Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: Xenebe    05/04/2015    0 recensioni
"Nothing Personal" (Niente di personale): Coulson e Skye stanno scappando dal Pulmino a bordo di Lola...
"E proprio mentre si volta per tornare nella cabina di pilotaggio, lo vede. La mano di Skye che, a causa della grossa forza di resistenza dell'aria, scivola via da quella di Coulson.
Non ci pensa nemmeno, è automatico indossare il paracadute e lanciarsi; talmente automatico da non pensare che Skye non vorrà il suo aiuto, che si divincolerà, che proverà a toglierselo di dosso in ogni modo. È talmente automatico che non pensa alle conseguenze."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Skye, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Shield_BML_00 Regalo di Pasqua, nonostante il mega blocco che non voleva essere superato...
Un mega grazie a chi recensisce, mette la storia nelle preferite, le seguite e le ricorate.
Buona lettura!














Capitolo 8
“This truth drive me
Into madness ” *











15 marzo 2017

Ciao Skye,
Sono certa che questo sarà il primo diario che aprirai, amica mia, e non perché è riportata la data più vecchia, ma perché il primo che troverai. La curiosità è la tua caratteristica più bella ed è anche l’unica che non è cambiato in questi anni e che, spero, non cambierà…
Se dovesse essere passato tanto dal momento in cui sto scrivendo senza che io sia riuscita a spiegarti, mi dispiace. Gli ho promesso di non dirti nulla per non interferire con la tua vita.
In realtà credo che, ora come ora, abbia solo, ancora, paura dei suoi sentimenti.
Spero di riuscire a convincerlo.
Detto questo, ti prego non saltare le conclusioni e sappi che lui non sa nemmeno di questi diari, o meglio non sa che sono destinati a te. Sa che tutto il suo materiale e accessibile ad ogni membro di livello 8, quindi solo alla nostra cerchia ristretta: io, tu, Leo, Trip, Coulson e May, Fury e Hill, Romanoff e Burton, Bobby e Hunter, Mack e i Koening.
In realtà nemmeno io sapevo, quando ho iniziato a scrivere, che questi quaderni, questi diari, fossero per te. Ho iniziato perché ne sentivo il bisogno.
Questo è anche il motivo per cui ho preso quella laurea in psicologia, me lo hai sempre chiesto ed ora lo sai… Volevo comprendere, capirlo ed aiutarlo e credo di esserci riuscita un parte. Di essere riuscita ad essere quel supporto che la sua analista sperava lui potesse avere.
Io e Fitz gli siamo stati vicini in ogni momento e, o lui o io, siamo stati presenti a tutte le sedute: quelle che ho descritto tramite le telecamere di sorveglianza sono state arricchite con delle note di Leo, che in quel momento era presente.
Per gran parte del suo difficile e lungo cammino siamo stati in questa base, ecco perché Fury gliel’ha regalata, Grant invece ha deciso di trasformarne gli interni in modo che fosse una casa più che una base.
Di ogni singola seduta ci sono anche le registrazioni ma queste dovresti chiedere a lui, se volessi vederle.
Cerca di ricordarti che, se non vuoi, se non riesci a fidarti di lui, puoi almeno fidarti di me per capire chi sia realtà Grant Douglas Ward.
Con affetto,
Jemma.






Continuavo a leggere quella lettera e mi sembrava assurda.

Agente Skye vuole che la metta in contatto con l’agente Simmons?

-No, grazie Jeleis.-
Detto questo raccolsi i 5 diari e le lettere e tornai nella mia stanza.
Un attimo prima di sedermi sul letto, con ancora tutti i diari e le lettere – probabilmente pagine di appunti-  tra le braccia, mi guardai intorno.
Non ero sicura di chi avesse scelto la mia stanza. Saevo che se fosse stata Jemma ci sarebbe stato più colore, invece quei mobili bianchi, candidi, che spiccavano sulle pareti color terra di Siena chiaro, con delle piccole margherite stilizzate bianche, che coprivano per un quarto la parete, come un piccolo quadro accanto al letto… Il mio addestramento e la mia capacità analitica mi dicevano che non sembrava opera di Jemma. Eppure doveva esserlo, vero?
Sbuffai sedendomi: era una sciocchezza.

Ero seduta a gambe incrociate sul letto da trenta minuti, ma non riuscivo ad aprire un’altra lettera ne a chiudere tutto in un cassetto, ero bloccata. Volevo decidere cosa fare, ma non ci riuscivo, era difficile: difficile da far paura.
Già paura. Da quanto tempo non mi permettevo di aver pura? Non ne ero sicura, sapevo solo che non mi ero mai sentita totalmente al sicuro e che questa sensazione che avrebbe spaventato chiunque altro era diventata familiare, conosciuta, persino confortevole.
Mi ero mai sentita totalmente al sicuro? Mi chiesi. Forse, sì: sì, sapevo cosa volesse dire sentirsi al sicuro ed ero certa che la sensazione mi avrebbe spaventa. Perché sentirsi al sicuro quando basta un attimo, un singolo momento, un’azione inaspettata, una rivelazione odiosa, a far crollare tutto?
Alla Provvidenza: il tempo di un bacio. Due minuti dopo ero in un bagno, a piangere, distrutta. Non per l’uomo morto. Per me stessa.
Maledizione! Odiavo ricordare quei momenti, mi facevano sentire di nuovo quell’ingenua agente di livello 1 e non ero più quella ragazza.
Decisi finalmente di alzarmi e uscire dalla mia stanza, ma, non avendo ancora deciso cosa fare di tutti i diari, li lasciai dove erano. Anzi, scendendo dal letto feci particolare attenzione a non sfiorarli nemmeno, come se fossero una bomba pronta ad esplodere e rovinare tutto.
Aprii la porta facendo automaticamente un passo fuori e trovandomi ad un paio di centimetri dal mio carceriere salvatore pronto a bussare alla mia porta.
Senza fare una piega lo guardai in faccia, attendendo che si spiegasse.
Lui non dissolse lo sguardo, ma lo ammorbidì, non come se stesse osservando qualcosa di bello o familiare, ma come se stesse evitando di mettermi a fuoco, come se cercasse un modo per non distoglierlo, quello sguado, e insieme evitare di affrontare il mio.
-È  pronta la cena.-, disse soltanto, sorridendo leggermente.











* Whisper, Evanescence




Ecco la famosa lettera... Che ne pensate?
   
 
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