Capitolo 3: Il fantasma della
giovinezza
La
neve continua a posarsi sul terreno fiocco dopo fiocco, accumulandosi in
piccole montagnole ai bordi della strada mentre il vento aveva iniziato a
soffiare con più violenza.
Shikamaru si rivoltava tra le lenzuola imbottite cercando di ignorare lo
sfrigolio incessante dei rami degli alberi contro le pareti della casa. Nella
sua mente era vivida l’immagine eterea del suo migliore amico che scompariva
tra le tende di seta della cucina e del vento che, da non si sa dove, lo aveva
colpito in pieno volto facendolo tentennare sui suoi passi.
Di scatto si mise
seduto sul letto e si passò una mano tra i folti capelli neri: doveva
riprendere il controllo di se stesso.
Non poteva non
ammettere che non aveva avuto notizie del ritorno
dell’Akimichi dalla missione di quella mattina, ma lui si fidava di Chouji e
non sarebbe stata di certo una stupida missione di livello C a metterlo fuori
gioco.
Si trattava
semplicemente di uno stupido scherzo che avevano organizzato quei due per farlo
pentire del suo comportamento, cosa c’era di sbagliato nel lavoro che stava
facendo?
Infondo era anche per loro che lavorava così tanto, per il loro futuro.
In ogni caso,
sarebbe stato al gioco non tanto per dargliela vinta ma
per la curiosità che lo stava divorando.
Si chiedeva, se
davvero avrebbero riprodotto alla perfezione il romanzo che era solito leggere da bambino proprio in questi giorni di festa,
dove i carboni ardenti di un camino acceso illuminavano il grande salone della
villetta.
Con uno sghembo
sorriso dipinto sulle labbra, si mise nuovamente sotto le coperte e cercò di
prendere quel sonno tanto agognato che, fortunatamente, non tardò ad arrivare.
La casa era di
nuovo avvolta nel silenzio e i profondi respiri del giovane Nara erano appena
udibili tra i corridoi di quella casa.
L’ennesima luce
fioca comparve vicino alla finestra della stanza del ragazzo che, voltato di
schiena, non fu colto in viso dal bagliore.
La figura, con
passi felpati, si avvicinò lievemente ai bordi del letto al centro della stanza
e si sporse in avanti fino a giungere a pochi centimetri dal viso
di lui che dormiva beatamente.
Pian piano si
accostò all’orecchio del giovane e, improvvisamente, gli urlò nell’orecchio per
svegliarlo:
-“SHIKAMARU, ALZATI!!!”-
Il moro cadde a
terra a causa dello spavento, provocando ancora più rumore di ciò che non
avesse fatto il suo rumoroso visitatore, che fissava la scena senza muovere
ciglio. Ancora frastornato e assordato, Shikamaru si alzò a stento deciso a
trucidare senza pietà colui che avesse interrotto il
suo sacro sonno. Ma quando incrociò due folte
sopracciglia nere, abbinate con un ridicolo taglio di capelli a caschetto nero
e una tutina aderente, stranamente bianca per l’occasione, sospirò sconsolato.
-“Lee…avrei dovuto
immaginarmelo che avrebbero mandato te…”-
-“Io non sono Lee!
Ne ho solo assunto l’aspetto per farti sentire a tuo agio mio
giovane amico, io sono il fantasma dei natali passati!”- Rispose
prontamente lui, assumendo una strana posa e facendo sbrilluccicare i suoi
splendenti denti bianchi.
Il
Nara si grattò la testa
fissando con sguardo ebete il presunto spirito, si legò, oramai rassegnato, i
lunghi capelli neri e andò ad infilarsi uno giacchetto pesante e delle scarpe
comode. Se la memoria non lo ingannava, a questo punto
avrebbero dovuto farsi un giretto fuori e, siccome Lee non era un vero spirito,
si sarebbe ibernato se fosse uscito con indosso solo il pigiama.
D’altra parte Lee,
o meglio il fantasma dei Natali passati, era rimasto in
attesa che il giovane si vestisse e , non appena terminò, lo prese con forza
per il braccio e lo trascinò a grandissima velocità fuori dalla finestra fino a
raggiungere un piccolo casolare ai margini del villaggio.
-“Siamo arrivati!”-
Gridò con entusiasmo a un povero Shikamaru bianco e
tremante sia per la paura che per il freddo.
Shikamaru voleva
mollargli un pugno ma non lo fece, perché una piccola
luce iniziò a brillare all’interno di quel casolare che credeva abbandonato
facendosi man mano più intensa.
Intravide delle
persone all’interno che danzavano e festeggiavano innalzando i calici pieni di
spumante, un’enorme albero di natale era stato
adornato con mille festoni ed era immobile proprio al centro della stanza.
Grida di felicità e musica tipicamente natalizia, riempivano quella piccola
stanza ricolma del vero spirito natalizio che da tempo il ragazzo era solito
accartocciare in un angolo.
Il giovane pulì il
vetro appannato con la manica del giubbotto, rimanendo di sasso alla vista
delle persone che si trovavano all’interno.
Erano ragazzi,
adolescenti per la precisione, che, chi più e chi meno, scorrazzavano
a passi di danza tra i tavoli delle cibarie e le colonne poste ai lati della
stanza e adornate con i festoni più colorati che ci fossero.
Ed è proprio vicino a queste colonne che lui
lo vide.
Lì, appena
appoggiato e con la sua perenne sigaretta in bocca, vi era un nuovo alto dai
capelli neri e la barba incolta che sorrideva a una
bella quanto elegante donna dai capelli neri e dai profondi occhi color rubino.
