Sono qui! questa storia mi ha preso davvero!
Questo cap è dal pov di Bella, e narra dell'incontro con i
Cullen. Il prossimo sarà narrato da Edward, che ci
mostrerà alcune caratteristiche della piccola e piccoli
segreti per fare il padre. un kiss!
a proposito, questo capitolo lo dedico alla mia sorellina, Arianna alias Minako chan in EFP, e al suo mondo di PIEK!
ledyang: Grazie, ecco il seguito!
Minako chan: tU SEI RIMASTA COSì O_O, EH? Ma se quando te le leggo le mie storie trovi sempre un pretesto per andartene! MA ti perdono, perchè hai inventatol il PIEK! Un kiss dalla tua sorellona!
Razorbladekisses: Eccomi tornata dopo un giorno, senza che le tue minaccie si siano avverate! ;), no scherzo. MI FA piacere che ti piaccia così tanto. Ho letto oggi la tua storia, è interessante e orginalissima! sono curiosa di vedere come andrà avanti!
Padfoot_07: Mi fa piacere che già stravedi per questa storia! E ancora di più se mi rivogi tnt domande! Vai, scrivimele e ti risponderò!
Bella’s pov
Era tutto così... perfetto.
Finalmente, dopo tanto tempo, tutto sembrava andare a
meraviglia.
La mia Piccola Brontolona aveva finalmente raggiunto la
piena maturità, e con essa tutti i vantaggi che ne derivavano. Non doveva più
nascondersi dagli umani, poteva finalmente vivere un vita “normale”, almeno per
quelli come noi.
Dopo tanto tempo, aveva finalmente cominciato ad andare a
scuola. Si era integrata benissimo, e a differenza nostra riusciva a integrarsi
alla perfezioni con gli umani; sembrava proprio che la nostra piccola Renesmee,
al contrario della sua famiglia, avesse sviluppato capacità contrarie a quelle
dei normali vampiri.
Riusciva a incantare gli umani con un solo dolce sguardo o un
sorriso amichevole, doti che aveva acquisito dal padre – era lui il
manipolatore della famiglia, e a quanto sembra era un bravo insegnate anche per
la nostra bambina – mentre noi con la nostra natura e il nostro aspetto troppo
perfetto non facevamo che allontanarli; inoltre, sembrava aver sviluppato una
sorta di adorazione per tutti i membri del branco di
Finalmente eravamo una vera famiglia.
Con un sorriso poggiai il capo sulla spalla di Edward.
Il mio Edward.
Senza smettere di suonare, mio marito voltò il capo per
lanciarmi un’occhiata curiosa, accompagnata da quel sorriso fantastico che
sapeva sciogliermi.
“A cosa pensi?” mi chiese in un sussurro
“A quanto sia fortunata” risposi quasi sognate “E a quanto
la nostra vita sia perfetta”
Lui chinò la testa e mi sfiorò la fronte che le labbra
morbide.
“La mia lo è da quando ti ho vista, amore” sussurrò
Ecco, ora se fossi stata umana sarei arrossita. Ringrazio il
fatto che i vampiri sono pallidi e rimangono tali, qualsiasi cosa si dica loro.
“Ehi, piccioncini, la piantate di sbaciucchiarvi in
pubblico?” sbuffò Emmett spaparanzato sul divano “Esistono gli alberghi, per
certe cose!
“Io ti ho sopportato per quasi un secolo, e continuo
tutt’oggi” replicò Edward
“Ehi, verginello, non è colpa mia se non ti sei mai dato una
svegliata prima di Bella” disse lui facendo zapping “E poi, anche con lei, ti
sei fatto dei problemi assurdi. Mi domando dove abbia trovato la forza di
starti appress...”
Edward gli lanciò lo spartito, e di seguito il cuscino,
tanto per essere sicuro di averlo colpito.
“Taci” gli intimò “o ti scateno contro Bella”
“Pauuura!”
