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Autore: Em_    10/04/2015    2 recensioni
The Vampire Diaries si è concluso ormai da due anni, Nina ed Ian hanno preso strade diverse, non si sono più parlati dalla messa in onda dell'ultimo episodio.
Ma ora qualcosa sta per cambiare: Julie chiama.
Alcuni membri dell'ex cast devono presentarsi per girare alcune scene.
Nina è terrorizzata all'idea di rivederlo dopo anni di silenzio, non sa se riuscirà a rivolgergli la parola.
Due persone che si sono tanto amate riusciranno a legare di nuovo?
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Dal testo: Sicuramente non avrei più dormito, ero curiosa e un po’ spaventata di conoscere i piani di Julie. “La chiamo immediatamente, fuori il dente fuori il dolore, vero Nina?” dissi mentalmente a me stessa. Scorrendo la rubrica trovai il numero, salvato ancora come anni prima, tutto in stampatello e con uno smile terrorizzato in parte, ridacchiai mentre mi mettevo a sedere sul grande letto matrimoniale.
“Nina! Non ci credo, sei davvero tu sveglia a quest’ora?”
«Mi hai incuriosita e terrorizzata allo stesso tempo e ho pensato di togliermi il pensiero subito.»
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Twenty-three

 

Per un attimo rimase immobile a fissarmi, sbatté più volte le palpebre e poi sembrò rilassarsi leggermente. Non aveva detto nulla e neanche io, c’era solo questo continuo scambio di sguardi che un po’ iniziava a preoccuparmi. E se non mi avesse riconosciuto? Se non sapesse più chi ero? Solo il pensiero mi metteva i brividi.

«Ian… Come ti senti? Sai cos’è successo?» domandai senza distogliere lo sguardo dai suoi bellissimi occhi celesti.

Lui scosse la testa, ma non proferì parola.

«Vuoi che te lo spieghi o chiamo un medico?» non mi rispose così mi alzai per andare a chiamare un dottore, ma la sua mano mi bloccò il braccio «Okay, resto.»

Gli sorrisi e gli strinsi la mano cercando di confortarlo un po’ e fu a quel punto che parlò «Raccontami.»

Grazie a dio stava bene, sapeva chi ero e riusciva a parlare «Ti hanno sparato… Mi… Mi fa ancora male parlarne… Sono state due settimane d’inferno credimi…»

Sgranò gli occhi e mi squadrò da capo a piedi «Due settimane? Io… Non ricordo… La tua pancia… E’ cresciuta… La bambina…» balbettò iniziando ad agitarsi.

«Ehi, ehi, è tutto apposto. La piccola sta bene e anche io sto bene, di questo non devi preoccuparti, d’accordo?» tornò a stendersi sul letto «Sei stato in coma, per due settimane appunto… E’ stata dura, ma sapevo che ce l’avresti fatta.» mi passai una mano sulla pancia «Ci mancavi da morire sai? Non osare mai più spaventarmi così.» dissi mentre una lacrima mi rigò il viso.

«Non avrei permesso che mi portassero via il tuo regalo, Nina.» mi confidò piano.

«Era solo un regalo, niente vale quanto te! Potevano anche ucciderti!» risposi arrabbiata.

Mi attirò a sé facendomi stendere accanto a lui, cercai di non fargli male sapendo che la ferita dell’operazione non era guarita del tutto ma lui non sembrò farci troppo caso. Sollevò la mano e la poggiò sul mio ventre, in quell’esatto momento Hayley si mosse, sembrava una scena da film.

«L’hai sentita?» chiesi stringendomi di più a lui.

«Sì… La mia piccolina…»

«Mi ha fatta impazzire lo sai? L’hai viziata troppo e non è ancora nata!» affermai ridacchiando.

«Perché vuole più bene a me!» constatò in tono sarcastico.

«Staremo a vedere!» conclusi con una smorfia.

Poco dopo decisi di chiamare il suo medico e informarlo che Ian si era finalmente risvegliato. Lui si precipitò subito a visitarlo, gli fecero esami neurologici, le analisi del sangue, una risonanza e altri mille esami di cui avevo persino dimenticato il nome. Ero contenta che si prendessero così cura di lui, almeno sarei stata sicura al cento per cento che sarebbe stato bene d’ora in avanti. Uscii nel piccolo giardino dell’ospedale mentre aspettavo che finissero con Ian, era una bella giornata nonostante il freddo. Mi accomodai su una delle panchine lì fuori e decisi di avvertire Paul visto che non sapeva ancora nulla.

La chiamata partì. “Ehi, Nina. Tutto bene?”

«Paul, devi venire in ospedale, ora.»

“Ti prego dimmi che non è successo niente…” mi chiese angosciato.

«Ho bisogno che tu venga qui.» e riattaccai.

Non mi andava di dirglielo al telefono, ero stata cattiva in un certo senso ma volevo che lo vedesse con i suoi occhi come l’avevo visto io qualche ora prima. Gli avevo promesso che sarebbe stato il primo a saperlo se ci fossero stati dei cambiamenti e mi sembrava giusto tener fede a quella promessa. Lo vidi arrivare in preda ad un attacco isterico e un po’ mi venne da ridere, ma cercai di trattenermi il più possibile. Prima che potesse aprir bocca lo trascinai di sopra verso la stanza di Ian. «Nina che stai facendo?» 

