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Autore: tswizzle3    07/04/2015    1 recensioni
"Sei una delle cose più belle che ho, non posso lasciar andare via anche te"
Sono una giovane cantautrice alla quale è capitata la fantastica opportunità di aprire i concerti degli One Direction. Non sapevo, quando partii, che quel tour sarebbe stato molto, molto di più di una semplice serie di concerti, non sapevo che le persone al mio fianco sarebbero diventate così speciali per me. Perchè a volte è davvero il caso di dire che la realtà supera qualsiasi sogno, e questo è il mio sogno diventato realtà. L'unica cosa che non avevo tenuto in considerazione era che tra i sogni ci sono anche tanti incubi, ma per fortuna non durano per sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MELBOURNE

 Il giorno del compleanno di Niall ero impegnata dal mattino prestissimo fino al tardo pomeriggio, eppure quando la mia sveglia suonò alle sei meno un quarto, lui fu il mio primo pensiero. Grazie al fuso orario non riuscii a chiamarlo, ma avrei cercato di farlo più tardi. Avrei tanto voluto essere con lui, e speravo con tutta me stessa che non se la fosse presa troppo, ma del resto sapeva benissimo gli impegni che il nostro mestiere comportava. A Natale gli avrei dato il regalo, una bellissima chitarra acustica che avevo ritirato da un negozio proprio pochi giorni prima a Melbourne.
Mi precipitai alla spiaggia, dove finimmo di girare un video che avevamo iniziato il giorno precendente, e poi alle tre venni catapultata in un locale dove, dopo essermi esibita, tenni un meet&greet con dei fan. Era emozionante vedere quelle persone che avevano aspettato tutto il giorno di vedermi, spesso ero più timida di loro quando mi chiedevano una foto, e non sempre forse riuscivo a ringraziarli come avrei dovuto. Alle sei e mezza la stanza si svuotò, e la mia giornata era finalmente finita, così io presi le mie cose, siccome volevo andare a a mangiare qualcosa e a riposarmi un po’. Non avevo avuto tempo nè per la colazione nè per il pranzo, avevo dormito pochissimo ed ero esausta, ma ero davvero felice di sapere che qualcuno dall’altra parte del mondo volesse vedermi, mi sentivo davvero fortunata.
-E’ troppo tardi per un autografo?- disse una voce che mi sembrava di conoscere molto bene dietro di me, mentre io stavo sistemando le mie cose nella borsa.
-Niall!- urlai voltandomi e riconoscendo il biondo alle mie spalle. Mentre lui sorrideva e allargava le braccia, io lo strinsi fortissimo, non potevo credere che fosse davvero lì, ero felicissima. –Mi sei mancata- sussurrò lui fra i miei capelli prima di baciarmi, mentre io mi stringevo ancora più forte al suo petto. –Buon compleanno-sorrisi io tenendo le mie mani sui suoi fianchi, e lo guardavo negli occhi, non riuscivo a credere che fosse davvero di fronte a me. –Grazie- rispose baciando la mia fronte e prendendomi per mano, avvicinandosi all’uscita dell’edificio.
-Come hai fatto a trovarmi?- gli domandai mentre camminavamo verdo il mio hotel.
-Sottovaluti le mie capacità- ridacchiò Niall baciandomi una guancia, e io davvero mi accorsi di quanto mi mancasse. Era passato pochissimo tempo, me era stato un brutto periodo e averlo accanto mi dava sicurezza, mi faceva sentire molto più forte. Salimmo in camera mia, era ormai arrivata ora di cena e dovevamo decidere cosa fare. Immaginavo che Niall fosse molto stanco, e invece se ne uscì con un’altra delle sue idee, e io decisi di accontentarlo, era pur sempre il suo compleanno. Dopo esserci fatti una doccia e indossato dei vestiti puliti ci dirigemmo verso un luogo segreto nel quale lui era già stato, e diceva che sarebbe stato fantastico passarci la serata. Era sempre così lui, gli piaceva fare sorprese e stupire gli altri, era sempre stato così, gli faceva piacere rendere felici le altre persone. Forse in questo eravamo diversi, io non mi sentivo così altruista, lui invece era così espansivo ed emotivo, gli si leggeva in faccia qualsiasi cosa, a differenza di me che avevo imparato benissimo a mascherare i sentimenti.
