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Autore: The_Lock    08/04/2015    1 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2.2

 

“Sky, per favore, aspettami fuori.” disse lo sceriffo Sean Windy, padre del ragazzo. Skylar era abituato a fare visita all'ufficio del padre quando usciva presto da scuola, ma questa volta alla centrale di polizia c'era fermento e il bruno moriva dalla curiosità di capire cosa fosse successo.

Skylar annuì e uscì, lasciando suo padre solo con altri due poliziotti, e aspettò fuori, abbastanza vicino alla porta da riuscire a sentire qualche parola.

“La ragazza è scomparsa due sere fa. Testimoni affermano di averla vista camminare sul lungo mare, dove abbiamo trovato questo.” spiegò un poliziotto porgendo allo sceriffo una bustina trasparente con dentro un iPod.

“Siamo sicuri sia suo?” domandò lo sceriffo e l'altro poliziotto annuì.

“Sua sorella ha riconosciuto la playlist interna e il modello.” spiegò.

“Credo ci toccherà chiamare i sommozzatori.” sospirò Sean, prendendo il telefono e congedando i due poliziotti che aprirono la porta e trovarono Skylar appiccicato alla parete che ancora origliava.

“Salve...” sorrise, imbarazzato.

 

Sotto pressante invito di Skylar, i ragazzi decisero di darsi appuntamento al lungo mare così il bruno avrebbe potuto aggiornare gli altri quattro sugli avvenimenti alla centrale. Quel sabato mattina era leggermente più freddo del solito, ed i ragazzi trovarono presto riparo in una caffetteria poco lontano da lì, dove presero un tavolo appartato per poter parlare meglio senza essere ascoltati.

“Allora, qual è la novità?” domandò Kyle.

“Qual è la cosa più eccitante che avreste voluto fare da piccoli?” domandò, sorridendo.

“Diventare una regina.” rispose Lydia.

“Tuffarmi dal trampolino più alto del mondo.” sorrise Sydney. Skylar rimase leggermente deluso da quelle confessioni, perché si aspettava che almeno uno di loro avesse da sempre desiderato risolvere un mistero, ma comunque non si lasciò perdere d'animo e tornò all'attacco.

“Che ne dite di risolvere un mistero?” domandò, e subito gli altri quattro lo guardarono con occhi diversi, divertiti e incuriositi.

“Di che si tratta?” domandò Tyler, mentre al tavolo venivano servite le cinque cioccolate calde che i ragazzi avevano ordinato.

“Oggi ero in ufficio da papà e per sbaglio ho sentito che...”
“Origliato, vorrai dire.” rise Kyle.

“Sì, ok, ho origliato e ho sentito che una ragazza è scomparsa sul lungo mare.” raccontò, e tutti si fecero più seri.
“Sai chi è?” domandò Lydia, e lui fece di no con la testa.

“Ma so che le tracce portavano al mare, perché devono chiamare i sommozzatori.”

“E noi cosa dovremmo fare? Tuffarci in acqua in pieno Gennaio?” domandò Tyler, aggrottando la fronte, scettico.

“No, non tutti. Solo uno.” disse, guardando Sydney.

 

“Alzi la mano chi pensa sia una brutta idea.” disse Lydia, e subito fu imitata da Kyle e da Tyler, mentre Sydney e Skylar rimasero con le braccia conserte a guardare i loro amici con aria interdetta.

“Non credo sia una cosa prudente.” rispose Tyler, guardando le onde del mare grigio. “Non sappiamo cosa ci sia là sotto.” spiegò.

“Ma sono nel mio elemento! Posso controllare tutta questa massa d'acqua!” rispose Sydney, ma non sembrò comunque convincere gli altri tre.

“Secondo me è rischioso.” intervenne Lydia.

“Potremmo salvare una vita.” rispose Skylar e Sydney annuì di rimando.

“Ok, ma ti do dieci minuti. Dopo di che veniamo a prenderti.” disse Tyler, ma Kyle si oppose fermamente.

“Cosa? NO! Non esiste!” sbottò, mentre Sydney si toglieva le scarpe, i calzini, la giacca ed infine la maglia. Il biondo lo guardò con indifferenza e il moro si passò una mano sul volto, nero di rabbia.

