Ciao
a tutti!
Scusate
ma oggi vado molto di fretta, grazie mille a coloro che hanno recensito e che
mi seguono sempre, non so come farei senza di voi!
Mi
farebbe piacere se leggeste e mi faceste sapere cosa ne pensate della mia fic
su Twilight, “Dall’Italia con amore”, grazie in anticipo!
Aggiornerò
venerdì, quindi… Buon Natale anticipato a tutti voi!
La
vostra milly92.
Capitolo 27
La Mia Nuova Amica
Il
martedì si annunciò più tranquillo rispetto ai martedì precedenti, nonostante
ognuno avesse due brani da presentare. Quando ricevetti i miei vestiti li
guardai con un po’ di apprensione: non mi andava proprio di vestirmi di nero,
ormai l’umore dark mi era passato e se fosse stato per me avrei indossato
qualcosa di sgargiante.
Di
certo la bufera non era passata del tutto, a volte la notte, prima di
addormentarmi, pensavo all’accaduto al CPM e a tutti gli insulti di Niko, ma
era come se ormai ci avessi fatto l’abitudine ad essere forte e a guardare
avanti invece che indietro.
Così
trascorsi la mezza giornata tra varie prove, e cercavo invano di avvicinarmi ad
Max, come al solito senza successo.
Perciò
per quella sera mi proposi di stragli vicina più che mai, volente o nolente che
fosse stato.
“Buonasera
gente” esclamai quella sera, verso le sette, raggiungendo tutti dietro le
quinte mentre aspettavamo i parrucchieri e le estetiste.
Erano
tutti raggruppati vicino le varie panche, così presi posto anch’io,
appositamente vicino a Max.
“’Sera”
mi rispose qualcuno.
“Oh,
Max, ho sentito le tue canzoni durante le prove… Le fai benissimo, specialmente
quella di Battisti!” mi congratulai.
Lui
mi guardò con un debole sorriso. “Grazie, ma so che stasera andrò in ballottaggio”
mi rispose insofferente.
“Eh?
Ma cosa dici! Esci da questo corpo, spirito maligno!” ironizzai, cercando di
farlo ridere ma senza successo.
“E’
inutile, Debora, non sprecare il tuo fiato” sbottò quasi infastidito, alzandosi
ed andando chissà dove.
Mi
lasciò lì come una demente, ed anche con una certa rabbia. Insomma, non stavo
facendo niente di male, mica gli stavo rompendo le scatole con domande
assillanti sull’accaduto?!
Ma
i miei pensieri furono interrotti da Rossella che si sedette al suo posto.
“Deb,
scusami, è tutta colpa mia e tu da buona amica ci vai in mezzo” mormorò con la
sua solita faccina mortificata.
Le
lanciai uno sguardo ambiguo, indecisa su cosa dire. “E’ inutile piangere sul
latte versato, no? Però, Ross, lasciatelo dire: ma cosa volevi combinare? Eri
fidanzata e sapevi che lui si sarebbe sposato…”
Lei
abbassò lo sguardo. “Credi che non me ne sia pentita? Il fatto è che quando mi
piace una persona seguo il mio istinto, è più forte di me…”
“L’istinto della vedova nera” pensai tra me e me.
“E
alla fine sono stata ripagata con la solitudine” aggiunse.
A
stento trattenni uno sbuffo: se voleva recitare la parte della povera incompresa aveva scelto proprio la
persona sbagliata con cui fingere…
“Beh, si, ed è un peccato, tu ed Andrea
eravate così una bella coppia…” dissi, buttando fuori la prima cosa che mi
capitava.
Lei
sorrise. “Si,ma alla fine ti ho solo fatto un piacere…” dichiarò con un
sorrisetto furbo.
“Che
cosa?” chiesi senza capire.
“Su,
vi ho visti ieri mentre preparavi il sugo… E poi ti ricordi il suo segreto? “Mi
sono preso una cotta per qualcuna che non è Rossella”, chi può mai essere se
non tu?”
Probabilmente
arrossii perché il suo sorriso si ampliò, ma risposi: “Ma cosa vai pensando! E
poi lui è… grande, abbiamo quasi sei anni di differenza…”
“E
che c’entra, io ed Max ne abbiamo dieci!”
“Ross,
basta, è solo una tua frode mentale, noi non ci piacciamo” risposi decisa, ma
una voce alle mie spalle chiese: “Di chi state parlando?”
