Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: princess_sweet_94    10/04/2015    1 recensioni
Un regno perduto, una principessa scomparsa, una perla cambiata dal tempo e dalle emozioni… una nuova vita.
La nostra storia comincia diciotto anni dopo gli eventi che conosciamo: dopo che le principesse sirene Lucia, Hanon, Rina, Seira, Noelle, Coco e Karen sono state catturate e sigillate negli abissi dell’oceano, nuove principesse sono nate con l’unico scopo di prendere il loro posto… ma cosa succede quando una di loro scopre la verità e si mette alla ricerca delle loro predecessore coinvolgendo anche le altre, calpestando ogni regola?
Avventure, scoperte, emozioni e tanta ma tanta musica vi aspetta in questa storia!
{Ringrazio la mia Beta, nonché migliore amica, bambolinarossa98 per avermi aiutato sia con i personaggi sia a migliorare ed aggiustare la storia.}
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La giornata scolastica finì ben presto, con sollievo di tutte, e poterono finalmente tornare all’Albergo; lì Nikora le accolse con spazzoloni e stracci: “Dovete pulire le vostre camere da letto prima di potervi abitare!” aveva sentenziato consegnando a tutte l’occorrente.
Le ragazze la notte precedente (o quel che ne rimaneva) avevano dormito dentro dei sacchi a pelo stesi nel salottino dietro le scale come camera provvisoria, la donna le aveva anche avvertite che il giorno dopo avrebbero dovuto ripulire le stanze del terzo piano prima di poter scaricarci i loro bei sederini ma a quanto pareva con l’evento della scuola era loro completamente passato di mente. Ora erano esauste, con la testa che doleva per le lezioni e il fastidio degli abiti stretti che indossavano ma se volevano riposarsi non avevano altra scelta.
Così, per prima cosa, si chiusero a chiave nel salottino e si tolsero quelle fastidiose uniformi indossando i comodi vestiti che Kyoko aveva loro comprato il giorno prima; dopo di ciò si misero a lavoro.
Come scoprirono ben presto non c’erano solo le stanze da tirare a lucido ma l’intero corridoio del terzo piano.
“Era lì che alloggiavano le ragazze, dopo la loro partenza le ho vuotate completamente e ridipinte nel caso sarebbero servite agli ospiti ma quando ho saputo che erano state rapite ho chiuso il corridoio e nessuno ci ha più messo piede. Lì sopra c’è un intero lavoro di ristrutturazione da fare” aveva loro illustrato Hippo consegnando le chiavi delle porte ad Arashi, alla quale erano quasi cadute le braccia: forse non si sarebbero riposate tanto presto.
Cominciarono col togliere la polvere e lavare per terra in tutte e dodici le stanze, poi ridipinsero le mura del corridoio di un brillante bianco perlaceo, nel far quello erano già arrivate alla fine della giornata e così toccò a tutte dormire di nuovo nel salottino.
La mattina dopo era sabato, il che significava giornata libera dalla scuola, così si rimboccarono le maniche e cominciarono a lavorare fin dal mattino presto: aiutate da Hippo ognuna scelse una stanza, quella che più le piaceva, e armate di pennelli, rulli e barili le ridipinsero. Per fare più in fretta si divisero in gruppi da quattro in cui ognuno si occupava interamente di una parete della stanza: per l’ora di pranzo erano già tutte ridipinte con freschi e vivaci colori: quella di Kyoko era bianco panna, quella di Mikoto di un tenue non-ti-scordar-di-me, quella di Anne di un chiaro verde foglia, quella di Kanzaki era color lavanda, quella di Arashi azzurro chiarissimo, quello di Aika color arancia, mentre Yume era stata più di un quarto d’ora a decidere tra un forte giallo canarino o un accenno di giallo limone tendente al bianco. Alla fine scelse il giallo limone, con gran sollievo di tutte stanche di aspettare (anche se nel frattempo strafogavano i panini al pollo preparati da Nikora, tutta contenta di vederle lavorare con così tanto impegno).
