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Autore: bad93    07/04/2015    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
-Dai vieni! Dobbiamo festeggiare!-
-Ma ho perso, non credo ci sia nulla da festeggiare.-
E questo cosa centra?!chi ha detto che si deve festeggiare solo quando si vince? Siete arrivati in finale e anche se avete perso è comunque una conquista.-
-Comunque loro si meritano la vittoria.-
-Già, è stata una partita molto avvincente.-
-Vado a cambiarmi, ci vediamo dopo.-
-A dopo.- lo salutò con la mano e sorridendo.
-Un sogno...era solo un sogno.- si svegliò accaldato e tremante, il cuore gli batteva all'impazzata.
Questa fanfiction la dedico alla mia carissima amica Marina Swift che mi aiuta sempre moltissimo, e come me adora il personaggio protagonista.
Spero che possa interessare a qualcuno questa mia nuova storia, grazie mille a chi leggerà e recensirà, buona lettura.
bad93
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2: Passato e insicurezze.

 


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-E' pronto!- esclamò lei entusiasta.

L'aspetto era invitante e non si era tagliata ogni volta o bruciata, la cosa prometteva bene, forse un corso di cucina l'aveva seguito; ma un dubbio lo tormentava: e se fosse come la cucina di Nelly?

Si sedette al tavolo e osservò le vivande, lei nel frattempo stava portando una ciotola con l'insalata.

-Che c'è? Non ti piace?-

-No, no. Mi hai sorpreso, ricordando com'era la tua cucina... beh, sono stupito, complimenti!-

-Grazie, ma aspetta di mangiare, solo dopo potrai farmi i complimenti.-

-OK- “Allora i miei dubbi erano fondati, la sua cucina non è cambiata affatto. Forse per il suo compleanno le regalerò un corso di cucina, non voglio ridurmi come Mark, e nemmeno far fuori lo stipendio al ristorante. Ma al momento ho talmente fame, che persino la cucina mi andrebbe bene, pur di mangiare qualcosa.”

-Non mangi?-

-Sì, adesso inizio.-

Con molta titubanza e cautela, prese un gambero fritto con le bacchette; la mano gli tremava, ad aumentare quell'ansia c'era lei che lo fissava piena di aspettative, non si era ancora seduta, e probabilmente non lo avrebbe finché lui non avesse mangiato almeno un boccone. Lentamente porto il crostaceo alla bocca e lo mangio, chiuse gli occhi per cercare di formulare un complimento adeguato, e concentrarsi per restare normale e non fare una faccia schifata; quand'era giovane poteva anche essere accettata una smorfia di disgusto, inventando che c'era solo un pizzico di sale di troppo; ma ora era diverso, non poteva mentire come un tempo. Continuo a masticare preparato mentalmente a quello che lo avrebbe aspettato, ma con sua sorpresa, non andò come aveva immaginato; non c'era nulla di strano, era un semplice gambero fritto. Mentalmente tiro un sospiro di sollievo, felice di non dover fingere che delle cose immangiabili siano deliziose, allora un corso di cucina lo aveva fatto davvero; avrebbe fatto santa la persona che l'aveva convinta a seguirne uno. Lui non aveva mai avuto il coraggio di proporglielo apertamente, non sapeva come fare, in più lei si sarebbe arrabbiata e offesa, per cui aveva sempre sopportato in silenzio, contento di renderla felice.

-E' squisito. Hai fatto un corso di cucina?-

-Davvero ti piace?! Ne sono felice, in effetti mentre ero all'estero ho dovuto imparare una cucina diversa dalla nostra, e così ho seguito diversi corsi.-

-Capisco, ecco perchè cucini così bene.-

-Già....Aspetta che vorresti dire?! Non ti piaceva la mia cucina ?!-

-No, è solo che prima esageravi un po' con il sale e le spezie, inoltre tendevi a inventare accostamenti a casaccio. Ora invece sei migliorata, mi è sempre piaciuta la tua cucina. Comunque ora perché non ti siedi e vieni a mangiare anche tu?-

-Ok- lei si sedette e subito sussultò e s'irrigidì.

-Che c'è?-

-E' fredda.- disse con voce tremante.