-Adesso chiudi gli occhi- mi disse, mentre ci avvicinavamo alla spiaggia. –Non vedo dove sto andando- risposi io ridendo, prima che lui mi prendesse in braccio sulla schiena, facendomi scoppiare a ridere. Lo pregai di lasciarmi andare, cosa che non fece, così mi rassegnai a restare appesa al suo collo finchè mi riappoggiò a terra dicendomi di aprire gli occhi.
-E’ bellissimo, Niall!- sorrisi quando vidi davanti a me un piccolo ma splendido ristorante vicinissimo al mare, nel quale sedevano altre coppiette come noi, circondate da decorazioni floreali e candele. Ci sedemmo al tavolino nel portico che Niall aveva prenotato, evidentemente aveva progettato di venirmi a trovare da un po’.
-Sei dimagrita troppo, Faith- disse lui dopo qualche minuto tornando serio. –No, non penso- risposi io, osservando la mia mano posata sulla sua. In effetti era molto più ossuta di prima, e in effetti io ero dimagrita, siccome durante la permanenza a casa di mia madre non avevo molto appetito, ma non mi sembrava una cosa grave. –Io penso di sì ... com’è andata da tua madre?- Sbuffai alla sua domanda, siccome non avevo per niente voglia di rovinarmi la serata con quei discorsi. –Più o meno- risposi freddamente, desiderosa di cambiare argomento e tornare sorridenti come prima. –Non ti va di parlarne?- chiese lui discretamente, accarezzando il dorso della mia mano. Io feci cenno di no con la testa, e lui capì che sì, prima o poi avrei voluto confidarmi con lui, ma più tardi, magari in un momento in cui io e lui eravamo soli.
-Devo darti il regalo quando torniamo in hotel- sorrisi io guardandolo dolcemente. –Mi è bastato vederti- rispose lui ricambiando il sorriso. –Quanto ti fermi?- chiesi io arrossendo. –Dopodomani devo ripartire- disse Niall leggermente maliconico –Non ci sarò al tuo compleanno- Io alzai le spalle a quella affermazione, dopotutto a me bastava vederlo, poi che non riuscissi a vederlo nel giorno preciso del mio compleanno non mi interessava molto, era già tanto che lui fosse con me almeno per un paio di giorni. –Non è un problema. Hai già fatto mezzo mondo per vedermi, è abbastanza, no?- Sorrisi io cercando di non farlo sentire in colpa. –Spero di sì- arrossì lui piegando leggermente la testa di lato. Mi guardò negli occhi per qualche secondo, e io mi sentii completamente catturata da quello sguardo magnetico, che ogni volta mi faceva sentire terribilmente impotente, e al tempo stesso mi salvava sempre. Mai prima di conoscerlo mi ero sentita così bella e apprezzata, mai mi ero sentita così importante per qualcuno, e se quando mi guardavo allo specchio mi sentivo un po’ meno schifosa, lo dovevo anche a Niall.
-Ti piace l’Australia?- mi domandò dopo un po’, quando il cameriere ci aveva già portato da mangiare. Io annuii, ero troppo impegnata a divorare il pesce che avevo ordinato per parlare. –Mio nipote si sporca di meno quando mangia- ridacchiò lui pulendomi l’angolo della bocca col tovagliolo. –A proposito, Theo mi ha richiamato e mi ha detto che gli manchi e che ha preparato dei giochi nuovi da farti vedere quando torni- Sorrisi alle sue parole, ricordandomi i bei momenti a Mullingar. L’unica volta in cui mi ero davvero sentita in famiglia.
