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Autore: __cory__    10/04/2015    10 recensioni
Il momento in cui un uomo si abbandona alla bestia, stanco di combattere contro i suoi desideri più oscuri.
500 parole esatte per descrivere una scena che si apre con l'avvistamento della vittima e che finisce poco prima del morso.
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: __cory__
Titolo della storia: Carne, sangue e libertà
Categoria mostro: licantropo 
POV (punto di vista): mostro
Rating: giallo
Introduzione: Il momento in cui un uomo si abbandona alla bestia, stanco di combattere contro i suoi desideri più oscuri.
500 parole esatte per descrivere una scena che si apre con l'avvistamento della vittima e che finisce poco prima del morso.
Note: Storia seconda classificata al Fatemi paura! Horror flash contest, indetto da rhys89 sul forum di EFP. Come richiesto dal regolamento la storia si apre con l'avvistamento della vittima e finisce un momento prima del morso.
Ho deciso di non caratterizzare particolarmente la vittima, di non darle importanza, perché volevo mettere in risalto la figura del mostro, che attacca non per motivi personali, per un'attrazione particolare o per vendetta, ma semplicemente perché vuole uccidere. 
E' un uomo-mostro ancora prima di essere un licantropo-mostro: all'uomo piace uccidere, indipendentemente dalla metamorfosi. Diventare un licantropo gli ha dato l'occasione giusta per iniziare ad uccidere, e strumenti adatti a tale scopo.

Storia partecipante al contest “Cuore d’Ombra” indetto da Laodamia94 sul forum di Efp .

 
CARNE, SANGUE E LIBERTA'
 
Aveva notato la sua nuova preda il giorno precedente, mentre tornava a casa dopo un'intensa giornata di lavoro.
Era un'anonima ragazzina bionda che avanzava tra la gente a passi svelti e occhi bassi, la schiena curvata dal peso dello zaino sulle spalle; i lunghi capelli lisci le cadevano sciolti davanti al volto, nascondendola agli sguardi distratti della gente, ma non ai suoi.
Prima della trasformazione non si sarebbe mai accorto di lei, ma adesso... il suo profumo lo aveva stordito e reso cieco dalla fame, riaccendendo in lui quegli istinti animali che cercava di sopprimere durante il corso della giornata.
Fingersi umano, lavorare, sorridere e vestirsi bene erano una recita da portare avanti tra un plenilunio e l'altro, necessaria per nascondersi tra la gente normale e condurre una vita all'apparenza rispettabile e dignitosa, sicuramente al di sopra di ogni sospetto.
Le prime metamorfosi erano state difficili: aveva tentato di controllare la bestia e di combatterla, terrorizzato dall'euforia che i corpi martoriati delle sue vittime provocavano in lui; ma a nulla era servito provare a convincersi dell'immoralità delle sue azioni o della malvagità dei pensieri che iniziavano ad affacciarsi nella sua mente: uccidere lo faceva sentire vivo e libero di essere ciò che voleva.
Cedere il controllo alla bestia era stato appagante: lei si abbandonava ai piaceri senza curarsi degli aspetti morali e delle possibili conseguenze, rendendo entrambi liberi di abbandonarsi all'istinto, quello stesso istinto che lo aveva portato davanti alla casa della ragazza, in attesa del momento giusto per rapirla e portarla nei boschi, dove avrebbe potuto finalmente dare inizio alla vera caccia.
Farla salire in macchina era stato fin troppo facile, e questo non gli piaceva neanche un po': amava sentire le urla delle sue vittime soffocate dal nastro isolante, i loro corpi muoversi invano nel tentativo di liberarsi, l'aria dell'abitacolo resa satura dalla paura emanata dalle sue prede; amava leggere la confusione sul loro volto quando le lasciava libere nel cuore del bosco, inconsapevoli di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Amava assaporare il momento in cui perdevano il coraggio, quando decideva di mettere fine ai preliminari e passare all'azione, ma soprattutto amava il terrore che provavano nel vedere il suo corpo illuminato dai raggi della luna, le sue ossa rompersi e ricomporsi in qualcosa di spaventoso, inumano, letale.
Il terrore di una persona che abbandona ogni traccia di speranza di fronte al manifestarsi del suo incubo peggiore.
E questa volta, pensò sorridendo, non sarebbe andata diversamente.
La ragazza era ormai stremata e riversa al suolo freddo, le gambe incapaci di sorreggerla e il corpo scosso da fremiti incontrollabili. Le lacrime si erano asciugate sul suo volto e gli occhi erano chiusi in una muta richiesta di pietà.
Una richiesta che sarebbe rimasta inascoltata.
La bestia era bramosa di nutrirsi: il terrore della ragazza era stato un ottimo antipasto, ma non era abbastanza. Lei voleva di più e lui non si sarebbe opposto. Spalancò le fauci - cedendole il controllo - e attaccò, nutrendosi di carne, sangue e libertà. 
  
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