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Autore: jortinionelove    07/04/2015    4 recensioni
Martina è sempre stata una ragazza allegra e spensierata, fino a quando un giorno le accade un brutto, anzi bruttissimo, fatto che cambierà la sua adolescenza per sempre. Da quel giorno in poi è decisa a non avere più a che fare con l'amore.
L'estate, i genitori decidono di mandarla in un campeggio per farla stare un po' senza pensieri e con i suoi coetanei. Peccato che, però, proprio lì ritroverà l'amore in un ragazzo di nome Jorge. Ma asseconderà questo amore e lotterà per questo o il suo orgoglio avrà la meglio?
leggete e scoprirete. Fan-fiction Jortini
questa è la mia prima fiction. Spero vi piaccia. Un bacio.
P.S. lasciate tante recinsioni :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Continua a fissarmi senza dire niente così decido io di spezzare il silenzio. –che ci fai tu qui?- dico fredda –ho bisogno di parlarti 5 minuti.- sospiro. –ok dimmi- mi guarda alzando un sopracciglio e non capendo cosa vuole gli chiedo –che c’è?- -posso entrare?- sbuffo ma poi decido di farlo entrare. -ok vieni.- faccio con il segno delle braccia per farlo entrare e poi si siede sul mio letto. –ok ora dimmi cosa vuoi- -allora, intanto ti volevo chiedere perché continui ad essere così fredda con me. Avevamo detto di ricominciare da zero ma sembra che tu non voglia proprio ricomciare...- in effetti ha ragione e vorrei scusarmi con lui perché questo comportamento nei suoi confronti non ha senso… ma poi ritorna in mente l’immagine di lui e Valeria che si baciano davanti ai miei occhi. –ho i miei motivi.- -e posso sapere quali sono questi tuoi motivi?- -no.- lo vedo alzarsi e venire verso di me. –perché Martina?- -perché non parlo con il primo che capita dei miei problemi- fa una faccia offesa (?) e poi mi parla. –quindi io sarei il primo che capita?- si avvicina ancora a me e senza volerlo mi ritrovo con la schiena al muro. –B-beh… non ci conosciamo quasi per niente, so a malapena come ti chiami e che sei fidanzato.- rispondo freddamente –e allora conosciamoci meglio- -e alla tua ragazza non darebbe fastidio?- -chi? Valeria? No, io e lei siamo una coppia un po’ “strana”- risponde mimando con le dita le virgolette. –Strana?- -si beh è una storia lunga- -ok ma hai appena detto che vuoi che ci conosciamo meglio allora…- -hai ragione. Diciamo che la scorsa estate ci siamo conosciuti in discoteca ed eravamo entrambi ubriachi e allora…beh qualche bacio e…- -non continuare per favore!- lo blocco alzando la mano. –perché? Che c’è ti dà fastidio?- dice avvicinandosi nuovamente a me. È troppo vicino. Sento il suo fiato infrangersi sulle mie labbra e questo non va affatto bene, la mia sanità mentale sta andando a farsi fottere. –ma stai zitto! Non mi dà per niente fastidio e solo che non mi va di sentire certe cose –mi stai dicendo che tu non hai mai fatto sesso con nessuno?!- eh no questo non lo doveva proprio dire. –FUORI DI CASA MIA! SUBITO!- gli urlo spingendolo verso la porta –okok scusa… non volevo offenderti- -vattene!- -eh dai! Ti ho chiesto scusa- -per favore lasciami sola- dico al bordo delle lacrime. Sbuffa e poi mi risponde -d’accordo, ci vediamo domani Martina- -ciao Jorge, buonanotte.- -Buonanotte.- si sporge verso di me, mi lascia un bacio sulla guancia destra e poi esce dalla casetta.
Prima ancora di riuscire a chiudere occhio sento la porta aprirsi e subito dopo sbucano le facce di Mercedes e Lodovica seguite dalle altre ragazze. Solo quando sono già tutte dentro, mi rendo conto che è mattina presto e io non ho dormito nemmeno per 30 minuti, ovviamente sempre per quegli stupidi incubi che da 2 anni non mi lasciano mai in pace.
Decido, però, di girarmi sull’altro fianco, dando le spalle alle ragazze e facendole credere di essere ancora tra le braccia di morfeo, anche se tra le braccia di Morfeo non ci sto da quando avevo 14 anni. –Tini?- sento sussurrare Lodovica –Tini sei sveglia?- cerco di ignorale più che posso rilassandomi e qualche secondo dopo sento una porta chiudersi e capisco che sono andate in bagno a prepararsi per la giornata. Quando suona la mia sveglia, saluto le ragazze, mi sistemo e insieme andiamo a fare colazione alla mensa. Durante il tragitto casa-mensa incontriamo i ragazzi e non appena incrocio lo sguardo di Jorge, mi sorride calorosamente e io, dopo qualche dubbio gli rivolgo un sorriso incerto. Arrivati in sala, prendiamo da mangiare e portiamo i vassoi al nostro tavolo anche se questa volta Jorge si siede accanto a me.