“Verrò con te.” si offrì, ma subito vi furono quattro voci che dissentirono fortemente, sostenendo che il Fuoco sott'acqua era decisamente inutile, e alla fine Kyle cedette e acconsentì a lasciar andare Sydney sott'acqua.

“Hai dieci minuti da adesso.” spiegò Tyler, osservando l'orologio ed il biondo si tuffò.

Dopo qualche bracciata Sydney si ritrovò già abbastanza lontano dalla riva. Il biondo si era accorto di poter controllare il flusso delle correnti e darsi così una notevole spinta per accelerare e ridurre così il tempo e la fatica. Un pregio inaspettato dell'essere guardiano dell'Acqua fu quello di poter vedere in modo chiaro ciò che si trovava sul fondale senza lenti o occhiali specifici per le immersioni; Sydney vedeva bene come fosse in superficie.

Nuotò senza una meta precisa a qualche centimetro dal fondale roccioso dove alcuni pesci si allineavano per vedere il comandante dell'Acqua, quando Sydney capì che doveva cambiare approccio. Rischiava di perdere troppo tempo ad andare a zonzo, così si fermò e rimase ad ascoltare. Il mare era a disagio, lo sentiva distintamente, come quando si presenta ad amici cari una persona che sappiamo porterà solo guai ed imbarazzo, e questa sensazione lo incuriosì alquanto, mentre nuotava verso il fulcro di quel sentimento.

Sydney non sapeva dire quanti minuti erano passati, ma voleva risolvere quella situazione con una sola immersione, per questo nuotò con lentezza, fermandosi ogni tanto per ascoltare le onde del mare per poi ripartire nella direzione suggeritagli.

Infine giunse in un punto del fondale dove c'era una grande distesa di sabbia che prendeva il posto del fondale roccioso. Sydney si immerse ancora di più e notò come alcuni sassi erano allineati in cerchio, ognuno con delle precise incisioni a lui sconosciute. Il biondo fece per toccarne uno, ma un ringhio lo fece irrigidire all'istante. Alzò lo sguardo e vide una creatura acquattata sulla sabbia, gli occhi da rettile che lo fissavano in maniera aggressiva, i canini pronti a mordere e lunghi artigli pronti a scattare.

L'istinto di Sydney gli urlò di nuotare via, ma la ragione gli suggerì ben altro. Se quella creatura gli stava ringhiando contro non era perché era finita nel suo territorio- altrimenti avrebbe già attaccato -ma perché forse stava per prendere qualcosa a lei caro. Senza pensarci due volte, Sydney afferrò il sasso più vicino e cominciò a nuotare via.

 

“Ok, vado a cercarlo.” disse Kyle, togliendosi le scarpe.

“No, non se ne parla!” si oppose Lydia, ruotando i polsi e aprendo un varco nella sabbia dove incastrò Kyle. Il moro si voltò e la guardò con occhi assassini, mentre cercava di liberarsi invano.

“Kyle, calmati. Sydney sta facendo solo un minuto di ritardo.” sospirò Tyler, cercando di nascondere la preoccupazione che serpeggiava dentro di lui.

“E poi non aveva neanche un orologio quindi temo non abbia cognizione del tempo, ora come ora.” valutò Skylar, ma il moro lo fulminò con gli occhi e, se non fosse stato per il precedente intervento di Lydia, a quest'ora Skylar si sarebbe trovato già un occhio nero.

“Se gli accade qualcosa...” ringhiò, puntandogli il dito contro.

Se Sydney avesse dovuto descrivere quella creatura, avrebbe usato tre aggettivi: terrificante, mostruosa e veloce. Squame verdi coprivano ovunque il corpo del mostro che sembrava una versione a quattro zampe di un serpente, con una coda lunghissima e un'unica pinna lungo tutta la schiena. Non sembrava avere orecchie e i suoi denti erano così lunghi che le labbra non riuscivano a coprirli.