Era
Andrea, e prima che potessi dire qualcosa Rossella fece: “Fattelo dire da lei,
io devo scappare dall’estetista” con un’aria innocente, dileguandosi
all’improvviso.
Andrea
si sedette al suo posto. “Allora?”
“Ma
no, niente, insisteva con… Con il fatto che io e Niko ci piacciamo, che
baggianata” inventai subito, molto teatralmente.
“Come
minimo” ragionò lui, “E poi se quello si permette di toccarti con un dito dopo
quel casino giuro che gli taglio le mani”
“Oh,
ma grazie, bodyguard!” risposi ridendo, anche se ero sollevata dal senso di
protezione che mi infondeva.
“Comunque
dopo me lo fai tu il nodo alla cravatta? Ricordi che feci un casino solo per allentarlo…”
“Si,
va bene, anzi, vieni nel mio camerino verso le otto e mezza così mi evito la
passeggiata fino al tuo con i tacchi” risposi con aria pigra.
Fu
così che un’ora e mezzo dopo me lo ritrovai davanti, mentre mi scrutavo ansiosa
allo specchio.
“Stai
bene” mi disse, brandendo una cravatta fuxia nella mano destra.
Buttai
un’occhiata critica al mio chignon da cui pendeva qualche ricciolo prima di
rispondere con un “Grazie”, la parrucchiera aveva insistito tanto!
“Solo
che sembri un po’ una prof” aggiunse ridendo.
“Allora
posso anche bocciarti per non saper superare la prova del nodo alla cravatta
alla veneranda età di ventun anni” lo rimbeccai avvicinandomi e prendendo in
mano l’accessorio.
“Quasi
ventidue in realtà, ad agosto” rispose, con uno sguardo quasi rabbuiato ed una
voce triste. Era come l’altra volta nella sartoria, sembrava che al momento
l’età per lui fosse un problema!
“E
allora?” chiesi senza capire. “Anche l’altra volta facesti un discorso simile…”
“Niente,
è che ci sono sei anni di differenza…”
“Tra
cosa?” chiesi distrattamente, intenta nell’allacciare il nodo.
“Tra
me e te, no?” disse sbuffando.
Mi
bloccai un istante, mentre le parole Rossella prendevano vita nella mia mente.
“E, ehm, allora? Non puoi avere un’amica sedicenne, anzi, neo sedicenne?”
“Giusto,
non li hai nemmeno sedici anni!” sbottò, prima di dire: “Ma si, giusto, faccio sempre
i miei discorsi senza senso” si scusò, con un’aria diversa dalla precedente.
“Hai
ragione, ultimamente non li capisco i tuoi discorsi” risposi, stringendo il
nodo. “Ti piace?”
“Chi?”
chiese allarmato, arrossendo.
“Il
nodo!” risposi. “Ma ci sei stasera?!”
“Oh,
si, il nodo, certo. Si, certo che mi piace, grazie!” fece, ricomponendo un
sorriso.
“Sicuro?”
“Ma
si, grazie mille! E’ la seconda volta che mi aiuti in ventiquattro ore, grazie,
grazie,prima o poi te la dedicherò una canzone!” esclamò convinto,
afferrandomi per la nuca e dandomi
l’ennesimo bacio sulla guancia. Ennesimo? Il secondo! Ma era troppo per i suoi
standard, mi dissi, prima di scuotere il capo decisa e dire: “Va bene,
aspetterò, ma dovrai chiamarmi per fare il videoclip!” prima di guardarmi
un’altra volta allo specchio ed uscire insieme.
“Ora
pretendi troppo, prof” mi ammonì.
“E
tu stai alzando troppo la cresta, alunno pluriripetente” ribattei, mentre lui
si tastava la sua amata cresta.
“Ok,
prometto che domani l’abbasserò un po’” esclamò ridendo. Lo spinsi lievemente,
mentre raggiungevamo gli altri nel backstage.
“Oh,
un altro po’ e ti prendevo per la mia prof di latino” disse Daniele ghignando.
“Oh,
c’è una prof di latino così sexy al classico?” risposi con una vena di
perfidia.
“Al
classico dove andavo prima, a Roma”
“Ah,
buono a sapersi” affermai ironica prima che anche Niko se ne uscisse con un:
“Prof!”
E
fu seguito a ruota da altre cinque affermazioni simili, alias Rossella, Rita, Dante,
Lara e Vincenzo.
