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Autore: inochan    23/12/2008    3 recensioni
-“Ve lo dico io cos’è il Natale…”- Continuò il moro sotto gli sguardi intimoriti dei due giovani e perfino di Akamaru che si era rannicchiato dietro le gambe del suo padrone.
-“Natale è solo una seccatura, un giorno dove tutti sono tenuti a fare stupidi regali, costosi o meno, ed adornare la città con inutili e irritanti addobbi natalizi. Per noi ninja è un giorno come l’altro, credete forse che i nemici ci lascerebbero in vita per via dello spirito natalizio e della bontà d’animo? SBAGLIATO!”- Imprecò arrabbiato, alzandosi dalla scrivania e dirigendosi verso i diciottenni che, volenti o no, deglutirono per lo spavento nel vederselo arrivare a pochi centimetri dai loro visi.
-“Un ninja muore anche a Natale, perché per noi è un giorno come gli altri e se lo avete capito non seccatemi più con queste sciocchezze!”- Disse a denti stretti fissando negli occhi i due che stettero in silenzio nella speranza che si allontanasse senza avvicinarsi di un solo millimetro in più, letteralmente sconvolti dalla sfuriata senza motivo del giovane Nara.

[Accenni NaruSaku e ShikaIno]
Genere: Romantico, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Canto di Natale a casa Nara

 

 

Capitolo 3: Il fantasma della giovinezza

 

La neve continua a posarsi sul terreno fiocco dopo fiocco, accumulandosi in piccole montagnole ai bordi della strada mentre il vento aveva iniziato a soffiare con più violenza. Shikamaru si rivoltava tra le lenzuola imbottite cercando di ignorare lo sfrigolio incessante dei rami degli alberi contro le pareti della casa. Nella sua mente era vivida l’immagine eterea del suo migliore amico che scompariva tra le tende di seta della cucina e del vento che, da non si sa dove, lo aveva colpito in pieno volto facendolo tentennare sui suoi passi.

Di scatto si mise seduto sul letto e si passò una mano tra i folti capelli neri: doveva riprendere il controllo di se stesso.

 

Non poteva non ammettere che non aveva avuto notizie del ritorno dell’Akimichi dalla missione di quella mattina, ma lui si fidava di Chouji e non sarebbe stata di certo una stupida missione di livello C a metterlo fuori gioco.

Si trattava semplicemente di uno stupido scherzo che avevano organizzato quei due per farlo pentire del suo comportamento, cosa c’era di sbagliato nel lavoro che stava facendo?

Infondo era anche per loro che lavorava così tanto, per il loro futuro.

 

In ogni caso, sarebbe stato al gioco non tanto per dargliela vinta ma per la curiosità che lo stava divorando.

Si chiedeva, se davvero avrebbero riprodotto alla perfezione il romanzo che era solito leggere da bambino proprio in questi giorni di festa, dove i carboni ardenti di un camino acceso illuminavano il grande salone della villetta.

Con uno sghembo sorriso dipinto sulle labbra, si mise nuovamente sotto le coperte e cercò di prendere quel sonno tanto agognato che, fortunatamente, non tardò ad arrivare.

 

La casa era di nuovo avvolta nel silenzio e i profondi respiri del giovane Nara erano appena udibili tra i corridoi di quella casa.

L’ennesima luce fioca comparve vicino alla finestra della stanza del ragazzo che, voltato di schiena, non fu colto in viso dal bagliore.

La figura, con passi felpati, si avvicinò lievemente ai bordi del letto al centro della stanza e si sporse in avanti fino a giungere a pochi centimetri dal viso di lui che dormiva beatamente.

Pian piano si accostò all’orecchio del giovane e, improvvisamente, gli urlò nell’orecchio per svegliarlo:

 

 

-“SHIKAMARU, ALZATI!!!”-

 

 

Il moro cadde a terra a causa dello spavento, provocando ancora più rumore di ciò che non avesse fatto il suo rumoroso visitatore, che fissava la scena senza muovere ciglio. Ancora frastornato e assordato, Shikamaru si alzò a stento deciso a trucidare senza pietà colui che avesse interrotto il suo sacro sonno. Ma quando incrociò due folte sopracciglia nere, abbinate con un ridicolo taglio di capelli a caschetto nero e una tutina aderente, stranamente bianca per l’occasione, sospirò sconsolato.

