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Autore: Veni Vidi Jackie    06/04/2015    1 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono all'ultimo anno del liceo classico e da più di dodici mesi non trovo più stressante alzarmi la mattina con il pensiero dei compiti e delle interrogazioni, perché a scuola mi aspetta sempre Matilde. Lei non fa il classico, ma il linguistico. I due diversi indirizzi, però, si trovano nello stesso edificio. Ogni mattina, quindi, mi do appuntamento con Matilde e le sue amiche. Io sono sempre accompagnato dal mio amico Andy, che è anche mio compagno di classe.

Questa mattina trovo Martina nel luogo del nostro usuale ritrovo. Martina è in classe di Matilde, così come Valeria, che presto ci raggiunge. Io mi appoggio al termosifone dell'ingresso come sempre, mentre le due ragazze se ne stanno in piedi davanti a me chiacchierando.

- Allora, Martina, l'interrogazione? Sei preparata? - le chiedo, sapendo che deve essere interrogata a scienze.

- Certo, caro- mi risponde ridacchiando, con la sua solita aria da sfacciata. In realtà è simpatica , per quanto cerchi di sembrare antipatica. - Ma non mi interrogherà- continua.

- Pensavo fosse oggi il giorno in cui ti avrebbe...-

- E lo è, infatti - mi interrompe con aria da saputella. - Ma io fingerò un malore, cadrò a terra simulando degli spasmi e mi porteranno via. Così niente interrogazione, caro Jack .-

Il ragionamento non fa una piega, ma riuscirà ad attuare il suo piano? Mi ricordo l'ultima volta che ha tentato una cosa simile: non so come, ma alla fine della giornata si era ritrovata a Pechino. Martina, che ragazza divertente! Con lei non ti annoi mai.

Tutto d'un tratto Valeria comincia a gesticolare verso Martina, indicandole l'arrivo della professoressa Daroni. Questa insegnante ha un debole per Martina, che è indubbiamente la sua preferita.

Martina, vedendola arrivare, si sistema frettolosamente i capelli e prepara un grande sorriso. La professoressa saluta distrattamente Valeria e poi, vedendo la sua amata Martina, le va incontro abbracciandola. La ragazza si inginocchia al suo cospetto e poi la abbraccia affettuosamente, come una figlia fa con la madre. Valeria, schifata, storce la bocca ed io la imito.

- Signora professoressa, vorrei porgerle i miei più sentiti complimenti per la sua bellezza. Non c'è donna più bella ed affascinante di lei in tutto il mondo, sono ben felice di essere la sua cortigiana. Ho preparato un carme giusto per lei - dichiara Martina, baciando la mano della donna. Poi la ragazza estrae un pezzo di carta e legge il suo componimento per la donna. La prof, visibilmente commossa, tenta invano di non piangere e corre via, probabilmente nell'aula degli insegnanti. Martina la segue con lo sguardo finché non scompare dalla sua vista, poi emana un sospiro di sollievo e si gira verso di noi:

- Con questa mia performance di stamani forse riuscirò ad avere nove in pagella con lei. - Io e Valeria ci guardiamo in faccia, increduli che tutto ciò possa essere possibile. Poi, dall'entrata vedo giungere Matilde, con il suo zainetto azzurro sulle spalle ed il suo passo sicuro e deciso. Si fa strada tranquillamente tra i diversi alunni, per poi raggiungere noi.

- Ciao, Matil...-

Bam!

Matilde mi assesta un pugno nello stomaco, togliendomi il fiato. E' veloce ed efficace come Mohamed Alì. Alzo lo sguardo: sta ridacchiando con Valeria e Martina. Per l'ennesima volta sono il suo oggetto di scherno, il suo fenomeno da baraccone. E quelle due? Ridacchiano con lei! Da che parte stanno? Non dico che mi debbano difendere, poiché io stesso non mi difendo da lei, ma devono proprio ridere di me?

Matilde getta la sua cartella per terra, poi me la indica.