Il jounin si fece cupo in volto alla vista di
quella scena, aveva oramai compreso che quello era uno dei suoi vecchi Natali
di quando era ancora vivo il suo sensei, di quando passare le giornate a
giocare a shogi con lui non erano per niente seccanti, di quando erano ancora
un gruppo, o per meglio dire, una famiglia.
Cercò di deviare il
suo sguardo dai due, troppo era il dolore che provava da due anni a questa
parte, ma finì per incontrare qualcosa di ancora più doloroso.
Vicino al tavolo
delle cibarie, riconobbe il sé stesso adolescente
insieme a un ingordo e mai cambiato Chouji che stava letteralmente ripulendo un
piatto di patatine.
Notò che il se
stesso giovane aveva qualcosa di strano, sembrava come nervoso e soprattutto
intento a guardare altrove, così decise di seguire la traiettoria del suo
sguardo andando ad incrociare due bellissimi occhi azzurri.
Una giovane ragazza
stava danzando assieme a un giovane e sempre casinista
Naruto al centro della stanza, entrambi indossavano un buffo cappello da Babbo
Natale e sorridevano mentre la musica scandiva con regolarità i loro passi.
I capelli di lei erano sciolti e danzavano illuminati dalla
luce delle lampadine al neon come se fossero tante ghirlande dorate, la sua
risata riecheggiava cristallina e dolce per tutta la stanza e, per quanto al
tempo gli parve impossibile, Shikamaru notò che i suoi sguardi erano rivolti al
giovane se stesso che non aveva nemmeno il coraggio di chiederle di ballare.
Era bella, come se
la ricordava e forse, per certi aspetti, lo era ancora
di più.
-“Ino…”- Si lasciò
scappare quasi in un sussurro il giovane, incurante della neve che continuava a
scendere incessante su quelle case, rendendone i tetti completamente bianchi.
-“Ricordi? Il te
stesso di un tempo sapeva cosa significava festeggiare il Natale e sapeva che
cos’era l’amore…anche se l’ha dimenticato presto…”-
Disse mestamente lo spirito, catapultando inaspettatamente il Nara nel suo
ufficio.
Shikamaru rimase
sorpreso da quel cambio così inaspettato di paesaggio, consapevole del fatto
che Lee non era in grado di utilizzare alcuna tecnica ninja, figurasi a creare un illusione!
Alla fine,
ragionando a mente fredda, diede come miglior soluzione all’enigma il fatto che
in quella storia fossero state coinvolte altre persone a cui non riusciva difficile lanciare un genjutsu a distanza.
Non era da lui
farsi prendere dal panico, ma la vista di quel ricordo, un tempo così vicino,
gli aveva messo in subbuglio il cuore, ignaro che il peggio dovesse
ancora arrivare.
-“Ma…avevi promesso
che saremmo stati insieme a Natale…”- Per la stanza si udì la voce supplicante
della giovane ragazza dai capelli biondi, forse di un anno più grande, che
implorava colui che era dietro un’enorme pila di
foglio.
-“Ti ho già detto che devo lavorare…Se riesci a capire l’importanza del
lavoro allora non scocciarmi con questa storia del Natale… ”- Sibilò,
visibilmente spazientito il giovane Nara da dietro quella pila, facendo
raggelare il sangue al se stesso più grande.
Non poteva credere
alle sue orecchie.
Non se la ricordava
così la scena e soprattutto quella frase aveva un diverso significato rispetto
a come suonava dall’esterno, possibile che vista da fuori fosse così fredda e
velenosa quella affermazione?
Il
suoi occhi marroni si
posarono sull’esile figura della bionda che, tremando visibilmente, cercava a
stento di trattenere le lacrime finché, stufa del silenzio e del freddo muro
che il giovane chuunin aveva eretto tra di loro, si avvicinò al tavolo della
scrivania e diede uno schiaffo in pieno volte al giovane che la guardò
spaesato.
-“Se per te conta
più il lavoro che me, allora è finita!”- Disse tra i singhiozzi e le lacrime la ragazza, mentre correva via da quel maledetto
ufficio, lasciando l’ex fidanzato confuso e arrabbiato per una simile reazione.
Ma lo Shikamaru adulto, rivedendo la scena,
non provò alcun sentimento di rabbia.
Semplicemente portò
la mano destra sul viso nel tentativo di fermare le lacrime di una
consapevolezza finalmente raggiunta: non era colpa di Ino,
come aveva creduto fino a quel momento, se la loro storia era finita
semplicemente lui non era stato capace di comprendere quel piccolo, seppur
egoistico, sentimento della sua ragazza di voler passare le festività con la
persona che amava.
Si sentiva un
verme, e forse in questo i ragazzi erano riusciti nel loro intento.
Quando poi riaprì
gli occhi si ritrovò nel suo letto, in pigiama con il giubbotto e le scarpe ai
piedi della sedia nella sua camera e Lee sembrava essere scomparso così come era apparso. Nella casa regnava nuovamente il silenzio,
un silenzio che il Nara trovò per la prima volta
opprimente così, come un bimbo piccolo con il suo adorato orsacchiotto, prese
il cuscino e lo strinse a sé, cercando di placare quel dolore e quella certezza
di aver perso per sempre la ragazza che amava.
TO BE CONTINUED
Angolino dell’autrice
Beh,
beh, da brava mosca bianca non potevo non lasciare il ruolo di Isabel, la
ragazza di Sgrooge, a Ino e chissà se le cose finiranno davvero come la storia
o se Shikamaru avrà il coraggio di raccogliere i cocci e rimetterli insieme
(come sono poetica XD). Perdonate il ritardo ma ieri tra regali e studio non ho
potuto aggiornare, se riesco stasera posterò il quarto capitolo per stare al
passo con il programma, spero che vi sia piaciuto a presto!
Ringrazio
chi ha recensito:
Volpina90
SpadaccinodellaNebbia
bacinaru