 

 

-“Lee…avrei dovuto immaginarmelo che avrebbero mandato te…”-

 

-“Io non sono Lee! Ne ho solo assunto l’aspetto per farti sentire a tuo agio mio giovane amico, io sono il fantasma dei natali passati!”- Rispose prontamente lui, assumendo una strana posa e facendo sbrilluccicare i suoi splendenti denti bianchi.

 

 

Il Nara si grattò la testa fissando con sguardo ebete il presunto spirito, si legò, oramai rassegnato, i lunghi capelli neri e andò ad infilarsi uno giacchetto pesante e delle scarpe comode. Se la memoria non lo ingannava, a questo punto avrebbero dovuto farsi un giretto fuori e, siccome Lee non era un vero spirito, si sarebbe ibernato se fosse uscito con indosso solo il pigiama.

D’altra parte Lee, o meglio il fantasma dei Natali passati, era rimasto in attesa che il giovane si vestisse e , non appena terminò, lo prese con forza per il braccio e lo trascinò a grandissima velocità fuori dalla finestra fino a raggiungere un piccolo casolare ai margini del villaggio.

 

 

-“Siamo arrivati!”- Gridò con entusiasmo a un povero Shikamaru bianco e tremante sia per la paura che per il freddo.

 

 

Shikamaru voleva mollargli un pugno ma non lo fece, perché una piccola luce iniziò a brillare all’interno di quel casolare che credeva abbandonato facendosi man mano più intensa.

Intravide delle persone all’interno che danzavano e festeggiavano innalzando i calici pieni di spumante, un’enorme albero di natale era stato adornato con mille festoni ed era immobile proprio al centro della stanza. Grida di felicità e musica tipicamente natalizia, riempivano quella piccola stanza ricolma del vero spirito natalizio che da tempo il ragazzo era solito accartocciare in un angolo.

 

Il giovane pulì il vetro appannato con la manica del giubbotto, rimanendo di sasso alla vista delle persone che si trovavano all’interno.

Erano ragazzi, adolescenti per la precisione, che, chi più e chi meno, scorrazzavano a passi di danza tra i tavoli delle cibarie e le colonne poste ai lati della stanza e adornate con i festoni più colorati che ci fossero.

Ed è proprio vicino a queste colonne che lui lo vide.

Lì, appena appoggiato e con la sua perenne sigaretta in bocca, vi era un nuovo alto dai capelli neri e la barba incolta che sorrideva a una bella quanto elegante donna dai capelli neri e dai profondi occhi color rubino.

 

Il jounin si fece cupo in volto alla vista di quella scena, aveva oramai compreso che quello era uno dei suoi vecchi Natali di quando era ancora vivo il suo sensei, di quando passare le giornate a giocare a shogi con lui non erano per niente seccanti, di quando erano ancora un gruppo, o per meglio dire, una famiglia.

Cercò di deviare il suo sguardo dai due, troppo era il dolore che provava da due anni a questa parte, ma finì per incontrare qualcosa di ancora più doloroso.

Vicino al tavolo delle cibarie, riconobbe il stesso adolescente insieme a un ingordo e mai cambiato Chouji che stava letteralmente ripulendo un piatto di patatine.

 

Notò che il se stesso giovane aveva qualcosa di strano, sembrava come nervoso e soprattutto intento a guardare altrove, così decise di seguire la traiettoria del suo sguardo andando ad incrociare due bellissimi occhi azzurri.

Una giovane ragazza stava danzando assieme a un giovane e sempre casinista Naruto al centro della stanza, entrambi indossavano un buffo cappello da Babbo Natale e sorridevano mentre la musica scandiva con regolarità i loro passi.

I capelli di lei erano sciolti e danzavano illuminati dalla luce delle lampadine al neon come se fossero tante ghirlande dorate, la sua risata riecheggiava cristallina e dolce per tutta la stanza e, per quanto al tempo gli parve impossibile, Shikamaru notò che i suoi sguardi erano rivolti al giovane se stesso che non aveva nemmeno il coraggio di chiederle di ballare.

Era bella, come se la ricordava e forse, per certi aspetti, lo era ancora di più.

