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Autore: Lodd Fantasy Factory    09/04/2015    1 recensioni
Alistair è tornato a Foolknight, in Irlanda, per cercare di completare finalmente il suo romanzo. Il comunissimo blocco dello scrittore gli impedisce di rinnovare la sua già celebre carriera, e per questo motivo ha portato con sè sua moglie Blair ed i suoi figli, così da non dover essere costretto a viaggiare, per potersi concentrare interamente sulla sua opera. Ciò che Alistair non sa, però, è che la sua vita sta per essere stravolta: il mondo che conosce non è lo stesso che in realtà appare. Presto dovrà fare i conti con un segreto che ha cambiato la vita e le conoscenze degli uomini, un segreto che lo porterà a vedere cosa c'è dall'alta parte.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il gelo filtrava come un sussurro arido di speranze attraverso le arrugginite inferriate, sbattendo anch’esso contro l’agonia e lo sconforto esalati da quelle sporche, ristrette ed angoscianti mura. La fuggitiva luna si celava dietro grigie e sentenziose nubi, mostrandosi sporadicamente in tutta la sua stanca abbondanza. Pioggia sporca stava per cadere e, come si usava dire nei pressi di Foolknight: “lo sporco dei peccati umani vien vomitato dagli angeli, e ciò è male”.
Delle fredde lenzuola che coprivano lo scomodo lettino fissato al pavimento non restava che l’ombra di un nodo fra le sbarre; l’uomo dalla rossa e arruffata capigliatura strinse l’annodamento all’altro estremo, infilando la testa all’interno del cerchio color panna che aveva appena creato. Sospirò lentamente, stringendo il nodo dietro alla nuca, poi gettò i cangianti occhi verdi sullo sgabello sotto i suoi piedi.

«Ti ho sempre amata… Blair…».

Le sirene della polizia nel servizio del telegiornale delle cinque risuonarono come squilli di tromba all’interno del salotto: era l’ora del the per gli inglesi, ma Alistair, da buon irlandese, non amava mantenere certi legami con “quelli oltre il mare”, benché vi avesse convissuto insieme alla sua cara Blair sino a tre anni prima, ad Edimburgo. Se ne stava seduto sulla poltrona davanti alla televisione con un bicchiere di scotch whiskey on the rocks, perso nell’ambrato colore dell’alcolico, attraverso il quale osservava lo schermo. Erano le ultime tre dita di una bottiglia aperta pochi minuti prima delle cinque.
L’operatore continuava ad illustrare i seguiti delle indagini che avevano sconvolto l’intera Irlanda, ed in parte anche la Gran Bretagna, riguardanti la scomparsa di una donna, ora considerata dalle autorità vittima di un omicidio, dopo dodici mesi di ricerche andate a vuoto; rivelò i sospetti nutriti nei confronti del proprio consorte. Eppure, Alistair era altrove con la mente, esattamente ad un anno preciso da quel giorno, e rammentava ancora quanto era accaduto, sebbene nessun alcolico da quel momento l’avesse aiutato nel raccontare la sua storia, quella che aveva sempre nascosto dentro di sé, né tanto meno a dimenticarla. Ricordava il calvario vissuto giorno per giorno, degli sguardi diffidenti, di quelli accusatori e delle tante parole che avevano macchiato la sua figura di padre e marito. Per la nazione era diventato un macabro caso popolare, avvolto nel totale mistero e di cui tutti avevano sentito parlare; era riuscito casualmente a scoprire che anche in altri Paesi la notizia era stata accolta con clamore, e nei social network già si condividevano giudizi e tragiche sentenze. Ma tutta quella gente non poteva sapere, non poteva conoscere la verità che si celava dietro le parole che non potevano essere dette. Era un vicolo cieco, purtroppo, e quello che aveva sofferto di più in quel momento era proprio Alistair, uomo solo in quel mondo crudele.
Gettò giù l’ultimo goccio e si lasciò andare sulla poltrona, abbandonando la stretta sul bicchiere, così come su quella realtà, sprofondando nei frammenti dei suoi ricordi nell’esatto momento dell’impatto del vetro con il parquet.