- Prendimi l'astuccio -

- Subito, Matilde - rispondo io, ancora con il petto dolorante. Eseguo il suo ordine, mentre lei afferra con violenza l'astuccio. Poi mi guarda sorridendo, come fa sempre: comincio a odiare quel sorriso falso e ipocrita. Perché mi guarda così? A cosa sta pensando? Prende qualcosa dalla tasca del giacchetto e me la porge: sono delle monete.

- Oggi a ricreazione mi serve un panino, me lo compri? - mi chiede. Valeria e Martina ridono fra di loro, osservando la mia situazione imbarazzante. Sicuramente stanno pensando qualcosa come: “Ha diciannove anni e viene umiliato da una ragazzina di quindici anni! Bellissimo! Ben gli sta se non sa difendersi!”. Subito dopo anche le due ragazze mi danno delle monete: anche a loro dovrò comprare la merenda.

- Ve l'ho già comprato altre volte il panino, stavolta potreste fare anche da sole...- rispondo. Il sorriso di Matilde scompare all'improvviso, mentre le due amiche la guardano preoccupata, perché si aspettano una sua reazione furibonda. La mia è infatti un'infrazione molto grave della Costituzione Matilda: lesa maestà divina, punibile con la morte.

Il mio amico Andy, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad osservare le belle ragazze che passano, si mette in testa l'elmo che porta sempre nello zaino. E' un elmo molto bello: lui si vanta sempre che sia quello del famoso generale ateniese Milziade. Io lo guardo: è proprio ridicolo con quella cosa in testa! Poi estrae anche un altro oggetto...cos'è? Uno scudo?! Ma quanta roba si porta dietro? E' davvero uno scudo: sopra ci sono raffigurati due grossi occhi. Ma non è ancora finita: adesso prende anche una lunga lancia, dalla punta affilatissima. Ora Andy sembra davvero un soldato greco.

- Dove hai preso quella roba? - gli chiedo esterrefatto

- Non chiedere, fidati. Meglio tu non lo sappia...Comunque, nel dubbio: non fare il mio nome se mai andrai al museo archeologico di Atene... – mi risponde sottovoce, come se non volesse farsi sentire. Torno a guardare Matilde: i suoi grandi occhi marroni mi stanno scansionando i pensieri, sta letteralmente rovistando nel mio cervello. E' in grado di capire quando ho paura di lei e in quei momenti ne approfitta per attaccarmi. E' come un cane, in effetti: percepisce la paura e non appena fai un movimento azzardato ti morde. Matilde è anche in grado di lacerare la pelle con i suoi artigli. Sì, devo ammettere che è molto simile ad un cane.

- Forse non hai capito - spiega Matilde, girandosi verso le sue due amiche con un'espressione del tipo: “ora gli faccio capire io chi comanda”, - oggi ci prenderai la merenda, chiaro? E' un ordine, non una richiesta. -

Guardo Andy: è sul “chi va là”, con il corpo proteso in avanti e la lancia distesa davanti al corpo, nel caso Matilde si scagli anche su di lui. Muove gli occhi velocemente a destra e sinistra, per notare eventuali movimenti sospetti o un agguato.

- D'accordo...- rispondo. Suona la campanella: inizia la lunga mattinata di scuola. Valeria e Martina gettano fiori davanti a Matilde durante il suo cammino, come a rendere sacro il suo passaggio. Adesso la Martina è anche la cortigiana di lei? Sembrerebbe di sì. Mi giro verso Andy: è ancora vestito da soldato greco e non sembra farci molto caso.

- Bene, non ti ha attaccato. Meglio così – dice. Poi alza la lancia ed urla:

- Alla classe! - Andy prende una rincorsa e trafigge tutti coloro che si trovano davanti a lui o li colpisce violentemente con lo scudo. In pochi secondi raggiunge il primo pianerottolo delle scale ed esulta:

- Studenti, è il momento! Occupiamo la scuola! - urla, poi corre su per le scale sguainando anche una spada. Nessuno lo segue ed un silenzio imbarazzante scende tra di noi, mentre sentiamo Andy correre al piano di sopra.

Poveretto, la cosa gli sta sfuggendo di mano! Comincio a pensare che siano tutti pazzi.

 

 

  
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