 

 

-“Ino…”- Si lasciò scappare quasi in un sussurro il giovane, incurante della neve che continuava a scendere incessante su quelle case, rendendone i tetti completamente bianchi.

 

-“Ricordi? Il te stesso di un tempo sapeva cosa significava festeggiare il Natale e sapeva che cos’era l’amore…anche se l’ha dimenticato presto…”- Disse mestamente lo spirito, catapultando inaspettatamente il Nara nel suo ufficio.

 

 

Shikamaru rimase sorpreso da quel cambio così inaspettato di paesaggio, consapevole del fatto che Lee non era in grado di utilizzare alcuna tecnica ninja, figurasi a creare un illusione!

Alla fine, ragionando a mente fredda, diede come miglior soluzione all’enigma il fatto che in quella storia fossero state coinvolte altre persone a cui non riusciva difficile lanciare un genjutsu a distanza.

Non era da lui farsi prendere dal panico, ma la vista di quel ricordo, un tempo così vicino, gli aveva messo in subbuglio il cuore, ignaro che il peggio dovesse ancora arrivare.

 

 

-“Ma…avevi promesso che saremmo stati insieme a Natale…”- Per la stanza si udì la voce supplicante della giovane ragazza dai capelli biondi, forse di un anno più grande, che implorava colui che era dietro un’enorme pila di foglio.

 

-“Ti ho già detto che devo lavorare…Se riesci a capire l’importanza del lavoro allora non scocciarmi con questa storia del Natale… ”- Sibilò, visibilmente spazientito il giovane Nara da dietro quella pila, facendo raggelare il sangue al se stesso più grande.

 

 

Non poteva credere alle sue orecchie.

Non se la ricordava così la scena e soprattutto quella frase aveva un diverso significato rispetto a come suonava dall’esterno, possibile che vista da fuori fosse così fredda e velenosa quella affermazione?

Il suoi occhi marroni si posarono sull’esile figura della bionda che, tremando visibilmente, cercava a stento di trattenere le lacrime finché, stufa del silenzio e del freddo muro che il giovane chuunin aveva eretto tra di loro, si avvicinò al tavolo della scrivania e diede uno schiaffo in pieno volte al giovane che la guardò spaesato.

 

 

-“Se per te conta più il lavoro che me, allora è finita!”- Disse tra i singhiozzi e le lacrime la ragazza, mentre correva via da quel maledetto ufficio, lasciando l’ex fidanzato confuso e arrabbiato per una simile reazione.

 

 

Ma lo Shikamaru adulto, rivedendo la scena, non provò alcun sentimento di rabbia.

Semplicemente portò la mano destra sul viso nel tentativo di fermare le lacrime di una consapevolezza finalmente raggiunta: non era colpa di Ino, come aveva creduto fino a quel momento, se la loro storia era finita semplicemente lui non era stato capace di comprendere quel piccolo, seppur egoistico, sentimento della sua ragazza di voler passare le festività con la persona che amava.

Si sentiva un verme, e forse in questo i ragazzi erano riusciti nel loro intento.

 

Quando poi riaprì gli occhi si ritrovò nel suo letto, in pigiama con il giubbotto e le scarpe ai piedi della sedia nella sua camera e Lee sembrava essere scomparso così come era apparso. Nella casa regnava nuovamente il silenzio, un silenzio che il Nara trovò per la prima volta opprimente così, come un bimbo piccolo con il suo adorato orsacchiotto, prese il cuscino e lo strinse a sé, cercando di placare quel dolore e quella certezza di aver perso per sempre la ragazza che amava.

 

TO BE CONTINUED

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

Beh, beh, da brava mosca bianca non potevo non lasciare il ruolo di Isabel, la ragazza di Sgrooge, a Ino e chissà se le cose finiranno davvero come la storia o se Shikamaru avrà il coraggio di raccogliere i cocci e rimetterli insieme (come sono poetica XD). Perdonate il ritardo ma ieri tra regali e studio non ho potuto aggiornare, se riesco stasera posterò il quarto capitolo per stare al passo con il programma, spero che vi sia piaciuto a presto!

 

Ringrazio chi ha recensito:

 

Volpina90

SpadaccinodellaNebbia

bacinaru

 

  
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