Il resto del pomeriggio lo passarono a far su e giù dal terzo piano al garage sul retro, dove Hippo aveva sistemato tutti i mobili, in attesa che la vernice si asciugasse, e sistemarono tutto nel corridoio aiutati da Kaito che, saputo del lavoro di ricostruzione tramite Anne (che aveva instaurato un buon rapporto col suo nuovo cellulare), era venuto a dare una mano: lui non alloggiava all’Hotel avendo già una casa propria nel centro ma era stato comunque felice di aiutare. La serata fu loro concessa libera così che, armate di borse, portafogli e Nikora, uscirono per andare a fare shopping. Ora che erano sulla terra dovevano procurarsi dei vestiti e non potevano certo rimanere sempre con quelli che le aveva dato Kyoko per arrangiare il primo giorno. Girarono tutti i negozi di vestiti che c’erano in città e fecero un mucchio di compere consigliate dal gusto e dall’occhio esperto della donna, mentre Kaito e Hippo davano i loro pareri maschili (ben poco seguiti, come notarono presto).
Rientrarono che erano le undici passate, sfiniti e si infilarono immediatamente chi a letto chi nei sacchi a pelo: ma quella, per loro, sarebbe stata l’ultima volta, dall’indomani avrebbero dormito fra due morbidi guanciali.
La domenica fu l’ultimo giorno di ristrutturazione: dopo aver passato due giorni a pulire e dipingere, finalmente cominciarono ad arredare le stanze; verso le quattro del pomeriggio il terzo piano era tornato come nuovo. Le ragazze sistemarono i loro acquisti e le camere furono pronte per essere abitate.
“Avete fatto un ottimo lavoro!” esclamò Nikora soddisfatta osservando l’intero piano che sbrilluccicava, mentre le ragazze erano sedute con la schiena poggiata al muro riprendendo fiato.
“Ho la schiena dolorante!” si lamentò Aika.
“Non vedo l’ora di stendermi sul letto e dormire” le fece eco Yume. Nikora le guardò una ad una e poi sorrise:
“Ma si, ve lo meritate. Ma prima fate il bagno e mettete i vestiti a lavare: siete tutte sporche di vernice e polvere” raccomandò scendendo in cucina per preparare la cena.
In meno di mezz’ora erano tutte pulite e profumate, infilate nel pigiamino nuovo di zecca e pronte a stendersi sotto il caldo piumone.
 
Le ore scorsero come un fulmine e in men che non si dica erano già le otto e un quarto: l’ora di cena. Scesero in cucina ancora assonnate e impigiamate, nella sala da pranzo oltre Nikora, Hippo e Madame Taki c’era anche Kaito. Nel vederlo Aika cacciò uno strillo e corse di sopra a cambiarsi.
“Ma che le è preso?” chiese Arashi.
“Eppure quella che dovrebbe vergognarsi è Anne, mica lei” fece notare atonamente Mikoto alludendo al mini top con le spalline verde smeraldo indossato dalla giovane.
“Ehi!” abbaiò quest’ultima, offesa. Poi si sedettero a tavola e cominciarono a mangiare il fantastico pasto preparato da Nikora parlottando allegramente; dieci minuti dopo si unì a loro anche Aika, che ora indossava un golfino color oro, e si sedette tra Kyoko e Kanzaki mormorando freddamente: “Tacete!” mentre le due trattenevano a stento le risatine. Una volta che ebbero fatto sparire anche l’ultima fetta di torta alla vaniglia, decretando la fine della cena, Nikora preparò il tè mentre le ragazze punzecchiavano di domande il giovane Domoto.
“A proposito!” esclamò d’un tratto Arashi come se avesse avuto un lampo di genio “Non ci hai ancora detto come hai fatto a rimanere così nonostante siano passati diciotto anni” disse. Il ragazzo si bloccò con la tazzina di porcellana a mezz’aria, e la guardò sorpreso.
“Ah, beh…” farfugliò poi imbarazzato “… ehm… è… è complicato da spiegare…” mormorò arrossendo. Le ragazze lo fissarono perplesse mentre Nikora ridacchiava nel suo tè.
“Suvvia, Kaito… non essere timido!” esclamò sorridendo maliziosamente.
“N-non sono timido!” rispose lui accalorandosi sulle guance.
“Allora raccontalo!” lo sfidò.
“M-ma io…”
“Allora lo faccio se proprio non ci riesci!”
“No! No, lo faccio io!” si affrettò a dire il ragazzo poi si schiarì la gola e, guardandosi le mani poggiate sulle ginocchia, iniziò a raccontare “Come sapete io sono il fidanzato di Lucia, essendo un principe del mare e non un umano non ho avuto alcun problema a stare con lei e… si, insomma ci amavamo molto. Quando lei fu rapita la cercammo ma senza successo e intanto il tempo passava.
