Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: milly92    23/12/2008    2 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
222

Ciao a tutti!

Scusate ma oggi vado molto di fretta, grazie mille a coloro che hanno recensito e che mi seguono sempre, non so come farei senza di voi!

Mi farebbe piacere se leggeste e mi faceste sapere cosa ne pensate della mia fic su Twilight, “Dall’Italia con amore”, grazie in anticipo!

Aggiornerò venerdì, quindi… Buon Natale anticipato a tutti voi!

La vostra milly92.

Capitolo 27

La Mia Nuova Amica

Il martedì si annunciò più tranquillo rispetto ai martedì precedenti, nonostante ognuno avesse due brani da presentare. Quando ricevetti i miei vestiti li guardai con un po’ di apprensione: non mi andava proprio di vestirmi di nero, ormai l’umore dark mi era passato e se fosse stato per me avrei indossato qualcosa di sgargiante.

Di certo la bufera non era passata del tutto, a volte la notte, prima di addormentarmi, pensavo all’accaduto al CPM e a tutti gli insulti di Niko, ma era come se ormai ci avessi fatto l’abitudine ad essere forte e a guardare avanti invece che indietro.

Così trascorsi la mezza giornata tra varie prove, e cercavo invano di avvicinarmi ad Max, come al solito senza successo.

Perciò per quella sera mi proposi di stragli vicina più che mai, volente o nolente che fosse stato.

“Buonasera gente” esclamai quella sera, verso le sette, raggiungendo tutti dietro le quinte mentre aspettavamo i parrucchieri e le estetiste.

Erano tutti raggruppati vicino le varie panche, così presi posto anch’io, appositamente vicino a Max.

“’Sera” mi rispose qualcuno.

“Oh, Max, ho sentito le tue canzoni durante le prove… Le fai benissimo, specialmente quella di Battisti!” mi congratulai.

Lui mi guardò con un debole sorriso. “Grazie, ma so che stasera andrò in ballottaggio” mi rispose insofferente.

“Eh? Ma cosa dici! Esci da questo corpo, spirito maligno!” ironizzai, cercando di farlo ridere ma senza successo.

“E’ inutile, Debora, non sprecare il tuo fiato” sbottò quasi infastidito, alzandosi ed andando chissà dove.

Mi lasciò lì come una demente, ed anche con una certa rabbia. Insomma, non stavo facendo niente di male, mica gli stavo rompendo le scatole con domande assillanti sull’accaduto?!

Ma i miei pensieri furono interrotti da Rossella che si sedette al suo posto.

“Deb, scusami, è tutta colpa mia e tu da buona amica ci vai in mezzo” mormorò con la sua solita faccina mortificata.

Le lanciai uno sguardo ambiguo, indecisa su cosa dire. “E’ inutile piangere sul latte versato, no? Però, Ross, lasciatelo dire: ma cosa volevi combinare? Eri fidanzata e sapevi che lui si sarebbe sposato…”

Lei abbassò lo sguardo. “Credi che non me ne sia pentita? Il fatto è che quando mi piace una persona seguo il mio istinto, è più forte di me…”

“L’istinto della vedova nera” pensai tra me e me.

“E alla fine sono stata ripagata con la solitudine” aggiunse.

A stento trattenni uno sbuffo: se voleva recitare la parte della  povera incompresa aveva scelto proprio la persona sbagliata con cui fingere…

 “Beh, si, ed è un peccato, tu ed Andrea eravate così una bella coppia…” dissi, buttando fuori la prima cosa che mi capitava.

Lei sorrise. “Si,ma alla fine ti ho solo fatto un piacere…” dichiarò con un sorrisetto furbo.

“Che cosa?” chiesi senza capire.

“Su, vi ho visti ieri mentre preparavi il sugo… E poi ti ricordi il suo segreto? “Mi sono preso una cotta per qualcuna che non è Rossella”, chi può mai essere se non tu?”

Probabilmente arrossii perché il suo sorriso si ampliò, ma risposi: “Ma cosa vai pensando! E poi lui è… grande, abbiamo quasi sei anni di differenza…”

“E che c’entra, io ed Max ne abbiamo dieci!”

“Ross, basta, è solo una tua frode mentale, noi non ci piacciamo” risposi decisa, ma una voce alle mie spalle chiese: “Di chi state parlando?”

