa che soltanto io e lei facciamo, quando vogliamo parlarci a distanza.
In effetti, se mi chiedessero di leggere le labbra di qualsiasi altra persona, sicuramente ogni mio tentativo sarebbe disastroso; con mia madre invece, è sempre stato tutto molto naturale. Lo facciamo da sempre, come per creare un mondo tutto nostro, fatto di sguardi e parole scandite in lontananza, e non c’è luogo, luce, rumore che possa impedirmi di capire cosa lei mi stia dicendo.

Ricambio il suo muto ‘Ti voglio bene’, per poi vederla voltarsi verso Eleanor con un piccolo pacchettino, sicuramente il suo regalo di Natale.
Dovrei semplicemente mollare ogni dubbio e godermi la mia vita.
Fosse facile.

Proprio mentre Eleanor si accinge ad aprire il pacchetto, visibilmente emozionata, sento suonare il campanello di casa.
Guardo l’orologio appeso sopra al camino, mentre intorno a me il silenzio prende il posto del chiacchiericcio di poco fa. Chi può mai essere, alle dieci e trenta della sera di Natale?

Mia madre si alza, pronta per andare ad aprire il portone, ma qualcosa mi dice che chiunque sia dall’altra parte è venuto per parlare con me.
Così la seguo fuori dal salotto, fino all’ingresso, sfiorandole la mano, proprio un attimo prima che apra la porta.

“Mamma, ci penso io.” Le dico, prima di rivolgerle un sorriso più o meno sincero.
Forse il più sincero di tutta la giornata.

“Ma potrebbe essere chiunque..” Tenta di protestare lei, ricordando sicuramente di quando una fan vestita da carota riuscì ad arrivare fin qui, per poi cantarmi una serenata a dir poco stonata.
Esperienza decisamente da non ripetere.
“Dai mamma, lo sai che Finn non lascia più entrare nessuno che non abbia una faccia conosciuta, dopo Miss. Carota Folle!” Le rispondo, riuscendo a strapparle una risata cristallina.
Lei mi guarda per un attimo, decidendo se fidarsi o no delle parole del nostro usciere, prima di schioccarmi un bel bacio sulla guancia e tornarsene nel salotto, dove la aspetta il calduccio del camino in compagnia della famiglia.

Mi giro verso la porta, abbandonando il sorriso e tornando ad indossare la solita espressione preoccupata che mi accompagna da qualche settimana ormai.
Facciamo pure qualche mese.

Al di là di questa porta potrebbe esserci Harry.
E non è il fatto di potermelo ritrovare davanti incazzato nero o triste o ubriaco che mi fa agitare.
Ma è  il fatto che..io vorrei che fosse lui.

Un brivido mi percorre la schiena, mentre il mio cervello torna al suo posto dopo l’ennesima scampagnata notturna, e con un gesto velocissimo spalanco la porta.

“Hey Lou, devo parlarti.”
Liam Payne mi sta osservando dall’altra parte degli stipiti, con uno sguardo piuttosto corrucciato ed un pacco di biscotti in mano.
Che diavolo è venuto a fare?

 
HARRY POV

In fondo, avere una famiglia che sa tutto di te e su cui puoi sempre contare è la cosa più importante.

Mi guardo intorno, mentre mia madre, Gemma e Robin stanno ancora mangiando la loro pizza, e capisco quanto io sia davvero fortunato.
Quando stasera sono arrivati al mio appartamento, sicuramente non si sono trovati di fronte quello che si aspettavano: nessuna decorazione, nessun alberello, nessuna canzoncina di Natale.
Soltanto me, raggomitolato sul divano intento a guardare un film strappalacrime di cui neanche conoscevo il nome.

E’ bastato che mi osservassero per un attimo, perché capissero che doveva essere successo qualcosa di davvero pesante.
E così, senza che neanche lo chiedessi, mia madre e Gemma mi hanno preparato un tè caldo, per poi sedersi vicino a me, aspettando che riuscissi a sfogarmi.
Mi hanno abbracciato, consolato, ascoltato per almeno tre ore, senza pressarmi o giudicarmi; è stato bello avere vicino a me le due donne più importanti della mia vita, proprio adesso che sto per prendere una decisione importantissima.