-Che cosa è fredda?-

-La sedia.-

-Dici? A me non è sembrato.-

-Tu sei vestito. Non puoi capire.-

-In effetti è vero, vuoi un cuscino?-

-No, va bene così. Ormai si è scaldata.-

-Come vuoi.- disse lui tornando a mangiare quello che aveva nel piatto.

Anche lei iniziò a mangiare, mentre cenavano parlavano del più e del meno, o meglio, lei faceva domande a macchinetta alle lui rispondeva, ma ogni volta veniva bloccato con un altra domanda, per cui non finiva mai la spiegazione. A volte addirittura lei si rispondeva da sola a nome suo e faceva un'altra domanda, era come un uragano impazzito, lui la faceva sfogare, infondo non si vedevano da anni, era normale che lei avesse tanto da raccontare e da chiedere; un po' gli era mancato questo aspetto della sua vita, ma se ne era accorto solo ora che lei era con lui.

-Ho qualcosa in faccia?- chiese lei.

-No, nulla.-, non se ne era accorto, ma si era ritrovato a fissarla come un bambino che fissa una vetrina di una pasticceria, si era ripromesso in passato di non fare più una figura del genere. Anche quand'era giovane gli era capitato spesso di osservarla, e più la loro relazione avanzava, più lui non poteva fare a meno di guardarla e di voler scoprire sempre di più su di lei.

 

Scosse violentemente la testa, il passato ormai non contava più nulla, erano stati separati per dieci anni, non poteva farsi fregare dalla sua mente, dalle sue illusioni; la loro relazione , per quanto forte potesse essere, ora apparteneva alla sua giovinezza. In tutto quel tempo le cose erano cambiate, ora erano adulti, non era sicuro che il loro rapporto sarebbe stato recuperabile; l'amicizia c'era ancora, ma come capita a tutti gli adolescenti gli amori vanno e vengono. Ora avrebbe dovuto ricominciare tutto dall'inizio, come se il passato non fosse mai avvenuto, non poteva rischiare di mandare tutto all'aria basandosi sui sentimenti provati. Non sapeva se per lei non era cambiato nulla o meno, ma sentiva che non voleva cederla a nessuno, voleva che il suo cuore battesse solo per lui, che sognasse solo lui, tutta la sua vita doveva girare attorno a lui. Potrebbe sembrare un desiderio egoista, lui non è mai stato modesto, prima si concentrava solo su se stesso. Non poteva accettare che la sua bellezza venisse surclassata da qualcun altro, ma quando la conobbe meglio, e si innamorò di lei, cambiò idea, aveva trovato una persona che superava di gran lunga la sua bellezza. Tutti lo definivano l'angelo sceso dal cielo, lo vedevano come una bellezza irraggiungibile, e a lui andava bene così, non voleva che gli altri vedessero il vero angelo; preferiva avere l'attenzione su di sé, sia da parte delle ragazze che dei ragazzi, soprattutto da parte di questi ultimi, non gli avrebbe permesso di mettere gli occhi sul suo angelo.

Lui la riteneva ancora il suo angelo, se da giovane era bella, ora lo ancora di più; durante il periodo passato separati, lui ne aveva viste di ragazze belle, aveva avuto anche numerose lettere e confessioni, nonché inviti; ma lui aveva sempre rifiutato tutte, nessuna lo faceva sentire vivo come lei. In cuor suo sperava di rivederla un giorno, non avrebbe donato il suo cuore e il proprio corpo a nessun'altra donna che non fosse lei.

Voleva davvero passare tutta la sua vita con lei, così prese tutto il coraggio che aveva in corpo e si decise a parlare,, lei aveva appena finito di sistemare la cucina, ora non avrebbe avuto nessuna distrazione. Questo valeva solo per lei, perchè lui era assai distratto e avrebbe avuto bisogno di un'enorme forza di auto-convincimento per restare concentrato sul suo obbiettivo e non destare sospetti.

-Grazie per la cena, non era necessario che ti disturbassi, in più hai anche sistemato la cucina. Siamo pur sempre in casa mia e tu sei un ospite.-

-Che vuoi che sia, proprio perché mi hai ospitato questo è il minimo.-

-Se lo dici tu.- aveva iniziato il discorso nella maniera più banale e umiliante possibile, era nervoso, e dire che da giovane non aveva mai avuto questi problemi, al contrario era piuttosto audace, -Stavo pensando...