Era Andrea, e prima che potessi dire qualcosa Rossella fece: “Fattelo dire da lei, io devo scappare dall’estetista” con un’aria innocente, dileguandosi all’improvviso.

Andrea si sedette al suo posto. “Allora?”

“Ma no, niente, insisteva con… Con il fatto che io e Niko ci piacciamo, che baggianata” inventai subito, molto teatralmente.

“Come minimo” ragionò lui, “E poi se quello si permette di toccarti con un dito dopo quel casino giuro che gli taglio le mani”

“Oh, ma grazie, bodyguard!” risposi ridendo, anche se ero sollevata dal senso di protezione che mi infondeva.

“Comunque dopo me lo fai tu il nodo alla cravatta? Ricordi che feci un  casino solo per allentarlo…”

“Si, va bene, anzi, vieni nel mio camerino verso le otto e mezza così mi evito la passeggiata fino al tuo con i tacchi” risposi con aria pigra.

Fu così che un’ora e mezzo dopo me lo ritrovai davanti, mentre mi scrutavo ansiosa allo specchio.

“Stai bene” mi disse, brandendo una cravatta fuxia nella mano destra.

Buttai un’occhiata critica al mio chignon da cui pendeva qualche ricciolo prima di rispondere con un “Grazie”, la parrucchiera aveva insistito tanto!

“Solo che sembri un po’ una prof” aggiunse ridendo.

“Allora posso anche bocciarti per non saper superare la prova del nodo alla cravatta alla veneranda età di ventun anni” lo rimbeccai avvicinandomi e prendendo in mano l’accessorio.

“Quasi ventidue in realtà, ad agosto” rispose, con uno sguardo quasi rabbuiato ed una voce triste. Era come l’altra volta nella sartoria, sembrava che al momento l’età per lui fosse un problema!

“E allora?” chiesi senza capire. “Anche l’altra volta facesti un discorso simile…”

“Niente, è che ci sono sei anni di differenza…”

“Tra cosa?” chiesi distrattamente, intenta nell’allacciare il nodo.

“Tra me e te, no?” disse sbuffando.

Mi bloccai un istante, mentre le parole Rossella prendevano vita nella mia mente. “E, ehm, allora? Non puoi avere un’amica sedicenne, anzi, neo sedicenne?”

“Giusto, non li hai nemmeno sedici anni!” sbottò, prima di dire: “Ma si, giusto, faccio sempre i miei discorsi senza senso” si scusò, con un’aria diversa dalla precedente.

“Hai ragione, ultimamente non li capisco i tuoi discorsi” risposi, stringendo il nodo. “Ti piace?”

“Chi?” chiese allarmato, arrossendo.

“Il nodo!” risposi. “Ma ci sei stasera?!”

“Oh, si, il nodo, certo. Si, certo che mi piace, grazie!” fece, ricomponendo un sorriso. 

“Sicuro?”

“Ma si, grazie mille! E’ la seconda volta che mi aiuti in ventiquattro ore, grazie, grazie,prima o poi te la dedicherò una canzone!” esclamò convinto, afferrandomi  per la nuca e dandomi l’ennesimo bacio sulla guancia. Ennesimo? Il secondo! Ma era troppo per i suoi standard, mi dissi, prima di scuotere il capo decisa e dire: “Va bene, aspetterò, ma dovrai chiamarmi per fare il videoclip!” prima di guardarmi un’altra volta allo specchio ed uscire insieme.

“Ora pretendi troppo, prof” mi ammonì.

“E tu stai alzando troppo la cresta, alunno pluriripetente” ribattei, mentre lui si tastava la sua amata cresta.

“Ok, prometto che domani l’abbasserò un po’” esclamò ridendo. Lo spinsi lievemente, mentre raggiungevamo gli altri nel backstage.

“Oh, un altro po’ e ti prendevo per la mia prof di latino” disse Daniele ghignando.

“Oh, c’è una prof di latino così sexy al classico?” risposi con una vena di perfidia.

“Al classico dove andavo prima, a Roma”

“Ah, buono a sapersi” affermai ironica prima che anche Niko se ne uscisse con un: “Prof!”

E fu seguito a ruota da altre cinque affermazioni simili, alias Rossella, Rita, Dante, Lara e Vincenzo.

