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Autore: pandaforpresident    08/04/2015    2 recensioni
In un mondo popolato da creature sovrannaturali, governato da Angeli e Demoni, i pochi umani superstiti sono stati costretti ad adattarsi, tra cui io, Ilimya. Ma cosa farò se sarò scelta per una missione (potenzialmente) suicida? E se dovrò viaggiare con un angelo egocentrico, con un demone sexy (che mi odia), un elfo con una direzione sessuale alternativa e con una vampira bipolare? Aggiungete un nemico molto attraente, un cucciolo fin troppo affettuoso, un morbo mortale e la consapevolezza di non essere proprio umana.
Ecco a voi la mia vita!
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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0-Spazio autrice-0 Prendete un profondo respiro e preparatevi per questo capitolo pieno di cose! Guardai il mio nuovo capo squadra. Sul serio?! Io dovevo rispondere delle mie azioni a un pallone gonfiato come Julian?! Quest'ultimo, intanto, cercava di convincere Seamus a cambiare idea. «Ci rallenterebbe e basta. Sarebbe un peso!» Il generale lo guardò sorridente. «È per questo che l'addestreremo. Che l'addestrerai, per l'esattezza. Nessuno è meglio di te in questo» «Cosa?!» esclamammo in coro io e il demone. Ci guardammo male. Julian sbuffò, portandosi le mani ai capelli. «Fantastico!» borbottò. «Julian, devi capire che lei è essenziale per noi. Non può infettarsi, e nelle situazioni di contagio tutti voi rischiereste di prendere il morbo.» dice Seamus. Julian non rispose, continuando a borbottare. Il viaggio continuò così, Seamus che cercava di fare conversazione (davvero, non taceva un attimo!), io che ero troppo intenta a pensare al futuro per conversare e Julian, che si disperava. Dopo venti minuti ci fermammo. Julian si ridestò e scese subito, borbottando un «Vado a dare l'orribile notizia agli altri». Non gli risposi neanche. «Benvenuta a Londra!». Lo guardai stupita. Sapevo che i portali delle fate erano efficienti per spostarsi, ma dovevamo averne attraverso uno molto potente, se ci aveva portato in un altro continente, attraversando un intero oceano. «Questo portale è stato creato apposta per noi dalla regina delle fate svizzere Titania, che ha mandato suo figlio alla Hope High School, cioè la tua futura scuola» disse Seamus, quasi leggendomi nella mente. La burocrazia nell'Emisfero Bianco era diversa da quello Nero, in quanto avevano concesso l'autonomia a molti popoli, mentre i demoni erano maniaci del controllo e non concedevano l'indipendenza a nessuno. I regni delle fate (Svizzera e Norvegia) erano tra quelli. C'erano poi i vampiri in Italia, gli elfi in Scozia, i draghi nel corno d'Africa e molti altri ancora... «Non ti preoccupare per Julian, cambierà idea sul tuo conto» disse sorridendo il generale. Davvero, sorrideva sempre. Paralisi facciale? «Non credo proprio...» sussurrai, mesta. La limousine aveva parcheggiato di fronte ad un cancello nero, che si aprì ad un cenno dello Shinigami. «Questa è la tua nuova scuola!». Alzai gli occhi. Oh. Mio. Dio. Mi ritrovai di fronte la più bella scuola che possa esistere. Il complesso era formato da tre corpi principali, circondati da un cortile curatissimo, in qui si diramavano sentieri lastricati in pietra grigia, e numerose panchine in ferro battuto disseminati lungo i sentieri. Non sembrava neanche una scuola, da tanto era pulito il cortile. Gli edifici erano bellissimi e moderni, composti da vetrate enormi, incastonate elegantemente nella struttura in legno chiaro. Ci stavamo dirigendo verso la struttura principale. Abbassai gli occhi, meravigliata. Stavamo camminando su una passerella larga circa sei metri, posta su una fontana larghissima infossata nel terreno; nell'acqua nuotavano carpe cinesi multicolori, e altri pesciolini iridei. Improvvisamente vidi passare sotto i nostri piedi un'ombra gigantesca. Feci un orletto isterico e saltai addosso a Seamus, spaventata. «Che cazzo era?!» esclamai. «Signorina, modera i termini». Annuii, imbarazzata. «Quello» continuò «è un Kelpie vegetariano, posto qui a difesa dell'ingresso» «Ma quanto è profonda questa fontana?» «Più di quanto tu possa immaginare». In quel momento decisi che sarei stata il più lontana possibile da lì. Lo shinigami tossicchiò. Mi accorsi che ero ancora attaccata effetto koala a lui. Mi staccai di colpo, diventando rossa per l'imbarazzo. Fare una figura di merda il primo giorno non era il massimo. Ci incamminano imbarazzati fino all'ingresso della struttura centrale. Da vicino era ancora più bella: il vetro era dominante, e la facciata rifletteva caleidoscopi di colori. Seamus aprì l'immensa porta, facendomi elegantemente cenno di seguirlo. Entrai nell'edificio... E rimasi ancora più sorpresa. L'ingresso era gigantesco con soffitto altissimo, pieno di luce. Il primo piano si affacciava sull'entrata, messo in sicurezza grazie ad una ringhiera. In contrasto con la luce bianca che entrava, una scrivania in onice nero rotonda era al centro della stanza, con quattro fate sedute dietro di essa, intente a parlare al telefono freneticamente. Più che di una scuola sembrava l'ingresso di un hotel. Ci avvicinammo alla scrivania e, con un leggero cenno di saluto, una delle fate mi consegnò un plico di fogli. «Questo è il tuo orario, la mappa del dormitorio e della scuola». Ringrazia Seamus e presi i fogli, anche se odiavo leggere le istruzioni, preferendo andare a istinto. Ci incaminammo lungo i corridoi pieni di porte, con di fianco cartellini con delle lettere. «Non ci sono le classi graduate?» chiesi, incuriosita. «Oh, no. Non ci basiamo solo sull'età, ma soprattutto sul potere dell'individuo: "A" per i migliori, poi a scendere. Tu sarai nella classe "B".» rispose Seamus. Perché mettermi in una classe così alta? Decisi di non fare più domande, sperando che sapesse quello che stava facendo. Ci fermammo davanti ad un distributore per merendine. Seamus compose sulla tasiera una sequenza, schiacciando poi il bottone del resto. «Cosa diav...» mormorai, interrompendomi quando la macchinetta si spostò, lasciando vedere un passaggio. Seguii basita Seamus giù dalle scale. Percorremmo tantissimi corridoi, svoltando così tante volte che pensavo ci fossimo persi. Mi ridestai quando arrivammo di fronte ad una porta. «Pronta ad incontra i tuoi compagni di avventure?» mi chiese Seamus, mettendo la mano sulla maniglia. Annuii, prendendo un respiro profondo. Seamus aprii la porta, entrando per primo. Non mi accorsi neanche del suo corpo che si abbassava, prima di essere colpita sulla fronte. Da un coniglio peluche. Moooolto pesante. Feci tre passi indietro, vacillando leggermente. Guardai l'interno della stanza, per cercare chi diavolo mi avesse colpita. E vidi una piccola bambina di 8 anni. Cosa?!
  
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