“Giochiamo ancora a braccio di ferro, fratellone?” lo
provocai ghignando
Era diventato il nostro passatempo preferito, oltre alla
normale competizione durante la caccia; dopo il primo anno, in cui per
giustizia, mi ero rifiutata di giocare ancora con Emmett a braccio di ferro,
erano iniziate regolari sfide tra me e il mio fratello-orso preferito. Tutti
partecipavano attivamente alla nostra competizione amichevole – all’inizio –
alimentando la nostra rivalità e scommettendo sul risultato.
Era uno dei nostri
“Passatempi Famigliari”.
“A quanto state?” chiese Esme alzando gli occhi dal cuscino
che stava ricamando
“Millecinquecentosettantaquattro a
millecinquecentosettantadue per Emmett” ci informò Alice entrando in salone
scortata da Jasper
“Emmett ne ha vinte due in più perché Bella si è lasciata
distrarre” sogghignò Jasper guardandomi rassegnato “Eh, sorellina, devi
concentrarti solo sul tuo obbiettivo, invece di pensare ad altro...”
“Certo, perché tu ed Quil non c’entrate proprio niente,
vero?” replicai io
“Mah, forse...” ridacchiò lui sedendosi al fianco di Emmett
sul divano
“Non ti scaldarti, sorellina, te la do la rivincita” mi
promise sornione Emmett “Ma dopo, ora c’è la partita. Vieni Ed?”
“Eccomi” disse Edward intrecciando un attimo le dita con le
mie e baciandomi una guancia
“Il cucciolo dov’è?” chiese Jasper “Aveva detto che sarebbe
arrivato in tempo per l’inizio. Mi deve ancora cinquecento dollari”
“Arriverà, arriverà” gli assicurò Edward “Anche perché non
vorrà rischiare di far alterare i genitori della sua ragazza. Lo dico per lui”
“Io invece spero sempre che faccia qualcosa che mi dia l‘occasione
di pestarlo” sibilò Rosalie sfogliando con rabbia la rivista “Rubarci così la
nostra piccola, maledetto cane...”
Sospirai andando ad accomodarmi al suo fianco. A Rosalie Jacob
non era mai andato giù, in più il fatto che avesse subito l’imprinting con
Renesmee non aveva migliorato il loro rapporto, anzi, lo aveva fatto
degenerare. Era stata lei a scagliarsi contro Jacob quando ci avevano
annunciato il loro fidanzamento; forse fu per quello che io e Edward fummo così
misericordiosi con lui, o forse perchè Rosalie gli aveva fatto due occhi neri,
tre costole incrinate e gli aveva rotto una gamba, in più punti.
Era davvero una furia bionda.
“Dai, Rose, non prendertela. Sai che Jake la proteggerà da
qualsiasi cosa tenterà anche solo sfiorarla con un pensiero cattivo, proprio
come faresti tu”
“Per favore, Bella, non paragonarmi a quel cagnaccio” mi
disse con un tono disgustato
“Ok, allora fallo per la nostra Renesmee” riprovai “Sai che
lei ci sta male, quando litigate sul serio. Ci proverai?”
“Uf... solo perché è la nostra piccola, niente di più” sorrise
lei
“E ti autorizzo a picchiarlo ogni volta che farà una cazzata
che la possa far soffrire, ok?”
“Andata” Gli occhi le brillarono all’idea.
“Ehi, perché noi tre non ce ne andiamo a fare un po’ di
shopping?” propose Alice sedendosi tra di noi con un sorriso “I maschi stanno
guardando la partita, non abbiamo da fare, mi sembra perfetto!”
“Alice, ci siamo andati tre giorni fa! Cosa vuoi che sia
cambiato in tre giorni?” mi lamentai io
Come da umana, odiavo lo shopping in Alice style. Mi
spaventava a morte.
Sicuramente non saremmo tornate prima di sera.
“Tutto!” replicò lei “Rose, sei con me?”
“Si, va bene” le rispose la sorella riponendo la rivista
“Non contate su di me!” mi tirai subito indietro “Non ho intenzione
di essere ancora la vostra Barbie! Mi rifiuto”
“Per fortuna tua figlia non ha ereditato questa tua fobia
dello shopping” sbuffò Alice “Lei si che mi da soddisfazione!”