“Questa
osservazione ti condurrà al ballottaggio” dissi alla fine a quest’ultimo,
scocciata dallo scherzo che diventava sempre più pesante. E, ironia della
sorte, ci azzeccai: i Dji andarono in ballottaggio!
“Tu
sei una strega, non c’è alcun’altra spiegazione” affermò Daniele, “Prima la
caduta, poi questo…”
“Zitto
che mi sento in colpa” risposi mesta, avvicinandomi ai Dj che erano appena
rientrati in studio dopo la notizia.
“Almeno
io per ora sono fuori rischio” commentò Niko durante la pubblicità; aveva
cantato “Bella stronza” e Luke lo aveva criticato per il fatto che riteneva la
coreografia con la ballerina una cosa superflua.
“Con
l’altro brano ti farai valere” risposi, anche se per la prima volta quelle
parole non mi uscivano dal cuore.
Lui
annuì, prima di allontanarsi con un: “Vado ad indossare il secondo vestito”
poiché ogni cantante doveva vestirsi diversamente alla seconda esibizione.
Fu
così che si presentò dieci minuti dopo tutto bianco, scatenando le risate
generali. “E poi io sarei la prof! Tu mi sembri un gelataio!” ribattei
convinta, mentre Francesco annuiva.
Alla
fine si svolse anche la seconda manche, dove furono tutti bravissimi e Luke
ritirò le critiche fatte precedentemente.
Quello
che più mi emozionò però fu Max, che cantò
“Con il nastro rosa” di Battisti. Specialmente
nella parte in cui diceva: “E non vorrei aver sbagliato la mia spesa con la mia sposa” aveva le lacrime agli occhi.
E,
come la volta precedente, forse fu per questo che andò in ballottaggio.
“Lo
avevo detto io!” se ne uscì appena ritornò sul palco durante la pubblicità.
“Dai
Massimo, sono sicura che ce la farai…” gli stava dicendo la signora Sfortuna
con il suo accento Toscano.
“Silvia,
scusa ma non mi va di parlarne” si scusò, lasciandola quasi delusa. Non poteva
vederlo così ancora per molto, no, così mi avviai con passo deciso verso di
lui.
Non
seppi cosa mi prese, fatto sta che mi parai davanti a lui e dissi: “Finché
ignori noi va bene, ma ignorare anche il tuo capogruppo! Insomma, sei qui per
fare musica, capito? Perciò, lascia fuori i tuoi pensieri e problemi per una
volta e concentrati su questo ballottaggio! E non fare l’egoista: forse vuoi
andartene a casa, ma non pensi a noi che rimarremo qui, non pensi al fatto che
abbiamo ancora bisogno della tua musica, della tua presenza? Tu servi al mondo,
le tue canzoni saranno la colonna sonora della vita di qualcuno! E piantala di
abbatterti, non ce la faccio a vederti così!” con tutto il fiato che avevo.
Massimo
mi guardò in uno strano modo, tutti gli altri ci stavano guardando: dovevo aver
alzato lievemente la voce.
“Hai
ragione…” sibilò, mentre ci abbracciammo simultaneamente. Non so perché, ma mi
venne da piangere. “Possibile che tu devi mancare proprio nel momento cruciale?
Ho tante cose da dirti… Mi manchi tantissimo zio!” sussurrai.
Quelle
parole forse gli fecero bene, perché aumentò la stretta e poco dopo sorrise.
“Si,
stai tranquilla, qualsiasi cosa succederà non andrò a dormire finché non mi
avrai detto tutto!” mi rassicurò, staccandosi ed avvicinandosi a Silvia. “Stavi
dicendo, Silvia?” le chiese, prima di lasciarsi abbracciare anche da lei. E,
miracolo, vidi la Sfortuna sorridermi raggiante.
Mi
si avvicinò con passo felpato, ignorando il vocal coach che voleva parlarle.
“Debora?”
mi chiamò con un tono fin tropo gentile.
“Si,
Silvia?”
“Grazie…
io… Ti devo delle scuse, ho sbagliato a giudicarti!” disse a voce alta.
Rimasi
quasi presa da quelle parole.
“Oh,
beh, per Max questo ed è altro, sono secoli che cerco di parlarci…” borbottai,
stranita da quella strana conversazione.
“Si,
resta il fatto che sei l’unica a cui ha dato ascolto. Qui sei importante per
tutti, mi sa che devo imparare molto da te” affermò. Mi squadrò, centimetro per
centimetro, prima di dire, con un grande sorriso: “Ti va di essere… amiche… da
oggi?” mi propose speranzosa.
