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Autore: MrRaider    11/04/2015    1 recensioni
Dopo la morte di Terzo, Deus ha deciso di sostituirlo con un altro partecipante, e ha scelto l'eroe americano Jack Bauer, che ha da poco salvato Londra da un altro attentato terroristico e che ha accettato di partecipare. Se la caverà Jack? Riuscirà a vincere il Survival Game?
____
"-Credetemi.- disse ora Jack. -Voi non sapete di cosa sono capace. E se qualcuno di voi si metterà sulla mia strada lo ucciderò.-"
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yukiteru Amano, Yuno Gasai
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Via di fuga

 
Si trovava ancora nel quarto piano dell’edificio, con un branco di cani sotto di lui che continuavano ad abbaiargli. Ne aveva contati in tutto 15. Uno scontro diretto lo avrebbe portato subito a perdere, perciò l’unico modo per cavarsela era giocare d’astuzia, cercare di uccidere gruppi piccoli di cani il più velocemente possibile.  Ma aveva dalla sua il Diario della CTU, che gli diceva le posizioni dei cani.
Cominciò subito togliendolo dalla tasca e leggendo

“10:33. Tre cani stanno salendo le scale e si dirigono verso di me.”

Circa un minuto di tempo. A quel punto gli venne un’idea: prese del C4 e lo appese al muro vicino, dopodiche si allontanò per aspettare i cani. Dopo qualche secondo eccoli apparire diretti verso di lui.

Ancora un po’… Ancora un po’…

Appena i tre furono vicini all’esplosivo piazzato, Jack premette il bottone del telecomando e il muro esplose assieme ai cani.

Tre andati.

Oltrepassò il luogo dell’esplosione e cominciò a scendere le scale. Si mosse con cautela e controllando di tanto in tanto il diario. Svoltando un angolo mentre scendeva le scale del secondo piano un cane gli arrivò vicino ma Jack lo uccise subito con qualche colpo di pistola, ma subito dopo un altro gli piombò in faccia. I due caddero dalle scale, nell’esterno, e Jack atterrò in qualcosa di morbido, una aiuola del giardino, piccolo tocco di fortuna. Tuttavia Jack aveva il cane sopra di lui e aveva perso la pistola a causa della caduta. Mentre l’animale tentò di sbranarlo Bauer gli prese la faccia con entrambe le mani e gliela girò di scatto, spezzandogli di netto il collo.

Si tolse il corpo di dosso e prese la pistola che fortunatamente trovò per terra a qualche metro di distanza, e subito dopo la ricaricò. Era completamente esposto e presto gli altri cani lo avrebbero raggiunto. Non fece in tempo a controllare il diario che un cane gli apparve davanti e cominciò ad abbaiare.

-Cazzo!-

Abbaiando il cane stava avvisando gli altri. Per zittirlo Jack gli sparò un proiettile, colpendolo dritto in testa. Non appena cadde a terra ne apparvero altri tre, che cominciarono ad avvicinarsi velocemente verso Jack. Appena gli furono vicino Jack tentò l’impossibile: con un calcio ne scaraventò uno verso l’altro vicino, e questi finirono a terra; Jack approfittò l’occasione per disfarsi del terzo cane con il coltello, e mentre gli altri due cercarono di alzarsi Jack gli sparò in testa, uccidendoli velocemente.

Ne dovrebbero mancare sei…

Riprese un po’ di fiato e ricontrollò il diario…

“10:36. Un cane mi attacca da dietro e mi azzanna.”

COSA!?

Fu scaraventato a terra da un altro cane e questi gli morse il braccio sinistro, causandogli un dolore lancinante.

-AHHHHH!-

Il colpo gli aveva fatto perdere la presa con la pistola. Gemeva di dolore dal morso del cane, però cercò di agire d’istinto: prese il coltello e lo conficcò nella gola del suo assalitore. Tolse il suo corpo di dosso e vide altri due avvicinarsi. Jack riprese la pistola caduta a terra e gli sparò subito. Dopo averli uccisi si rimise in piedi, barcollando, e guardò la ferita: nell’avambraccio c’era il segno di un enorme morso, e il sangue continuava a uscire senza fermarsi. Un morso normale non gli avrebbe creato problemi, ma quei cani erano diversi: erano dotati di una dentatura di ferro, e Jack aveva appena sperimentato il dolore che avevano provato le persone morte giorni prima. Stava quasi per svenire dal dolore, ma doveva restare concentrato e mantenere i nervi saldi.
Ed eccoli là, gli ultimi quattro cani, che stavano sfrecciando verso la loro prossima vittima.
Secondo il diario, la DEAD END di Jack era vicina. Ma non poteva tirarsi indietro così facilmente. Anche con un braccio messo male, avrebbe lottato senza  fermarsi.

-E va bene… sono qui bastardi, FORZA!-

Lanciò il coltello a uno di loro, e lo uccise subito, poi sparò un paio di colpi e sparò ad un altro. Ne allontanò uno con un calcio, ma appena l’altro stava per assalirlo succedette qualcosa…
Sentì altri sparo, erano diversi da quelli di prima, infatti non provenivano dalla sua pistola. Il cane che stava per azzannare Jack cadde al suolo, morto, e anche l’ultimo che cercò di rialzarsi venne colpito a morte.