“Già, ogni giorno ti assomigli sempre di più” concordai “Se
non fossi sicura di essere io sua madre penserei che lo sia tu”
“Quella piccoletta! Il mio orgoglio!”
“E la rovina del mio conto in banca” replicò Edward seduto
sul divano, concentrato sulla partita “Non so se riusciremo a resister
un’eternità con lei e te, sai? Potremmo finire in bancarotta”
“Ma smettila! Le mie previsioni sono perfette, non avremo
mai problemi!”
“Si, ma se escono più soldi di quanti ne entrano...”
“Ancora liti sullo shopping?” domandò Carlisle con un
sorriso, entrando in salone
“Tua figlia vuole obbligarmi a subire
“Lo farei, se servisse a fermarla” rise Carlisle prima di
scoccare un bacio sulle tempie ad Esme
“Grazie Carlisle. Sei incoraggiate!” disse alzando il
pollice.
Le fusa dolci della Volvo di Edward sul viale
preannunciarono il ritorno dei mia figlia e di Jake.
“Eccoli” sospirò sollevata Rosalie “Quel cane non ha il
minimo senso della puntualità”
Edward spostò lo sguardo verso la finestra, corrugando le
sopracciglia in un’espressione perplessa.
“Cosa c’è?” chiese Jasper
“C’è che tutti e due mi stanno escludendo dalla loro mente”
annunciò lui sospettoso “Qualcosa non va...”
“Bene! Un’occasione per pestare il cagnaccio!” esclamò
allegra Rosalie, alzandoosi e facendo scrocchiare la nocche.
Carlisle si avvicinò alla finestra e guardò fuori.
“Ehm, ragazzi... perché solamente Jacob si sta avvicinando
alla porta?” disse a alta voce
Ok, adesso iniziavo a preoccuparmi. Dov’era mia figlia?
In un secondo, Edward fu al mio fianco e puntò il suo
sguardo verso l’ingresso del salone. La nostra famiglia si dispose ai nostri
lati, attenta.
“Buonaseeeeeeeeera!” Il vocione allegro di Jacob ci
raggiunse dalla porta, mentre entrava. La voce era allegra come sempre, seppur
leggermente tesa; poco male, significava che mia figlia stava bene ed era con
lui.
“Ehm, gente! Ci siete? State tutti vedendo la parti... WO!!”
esclamò, facendo un balzo indietro, spaventato nel ritrovarsi di fronte una
famiglia di vampiri in attesa di spiegazioni.
“Accidenti, ragazzi, lo so che voi non ne avvertite il problema,
ma io ce l’ho un cuore! Potrebbe prendermi un infarto!” boccheggiò portandosi
una mano sul cuore “Perché lo schieramento in soggiorno? È forse il mio compleanno?”
“Jacob” lo salutammo tutti stranamente formali
“’Sera” disse lui titubante “ehm... va tutto bene?”
“A noi si” disse Rosalie con un ghigno “A te non saprei”
“Dov’è Nessie?” chiese Carlisle, cordiale come al solito
“In macchina, ora arriva” rispose Jacob
“Bene, così possiamo chiacchierare un po’, Jake” sogghignò
Edward “Come mai mi stai escludendo dalla tua mente? Pensavo che tra noi ci
fosse un accordo...”
Ed era così: Edward aveva dato il suo consenso alla
relazione di Jake e Nessie a patto che potesse avere libro accesso alla sua
mente; Jacob aveva accettato di buon grado, dicendo che tanto non ci sarebbe
stata differenza... quanto si sbagliava!
“Ah, quello... è stata un’idea di Nessie” disse, a disagio
“Vedete, io son qui come... ambasciatore. Vedete... nel bosco...”
“Jacob Black, non avrai fatto quello che credo con mia
figlia, vero?” ringhiai, e appreso a me anche Rosalie.
