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Autore: VengenzIsMyLife    11/04/2015    1 recensioni
Riesci a sentire il silenzio? Riesci a vedere il buio? Puoi riparare ciò che è distrutto? Riesci a percepire il mio cuore? Puoi aiutare il disperato?
Beh, ti sto implorando in ginocchio. Puoi salvare la mia anima bastarda?
Mi aspetterai?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2° Capitolo- Bully


Il giorno dopo, la giornata a scuola passa abbastanza tranquillamente. Le noiose ore di matematica e biologia sono filate lisce anche grazie ai prof che con questo tempaccio sono presi dagli acciacchi dell'età. La mensa era abbastanza spoglia, i ragazzi hanno preferito starsene a casa anziché fare quattro passi sotto la pioggia.
La campanella di fine lezioni mi fa sussultare e mi riporta sulla terra ferma.
È da tutto il giorno che penso a quella ragazzina...come si chiamava? Ah, si, Teddy. Oggi non si è vista in giro, forse non è manco venuta a scuola.
Sbuffo ed esco dall'aula, raggiungendo i ragazzi all'entrata. 
-Zee, vieni con me? Visto che sei senza auto- mi chiede Brian uscendo le chiavi della sua BMW dalla tasca del giubbotto. 
-No, faccio due passi a piedi-
-Ma sta piovendo-
-È solo acqua- gli do una pacca sulla spalla e mi infilo le cuffiette, facendo partire i Guns n Roses. 
Esco dall'istituto insieme all'ammasso di alunni che si dirige nella mia stessa direzione, ma cerco di superarli facendo slalom tra i loro corpi messi uno di fianco all'altro.
-Ei, sfigata!- 
Un gruppo di ragazzi messi a cerchio stanno sghignazzando come delle iene contro qualcuno che non riesco a vedere. Mi fermo, ossevando la scena disgustato. Il degrado di questa città mi fa accapponare la pelle ogni giorno di più, facendomi maledire i miei per avermi portato qui dopo la mia nascita.
-Vai a farti una plastica facciale, spaventapasseri- ride Eithan Stevenson al loro bersaglio. 
-Lasciatemi stare!- 
La voce di una ragazzina attira la mia attenzione al centro del cerchio. 
È Teddy.
-Perché non la lasciate stare? Prendetevela con persone della vostra taglia- li sfido, guardandoli tutti negli occhi.
-Ma guardate un po chi c'è- ride Finn, il capo del gruppo.
-Che c'è, Baker? Ti stiamo infastidendo?- riprende Eithan. 
-Lasciatela in pace- la prendo per un braccio, tirandola fuori dal cerchio.
-Sei un gustafeste, Zacky-
Li ignoro, portando Teddy lontano da quell'ammasso di merda.
Lei si limita a seguirmi senza dire una parola.
-Ti hanno fatto del male?-
-Sto bene-
Mi fermo a guardarla negli occhi -Non sembra-
-Sto bene- distoglie lo sguardo, guardando il cielo.
Sorrido, divertito dal suo comportamento. 
-Posso andare a casa, adesso?- si sta torturando le mani.
-Ti accompagno, non si sa mai-
-Sono quasi arrivata, vado al negozio di papà-
Profuma davvero di cocco e miele.
-Allora?-
-Si...ehm...dovevo giusto andare li a comprare qualche bottiglia per la festa di stasera-
-Fantastico- allontana la mia mano e s'incammina. 
Ha le mani morbide e...cosa cazzo mi prende? Perché sto pensando a tutto questo? 
Scuoto la testa per allontanare i pensieri e la seguo. 
-Ti chiami Teddy, vero?-
-Si. E tu sei Zacky-
-Si- rido -La mia fama mi precede?-
-Altrochè- fa schioccare la lingua. 
-Comunque...non dare peso alle loro parole. Sono dei deficienti-
-Ormai non mi feriscono più- apre la porta del negozio con una mano ed entra. 
La seguo a ruota, richiudendola alle spalle.
-Papà, sono tornata- 
Il signor Sparks è un uomo anziano, sulla sessantina, che tira avanti questo posto da quando ho memoria. Mio padre una volta mi disse che lo tramandano di generazione in generazione. Mi raccontò anche che sua moglie morì in un incendio tempo fa, quando Teddy era ancora una bambina, e da quel giorno in città non si parlò più dell'accaduto. 
-Ciao, posso aiutarti?- mi chiede il nonnetto.
-Dovevo prendere delle casse di birra-
-Mi fai vedere la tessera?-
-Certo- cerco la mia finta patente che dimostra i miei finti ventuno anni, ma sembra non esserci.
-Era qui, ma...-
-Vorresti farmi credere che tu abbia ventuno anni?- ride lui.
Alzo un sopracciglio. 
-Papà, vai a riposare, ci penso io qui- interviene Teddy, sfoggiando a suo padre un sorriso carico di tenerezza. 
-Va bene, piccola- ricambia il sorriso e si congeda nell'altra stanza. 
-Non posso darti l'alcool-
-Suvvia, chiudi un occhio- la prego mentalmente. 
-Passo guai-
-Nessuno verrà a saperlo-
-Alla festa lo sapranno tutti- incrocia le braccia al petto.
-Quale fes...ah, la festa- mi gratto la testa -Ehm...allora niente?-
-Non c'è nessuna festa, vero?- ride.
Sorrido, guardando i suoi denti perfettamente dritti e bianchi -No, mi hai beccato-
-Era una scusa per accompagnarmi sana e salva-
Annuisco imbarazzato quanto mai.
-Aspetta qua- viene fuori dal bancone e si avvicina allo scaffale delle birre, tirando una cassa verso di se -Tutta tua, ma bevila da solo-
-Sei sicura che puoi?-
-No, non posso, ma mi fido di te-
Esco una banconota da dieci e la metto sul bancone -Grazie mille-
-No, non voglio i soldi. Ti devo un favore- sorride ancora.
Giuro che se continua così mi esplode il cervello. 
-È vero- prendo la cassa di birra, tenendola come si fa con i neonati -Allora...ci si vede-
-Ci si vede- 
Riprendo la banconota e la infilo in tasca -Buona giornata- le sorrido, osservando il suo sguardo perso tra le nuvole che riesce a far perdere anche me.
Non dice neanche una parola, ma credo che mi sia tanto grata per averla salvata. Mi sta fumando il cervello, devo uscire. Spalanco la porta e mi precipito fuori, rendendomi conto solo adesso che dovrò tornare a casa a piedi con una cassetta di birra fra le braccia.



NOTE DELL'AUTRICE: salve a tutti! Finalmente sono tornata a pubblicare una nuova storia piena di colpi di scena, passioni, amori e sentimenti. Questa fanfiction è un po diversa dalla precedente "Somebody mixed my medicine" (che grazie a voi è una delle più popolari), ma spero vivamente che anche questa vi coinvolgerà. Non mi dilungo troppo, fatemi sapere che ne pensate.
Baci, La vostra Fede <3
  
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