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Autore: BlackFallenAngel    10/04/2015    0 recensioni
Parla della vita di un ragazzo e i problemi della vita di un adolescente e dei suoi amici, la storia tratta argomenti molto attuali come alchool, abbandoni, pestaggi e discriminazioni sopratutto quest'ultimo visto che parla di un ragazzo omosessuale, in più ci sono anche dei triangoli amorosi, ma non voglio anticiparvi nulla...
Questa storia è nata grazie ad una mia fantasia su due miei compagni di classe e grazie alla mia prof che mi diceva che non ero brava a scrivere, come vedrete i primi capitoli non vi attireranno molto anche perchè sono molto corti.
Bhe buona lettura e mi raccomando, recensite in molti cosi che io possa migliorare ulteriormente :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 34


* messaggio in entrata *
"Ehi S. ci sei?" *invia*
* messaggio in uscita *
"Ehi J, dimmi tutto"
"Ho un problema"
"A parte quello dell'alcool?"
"Si"
"Spiega"
"No non qui, meglio se ci incontriamo"
"Dove e quando"
"Oggi pomeriggio, alle tre, a casa mia"
"Sei sicura di volermi incontrare a casa tua?"
"Cos'ho da perdere?"
"Ok allora aspettami"
"Non hai bisogno di sapere dove abito?"
"No lo so giá, come sapevo giá che me lo avresti chiesto"
***
Le tre passate.
Sono in ritardo, dovevo tagliare corto con quel tipo...
Un taglio netto, invece quello si divincolava peggio di una trota appena pescata
Gli tiro un pugno tramortendolo e concludo il lavoro.
Le pulizie non spettano a me, quindi tolgo i guanti e esco dalla porta.
Prendo il primo pullman che passa, tutti mi portano a destinazione quando voglio e senza compenso.
Faccio cenno all'autista dandogli un foglio con su scritto l'indirizzo e subito fa una deviazione, un signore anziano se ne accorge, non ci faccio caso e poco dopo l'autista scusandosi cerca di motivare con una scusa la devizione e quello si calma.
Dopo altri dieci minuti di pullman lo faccio fermare e scendo.
Camminando guardo ancora l'orologio, sono quasi le quattro, cavolo.
Arrivo sotto casa sua, nessuno. Merda.
* messaggio in uscita *
"J sono qui, scusa per il ritardo" *invia*
-sta scrivendo...-
"Ti apro, sali"
"Quale onore..."
"Muoviti, prima che qualcuno ti veda"
Entro fulmineo, e quando arrivo davanti alla porta principale la porta si apre da sola, senza che io la spinga..
"Tu??"
"Si io, allora mi fai entrare lo stesso o me ne devo andare?"
"No no vieni"
Entro, il lusso mi avvolge, un brivido mi percorre la schiena da quanta cristalleria c'è in giro...
"Come mai così in ritardo?"
"Dovevo finire un lavoro dell'ultimo momento"
"Cosa? Un nuovo videogioco?"
"Spiritosa come al solito vedo... Ricordati che non sono lo stesso che vedi seduto da solo a scuola... Come te nascondo qualcosa, ma a differenza tua riesco a conviverci"
"Okay ma abbassa le ali piccolo Soko"
-No, Soko, stai calmo, lei ti serve, non puoi ucciderla-
La seguo mantenendo la calma, arriviamo alla sua camera.
Minimalista, sambrava facesse parte di un'altra casa in confronto a tutto il lusso di poco prima... Mi piace tutto quel nero e bianco.
"Allora J. di cosa volevi parlarmi?"
"Di un problema, più grande di quello con gli alcolici..."
"Narrami i tuoi disagi"
"Dean. Lo conosci, vero?"
"Beh direi abbastanza bene... Ma cosa c'entra con tutta questa storia?"
"Voglio farlo fuori... Mi ha pugnalato alle spalle, mi ha tradita con il mio migliore amico... Voglio che soffra, almeno quanto ho sofferto io"
"Non chiedere ciò che non vuoi..."
"Io lo voglio invece... Ogni volta che colpisco Mario è come se volessi colpire Dean... Ogni calcio, pugno, osso rotto e trauma sono per lui... Perchè se uno soffre anche l'altro lo fa... Ma non ho il coraggio di picchiarlo direttamente... È questo il problema..."
"Provi ancora qualcosa per lui... È questo che ti blocca... Ho visto quello che scrivi durante le lezioni al posto di seguire le lezioni, ho sentito quello che hai detto allo psicologo..."