Questa non gli l’avrei perdonata, neanche tra mille anni. La
mia brontolona era ancora una bambina, non era pronta! E io glie l’avrei fatto capire,
con le buone o con le cattive: quel cucciolo avrebbe imparato a controllare i
suoi ormoni, quant’è vero che io mi chiamavo Isabella Marie Swan Cullen!
“Che? NO!” esclamò subito “Ma ti pare! È ancora piccola, e
poi tremo al solo pensiero di quello che mi potresti fare nel caso in cui....
ma guarda in che situazione mi devi cacciare! E tenente la psicopatica!”
esclamò, visto che Rosalie aveva fatto un passo verso di lui, minacciosa.
“Ho un nome, cane!”
“Anche io. Ma non è questo il momento di scontrarci, bella
pazza. Devo dirvi una cosa” disse Jacob
“Jake, la finisci di tirarla per le lunghe?” chiesi
spazientita
“Ok, però voi mettetevi comodi. E abbandonate a posizione
d’attacco, se non l’avete capito io sto con voi”
“Questo dipenderà da ciò che dirai, cucciolo” sibilò Rosalie
Ci andammo a sedere tutti, rivolgendo la nostra attenzione a
Jacob.
Speravo per lui che avesse una buona spiegazione, perché non
ero del tutto sicura che stavolta avremmo potuto fermare Rosalie.
Jacob avanzò al centro della stanza, ancora nervoso, e
iniziò a tormentarsi la felpa con le grosse mani calde. Fissava i nostri volte
agitato, temendo uno scoppio.
Mi venne da ridere, e non mi trattenni. Ah, Jacob, sempre il
solito!
“Dai, Jake, sputa il rospo!” gli dissi con un sorriso
“Nessuno di noi qui ti farà del male, lo sai”
“Disse quella che la prima cosa che fece, dopo essere
diventata un vampiro, fu saltarmi alla gola” ricordò lui
“Si, ma li avevo un buon motivo” liquidai la faccenda “Ora,
mi sembra di aver capito che Renesmee sta bene, è dentro la macchina e non
l’avete fatto. Quindi, per me non hai colpe, al momento”
“E tu, bell’imbusto? Concordi?” chiese a Jacob
“Per ora si, Jake. E se smetti di recitare a memoria la
pubblicità dell’ammorbidente sarò più comprensivo” sorrise Edward “Mi sta
leggermente bucando il cervello”
“È un’idea di tua figlia” sogghignò Jacob “Perché, vedi,
siccome mi ama” e roteò gli occhi al
cielo, come se non ne fosse più tanto sicuro “ha deciso di immolarmi al suo
posto”
“Che vi è successo?” chiese Alice curiosa. La tormentava non
poter vedere cosa succedeva alla sua nipotina, diceva che era frustrante.
“Beh, ecco, mentre giocavamo nel bosco, abbiamo sentito....”
“Jake, allora? glie l’hai detto?”
La voce soave della mia bambina mi distrasse , facendomi
sbocciare un gran sorriso sulle labbra, così come al resto dei vampiri in
salone.
Ci voltammo verso la porta.
“Ciao Nessie!” la salutammo
“Ehi... che cos’è questo rumore?” chiese Jasper
Tutti tendemmo le orecchie, in ascolto. Jacob si batté una mano
sulla faccia.
I rumori più forti, in quel momento in casa, erano tre. Il
rimbombare tuonate del grosso cuore di Jacob, più forte perché più vicino a
noi, quello più leggero e veloce di nostra figlia – che mi era sempre apparso
come la musica più leggiadra del pianeta – e uno nuovo.
Era simile al battito cardiaco, ma era... più basso, e
veloce. Era simile al battito di un colibrì.
Nessie entrò nel salone con in braccio una cesta di vimini.
Si bloccò con un piede a mezz’aria, sorpresa di trovarci
tutti a fissarla con un’espressione perplessa.
Arrossì di colpo e fece un passo indietro. Chiaro sintomo
che ci stava nascondendo qualcosa.
Nessie ci guardò un altro secondo, e poi si rivolse a Jacob
scoccandogli uno sguardo d’accusa.