Robin dal canto suo, capendo che queste sarebbero state ore delicate, ci ha lasciati soli, andando a comprare ogni genere di decorazione, sotto rigida istruzione di mia madre.

Ed ora eccoci qui, stretti intorno al tavolo del salotto, in un appartamento che, grazie all’intervento della mia famiglia, sembra un po’ meno triste e vuoto.

Sono bastati un piccolo alberello –finto, come piace a me- pieno di palline dorate, luci colorate intorno ad esso ed una ghirlanda attaccata alla porta perché potessi finalmente sentire anch’io un po’ di spirito natalizio.
“Mamma, mi dispiace per non aver organizzato un Natale degno di questo nome. Avete addirittura dovuto cenare con pizza e gelato..davvero non so come scusarmi.” Dico a mia madre, mentre Gemma e Robin sembrano essere concentratissimi sul film natalizio che stanno trasmettendo in tv.

“Harry, non dirlo neanche per scherzo!” Mi risponde lei, sedendosi velocemente accanto a me, sul divano dove, soltanto ieri sera, era sdraiato Louis.
Prende una delle mie mani fra le sue, come ha continuato a fare ad intervalli regolari durante le ultime cinque ore, per poi continuare il suo discorso.
“Sai che a noi non importa affatto. Siamo qui per passare del tempo insieme a te, e l’unica cosa che ci interessa in questo momento è che tu stia bene. Certo, avrei sperato di trovarti in condizioni migliori..ma adesso che mi hai raccontato tutto..non posso fare altro che starti vicino e sperare che tu possa presto voltare pagina.” Conclude, lasciandomi di stucco.

“Quindi..quindi pensi che io abbia preso la decisione giusta? Non credi che  mi stia arrendendo troppo presto? Non pensi che io sia un..vigliacco?” Chiedo allora, in un soffio, mentre i miei occhi si inumidiscono di nuovo.
Pensare a Louis mi rende debole.
Questa storia deve finire.

“Tesoro. Non  meriti tutto questo dolore. Io non so quale sia la decisione giusta da prendere, non so se sarebbe più giusto continuare a lottare o semplicemente mollare tutto e purtroppo non posso indovinare cosa accadrà domani. Però di una cosa sono sicura.”

“Cosa?” Chiedo, sperando che quello che deve dirmi saprà cancellare ogni dubbio nella mia testa.

Lei lascia andare le mie mani ed inizia ad accarezzarmi i ricci, guardandomi negli occhi con quella tenerezza che soltanto una madre può trasmettere.
Ormai –stranamente, ultimamente non piango mai- le lacrime iniziano a scendere libere.
Non voglio più piangere.

“Sono una mamma. E in quanto mamma, sono geneticamente portata a volere sempre e solo il bene dei miei figli. E se continuare ad inseguire un miracolo deve portarti a perdere anche il più breve dei momenti di felicità..allora credo che dovresti semplicemente fermarti qui. Cerca di ricostruire te stesso, senza Louis. Cerca di trovare un tuo equilibrio, senza la sua presenza. Cerca di dare un senso alla tua vita; un senso che non dipenda dalle sue scelte. Rinasci Harry, sii felice, per te stesso, per noi..e anche per il vecchio Louis, quello che ti amava.”

“Non so se posso riuscirci ma’..tu sai quanto lo amo.”
Ed è buffo che, soltanto adesso che ho deciso di lasciarlo andare, io riesca a dire ad alta voce quello che provo davvero per lui.
Come se già fosse un sentimento estraneo.
Come se avessi già cominciato la mia disintossicazione.

“Tu puoi riuscirci. Tu devi riuscirci. Te l’ho detto quel giorno all’ospedale e te lo ripeto adesso. Sei un ragazzo forte, Harry. Devi tornare a volerti bene e smettere di sentirti in colpa. Costruisciti una vita di cui essere fiero e se il destino vorrà, Louis tornerà a farne parte, a tempo debito. Altrimenti..”
“Altrimenti andrai avanti. E troverai un gran bel pezzo di manzo che ti amerà e ti proteggerà e ti coccolerà e ti..”