Io e lei avevamo la stessa età, ovvero diciotto anni, ma quando fu imprigionata in quel sonno profondo per lei e le altre ragazze il tempo si fermò: non sarebbero invecchiate di un solo minuto fintanto che fossero state addormentate. Dopo un anno iniziai a preoccuparmi e così… così…” ma non riuscì a dire altro.
“Così domandò alla Regina Aqua di ricevere la stessa sorte e di essere liberato solo quando sarebbe stata liberata lei” terminò Nikora con un sorrisino di chi la sapeva lunga mentre Kaito sprofondava con la testa fin sotto il tavolo.
“Oh, che cosa dolce!” esclamò Aika quasi strillando.
“Lo hai fatto per amore!” le fece eco Yume sporgendosi dalla sua postazione per vedere il ragazzo seduto a capotavola “E’ una cosa tenerissima!”
“Non vedi vergognarti, Kaito” disse Kyoko con un sorriso dolcissimo sulle labbra “E’ una gesto d’amore profondo: hai rinunciato a diciassette anni della tua vita per lei”.
“Si, lo so…” rispose lui e, vedendo il sorriso che tutte le rivolgevano, stirò anche lui le labbra “Ma è imbarazzante raccontarlo!” rise poggiandosi la mano sulla nuca mentre le altre scoppiavano a ridere.
“Oh, cielo! Che ore sono!” esclamò d’un tratto Nikora guardando l’ora “E’ tardi, dovete andare a letto o domani farete tardi a scuola”. Tutti osservarono l’ora e poi e guardarono Nikora come se fosse pazza.
“Ma sono le nove” fece notare Anne.
“Io voglio stare alzata un altro po’, voglio sapere tutto su quello che vi è successo quando eravate di guardia qui” disse Kyoko eccitata “So già di Gaito perché l’ho letto dal Diario di Aqua ma so che avete avuto a che fare anche con un altro nemico: Mikeru, giusto? Raccontaci quello che è successo!”
Tutte diedero il loro consenso e Nikora, guardando nuovamente l’ora, sospirò: “Ma dopo tutti a letto, eh?”
Dopo aver esultato scese il silenzio per dare lo spazio al ragazzo di raccontare: Kaito disse tutto a partire dal suo viaggio verso le Hawaii all’incidente, alla perdita della memoria; raccontò anche della ragazza che lo aveva trovato e aiutato, di tutte le avventure che avevano vissuto per colpa di questo Mikeru, dei guai delle principesse, dei nemici, delle sofferenze di Lucia e poi dello scontro faccia a faccia con l’angelo e la riacquisizione dei ricordi. E infine della battaglia finale dove le principesse avevano sconfitto Mikeru e spezzato la maledizione così che Mikaru potesse rinascere.
Alla fine del racconto erano già passate le dieci e tutte fissavano il ragazzo sbalordite prima che Kanzaki mormorasse un “Wow” sommesso.
“Però!” le fece eco Yume “E’ stata una cosa pazzesca!”
“Già” disse Kaito sopprimendo uno sbadiglio “Però ora è tardi, è meglio che io torni a casa” informò alzandosi. Anche le altre scattarono in piedi facendo strisciare le sedie sulle mattonelle bianche.
“Stavolta è proprio tardi!” annunciò Nikora “Forza, tutte a letto!” esclamò battendo le mani.
“Allora ci vediamo domani, ragazze. Buonanotte” salutò il ragazzo ricevendo dei ‘Notte’ e ‘A domani’ in risposta. Mentre salivano le scale un dubbio si insinuò nella mente di Kyoko: durante il suo racconto Kaito aveva parlato di una ragazza, ovvero Mikaru Amagi. All’inizio non ci aveva fatto molto caso ma pensandoci un po’ si accorse di aver già sentito quel nome e di riuscire anche ad accomunarci un sorriso… solo che non si ricordava né come né perché; forse si stava sbagliando o il sonno le giocava brutti scherzi, non lo sapeva ma continuò a rifletterci per tutte le scale ed il corridoio fin quando non fu sotto le coperte.
Si addormentò pochi istanti dopo con quel nome che le ronzava nelle orecchie, un dolce sorriso che le aleggiava nella mente e una frase, spuntata nella sua mente non appena fu scivolata nel sonno: “Piacere, sono Mikaru Amagi!”
La mattina dopo, quando si alzò tardi com’era prevedibile, non conservava alcun ricordo né del sorriso né della frase.
  
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