“Ma non glie l’hai detto?” protestò
“Non ho avuto il tempo! La tua famigli mi aspettava pronta a
fucilarmi!” si difese Jacob
“Nessie, che succede? Che cosa c’è in quella cesta?” chiese
dolcemente Edward
Nessie sospirò, abbassando la testa, e si arrese.
“Va bene, d’accordo, ve lo dico. Però voi non arrabbiatevi”
ci chiese
“Oh, tesoro, e come potremmo?” le dissi con un sorriso “Avanti,
dai, diteci tutto”
Jacob, sollevato dall’enorme peso della confessione, sorrise
e si mise al fianco di Nessie.
“Grazie, Jacob! Davvero, non so cosa avrei fatto senza il
tuo aiuto” gli sibilò Nessie
“Dovere, milady” ridacchiò lui, lanciando un’occhiata dolce alla
cesta
Ok, molto strano. Io e Edward ci scambiammo una veloce
occhiata, poi tornammo a concentrarci su nostra figlia.
“Ok, famiglia, state a sentire” iniziò Nessie seria “Oggi,
mentre giocavo con Jake nel bosco, abbiamo sentito un rumore insolito provenire
dal folto degli alberi...”
“E siete andati a vedere” dedusse Edward con un sorriso “La
curiosità è vizio di famiglia, eh?”
Nessie fece un gran sorriso al padre; chissà, forse aveva interpretato
la benevolenza del padre come un buon presagio.
“Esattamente” annuì
“Quindi in quella cesta c’è il tuo nuovo animaletto
domestico?” chiese Emmett curioso
“Ehm, non proprio” rispose Nessie “Vedete, quello che abbiamo
trovato non è esattamente un animaletto...”
“È una cosa che non sospetteresti mai di trovare abbandonata
in un bosco” disse Jacob
Alzammo tutti un sopracciglio, chiedendo spiegazioni.
Nessie sospirò tendendo la cesta a Jacob; si posizionò di
fronte a lui, in modo tale che non potessimo vedere cosa ne stesse estraendo
fuori.
Poi, si voltò verso di noi.
Trattenemmo il respiro.
Tra le braccia di Nessie dormiva beatamente una bambina
meravigliosa.
La pelle di un bianco purissimo, leggermente rosata, priva
di imperfezioni umane; il corpo piccolo e armonioso; un viso scolpito dagli
angeli; i capelli neri, scuri come la notte; quell’espressione beata....
C’era una sola altra creatura divina che poteva
assomigliarle: Nessie.
Quella neonata era stupenda, proprio come la mia bambina.
Non riuscii a staccare gli occhi da quel visetto angelico.
“Una... neonata?” boccheggiò Alice stupita “Abbandonata in
un bosco? Ma siamo a ottobre!”
“Chi ha potuto fare una cosa del genere?” ringhiò Rosalie
“Chi abbandona un figlio fa una violenza su di lui e su sé
stesso” disse Esme “Ma non posso proprio credere che qualcun abbia potuto
abbandonare una creatura addirittura in un bosco...”
“Ragazzi, ma avete visto bene com’è?” disse Emmett rapito
“Praticamente è identica a Nessie!”
“Una bellezza così sconvolgente avrà di certo spaventato gli
esseri umani” disse saggiamente Jasper “Se ne saranno voluti liberare...”
“Ma nessuno potrebbe mai abbandonaro in un bosco una bambina
così piccola!” protestò indignato Edward “è abominevole!”
“Soprattutto in questo periodo dell’anno” convenne Carlisle
“A meno che non la volessero... morta”
“Ma è orribile!”
“Si, ma c’è un’altra cosa che dovreste sapere” disse Jacob
“Vedete. La bimba ha...”
Ma in quel momento, infastidita dalle nostre voci troppo alte,
la bambina iniziò ad muoversi tra le braccia di mia figlia, emettendo versetti
assonati.
Nessie e Jacob abbassarono immediatamente il capo verso di
lei.