-Mi ero trovata bene a Mullingar- dissi smettendo di mangiare. –E Theo è un tesoro-
-Sì, aspetta che prenda un po’ di confidenza e vedi che peste che diventa- rise lui passandosi una mano fra i capelli. –Dai, è un bambino! Anche tu magari eri così- esclamai io immaginandomi un mini Niall che correva in giro e urlava come un forsennato, perchè se era così da ragazzo, chissà a tre anni cos’era.
Rimanemmo ancora molto tempo al ristorante, poi quando tutti se ne andarono decidemmo di uscire e tornare all’hotel. Era davvero tardi, e in giro non c’era quasi nessuno, si sentiva solo una musica allegra che proveniva da un locale. Cogliendomi alla sprovvista, Niall mi prese per mano e mi fece fare una giravolta, stringendomi poi a sè, mentre la musica si faceva sempre più lontana. –Sei bellissima stasera- sussurrò fra i miei capelli portando un braccio intorno alle mie spalle. Io sorrisi, con le sue parole riusciva sempre a farmi sentire speciale. –Niall, dove dormi, che io sono in camera con Amy?- domandai dopo qualche minuto, quando eravamo già nei pressi dell’hotel. –Tu mi sottovaluti, ovviamente ho una stanza sul tuo stesso piano- rispose lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo. –Mamma mia, inizi a spaventarmi, sei troppo intelligente- esclamai restando stretta a lui. –No, ho semplicemente avuto il numero di Amy. Ma non dirlo a nessuno- sorrise portandosi un dito sulle labbra. Io ridacchiai mentre entravamo nella hall, e una volta prese le chiavi, salimmo al piano delle nostre stanze. Io entrai in camera mia, ed ero sola, siccome la mia compagna era ad un’altra festa. Mi lavai e, dopo aver indossato il pigiama e preso la chitarra e dei vestiti per il giorno successivo, mi diressi verso la stanza di Niall, e bussai finchè venne ad aprirmi.
-Che ci fai con la chitarra?- domandò lui con sguardo interrogativo, mentre io posavo tutto sul suo letto. –E’ per te- sorrisi mentre si sedeva accanto a me e apriva la custodia nera. Non appena vide la chitarra con il suo nome scritto sopra, la prese in mano sorridendo come un bambino la mattina di Natale, poi alzò lo sguardo e mormorò un “grazie”, prima di tornare a osservare il suo nuovo regalo. –Ti piace?- gli domandai dopo qualche secondo, mentre lui continuava ad esaminare ogni dettaglio della chitarra. –E’ bellissima- rispose Niall, posandola su una sedia accanto al letto, per poi tornare a sedersi vicino a me. –Sei bellissima anche tu- sussurrò baciandomi la fronte e portando le braccia intorno alla mia vita. Mi era mancato sentire il suo respiro sulla mia pelle, e averlo così vicino, mi era mancato sentire il mio cuore battere così forte, mi era mancato tutto di lui. Le sue mani scivolarono sotto la mia maglietta, facendomi rabbrividire mentre posava le sue labbra sulle mie, e io sentivo le sue dita scorrere lungo la mia schiena. –Mi sei mancata- ripetè Niall per l’ennesima volta, facendomi sdraiare sotto di lui, mentre io per l’ennesima volta sorridevo, ormai era l’unica cosa che riuscivo a fare quando lo vedevo, quando lo sentivo accanto, riuscivo solo a sorridere.
 
Quando mi svegliai la prima cosa che vidi fu la finestra davanti al letto, che la sera precendente avevamo scordato di chiudere. Il sole era già alto nel cielo, e invadeva la stanza fra le tende. Mi lasciai sfuggire un lamento, avrei voluto non essere svegliata dal sole a quell’ora, ero stanchissima, poi mi girai verso Niall. Nei film romantici solitamente il ragazzo sveglia dolcemente la ragazza, magari con la colazione a letto, invece lui era ancora tra le braccia di Morfeo, dormiva come un sasso con una mano appoggiata sull’addome e l’altra dietro la nuca. Mi avvicinai a lui, posandogli una mano sul petto e baciandogli la base del collo; non accennò minimamente a svegliarsi, finchè non iniziò a borbottare, girandosi dall’altro lato. Avevo il ragazzo meno romantico del mondo. Ridacchiando mi avvicinai ancora di più, cingendogli i fianchi con le braccia e, siccome non era un appiglio stabile, caddi al suo fianco, scoppiando a ridere.