In un primo momento Sydney fu messo in difficoltà dal mostro. Era davvero veloce e più di una volta aveva minacciato di graffiarlo gravemente o di morderlo, ma Sydney era sempre riuscito ad accelerare in tempo, tranne per un'unica volta in cui il mostro riuscì a graffiargli il polpaccio abbastanza in profondità. Sydney urlò di dolore e, del tutto inaspettatamente, un banco di pesci iniziò ad attaccare la creatura, difendendo il guardiano dell'Acqua.

Approfittando del momento di distrazione, Sydney nuotò via fino a raggiungere un punto dove toccasse. Uscì, respirando aria dopo quasi venti minuti di apnea, e iniziò a camminare verso la spiaggia, ma quando l'acqua fu troppo bassa per alleggerire il suo peso, Sydney cadde e cominciò a strisciare perché non riusciva a reggersi sul polpaccio.

 

I ragazzi lo aiutarono a raggiungere la sabbia asciutta, mentre Lydia gli reggeva la gamba piegata a novanta gradi così che non toccasse la sabbia. L'acqua del mare che si andava a mischiare con il sangue faceva grondare gocce rossastre sulla sabbia, scavando piccoli solchi.

“Credo servano dei punti...” mormorò Tyler.

“Non fa poi così male.” sorrise il biondo, ma quando Lydia, per sbaglio, sfiorò la ferita, Sydney inarcò la schiena e trattenne un urlo. Skylar fece per avvicinarsi, ma una vampata di fuoco partì da Kyle in sua direzione, lasciando il bruno sconcertato.

“Non ti avvicinare!” sbottò.

“Ma...” rispose Skylar, aggrottando la fronte.

“Non mi hai capito?” sibilò Kyle, prendendolo per il colletto della maglia e bucando il tessuto con le sue mani bollenti.

“Kyle, calmati!” lo rimproverò Tyler, ed il moro lasciò la presa su Skylar e tornò ad occuparsi di Sydney.

“Cosa ti ha fatto questo?” domandò Lydia e Sydney descrisse brevemente la creatura: la sua velocità, le sue squame verdi e i canini affilati.

“Si è arrabbiata particolarmente quando ho preso questo.” spiegò, aprendo la mano sinistra e rivelando un sasso dove vi era un'incisione. Tyler prese il sasso e lo osservò attentamente, ma non riuscì a trovarvi niente di strano, allora lo infilò in tasca e prese il cuore di Kandrakar da sotto la maglietta. “Kyle, pensi di riuscire ad accompagnare Sydney all'ospedale?” domandò, e il moro annuì.

“Noi tre che facciamo, invece?” domandò Lydia.

“Andiamo a fare qualche domanda all'Oracolo.”

 

“Tieni, indossa questa.” disse Kyle, porgendogli la sua giacca, ma il biondo lo guardò interdetto e lui tagliò corto “O la indossi con le buone o con le cattive.” aggiunse, e Sydney annuì, sorridendo.

“Ce la fai a camminare o preferisci che ti prenda in braccio?” domandò, e questa volta Sydney scoppiò a ridere.

“Non ce la faresti. Peso troppo.”

“Mi stai sfidando?” domandò, e subito dopo scattò, prendendo il biondo in braccio come fosse una sposa, ed entrambi si guardarono sorridendo. Kyle resse senza dare segno di sforzo fino a dove aveva parcheggiato la motocicletta, poi aiutò Sydney a salirvi sopra e gli mise il casco, spostandogli la frangetta bagnata.

Il tragitto verso l'ospedale fu abbastanza breve e la fila al pronto soccorso era davvero scarsa, ma la ferita al polpaccio di Sydney gli fece guadagnare la priorità su altri pazienti con lesioni meno gravi. Il dottore fece accomodare i due ragazzi in una sala, successivamente costrinse Sydney a togliersi i pantaloni e a stendersi prono, così che potesse osservare meglio la ferita.

“Come va', Sydney?” domandò il dottore.

“Bene.” rispose il biondo, e Kyle aggrottò la fronte, non capendo da dove arrivasse tutta quella confidenza.
“Vuoi che chiami tua madre? È di turno a quest'ora.”

“Oh no, è solo un graffio.” spiegò, e il dottore annuì. Kyle capì; Vela, la madre di Sydney, era infermiera e Sydney da piccolo doveva aver passato molto tempo in ospedale con sua madre quand'era più piccolo.