Era una serata fresca e priva di nuvole, accompagnata dall’alto da un’immensa luna. Gennaio non era mai stato così caldo, non in quel frammento rurale dell’Irlanda, situato giusto poco più a sud di Dublino. Alistair era in compagnia di Blair, ed i due si erano diretti nei pressi della chiesetta di Foolknight, detta anche “La casa della Madonna piangente”: era una piccola struttura in stile gotico sita poco fuori dalla cittadina, immersa nel verde irlandese, e caratterizzata dalla statua di una madonnina che si diceva piangesse nelle notti di luna piena. Era proprio davanti a quel luogo di culto abbandonato che Alistair aveva per la prima volta carezzato i ramati capelli della dolce Blair, ed osservato i suoi sorridenti occhi celesti. Ma, al contrario di quel giorno, gli fu impossibile sfiorare le sue carnose labbra, poiché da esse stava trapelando una verità dura da digerire: tutti quei messaggi, quelle chiamate sul suo cellulare, erano un anticipo di quanto la donna aveva deciso di fare.
Avevano raggiunto quella zona abbandonata per una precisa ragione, ed essa era legata al motivo del loro ritorno in Irlanda. Alistair era uno scrittore di una certa fama in Inghilterra, ma la sua nuova opera aveva subito un brusco arresto: il tipico blocco dello scrittore. Eppure, i suoi interessi per i miti e le leggende della sua terra l’avevano aiutato ad andare avanti, ed in quel momento cercava l’ispirazione per mettere la parola fine al suo libro. In una visita alla biblioteca di Wallhorse aveva sentito dei ragazzi parlare di strani avvenimenti nei pressi di quel luogo tanto caro alla sua infanzia, dunque aveva deciso di recarsi lì proprio con la donna che amava, in cerca di risposte, o semplicemente di un evento differente che sbloccasse la sua creatività.
Muniti di torce e di una buona dose di scetticismo, avevano aggirato la struttura più volte, esattamente quando la luna era alta e piena nel cielo; ma niente era accaduto, se non l’arrivo dell’ennesimo messaggio sul cellulare di Blair.

«Così ho deciso, Alistair. Mi dispiace sia andata a finire in questo modo, ma non c’è più alcun legame fra noi. L’Irlanda è un mondo che non mi appartiene più: è fredda, abbandonata ed incivile… Foolknight è sempre stata una prigione per me; esserci tornata è stato uno sbaglio. Mi dispiace avertelo detto solo adesso... in questo momento. Ormai sarebbe stato inutile cercare l’attimo più adatto», dichiarò la donna, dopo l’ennesima richiesta di spiegazioni da parte dell’uomo.

«Blair, pensa ai nostri figli. Possiamo sistemare le cose!».

«Non ti amo più, Alistair. È finita!», affermò staccandosi di dosso le mani del marito.

«Da quanto?», le domandò abbassando lo sguardo. «Da quanto mi tradisci?».

«Alcuni mesi… Non avrei voluto farlo, ma…», tentò vilmente di giustificarsi.

«Ma tuo marito non ti bastava più… il padre dei tuoi figli era troppo premuroso con loro per poterti dare quello che cercavi? Dove ho sbagliato? Dove?», sbottò Alistair, battendo i pugni contro il portone della chiesa.

«Voglio il divorzio. I bambini resteranno con me, e tornerò ad Edimburgo; potrai venire a trovarli quando vorrai. Avrai tutto il tempo per finire il tuo libro…».

«Cosa?», domandò perplesso. «Non è il mio libro il problema! Vuoi strapparmi all’abbraccio dei miei figli?!», esclamò afferrandola per le spalle, scuotendola tanto da farle perdere l’orecchino di piume purpuree, schiacciandolo poi con il piede destro, tanto da fonderlo con la terra.

«Lasciami andare, Alistair. Questa è la mia decisione!».

«Non puoi portarmi via la mia famiglia, non sono io che ho sbagliato. Non sono io il traditore!», gridò l’uomo continuando ad agitarla, spingendola contro il portone della chiesa. La foga aveva preso possesso dello scrittore.

«Lasciami andare. Ho già le carte pronte, mi occorre semplicemente dare il via al mio avvocato. Non rendere le cose più difficili di quanto già non siano!», urlò Blair.

«Non ti lascerò distruggere la mia famiglia!», replicò Alistair, eccedendo con la violenza, tanto da schiudere l’ingresso della chiesetta, finendo irrimediabilmente all’interno dell’unica navata. La presa su Blair venne meno.
La donna perse l’equilibrio ed il terreno sotto ai suoi piedi franò violentemente, inghiottendola all’interno di una voragine. Un improvviso lampo illuminò l’intero luogo, costringendo l’uomo a chiudere gli occhi e a perdere di vista la posizione della moglie. In seguito vi fu un prorompente tuono, accompagnato dal fragoroso tonfo delle macerie nell’acqua.

«Blair!», chiamò a gran voce Alistair, ora sul ciglio del baratro, mentre dall'alto iniziò a piovere a dirotto. La sua torcia illuminò una larga pozza a diverse braccia dal pavimento, la puzza di fogna appestava l'intera struttura.
Non vi era alcuna traccia della moglie, tanto meno della sua pila. Senza pensarci si gettò nell’acqua, sprofondando appena all’interno di essa. Si slogò una caviglia atterrando sui detriti sul fondo. La pozza non era così profonda, arrivava poco sotto la sua vita. Agitò le mani alla ricerca della donna, muovendo la sua torcia qua e là per cercare di vedere qualcosa in più; ma di Blair non c’era più alcuna traccia.

«Blair!», chiamò ripetutamente. Non ottenne risposta.

   
 
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