-Sì?-

-Che..-

-Dai non essere così titubante, che ti prende? Sembra che stai combattendo contro te stesso.-

“Eccome se sto combattendo con me stesso, non sai quant'è difficile per me fare finta di niente e continuare a guardarti negli occhi.” -Che il tempo sta dando di matto, c'è un temporale fortissimo, mi sa che non potrai a casa stanotte.-

Se prima si sentiva uno stupido ora lo era ancora di più, la sua intelligenza era andata a farsi una bella vacanza, proprio nel momento peggiore.

-Hai ragione.- disse lei guardando fuori dalla finestra,- Comunque non avrei potuto andare lo stesso, non posso mica uscire per le strade con un asciugamano addosso.-

-Già.-

Improvvisamente la corrente andò via e si ritrovarono al buio, da un lato lui ne era felice, non avrebbe più avuto distrazioni.

A quanto pare il temporale ha fatto il suo solito lavoro, sarà meglio spostarsi in salotto, almeno c'è un po' di luce.-

-Forse è meglio.- disse lei iniziando a camminare verso la flebile luce, quando improvvisamente...

-Ahia.-

-Vediamo se indovino, hai preso lo spigolo del tavolo.-

-Come fai a dirlo?-

-Il tavolo si è spostato, vieni ti faccio strada.- rispose prendendola per mano e accompagnandola delicatamente verso l'altra stanza.

 

-Ora possiamo continuare il nostro discorso.- asserì lei sedendosi sul divano, lui nel frattempo ravvivava il fuoco.

-Che discorso?- chiese lui di spalle mentre metteva un pezzo di legna.

-Dubito che volevi parlarmi del tempo.-

-Ah già, aspetta solo un secondo.- disse lui uscendo dalla stanza, tornando poco dopo porgendole un oggetto, -Tieni, è meglio se ti metti questa.-

-Cos'è?-

-Una delle mie camicie, se stai solo con l'asciugamano umido ti ammalerai, inoltre i condomini potrebbero fraintendere.- disse leggermente rosso in volto.

-Grazie.-

lei si cambiò e poi tornò a sedersi sul divano accanto a lui.

-Allora cosa stavamo dicendo?-

-Che c'è il temporale e non puoi andartene.-

-Mi riferivo al nostro discorso di poco fa.-

-Ah sì, ora ricordo. Stavo pensando, che domani potremmo fare la cena che abbiamo saltato oggi. Tempo permettendo ovviamente, se fa come oggi che sta sereno fino al tramonto e poi piove.-

-Già, una vera sfortuna vero? Però se ci pensi anche al nostro primo appuntamento di dieci anni fa ci siamo beccati un acquazzone.-

-E che acquazzone. Se ci fossimo buttati nel fiume, saremmo risultati più asciutti.-

-Già, ora che facciamo? È tutto buio.-

-Paura?-

-No, ci sei tu con me. Ormai sono cresciuta e non mi fa più paura. Solo non so cosa fare.-

-Provo a sentire se anche ai vicini è andata via la corrente; magari si può attivare un generatore di emergenza.-

-Ok, ti aspetto qui.-

Uscì dall'appartamento, dopo un quarto d'ora tornò la corrente, pochi minuti dopo arrivò anche Byron.

-La corrente è tornata.- disse lei accogliendolo all'ingresso.

-Lo so, la figlia del vicino mi aveva staccato la corrente.-

-Oh, e come mai?-

-Non lo so non ha voluto dirlo davanti a suo padre, quindi non lo sapremo mai.-

-Capisco, ho fatto del tè, nei vuoi un po'?-

-Volentieri, grazie.-

Prese la tazza che gli veniva porta, e di nuovo iniziarono a parlare del tempo passato insieme. Il tempo passò in fretta, si fece molto tardi e decisero di andare a dormire, per cavalleria e in parte per le sue insicurezze, cedette il suo letto a lei e lui dormì sul divano.

 

Il giorno seguente...

 

 

Continua...

N.A.= L'immagine l'ho presa da un altro anime, ma è come mi immagino Saori, l'unica differenza è che Saori ha gli occhi verde acqua, rispetto al personaggio della foto. Spero che anche questo nuovo capitolo vi piaccia.
  
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