-Te la cavi proprio bene, Bauer. Sono sopresa.-

Jack puntò la sua pistola verso la fonte della voce, e a qualche metro di distanza, sulla sua destra, c’era una sua vecchia conoscenza.

-Nona…-

La donna aveva una pistola in mano ma non la puntò a Jack, la nascose nei suoi jeans.  Indossava una maglietta viola che si abbinava al colore dei suoi capelli, e per concludere aveva una benda sull’occhio sinistro, proprio sul punto dove Jack l’aveva torturata qualche settimana fa…

-Lascia perdere l’occhio: Dodicesimo me l’ha staccato per ottenere informazioni da Primo. Comunque, puoi chiamarmi anche Minene, sai?-

Alla fine anche Jack decise di riporre l’arma. Evidentemente Uryuu Minene non era venuta per combattere.

-Perché mi hai salvato la vita?-

La donna sentendo la sua domanda cominciò a ridere, per poi rispondergli con un'altra domanda

-Ahahah! Ti sei dimenticato di un piccolo particolare, non è vero?-

Ci pensò su ma alla fine capì cosa volesse intendere quella donna

-Keigo… ti ha lasciato andare.-

-A patto che stia buona buona, e che non lo faccia incazzare. Per cui… tecnicamente faccio parte della sua, anzi, la vostra alleanza. Quindi per ora sono costretta a collaborare, ma sappi che non ti ho salvato perché provo qualcosa per te. Voglio avere io la possibilità di ucciderti, Jack Bauer.-

-…!-

-Ma… sai, trovo questa vostra alleanza completamente inutile.-

-Cosa vuoi insinuare con questo?-

-Pensaci un attimo: cercare di fermare gli altri concorrenti? AH! Credimi, loro non hanno nulla da perdere in questo gioco. Appena ne incontrerai un altro, sono sicura che non ci penserà due volte a farti fuori. Anzi, credo proprio che uno ci abbia appena provato, esattamente qualche minuto fa.-
E in quel momento puntò lo sguardo verso i due cani che aveva ammazzato prima, sorridendo. Quel sorriso fece un po’ inquietare Jack. Dopo che guardò i due cani per qualche secondo continuò
-Guardati le spalle Bauer, e rimettiti. Non voglio combattere con un avversario che non è al massimo delle sue capacità, come lo sei ora, in questo preciso momento… Ci vediamo.-

E a quel punto Nona si allontanò, scomparendo dalla vista di Jack. Decise di non seguirla, era ferito e inoltre aveva di meglio da fare.
Premendo sulla propria ferita tornò in macchina e una volta messo in moto si diresse verso il tempio e chiamò Tsubaki.

-Kasugano, sono io.-

-Jack! Come è andata?-

-Poteva andare meglio… decisamente meglio. Ho la prova, ma sono stato attaccato.-

-Cani.-

-C… Cani hai detto?!-

-Esatto. Il killer ha usato dei cani per uccidere le vittime. Dopo che Basho mi ha dato la prova mi hanno attaccato. Se non fosse stato per Nona forse non sarei vivo..

-Nona?! Nona ti ha aiutato?!-

-Sì, a quanto pare non aspetta altro che uccidermi appena ne avrà l’occasione.-

-Una minaccia bella e buona…-

-Non mi lascio intimorire. Ah!-

Mentre guidava Jack cominciò a sentire più dolore nella ferita, e ciò scosse Kasugano

-Che cos’hai?-

-Niente, sono solo ferito.-

-Come niente?! Jack, vieni qui, così potremo curarti.-

-Sto arrivando.-

Finita la chiamata con Tsubaki chiamò Keigo, riferendogli ciò che era successo: la prova di cui era in posssesso, l’attacco dei cani e l’aiuto di Nona.

-E così… Minene ti ha aiutato…-

-Credimi Keigo, sono sorpreso anch’io. Ora ascolta: io sto andando l tempio dell’Occhio Sacro, ho bisogno che tu faccia una ricerca su un certo Karyuudo Tsukishima. Secondo Basho è lui il serial killer. E forse uno dei possessori, a detta di Nona.-

-Va bene, farò una ricerca. Ti chiamo appena scopro qualcosa.-

Così Jack chiuse il cellulare e si riconcentrò sulla guida. Ma mentre guidava il dolore diventava sempre più forte e la vista stava cominciando ad annebbiarsi. Ma doveva resistere, almeno fino a quando non sarebbe arrivato al tempio…

Dopo aver sopportato il dolore per una decina di minuti d essersi quasi schiantato su un palo a causa della vista annebbiata, alla fine arrivò al tempio. Appena scese dalla macchina perse l’equilibrio e si accovacciò a terra, cercando di reggersi con la forza delle braccia. Si rimise in posizione eretta e passò per il cancello del tempio. Nel giardino c’erano diversi monaci occupati a pregare, parlare o svolgere i proprio compiti. Trovò Tsubaki, che stava parlando con un suo monaco. Questa, vedendo il suo amico conciato in quel modo corse verso di lui per aiutarlo.