Continuai a tirarlo per un braccio fino alla stanza 237 e spalancai lasciando che vedesse con i suoi occhi tutto quanto. Ian era a letto, si era ripreso abbastanza e aveva un colorito migliore in volto, quando vide il suo amico gli sorrise e lo salutò con la mano. Paul spalancò occhi e bocca incredulo, io che gli ero vicina potevo vedere i suoi occhi lucidi, ma Ian non lo notò.

«Amico, stai bene?» domandò Ian vedendo il suo migliore amico impalato sulla porta.

«Questo dovrei chiederlo io a te…» rispose avvicinandosi a lui.

«Come vedi sono come nuovo!» scherzò.

Paul andò verso di lui e gli diede un colpo alla nuca, naturalmente non gli fece male ma Ian si lamentò comunque «Aia!»

«Sei un idiota! Lo sai quanto mi hai fatto preoccupare?» 

«Mi dispiace, non ho mica chiesto io che mi sparassero!» 

«Smettetela di fare i bambini, abbracciatevi, baciatevi e siamo tutti contenti.» intervenni.

«Davanti a te? Mai.» mi rispose Ian divertito.

«Sono a favore dei gay, non preoccupatevi.» alzai le mani in segno di resa.

Entrambi scoppiarono a ridere, ma alla fin fine si abbracciarono per davvero e non so perché quella scena mi strinse il cuore, “ormoni, sicuramente.” pensai fra me e me. Paul ci lasciò soli dopo circa un’ora, felice di aver ritrovato il suo amico e si offrì di riportarmi a casa, io rifiutai, avevo trascorso lì quasi ogni notte e adesso avevo bisogno di stare con il mio uomo. Ian non ne era entusiasta, voleva che andassi a casa a risposare ma lo ignorai beatamente.

«Ti fa male?» chiesi contro il suo petto indicando la ferita.

«Non proprio, solo un po’ di fastidio.» rispose accarezzandomi i capelli.

«Ho avuto paura, davvero, davvero tanta.»

«Lo so, amore. Ma sono qui, per te e per la piccola.» disse stringendomi contro di lui.

«Sono rimasta qui giorno e notte, volevo che vedessi me per prima.»

«Sono felice di aver avuto te al mio fianco quando ho riaperto gli occhi, mi sentivo come perso…» confessò.

«Lo immagino, per fortuna ora stai bene.» gli dissi guardandolo.

«So che non è importante, ma l’orologio l’hanno portato via?»

«No, me lo hanno riportato due poliziotti una settimana fa, hanno arrestato l’uomo che ti ha aggredito, mi sono assicurata che andasse in prigione.»

«Aspetta, tu cosa?!» mi domandò sbalordito.

«Ho raccontato tutto alla polizia e sono andata al processo a testimoniare.»

«Nina, non avresti dovuto farlo! Avrebbe potuto fare del male anche a te, o meglio a voi!»

«C’erano Paul, Phoebe, Candice e Joseph con me, non preoccuparti…» lo rassicurai.

«Voglio solo che tu ed Hayley stiate al sicuro.»

«Anche io voglio che tu sia al sicuro.» ribattei.

Mi guardò imbronciato per qualche istante e poi si fiondò sulle mie labbra, non me l’aspettavo di certo ma ricambiai quel bacio senza pensarci, fu qualcosa di disperato e allo stesso tempo qualcosa di tanto atteso. Mi era mancato da impazzire, in un modo un cui nessuno mi era mai mancato. Era l’amore della mia vita, lo era da sempre, nonostante ci fossimo persi per anni, nonostante gli ex fidanzati, lui era lì impregnato nel mio cuore e nella mia mente per sempre. Si staccò da me senza fiato e mi sorrise maliziosamente, io risi e poi mi lasciai andare in un pianto liberatorio.

«Va tutto bene, piccola.»

«Sì, ora mi sento bene.» dissi asciugandomi le lacrime. «E lo sai che nostra figlia avrà vestiti e giocattoli per i prossimi cinque anni grazie a questa tua bravata?»

«Scusa?» mi chiese ridacchiando.

«Candice si è data alla pazza gioia, lo sai che quando è in ansia reagisce così.»

«Un po’ mi sento in colpa… Ma devo ammettere che ha sicuramente più gusto di me nel vestire, quindi la piccola sarà sempre alla moda!»

Ridemmo entrambi e chiacchierammo quasi tutta la notte, era tutto tornato alla normalità in un certo senso, ora mancava solo la nascita della nostra bambina…


Angolo autrice (?)
Buongiorno! Notizia dell'ultima ora: HO FINALMENTE CONCLUSO QUESTA FAN FICTION, mi manca solo da scrivere l'epilogo che probabilmente sarà diviso in due parti perchè ho un paio di idee in mente. Ovviamente questo non è l'ultimo capitolo, l'ho solo finita di scrivere nel mio computer! :)
Beh, Ian sta bene e anche la nostra Nina, è un capitolo quasi interamente dedicato a loro, se lo meritavano dopo questa brutta avventura, non sono così sadica come potete vedere! :'D
Manca ormai solo una cosa: la nascita di Hayley. Non preoccupatevi, avverà mooolto presto!

Ormai sarete stufe di sentirlo dire, ma lasciatemi una recensione, pleaseee! Ora che sono gli ultimi capitoli ci tengo ancora di più, mi mancheranno le vostre belle parole!
In ogni caso, fatemi sapere che ne pensate, aspetto con ansia! 

Per chi volesse c'è l'altra mia FF Delena: Open your heart to me.

Un bacio,
Anna

   
 
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