Mentre mangio una fetta biscottata con la marmellata sopra sento un respiro dietro il mio collo allora mi giro di scatto ritrovandomi un Pablo sorridente. –Ehi Pablo! Come stai?- -bene ora che ti vedo, tu invece, bellezza?- vedo Jorge fare una smorfia ma cerco di evitarlo e rispondo a Pablo. –bene grazie- mento, -che ne dici se pomeriggio dopo la tua ultima lezione ti porto a fare un giro in canoa sul lago?- mi spunta un grande sorriso a sentire quelle parole, mi piace tantissimo andare in canoa. Purtroppo, però, prima di potergli dare la parola, Jorge parla.
-mi dispiace Pablo ma avevo promesso a Martina che oggi le avrei fatto fare un giro per il campus.- gli rivolge uno dei sorrisi più falsi che abbai mai visto e poi rivolge il suo sguardo a me. –veramente io…- non riesco a finire nemmeno la frase che Jorge mi prende per il braccio e mi trascina via. –Si può sapere che diavolo fai?!- urlo per la rabbia –shh! Scusa se ho agito in questo modo. Avrei voluto chiedertelo dopo le lezioni di uscire con me, ma siccome mi ha preceduto Pablo ho fatto la prima cosa che mi passava per la testa.- sospiro, alzo la testa guardandolo negli occhi e riesco a percepire la sua sincerità così decido di accettare la sua proposta. Ho promesso di ricominciare da capo con lui e così farò. –ok va bene. Ci vediamo alle 14.30 davanti casa mia- -quindi non ti sei arrabbiata?- -in realtà prima ero arrabbiata, però mi sono ricordata che dovevamo ricominciare da zero e voglio darti una possibilità perché non si può giudicare un libro da una copertina, no?- gli rispondono sorridendo e senza nemmeno accorgermene mi ritrovo tra le sue braccia.
Dio che sensazione. Mi sento così bene in questo momento che non ricordo nemmeno di cosa stavamo parlando 30 secondi fa. Ha un odore così buono che non saprei neanche definire, i suoi muscoli, poi… mi stanno facendo sciogliere. Devo assolutamente sciogliermi da questo bellissimo abbraccio prima che finisca male. –ehm…scusa e che mi fa piacere sentire queste parole e beh…- lo vedo imbarazzato dal modo in cui si tocca la nuca allora cerco di tranquillizzarlo. –va tutto bene Jorge non ti preoccupare ci vediamo dopo-. Gli lascio un piccolo bacio sulla guancia e poi mi dirigo verso l’aula dove stamattina dovrò fare la mia lezione di piano insieme ad Alba questa volta.

14:30. Sono fuori casa ad aspettare Jorge. Dopo il pranzo sono tornata subito a casa perché volevo sistemarmi per l’uscita con “il ragazzo dagli occhi verdi”. Ok, si, vorrei essere decente per questa uscita e sinceramente non so nemmeno il perché o forse si… -TINI!- la voce di Jorge mi distrae dai miei pensieri. –oh, ciao Jorge- rispondo imbarazzata –sarà da due minuti che ti parlo ma mi sembra di vedere che sei nel mondo dei sogni. A cosa pensavi?- risponde rivolgendomi un piccolo sorriso –ehm scusa stavo pensando e non ti ho sentito- -D’accordo. Ora andiamo- e ci incamminammo verso una meta a me sconosciuta.
Erano già passati più o meno 20 minuti e ancora camminavamo. Sinceramente non pensavo fosse così grande questo campeggio. –Jorge quanto manca?- chiedo stufa di camminare –tranquilla Martina, siamo ancora a metà strana!- mi fermai di colpo. –CHE COSA?!?!? Io mi fermo qui!- non ce l’avrei fatta a camminare ancora per molto. Jorge si volta dietro verso di me, siccome ero rimasta dietro, ovviamente. –hahaha dai stavo scherzando siamo quasi arrivati, dobbiamo attraversare queste piante e siamo arrivati.- risponde indicandomi le piante dove saremmo dovuti passare. C’era una cosa che mi turbava però. –Jorge ma come ci passiamo tra quelle piante, è matematicamente impossibile.- -niente è impossibile. Su, forza, vieni.- e detto questo mi prende la mano provocandomi una scossa per tutto il corpo che cerco di ignorare.  –stai sempre dietro di me e se perdi l’equilibrio, poggiati pure sulle mie spalle- -ok, grazie- è davvero dolce con me, forse l’ho davvero giudicato male. Tutto per colpa di quella dannatissima persona che non riuscirò mai a togliermi dalla testa.
-eccoci siamo arrivati, fai attenzione qui- mi mostra un rialzamento della terra a causa delle grosse radici degli alberi, ma io troppo occupata a vedere il posto meraviglioso dove mi ha portata, inciampo su quest’ultime.
Barcollo un po’ finché non vedo le spalle di Jorge d’avanti a me e senza pensarci mi poggio delicatamente a lui, chiamandolo. Lui si gira ma non fa in tempo a prendermi che siamo tutti e due per terra.
Io sono su di lui. I nostri corpi attaccati. Le nostre facce lontane un palmo di mano. Le mie labbra stanno a due centimetri dalle sue e non so se riuscirò a resistere ancora per molto.

  
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