Valutai
quella proposta a lungo… Dopotutto avevo perdonato Niko, Daniele… Una persona
in più per me ormai non faceva differenza.
“Va
bene…” annuii, dicendomi di essere pazza. Io e la Fortuna amiche? Saremo andate
anche a fare shopping insieme prima o poi?
“Allora
ti autorizzo a chiamarmi Silvietta!” annunciò ridendo e schiacciando il cinque.
“Si,
zia Silvietta!” sottolineai, decisa a fare ancora qualche piccolo dispetto
nonostante la “tregua”.
“No,
Silvietta e basta!”
Per
la prima volta scoppiammo a ridere insieme.
“Comunque
scusami per tutte le batoste che ti ho dato…” aggiunse subito.
“Perché
ti comportavi così?” le chiesi, cogliendo al volo l’occasione.
“Perché…
Sai, all’inizio per me qui c’era in gioco prima la popolarità del programma e
poi la nascita della nuova pop star, così sono stata io a proporre questa cose
dei life coach… E per la life coach di Niko avrei voluto una simulazione di
velina semplicemente per far alzare l’audience, in modo che le fan di Niko
iniziassero ad ingelosirsi, creare forum e cose simili per rendere la cosa più
popolare, oltre al fatto che mi aspettavo che succedesse qualcosa in stile GF…
Ma ti giuro, le mie critiche, la mia insistenza di far uscire Niko con quella
Francesca, erano dovute solo a questo scopo! Solo ora, con quelle parole che
hai detto a Max, ho capito che qui si fa solo musica…” mi spiegò, quasi con gli
occhi lucidi. “Perciò, ti chiedo ancora scusa per tutto… E sei davvero una bella ragazza” aggiunse con
un sorriso.
Finsi
di non aver sentito l’ultima cosa detta indubbiamente per aggiustare la
situazione, e ringraziai il cielo quando la pubblicità terminò. Io e la Sfortuna
eravamo amiche? Bah, perciò mi imposi di chiamarla Silvia e non più con
quell’adorabile nomignolo… Anche se all’inizio fu difficile, eh…!
Mi
avvicinai al piccolo schermo e sorrisi a Max che si avviava verso il palco
insieme ai Dj. C’era una grande concentrazione, e mi accorsi che senza i Dj
eravamo quattro gatti, anche se Annah valeva per due ovviamente.
Rimasi
all’impiedi, tra Richard e Daniele, con le dita incrociate.
Ivan
stava facendo il riepilogo della situazione e stava concedendo i trenta secondi
per pensare ai giudici.
“La
vuoi? L’altra volta ha portato fortuna!” mi sussurrò Niko porgendomi la collana
con la croce d’argento che due giorni prima gli avevo restituito, dopo il
litigio.
Quel
gesto mi fece rimanere bloccata, come se fossi stata investita da una corrente
d’acqua gelata, facendomi rivivere tutti quei cattivi ricordi. “No, grazie,
tienila tu” risposi pacatamente, prima di voltarmi di nuovo verso la tv.
Nessuno di noi si azzardava ad incitare il suo “preferito”, era una lotta alla
pari, entrambi avevano legato con tutti noi.
Alla
fine toccava a Maria decidere e prese parola, mentre noi eravamo ancora ansiosi
visto che silvia aveva eliminato i Dj e Luke Max. “Ho sempre salvato i Dj”
iniziò, facendomi tremare, “Ma li ritengo pronti e sono convinta che Max saprà
farsi valere più avanti per cui elimino… i Dj”.
Mi
costò molto non urlare per la gioia, dopotutto c’era chi si era rattristato per
la “Perdita” ed io ero molto legata a Vincenzo.
Ma
nessuno potette impedirmi di andare contro ad Max e abbracciarlo per la gioia,
seguita a ruota dagli altri.
“Meno
male” se ne uscì, abbracciando Vincenzo.
“Ehi,
Vin” esclamai. “Mi dispiace, ormai l’ex club delle scommesse è andato in
pezzi…” mormorai. “Mi mancherai”
“Cosa
dobbiamo farci” borbottò lui, con gli occhi lucidi.
Rimasi
ferma, senza sapere cosa dire o fare, quando dietro di me sentii delle voci
conosciute chiamarmi.
“Deboraaaaa!”