“Credo ci vogliano dei punti. Come te lo sei procurato?” domandò il dottore, prendendo attrezzi per la sutura.

“Sono scivolato sugli scogli.” rispose, inarcando leggermente la schiena quando sentì la puntura dell'ago.

“Non può mettergli dell'anestetico locale?” lo interruppe Kyle.

“Posso farne a meno.” intervenne Sydney, ed il dottore prese a cucire le tre ferite verticali che la creatura gli aveva procurato.

“Siete compagni di scuola?” domandò il dottore, ingannando il tempo.

“Sì.”
“Non solo.” intervenne Kyle. “Sono il suo ragazzo.” aggiunse.

 

“Tyler, Lydia, Skylar! Benvenuti a Kandrakar.” disse l'Oracolo, accogliendo i tre ragazzi all'entrata dell'infinita fortezza di marmo bianco. “Prego, seguitemi.” aggiunse poco dopo, e i tre guardiani si ritrovarono poco dopo in una sala più piccola delle altre dove fiamme azzurre fluttuavano illuminando le pareti.

“Ditemi, di cosa avete bisogno?” domandò l'Oracolo, facendo accomodare i ragazzi su delle bolle opalescenti che si rivelarono comode a dispetto dell'aspetto liscio.

“Temiamo che una creatura sia implicata nella sparizione di una ragazza.” spiegò Tyler.

“Cosa vi fa pensare ciò?”

“Siamo andati alla ricerca di qualche traccia e... Sydney è stato ferito da una creatura che cercava di riavere questo.” spiegò, porgendo la pietra alla donna che la studiò attentamente. “Sydney ha detto che era una creatura umanoide ricoperta di squame, molto veloce e con canini affilati.” aggiunse.

“In che circostante è scomparsa la ragazza?” domandò l'Oracolo, e Skylar riprese la parola.

“Era al lungo mare... non so altro. Ha qualcosa in mente?”

“Ci sono molte creature che rapiscono le persone... il tutto sta nel fissarsi nei dettagli; neanche tanto sull'aspetto fisico perché molte creature possono cambiare aspetto a loro piacimento, ma non possono cambiare i rituali e le abitudini.” spiegò, restituendo il ciottolo a Tyler. “Se quella creatura ha aggredito Sydney per avergli rubato questa pietra, allora sappiate che tornerà a cercarla. Intanto, cercate di studiare le circostanze in cui è scomparsa la ragazza. Studiate i dettagli e poi venite pure qui per la risposta.” disse sorridendo.

“E se nel frattempo scompare altra gente?” domandò Lydia.

“Ragazzi... vi parlo come ex-guardiana, adesso. Non potrete salvare tutti.- disse in tono serio e leggermente malinconico -è una cosa impossibile.”

 

“Tu non sei il mio ragazzo.” sibilò Sydney, mentre Kyle lo portava in braccio verso la porta di casa sua. Dopo che il medico gli aveva ricucito la ferita, raccomandò a Sydney di non sforzare la gamba almeno per due giorni, quindi Kyle si offrì non solo di accompagnarlo a casa ma anche di rimanere con lui fino all'arrivo dei suoi genitori. Il biondo, però, si era fatto stranamente taciturno da quando Kyle aveva pronunciato quella fatidica frase, ed ora, l'unica cosa che aveva detto dopo minuti di silenzio, era quella stilettata al cuore del moro. Kyle incassò il colpo e continuò a reggere Sydney come nulla fosse. Salì le scale, poi adagiò Sydney sul letto e sospirò.

“Non siamo fidanzati e non è dichiarandoti ad uno sconosciuto che sistemi tutto.” spiegò Sydney e Kyle annuì.

“Al... almeno ci sto provando.” mormorò. “Io... Syd... mi manchi.” aggiunse, cercando di sorridere. “E sto cercando di riparare ai miei errori, ma non posso andare avanti se non so che ci sei tu che mi aspetti.” spiegò, a sguardo basso.

“Dovresti farlo per te stesso.” sussurrò Sydney.

“Voglio farlo per te.” rispose.

 

  
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