“Questa osservazione ti condurrà al ballottaggio” dissi alla fine a quest’ultimo, scocciata dallo scherzo che diventava sempre più pesante. E, ironia della sorte, ci azzeccai: i Dji andarono in ballottaggio!

“Tu sei una strega, non c’è alcun’altra spiegazione” affermò Daniele, “Prima la caduta, poi questo…”

“Zitto che mi sento in colpa” risposi mesta, avvicinandomi ai Dj che erano appena rientrati in studio dopo la notizia.

“Almeno io per ora sono fuori rischio” commentò Niko durante la pubblicità; aveva cantato “Bella stronza” e Luke lo aveva criticato per il fatto che riteneva la coreografia con la ballerina una cosa superflua.

“Con l’altro brano ti farai valere” risposi, anche se per la prima volta quelle parole non mi uscivano dal cuore.

Lui annuì, prima di allontanarsi con un: “Vado ad indossare il secondo vestito” poiché ogni cantante doveva vestirsi diversamente alla seconda esibizione.

Fu così che si presentò dieci minuti dopo tutto bianco, scatenando le risate generali. “E poi io sarei la prof! Tu mi sembri un gelataio!” ribattei convinta, mentre Francesco annuiva.

Alla fine si svolse anche la seconda manche, dove furono tutti bravissimi e Luke ritirò le critiche fatte precedentemente.

Quello che più mi emozionò però fu Max, che cantò “Con il nastro rosa” di Battisti. Specialmente nella parte in cui diceva: “E non vorrei aver sbagliato la mia spesa con la mia sposa” aveva le lacrime agli occhi.

E, come la volta precedente, forse fu per questo che andò in ballottaggio.

“Lo avevo detto io!” se ne uscì appena ritornò sul palco durante la pubblicità.

“Dai Massimo, sono sicura che ce la farai…” gli stava dicendo la signora Sfortuna con il suo accento Toscano.

“Silvia, scusa ma non mi va di parlarne” si scusò, lasciandola quasi delusa. Non poteva vederlo così ancora per molto, no, così mi avviai con passo deciso verso di lui.

Non seppi cosa mi prese, fatto sta che mi parai davanti a lui e dissi: “Finché ignori noi va bene, ma ignorare anche il tuo capogruppo! Insomma, sei qui per fare musica, capito? Perciò, lascia fuori i tuoi pensieri e problemi per una volta e concentrati su questo ballottaggio! E non fare l’egoista: forse vuoi andartene a casa, ma non pensi a noi che rimarremo qui, non pensi al fatto che abbiamo ancora bisogno della tua musica, della tua presenza? Tu servi al mondo, le tue canzoni saranno la colonna sonora della vita di qualcuno! E piantala di abbatterti, non ce la faccio a vederti così!” con tutto il fiato che avevo.

Massimo mi guardò in uno strano modo, tutti gli altri ci stavano guardando: dovevo aver alzato lievemente la voce.

“Hai ragione…” sibilò, mentre ci abbracciammo simultaneamente. Non so perché, ma mi venne da piangere. “Possibile che tu devi mancare proprio nel momento cruciale? Ho tante cose da dirti… Mi manchi tantissimo zio!” sussurrai.

Quelle parole forse gli fecero bene, perché aumentò la stretta e poco dopo sorrise.

“Si, stai tranquilla, qualsiasi cosa succederà non andrò a dormire finché non mi avrai detto tutto!” mi rassicurò, staccandosi ed avvicinandosi a Silvia. “Stavi dicendo, Silvia?” le chiese, prima di lasciarsi abbracciare anche da lei. E, miracolo, vidi la Sfortuna sorridermi raggiante.

Mi si avvicinò con passo felpato, ignorando il vocal coach che voleva parlarle.

“Debora?” mi chiamò con un tono fin tropo gentile.

“Si, Silvia?”

“Grazie… io… Ti devo delle scuse, ho sbagliato a giudicarti!” disse a voce alta.

Rimasi quasi presa da quelle parole.

“Oh, beh, per Max questo ed è altro, sono secoli che cerco di parlarci…” borbottai, stranita da quella strana conversazione.

“Si, resta il fatto che sei l’unica a cui ha dato ascolto. Qui sei importante per tutti, mi sa che devo imparare molto da te” affermò. Mi squadrò, centimetro per centimetro, prima di dire, con un grande sorriso: “Ti va di essere… amiche… da oggi?” mi propose speranzosa.