Ebbi
appena il tempo di voltarmi che mi vidi davanti Cristina e Sabrina, vestite
entrambe in modo molto elegante.
“Oh,
ragazze!” esclamai abbracciandole. Per un istante mi sentii catapultata nel
passato, nelle normali giornate scolastiche…
“Come
stai? Sei troppo in forma!” si congratulò Sabrina radiosa, guardandosi poi
intorno.
“E’
il nero, tranquilla” sorrisi. “Qui si sta bene, anche se ho tante cose da
dirvi… Voi, piuttosto?” chiesi curiosissima, “Cosa succede a Maddaloni?”
“Una
noia come al solito…” fece Sabrina. “E tu invece qui fai più di quegli
scandali…” mi rimbeccò ridendo.
Quella
parola mi fece ricordare il fatto del film…
“Lo
volete sapere un segreto?” chiesi,decisa a sputare un rospo.
“Non
dirmi che stai con Niko” iniziò Cristina, fissandomi come se fossi una rana
dissezionata.
“Ma
che, anzi, non mi piace più” risposi, facendole rimanere senza parole. “Il
fatto è… che sono stata invitata a fare un provino per un film!” esclamai,
facendole rimanere ancora più scioccate.
Spalancarono
gli occhi, fissandomi ancora di più.
“Oddio,
ma tu sei Deb?” chiesero in coro, riabbracciandomi.
“Si,
state tranquille, sono sempre io” le rassicurai, prima che la voce di Andrea mi
dicesse: “Deb, dobbiamo andare”
Vedendolo
le ragazze sussultarono, così sorrisi e gli feci segno di raggiungermi.
“Cosa
c’è?” chiese lui.
“Volevo
presentarti due delle mie migliori amiche” gli dissi, mentre le ragazze lo
contemplavano sbalordite, “Loro sono Cristina e Sabrina”.
“Piacere,
ragazze, io sono Andrea” si presentò stringendo loro le mani e sorridendo
ancora di più, mentre loro borbottavano un: “P-piacere” incredule.
“Deb,
cinque minuti con te valgono una vita di sogni!” esclamò Cristina mentre le
riabbracciavo per salutarle.
“Questa
è per te” aggiunse Sabrina, dandomi in mano una macchina digitale in mano. “Te
la mandano i tuoi, non sono potuti venire”.
“Ok,
grazie” risposi.
“Ah,
l’ultima cosa!” fece Cristina, questa volta arrossendo. “Ti piace Daniele?”
“Cosa?
No!”
“Allora…
Potresti metterci una buona parola su di me?” mi chiese, rossa più che mai.
“Ma
certo Cri” risposi facendole l’occhiolino.
Fu
con questi nuovi obiettivi e la mia nuova macchina fotografica che raggiunsi il
loft e subito cambiai gli abiti, indossando dei bermuda ed una maglietta verde.
Salutammo
i Dj e poi come ogni martedì ci sedemmo fuori al giardino a commentare gli
accaduti.
Max
se ne stava seduto più isolato, così mi decisi a raggiungerlo.
“Hai
parlato con…?”
“Si”
mi rispose.
Prima
di sapere il verdetto sorrisi, cacciando fuori la macchina fotografica. “Ti va
di onorarla con me? Voglia che la prima foto sia la tua, zietto”dissi,e con un
sorriso ci scattammo quella foto, che tutt’ora ho salvata sul mio pc in ricordo
di quell’avventura che ben pochi hanno avuto l’opportunità di vivere.
“Lei…”Max
inghiottì prima di rispondere: “Mi ha mollato un ceffone prima di chiamarmi
stronzo e dirmi che non se l’aspettava e… che ci deve pensare”
“Allora
spererò che prima o poi diventeremo più… amici” dichiarò Daniele con un mezzo
sorriso.
“Oh,
ecco le nostre cheerleaders” ci accolse Niko avvicinandosi. “Quale slogan hai
preparato per me?” mi chiese con un sorriso.
“In realtà nessuno”
risposi,senza sapere se gioire o essere triste per quello che gli stavo per dire.
“Io tifo per l’altra squadra” annunciai.
“Grazie per
l’incoraggiamento, è dedicato a te questo goal” mi spiegò, baciandomi una
guancia ed allontanandosi continuando a guardarmi.
Le nostre mani si toccarono,
e per la prima volta fui io a lanciargli uno sguardo grato, sentendo le guance
in fiamme.