“Sì Gemma, abbiamo capito!” Sbotta mia madre, mentre io inizio a ridere fra le lacrime, sapendo benissimo cosa avrebbe detto mia sorella se non fosse stata bloccata.
Gemma si lancia su di me, stritolandomi nel suo abbraccio, mentre mia madre ci osserva, come un pittore osserva il suo quadro più bello.
“Fidati fratellino, che con le gambe che ti ritrovi cadranno tutti ai tuoi piedi!” Scherza di nuovo lei, ormai completamente sdraiata su di me.

Mamma si alza dal divano, andando ad accoccolarsi vicino a Robin, sulla poltrona, distogliendo lo sguardo da noi.

“Quindi..lo farai davvero?” Mi chiede Gemma, che, in un impeto di dolcezza fraterna, mi sta ancora stringendo in un abbraccio spezza-respiro.
“Cosa? Vendere la casa? Assolutamente sì. Domattina chiamo gli avvocati.” Rispondo, ormai deciso –anche se terribilmente distrutto dalla mia stessa scelta.

“Okay, sappi che per me vale la stessa cosa che ha detto mamma. Io ci sono e ti appoggio, in qualunque caso. E..riguardo all’altra cosa, invece?” Continua, curiosa come soltanto le sorelle maggiori possono essere.
“Già..se mi passi il cellulare, quella posso farla subito.”

“Sicuro?”
“..Sì.”
“Okay.”, mi dice, prima di allungarsi fino a raggiungere il tavolino di vetro con la mano, afferrare il mio I-Phone ed appoggiarlo sulla mia mano tremante.

Scrivo le parole che ormai da decine di minuti mi ronzano in mente.
Ho pensato e ripensato a quali fossero le espressioni più efficaci da utilizzare ed ho concluso che questo sia il modo più diretto e semplice per dare una svolta definitiva alla situazione.
Premo ‘Invio’.

E’ finita.

 
LOUIS POV

“Davvero non capisci quale sia il problema, oppure fai semplicemente finta di non vederlo?”

Io e Liam siamo chiusi nello studio, mentre nel salotto continuano imperterriti i festeggiamenti per il fidanzamento.

Sono ormai dieci minuti buoni che Payne continua a passeggiare in su e in giù per la stanza, smanettando di qua e di là quel povero pacco di biscotti ormai completamente frantumati.
E dire che erano pure al cioccolato.
Che spreco.

“Liam, forse se ti dai una calmata e mi spieghi di cosa diavolo stai parlando, potrei anche cercare di capire il perché della tua venuta. Sicuramente non sei qui per portarmi dei biscotti, dato che ormai li hai trasformati tutti in polvere.” Lo rimbecco, sperando di poterne salvare almeno le briciole.
Lui si ferma imbarazzato, prima di passarmi il pacco e bofonchiare un “Li ha fatti mia madre. Sono stato costretto a portarli.”

“Okay, ringraziala da parte mia. Ma ora vuoi dirmi perché invece di essere con la tua famiglia adesso, sei venuto qui?” Adesso basta, voglio andare ad aprire i miei regali.
“Perché oggi ho visto la conferenza stampa.” Mi dice, immobile di fronte a me, con uno sguardo tutt’altro che promettente.
Lo odio quando fa il saputello; cosa avrò sbagliato adesso, secondo lui?

“Ok, quindi sai la novità. Ma non vedo quale sia il problema.” Gli rispondo, sperando di aver frainteso tutto e che sia venuto qui soltanto per congratularsi.
Seh, magari.