La bambina aprì lentamente gli occhi... e noi ringraziammo
mentalmente di non avere un cuore che batteva, come aveva detto Jacob, perché a
questo punto ci saremo rimasti tutti.
La bambina aveva due bellissimi, intensi occhi viola.
Era... stupenda.
I suoi occhietti vagarono assonnati per la stanza, mentre
sbadigliava, e infine si posarono su Nessie.
“Ehi, ciao!” la salutò mia figlia con un enorme sorriso
“Dormito bene!”
Gli occhi della bambina si illuminarono, come riempiti di
stelle, e le rivolse un sorriso allegro, tendendo le manine verso di lei.
“Ecco, era questo che volevo dirvi” sospirò Jacob con un
sorriso “A quanto pare, è degna di entrare nel club dei Cullen, per quanto
riguarda le stranezze”
“Jacob, smettila!” lo rimproverò Nessie
Sistemò la bambina in modo tale le ci potesse vedere in
volto, e ci rivolse uno sguardo speranzoso.
La neonata si guardò intorno meravigliata, e poi posò il suo
sguardo su di noi. Gli occhi le si spalancarono per la sorpresa, e iniziò a
ridere, tendendo le manine verso di noi, allegra.
“Che... bella....” sussurrai, totalmente rapita da quella
strana bambina
“Allora... che ne facciamo?” chiese Nessie lanciando uno
sguardo adorante alla bambina
Io avanzai lentamente verso di loro, senza staccare gli
occhi dalla bambina.
Mi avvicinai a loro e Nessie la strinse a sé, temendo che
glie la potessi portar via. Rivolsi a mia figlia un sorriso complice, e tornai
a fissare la bambina, che ricambiava il mio sguardo entusiasta.
Respirai a fondo il suo profumo: sapeva di rose e fiori di
pesco, mischiato all’odore di luna piena in una notte di stelle. Non avevo mai
sentito un odore così buono, oltre forse quello di Nessie e di Edward.
Senza rendermene conto, la presi in braccio e le portai il
viso all’altezza del mio. Ci studiammo per qualche momento, in balìa l’una
dello sguardo dell’altra.
Poi, la piccola posò la sua manina calda sulla mia guancia,
e mi guardò rapita.
Non resistetti più e me la strinsi al petto.
“È un si?” chiese entusiasta Nessie, capendomi al volo
“Ovviamente, piccolina!” le risposi con una risata
“Ah, mamma, sei la migliore!” esclamò mia figlia
abbracciandomi “Ho una sorellina, che bello! Ho una sorellina!”
“Cosa?!” esclamarono piuttosto sorpresi i presenti
“Ma Bella... ne sei sicura?” domandò Emmett
“Non vorrai lasciare una piccola così speciale ad un
orfanotrofio, vero?” replicò acida Rosalie, venendo verso di noi “Io non lo
permetterò!”
Mi venne vicino e mi sorrise raggiante, rivolgendo poi
un’occhiata dolcissima alla bambina, porgendole una mano; la piccola le afferrò
un dito affusolato e lo strinse ridendo.
“Io sono d’accordo con loro, non possiamo lasciarla” disse
decisa Esme
“Concordo!” esclamò Alice euforica “La famiglia Cullen da
oggi avrà un nuovo, specialissimo membro!”
“Beh, a quanto pare siete tutte d’accordo” sospirò Jasper
con un sorriso “Perciò non mi resta che dire: benvenuta in famiglia, piccolina”
“Jasper, ti ecciti troppo quando interpreti il ruolo dello
zio” lo prese in giro Emmett “Ma anch’io non sono da meno, perciò... benvenuta,
marmocchietta!”
Ci vennero vicino anche loro e le accarezzarono le mani con
una delicatezza infinta.
Restavano solo Carlisle ed Edward.
“Beh, a quanto pare sono di nuovo nonno” commentò con un
sorriso Carlisle “Meraviglioso, oserei dire!”
Edward continuava a fissare la bambina come incantato, senza
proferire parola.
Nessie iniziò a preoccuparsi.