Valutai quella proposta a lungo… Dopotutto avevo perdonato Niko, Daniele… Una persona in più per me ormai non faceva differenza.

“Va bene…” annuii, dicendomi di essere pazza. Io e la Fortuna amiche? Saremo andate anche a fare shopping insieme prima o poi?

“Allora ti autorizzo a chiamarmi Silvietta!” annunciò ridendo e schiacciando il cinque.

“Si, zia Silvietta!” sottolineai, decisa a fare ancora qualche piccolo dispetto nonostante la “tregua”.

“No, Silvietta e basta!”

Per la prima volta scoppiammo a ridere insieme.

“Comunque scusami per tutte le batoste che ti ho dato…” aggiunse subito.

“Perché ti comportavi così?” le chiesi, cogliendo al volo l’occasione.

“Perché… Sai, all’inizio per me qui c’era in gioco prima la popolarità del programma e poi la nascita della nuova pop star, così sono stata io a proporre questa cose dei life coach… E per la life coach di Niko avrei voluto una simulazione di velina semplicemente per far alzare l’audience, in modo che le fan di Niko iniziassero ad ingelosirsi, creare forum e cose simili per rendere la cosa più popolare, oltre al fatto che mi aspettavo che succedesse qualcosa in stile GF… Ma ti giuro, le mie critiche, la mia insistenza di far uscire Niko con quella Francesca, erano dovute solo a questo scopo! Solo ora, con quelle parole che hai detto a Max, ho capito che qui si fa solo musica…” mi spiegò, quasi con gli occhi lucidi. “Perciò, ti chiedo ancora scusa per tutto… E sei davvero una bella ragazza” aggiunse con un sorriso.

Finsi di non aver sentito l’ultima cosa detta indubbiamente per aggiustare la situazione, e ringraziai il cielo quando la pubblicità terminò. Io e la Sfortuna eravamo amiche? Bah, perciò mi imposi di chiamarla Silvia e non più con quell’adorabile nomignolo… Anche se all’inizio fu difficile, eh…!

Mi avvicinai al piccolo schermo e sorrisi a Max che si avviava verso il palco insieme ai Dj. C’era una grande concentrazione, e mi accorsi che senza i Dj eravamo quattro gatti, anche se Annah valeva per due ovviamente.

Rimasi all’impiedi, tra Richard e Daniele, con le dita incrociate.

Ivan stava facendo il riepilogo della situazione e stava concedendo i trenta secondi per pensare ai giudici.

“La vuoi? L’altra volta ha portato fortuna!” mi sussurrò Niko porgendomi la collana con la croce d’argento che due giorni prima gli avevo restituito, dopo il litigio.

Quel gesto mi fece rimanere bloccata, come se fossi stata investita da una corrente d’acqua gelata, facendomi rivivere tutti quei cattivi ricordi. “No, grazie, tienila tu” risposi pacatamente, prima di voltarmi di nuovo verso la tv. Nessuno di noi si azzardava ad incitare il suo “preferito”, era una lotta alla pari, entrambi avevano legato con tutti noi.

Alla fine toccava a Maria decidere e prese parola, mentre noi eravamo ancora ansiosi visto che silvia aveva eliminato i Dj e Luke Max. “Ho sempre salvato i Dj” iniziò, facendomi tremare, “Ma li ritengo pronti e sono convinta che Max saprà farsi valere più avanti per cui elimino… i Dj”.

Mi costò molto non urlare per la gioia, dopotutto c’era chi si era rattristato per la “Perdita” ed io ero molto legata a Vincenzo.

Ma nessuno potette impedirmi di andare contro ad Max e abbracciarlo per la gioia, seguita a ruota dagli altri.

“Meno male” se ne uscì, abbracciando Vincenzo.

“Ehi, Vin” esclamai. “Mi dispiace, ormai l’ex club delle scommesse è andato in pezzi…” mormorai. “Mi mancherai”

“Cosa dobbiamo farci” borbottò lui, con gli occhi lucidi.

Rimasi ferma, senza sapere cosa dire o fare, quando dietro di me sentii delle voci conosciute chiamarmi.

“Deboraaaaa!”