-Dai, smettila!- si lamentò lui sprofondando la testa nel cuscino. –Sei veramente un gran maleducato!- sorrisi io sedendomi sulla sua schiena. Sapevo che detestava essere disturbato quando aveva sonno, ma mi piaceva troppo stuzzicarlo. Niall si girò e io mi sdraiai al suo fianco, guardandolo fulminarmi con lo sguardo. –Tu non capisci proprio che il fatto che tu sia sveglia non significa che sei autorizzata a svegliare tutti- mormorò finalmente sorridendo, stringendomi a sè. –Ma è tardi, potremmo iniziare a uscire- mi lamentai io cercando di liberarmi dalla sua presa, che però era troppo forte per lasciarmi andare. Ormai ero completamente sveglia, e non volevo più aspettare, il tempo fuori era talmente bello che avevo troppa voglia di uscire. –No dai, restiamo ancora un po’ qui- sussurrò chiudendo gli occhi e appoggiando di nuovo la testa sul cuscino. –Se ti addormenti ancora ti ammazzo- lo minacciai prendendo il mio cuscino e lanciandoglielo sulla testa. –Ehi! Vuoi la guerra?- esclamò lui rispondendo al mio colpo. –No, ma sono riuscita a farti alzare dal letto- sorrisi correndo in bagno guardando lui in piedi accanto al letto.
 
POV Niall
Faith mi aveva convinto a fare colazione in spiaggia, cosa che non mi entusiasmava affatto, siccome avrei voluto mangiare in hotel. Non mi piaceva uscire di casa a stomaco vuoto, e mi piaceva ancora meno venir catapultato fuori dal letto a quel modo, ma quella mattina decisi di fare un sacrificio. Dopotutto la mia ragazza era così entusiasta che davvero non avevo il coraggio di dirle che avrei preferito restare ancora un po’ a dormire.
-Dai Niall, cammina un po’ più veloce!- mi disse lei voltandosi verso di me e poi continuando a camminare, dirigendosi verso la spiaggia. Mi sentivo un padre che portava la bambina al mare, era così agitata che camminava velocissimo, mentre io con molta calma la seguivo. Era bellissima però, in quella spledida luce che le faceva brillare i capelli biondi, era meravigliosa in quel vestito bianco, sembrava una ninfa, una di quelle che i pittori hanno sempre dipinto, ma non sono mai riusciti a riprodurne la bellezza. Mi sentivo strano, non ero mai stato così romantico, così preso da una ragazza, mentre con lei era tutto diverso, mi aveva stregato, e certe volte non me ne rendevo nemmeno conto, anche se sicuramente chi mi vedeva avrebbe pensato che io fossi completamente stupido. Ma sinceramente non mi interessava più di tanto.
Finalmente arrivammo alla spiaggia dove avevamo deciso di passare la giornata, e, affamati, ci precipitammo al chioschetto a mangiare qualcosa.
-Non è bellissimo come qui sia quasi estate? È strano se ci pensi- mi disse Faith mentre aspettavamo le macedonie che avevamo ordinato. Io annuii, posando la mia mano sulla sua, per poi guardarla negli occhi, che erano molto più blu in quella luce. Non volevo partire, anche se sapevo che il giorno dopo, il giorno del compleanno di Faith, avevo l’aereo molto presto. Non volevo lasciarla di nuovo da sola, ero sicuro che era successo qualcosa mentre non c’ero, ero sicuro che qualcosa era andato storto a casa di sua madre, al telefono la sentivo sempre strana. Sapevo però che non le avrei scucito una parola di bocca fino a quando avesse voluto lei, era fatta cosa, non voleva essere forzata.