"Ma tu, chi cazzo sei realmente?"
"Io? Io, non sono nessuno... Sono soltanto un'ombra..."
"Praticamente sei la pettegola della cittá..."
"Se vuoi vedermi in questo modo..."
"Ahahah si, così almeno non ho il terrore di vederti in giro"
"Ah grazie, guarda che non ti conviene avermi contro"
"Certo e cosa mi faresti?"
-Soko, mantieni la calma-
"Meglio che non te lo dico"
"Ahah sei ridicolo... So che non mi faresti nulla"
"Perchè non dovrei?"
"Perchè mi ami..."
"Che cazzata immensa, e chi è il coglione che te lo avrebbe detto?"
"Un uccellino"
"Si certo..."
"Controlla la chat, se non ci credi"
"Quale?"
"La nostra, stupido!"
Apro dal telefono, una conversazione di due giorni fa di cui non ne ricordavo l'esistenza. La leggo con voracitá come se stessi leggendo un libro appassionante, realizzo ciò che ho fatto.
Sono un coglione. L'ho sempre detto che non devo prendere il telefono in certe occasioni...
"Scusami, ero stanco e non sapevo ciò che scrivevo..."
"Si certo fai finta di nulla"
"Ti giuro, stavo lavorando da giorni su un progetto e..."
"Dai non ti arrampicare sugli specchi... Non serve..."
"Credi a quello che vuoi... Prima la storia di Dean e ora questo. Tu credi solo a quello che vuoi che succeda, non tieni conto dei significati nascosti"
"Cosa c'entra ora Dean con questa storia?"
"Cazzo. Ehm si è fatto tardi devo andare" dissi alzandomi dal letto dove mi ero seduto
"Siediti e spiega."
"Se lo facessi poi dovrei ucciderti"
"E cosa sei? Una spia, dai smettila con le frasi da film e spiegami"
-È senza speranza...-
"E va bene... Provo qualcosa per te, contenta?"
"Grazie quello lo sapevano anche i muri di casa mia... Devi spiegarmi cosa centra Dean"
Sospiro, posso davvero fidarmi di lei?
No. Decisamente, no.
Però mi aiuterebbe a compiere il mio piano, visto che farei scattare un meccanismo a catena. D'altronde anche lei odia Dean, anche se per motivi diversi... Beh l'importante è concludere questa faccenda.
"Senti, Jane, ora ti dirò ciò che devi sapere su di lui, ma promettimi che non ti farai influenzare... Altrimenti non dirai mai addio all'alcool... Ok?"
"Dici che ce la posso fare?"
"Certo. Sei forte abbastanza per farcela e io ti aiuterò"
"Grazie. Allora puoi continuare"
"Ok. Dean non si è mai voluto fidanzare con te, lo ha fatto solo per poi mettersi con Mario... Me lo ha detto lui. Quando vi siete incontrati dallo psicologo la prima volta, fin da quel momento lui non voleva altro che questo... Sapeva che eravate migliori amici e lui voleva eliminarti. Eri come un'ostacolo per lui, il suo obiettivo è sempre stato Mario. Non tu..."
Mi guarda come se stesse per esplodere in lacrime da un momento all'altro. Gli occhi lucidi e rossi lasciano cadere una lacrima sulle guance rosse. Il carvello manda un impulso al braccio facendo arrivare un pungno sulla spalla.
"E tu credi che io possa superare tutto ciò?"
"Si, e sai perchè? Perchè se io riesco a conviverci pur odiandolo, tu puoi liberare tutta la sua rabbia su di lui, ma non come hai sempre fatto... Questa volta potrai attaccarlo direttamente, anzi lo attaccheremo insieme"
"E come faremo?"
"Giocando in anticipo, noi sappiamo che Mario è sempre stato escluso da tutti e da tutto"
"E quindi?"
"Beh potremmo invitare anche lui alla prossima festa, così da poter attaccare sia lui che Dean..."
"Tu guardi troppi film... Ma mi piace la tua idea!"
"Lo so, dovrei smetterla"
"Bene allora organizziamo questa festa"
"Ci pensi tu? Io ora devo andare sul serio"
"Ok, ci sentiamo dopo, tesoro"
Scendo le scale ed esco dalla porta.
Finalmente il piano sta prendendo forma, così potrò finire il lavoro che avevo iniziato anni fa. Tra non molto lui morirá e io sarò libero da ogni colpa.
Nessuno potrá più collegarmi a quella strage.
Poi lavorerò nell'ombra, senza farmi notare, come ho sempre fatto.
   
 
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