Ebbi appena il tempo di voltarmi che mi vidi davanti Cristina e Sabrina, vestite entrambe in modo molto elegante.

“Oh, ragazze!” esclamai abbracciandole. Per un istante mi sentii catapultata nel passato, nelle normali giornate scolastiche…

“Come stai? Sei troppo in forma!” si congratulò Sabrina radiosa, guardandosi poi intorno.

“E’ il nero, tranquilla” sorrisi. “Qui si sta bene, anche se ho tante cose da dirvi… Voi, piuttosto?” chiesi curiosissima, “Cosa succede a Maddaloni?”

“Una noia come al solito…” fece Sabrina. “E tu invece qui fai più di quegli scandali…” mi rimbeccò ridendo.

Quella parola mi fece ricordare il fatto del film…

“Lo volete sapere un segreto?” chiesi,decisa a sputare un rospo.

“Non dirmi che stai con Niko” iniziò Cristina, fissandomi come se fossi una rana dissezionata.

“Ma che, anzi, non mi piace più” risposi, facendole rimanere senza parole. “Il fatto è… che sono stata invitata a fare un provino per un film!” esclamai, facendole rimanere ancora più scioccate.

Spalancarono gli occhi, fissandomi ancora di più.

“Oddio, ma tu sei Deb?” chiesero in coro, riabbracciandomi.

“Si, state tranquille, sono sempre io” le rassicurai, prima che la voce di Andrea mi dicesse: “Deb, dobbiamo andare”

Vedendolo le ragazze sussultarono, così sorrisi e gli feci segno di raggiungermi.

“Cosa c’è?” chiese lui.

“Volevo presentarti due delle mie migliori amiche” gli dissi, mentre le ragazze lo contemplavano sbalordite, “Loro sono Cristina e Sabrina”.

“Piacere, ragazze, io sono Andrea” si presentò stringendo loro le mani e sorridendo ancora di più, mentre loro borbottavano un: “P-piacere” incredule.

“Deb, cinque minuti con te valgono una vita di sogni!” esclamò Cristina mentre le riabbracciavo per salutarle.

“Questa è per te” aggiunse Sabrina, dandomi in mano una macchina digitale in mano. “Te la mandano i tuoi, non sono potuti venire”.

“Ok, grazie” risposi.

“Ah, l’ultima cosa!” fece Cristina, questa volta arrossendo. “Ti piace Daniele?”

“Cosa? No!”

“Allora… Potresti metterci una buona parola su di me?” mi chiese, rossa più che mai.

“Ma certo Cri” risposi facendole l’occhiolino.

Fu con questi nuovi obiettivi e la mia nuova macchina fotografica che raggiunsi il loft e subito cambiai gli abiti, indossando dei bermuda ed una maglietta verde.

Salutammo i Dj e poi come ogni martedì ci sedemmo fuori al giardino a commentare gli accaduti.

Max se ne stava seduto più isolato, così mi decisi a raggiungerlo.

“Hai parlato con…?”

“Si” mi rispose.

Prima di sapere il verdetto sorrisi, cacciando fuori la macchina fotografica. “Ti va di onorarla con me? Voglia che la prima foto sia la tua, zietto”dissi,e con un sorriso ci scattammo quella foto, che tutt’ora ho salvata sul mio pc in ricordo di quell’avventura che ben pochi hanno avuto l’opportunità di vivere.

 

 Qualche Anticipazione:

“Lei…”Max inghiottì prima di rispondere: “Mi ha mollato un ceffone prima di chiamarmi stronzo e dirmi che non se l’aspettava e… che ci deve pensare”

 _______

“Allora spererò che prima o poi diventeremo più… amici” dichiarò Daniele con un mezzo sorriso.

 

“Oh, ecco le nostre cheerleaders” ci accolse Niko avvicinandosi. “Quale slogan hai preparato per me?” mi chiese con un sorriso.

“In realtà nessuno” risposi,senza sapere se gioire o essere triste per quello che gli stavo per dire. “Io tifo per l’altra squadra” annunciai.

 

“Grazie per l’incoraggiamento, è dedicato a te questo goal” mi spiegò, baciandomi una guancia ed allontanandosi continuando a guardarmi.

 

Le nostre mani si toccarono, e per la prima volta fui io a lanciargli uno sguardo grato, sentendo le guance in fiamme.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: milly92