-Dove andiamo oggi pomeriggio?- chiese lei entusiasta, mentre io ero ancora mezzo addormentato. Non capivo dove trovasse la voglia di fare tutte quelle cose, io ero decisamente più pigro.
-Ma non hai voglia, non so, di riposarti, di dormire, voglio dire, siamo in vacanza, hai un giorno libero, perchè devi faticare?- scherzai io iniziando a mangiare la mia macedonia. –Mi fai anche mangiare frutta. In hotel c’erano le brioches al cioccolato-
-Sei veramente la persona più pigra del mondo- sbuffò lei facendomi sorridere. –Dai, scherzo- le dissi, anche se aveva ragione. Alzai lo sguardo e mi accorsi che un paio di paparazzi ci stavano scattando un sacco di fotografie. In effetti a quell’ora c’era davvero parecchia gente, e al vedere quei fotografi un sacco di persone si voltarono verso di noi. Faith mi guardò sconsolata, come se avesse capito che non avremmo potuto passare la giornata in quella spiaggia, prima che un sacco di ragazzine mi si fiondarono addosso, chiedendomi foto e autografi. Ne accontentai qualcuna, poi presi per mano Faith, siccome avevo paura di perderla fra la folla, e dopo aver pagato alla cassa mi allontanai, sebbene non sapessi dove andare. Trovai una stradina dietro alle cabine della spiaggia, in cui nessuno ci vide entrare, e iniziai a camminare velocemente, trascinando dietro di me la mia ragazza, siccome avevo paura che qualcuno potesse ancora vederci.
-Dove stai andando?- mi chiese Faith, mentre io svoltavo in un altro sentiero. –Non lo so, sto cercando di allontanarmi dalla folla- risposi, senza smettere di camminare. –Ma ci stiamo perdendo!- esclamò lei, lasciando la mia mano e fermandosi in mezzo al sentiero, siccome aveva un gran fiatone. –Che hai?- chiesi io tornando indietro, mentre lei si portava una mano sul petto cercando di riprendere fiato. –Niente, sono ... sono stanca- sospirò lei sedendosi a terra. –Pensavo fossi abituata a dover scappare da folle imbestialite- sorrisi io sedendomi accanto a lei. –Sei diventata ansiosa?- chiesi aspettando che il suo respiro tornasse regolare. –No- rispose Faith, alzandosi –ho solo la pressione un po’ bassa-
-Certo, guarda come sei magra- dissi io seguendola, e vedendola da dietro mi accorsi che era veramente dimagrita un po’ troppo, ma del resto pensavo fosse normale, dopo quello che era successo. –Smettila con ‘sta storia che sono dimagrita- sbuffò mentre io la raggiungevo, e siccome non capivo il motivo del suo nervosismo, decisi di starmene zitto.
-Guarda!- esclamai io indicando una scaletta di legno che portava ad una spiaggia deserta. Scendemmo e posammo le nostre cose per terra, ammirando il panorama davanti a noi; avevamo trovato il posto perfetto, sicuramente nessuno ci avrebbe scoperto. Finalmente Faith sorrise, dopotutto era quello che voleva lei, passare una giornata fuori, e quel posto sembrava fatto apposta per noi. –Hai visto che io sistemo sempre tutto?- sorrisi, mentre mi sdraiavo sulla sabbia tiepida, che si appiccicò subito alla mia schiena. Lei si stese accanto a me, ed effettivamente si stava veramente bene, il sole non troppo forte intiepidiva la nostra pelle pallida e il rumore delle onde era davvero rilassante.
-Cosa farai quando tornerai a Londra?- le domandai dopo qualche minuto.