“Papà, che succede? Non la vuoi?” chiese addolorata
Io trattenni una risata e avanzai fino a mio marito, tenendo
ben stretta la bambina.
Sorridevo. Conoscevo troppo bene Edward.
Mi fermai davanti a lui e gli tesi la bambina.
Lui mi osservò come sorpreso mentre glie la mettevo tra le
braccia, facevo dietrofront e tornavo dagli altri. La mia brontolona mi guardò
preoccupata
“Ma che sei matta? Adesso la sbrana!” esclamarono Jacob e
Rosalie
Io ridacchiai, fissando mio marito.
Edward fissava venerante quella bambina, tenendola stretta al
petto con dolcezza; era lo sguardo che rivolgeva solamente a una persona lì
dentro. La nostra Nessie
Era lo “Sguardo del Papà”.
La bambina contemplava Edward con curiosità, incantandolo
con i suoi occhi viola. Poi, lentamente, alzò una manina e la posò sul suo
viso, sfoderando quel suo sorriso stupendo.
E finalmente, Edward si sciolse.
Le sorrise con il suo sorriso speciale, portandosela sopra
la testa e mangiandosela con gli occhi.
“Ciao!” le disse allegro “Benvenuta in casa Cullen, piccola
mia!”
Scoppiammo in un applauso.
Nessie corse verso di lui e lo abbracciò forte, stando
attenta a non colpire la bambina; gli diede un bacione sulla guancia e lo
abbracciò.
“Grazie, grazie, grazie, mille volte grazie!” urlava la mia
bambina “Ho sempre voluto una sorellina! Grazie papà!”
“Prego, piccola!” rise lui stando attento a non fare del
male alla neonata
Io mi avvicinai a lui e lo baciai.
“Ti amo” sussurrai “Sei stato bravo”
“Ti amo anch’io” mi sussurrò in risposta “E poi non potevo
abbandonarla”
Fissò la bambina negli occhi, che intanto stava giocando con
una sua ciocca di capelli “Mi ha conquistato, come con Nessie”
“La tua era solo la paura di un’altra paternità” lo presi in
giro “Non volevi prenderti una così grande responsabilità, vero?”
“Oh si, guarda, avevo proprio una gran paura!” rise lui
“Però, sanguisuga, ti piace fare il padre, eh?” lo prese in
giro Jacob venendo avanti “E bravo rosso!”
“Jake, piantala, o dico a papà cos’hai fatto” lo minacciò
Nessie
“Che cosa hai fatto, cane?” chiese Edward
“N-niente!” si affrettò a dire Jacob
“Fammi indovinare... hai guidato
“Cosa?!”
“Grazie, Bells”
Edward sembrò voler ringhiare, ma l’euforia collettiva lo
fece calmare.
“Ti meno dopo, Jacob. Ora ho da fare” disse solo
“Ah, a proposito della Volvo, c’è il mio zaino lì” disse
Nessie “Torno subito”
Fece per uscire ma, quando era sulla porta, la bambina emise
un verso strizzato.
Nessie e tutti noi ci voltammo a guardarla stupiti: aveva
gli occhi lucidi, le manine tese verso mia figlia, e muoveva i piedini come per
andare da lei.
“Credo che sia un po’ contraria all’idea di separarsi da te,
Ness” disse Emmett
“Non preoccuparti, piccola, torno subito” disse Nessie
facendogli l’occhiolino e avanzando di un passo verso l’ingresso.
La piccola emise un singhiozzo e riuscì a divincolarsi dalle
braccia di Edward.
Ma prima che potesse
riuscire a toccare terra, o meglio, prima che qualcuno potesse prenderla, si
librò in aria e svolazzò con un sorriso verso Renèesme, che la prese in braccio
sbalordita.
La fissammo tutti scioccati.
“Beh, Nessie... ecco un motivo valido per non portarla
all’orfanotrofio” riuscì a dire Jacob, stupefatto.
Angolino - ino - ino:
Piaciuto anche questo? Fatemi sapere.
Il prossimo, dal pov di Edward, si chiamerà
The Perfect Name.
un kiss dalla piccola Usagi