“Harry era con me. Alla conferenza. Abbiamo assistito insieme al tuo inaspettato annuncio.” Conclude, mentre tutto il colore lascia improvvisamente la mia faccia.
“Oh. E..cos’ha detto?” Chiedo, titubante. Non so se sperare che Liam non sappia niente o invece che sia molto più informato di me, su tutta questa storia.
“Niente. Se n’è andato senza dire una parola. Ma non l’ho mai visto così distrutto come oggi.”
“Cazzo.”
“Già. Adesso è con la sua famiglia, ma io non sopporto vederlo stare male in questo modo.”

“Già, ma io che posso farci?” Chiedo, di nuovo sulle spine. Non è che anche Liam sta per uscirsene fuori con la storia della perdita di memoria? E se fosse così..dovrei iniziare seriamente ad avere dei dubbi??
“Louis, io so che non è mio compito o diritto fare quello che sto per fare. Ma dopo averci pensato a lungo penso che tu debba sapere per filo e per segno cosa è succ-‘’  E sono sicuro che Liam avrebbe davvero tanto da raccontarmi.

Probabilmente ascoltare il suo punto di vista potrebbe aiutarmi a capire quale sia la verità in tutto questo gioco di specchi, ma il suono distinto del mio cellulare interrompe il suo monologo.

“Cazzo, non adesso!” Esclama, sperando con tutto il cuore che io lasci perdere e continui ad ascoltarlo.
Ed è quello che farei, lo giuro, se il mittente del messaggio non fosse proprio Harry.

Harry Styles mi ha inviato un sms alle ventitre del 25 dicembre 2014.

“Louis, che hai? Perché quell’espressione sconvolta?” Mi chiede Liam, avvicinandosi leggermente, per capire cos’abbia causato il mio improvviso shock.

Lo sento ispirare di colpo, e capisco che anche lui ha letto il mittente del messaggio.
Adesso stiamo aspettando entrambi di capire che cosa abbia scritto.
Se solo trovassi la forza di aprire questo dannato sms.
Cazzo.

Tocco l’icona della letterina e chiudo gli occhi di scatto.
Che diavolo mi prende? Possibile che io non riesca nemmeno più a leggere un messaggio tranquillamente?

“Ma che cazzo..?” Oh. Liam deve aver già letto. E questa reazione non promette nulla di buono.
Apro gli occhi e ciò che leggo mi lascia completamente sgomento.

“Ciao Louis. Vorrei scusarmi per tutto ciò che è successo fra ieri sera e stamattina. Avevi ragione te, tu sei fidanzato con Eleanor e fra qualche mese vi sposerete. Ti prego, dimentica tutto ciò che ti ho detto, non era importante. Non era reale. Passa un Buon Natale, ci vediamo in Tour. H.”

Oh. Questo, decisamente, non me l’aspettavo.
Dovrei esserne felice, no?
E allora perché mi sii è appena formato un groppo allo stomaco? Perché respiro a fatica? Perché mi sento come se il mio cuore si fosse appena frantumato in migliaia di pezzi?

E adesso..che succede?
 
This is my winter song.
December never felt so wrong,
'Cause you're not where you belong;
Inside my arms.


Is love alive?
 
 


SPAZIO CRETINA: Ciao tesorineeee/iiiii Intanto Buona Pasqua a tutti quanti!! Mangiate tanto, abbuffatevi di cioccolata e divertitevi, così almeno non sarò l’unica ad ingrassare, in questi giorni!
Comunque, ecco il nuovo capitolo, in cui scopriamo come hanno passato il Natale i nostri protagonisti e..in cui Harry decide di darci un taglio.

Esatto raga, da oggi in poi Harry Styles smetterà di correre dietro a Louis Smemorino Tomlinson ed iniziarà a ricostruire la sua vita..in attesa di tempi migliori!
Che ne pensate? Adesso è il turno di Louis..dovrà essere lui a fare un passo verso Hazza, QUINDI SOFFRI CARO MIO, TE TOCCA.
Comunque..adesso vado che domani mi aspetta una giornatina niente male..va beh, fatemi sapere cosa ne pensate, DICO SUL SERIO, PER ME E’ IMPORTANTISSIMISSIMISSIMISSIMO!!
XX
Iri :D
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: WickedSwan