-Spero di starci poco ... devo pensare al tour, dovrei iniziarlo intorno a marzo. E nel frattempo non so ... forse inizierò a registrare qualcosa per il prossimo album. E ho anche un paio di video da girare-
-Vorrei essere più presente nella tua vita, intendo ... dovrei aiutarti e starti vicino ma non ci sono mai-
-Non è un problema. Lavoriamo entrambi tanto-
-Quindi il lavoro va bene? Nonostante tutto?-
-Sì, va bene. È l’unica cosa che sta andando bene credo-
-Perchè dici così?- le chiesi, mentre lei guardava altrove, come ogni volta che si parlava di cosa di cui lei non voleva parlare.
-Niente, era per dire, non c’è niente che non va-
-E’ successo qualcosa a casa di tua madre, vero?- Non rispose alla mia domanda, ma sospirò, evidentemente voleva cambiare argomento. –Esatto- sussurrò poco tempo dopo. –Non è andata come avrei voluto-
-In che senso?-
-Nel senso che io non sono più parte di quella famiglia. Me ne sono andata, me la sono cercata, no? Ora non dovrei esserne sorpresa, il fatto è che mia madre e mia sorella stanno benissimo da sole, la mia presenza non è gradita, le ho lasciate io da sole, e ora io non sono più importante. Questo c’è che non va- sbuffò alla fine della frase, poi si alzò mettendosi seduta e si asciugò velocemente una lacrima che le stava scivolando sulla guancia. Non voleva farsi vedere mentre piangeva, come sempre, voleva far finta di niente. Io mi alzai e le posai una mano sulla spalla, ma lei si ritrasse. Qualche mese prima mi sarei offeso, ma ormai sapevo che era fatta così, non era abituata ad aprirsi ed essere espansiva, non le piaceva far capire cosa stava provando.
-Sembra che non ho fatto altro che distruggere famiglie in vita mia- sussurrò passandosi una mano fra i capelli. –Non dire così ...- le dissi spostandole una ciocca dietro l’orecchio –Non dire così, non è vero. È un momento difficile, ma questo non significa che non passerà-
-No, Niall, no, non capisci. Non tornerà mai come prima, ora che la mia famiglia si è dimezzata. Non tornerà mai come prima, è così e basta- disse mentre si appoggiava alla mia spalla –Sei tu la mia famiglia-
Era tra le mie braccia e si era completamente, letteralmente affidata a me. Mi sentivo un peso addosso, non che io non volessi prendermi cura di lei, anzi, l’avrei fatto per sempre, il fatto era che non mi sentivo pronto a sostituire la sua famiglia intera, era una responsabilità non da poco.
-Ti voglio bene- le sussurrai baciandole i capelli, e stringendola forte a me.
 
POV Faith
Verso le sei tornammo in camera, e mentre Niall si faceva la doccia io stavo sul letto, giocando su un gioco sul suo telefono. Era stata una giornata relativamente piacevole, avevamo trovato un posto tranquillo e nessuno ci aveva più disturbato. Il cellulare di Niall trillò un paio di volte fra le mie mani, era arrivato un messaggio che apparì gigante in mezzo allo schermo, da una certa Bethany, che diceva “Amore mi manchi da impazzire, non vedo l’ora che sia domani!! Hai parlato alla tua ragazza, vero? Non mi va di fare le cose di nascosto, dimmi che le hai detto tutto ti prego. A presto, un bacio”. Senza che me ne rendessi conto avevo già gli occhi pieni di lacrime, rilessi il messaggio sullo schermo decine e decine di volte, ma purtoppo il testo non cambiava mai, quelle lettere rimanevano ferme davanti ai miei occhi. La porta del bagno si aprì e Niall uscì, e io evidentemente lo guardai con uno sguardo ferocissimo, perchè lui sussurrò uno “scusa” arrossendo, come se già avesse capito tutto.






 Spazio autrice
Ecco un altro capitolo, dopo un sacco di tempo! O meglio, per me quello che è passato dalla pubblicazione dell'ultimo è un sacco! 
Comunque questa storia la leggono in pochi e purtroppo non la recensisce nessuno, quindi spero di non aver deluso troppe persone ...
Per favore, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, quindi le recensioni sono più che gradite! 
A presto :)
   
 
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