-Jack!-

Kasugano si avvicinò e gli mise un braccio nei fianchi per portarlo dentro, ma Jack cade a terra, sfinito.

-Jack, rispondi! Oh no… Mi serve un medico, SUBITO!-

Lui rimase a terra, guardando Tsubaki che continuava a chiamarlo e che chiedeva aiuto i suoi monaci. La vista si fece sempre più scura, e Jack perse i sensi.
 

FLASHBACK

Giorno 1, ore 23:33
Jack Bauer a 35 anni

Finalmente quel ,lungo e fatidico giorno stava finendo. Ne aveva passate tante, girando in lungo e in largo per tutta Los Angeles, salvando sua moglie e sua figlia, catturando o uccidendo i terroristi che volevano uccidere lui e Palmer, e finalmente poteva riposarsi. Guidando la sua macchina, stava tornando alla CTU, dove avrebbe riabbracciato le donne che amava di più in tutta la sua vita.
Ma non era quello che pensava Jack mentre guidava: aveva appena scoperto che il suo braccio destro, Nina Myers, lavorava con i terroristi da molto tempo. E aveva ingannato tutti i suoi colleghi, Jack compreso.

Stava entrando nei parcheggi sotterranei della CTU quando vide una macchina sfrecciare ad grande velocità verso di lui. L’autista che era alla guida cominciò a sparare a Jack, ma anche lui estrasse la pistola e gli sparò. Tentò di sparare alla macchina davanti a lui, e alla fine quest’ultima si schiantò sulle altre parcheggiate lì vicino. Jack scese e si avvicinò alla macchina, e riconobbe subito quella chioma di capelli neri corti: era Nina. Tenendosi una mano sul fianco (a causa di una ferita di arma da fuoco subita mezz’ora fa) si avvicinò e le puntò la pistola.

-Metti le mani bene in vista! NINA, metti le mani sul volante!-

Aprì la portiera e fece scendere Nina, strozzandogli il collo con la mano libera. Poi la scaraventò sulla macchina, continuando a tenerle il collo e a puntarle la pistola in faccia.

-Jack!- disse lei, cercando di dirgli qualcosa nonostante la mano intorno al suo collo
-Se mi uccidi non saprai per chi lavoro. Credi che lavori per Drazen, ma non è così.-

-Io mi fidavo di te.-

-Facevo solo il mio lavoro.-

-Il tuo lavoro?! Mia moglie e mia figlia hanno rischiato di morire oggi! Quante persone che si fidavano di te sono morte perche tu stavi facendo il tuo lavoro!? Walsh?! Jamey?! Ellis?! Quanti altri!?-

-E quanta gente è morta per causa tua?-

Preparò la pistola, pronto a conficcarle un proiettile nel cranio. Era furioso, non voleva più sentire quella persona, quella persona che un tempo amava e che un tempo si fidava.
Ma non si accorse degli agenti che si stavano avvicinando e che cercarono di fermare il loro collega.

-Jack! Calmati, ci serve viva!-

Riconobbe subito la voce del suo superiore, George Mason. Era leggermente più vecchio di lui e aveva dei capelli molto corti.

-Coraggio Jack. E’ appena arrivata Kim. La stanno portando dentro proprio ora. Andiamo.-

Si girò verso di lui. Kim, sua figlia, stava bene. Ma non poteva permettere che quella puttana restasse in vita. Si riconcentrò su Nina, guardandola con disprezzo e odio nei suoi confronti.

-Non farlo.-

Sentì la voce di Toni, che era davanti a lui, dall’altra parte della macchina. Lo guardò: doveva essere uno schock anche per lui, che era il ragazzo di Nina. Toni aveva uno sguardo supplichevole in volto che rivolse a Jack, cercando di farlo ragionare.

In quel momento George si avvicinò a Jack e gli sussurrò all’orecchio: -Coraggio. Va’ dalla tua famiglia.-

Passarono un paio di secondi: in quel lasso di tempo Jack non smetteva di puntare la pistola a Nina, ma ormai non sapeva più cosa fare. Stava cominciando ad arrendersi, e la mano nella pistola cominciava a tremare.

Alla fine lasciò la donna e alzò le mani. Un agente gli tolse la pistole, mentre gli altri arrestarono Nina. George portò Jack via con se, dicendogli che aveva fatto la cosa giusta.
I due passarono nel salone principale della CTU, per poi entrare nella sala riunioni, dove si trovava Kim Bauer: una ragazza sui diciotto anni, coi capelli lunghi e biondi, dello stesso colore di suo padre. Lei si alzò dalla sedia e corse ad abbracciarlo.

-Tesoro! Grazie a Dio sei salva!-

-Papà! Ero così preoccupata!.

Al contatto Jack fece un piccolo gemito di dolore e Kim si staccò un po’, guardandogli la ferita.

-Scusa… Stai bene?-

-Sì, sto bene. E tu come stai?

-Bene.-

-Sei sicura?-

-Sicurissima.-

E i due si abbracciarono di nuovo.

-E’ tutto finito, piccola. Nessuno potrà più farti del male. Te lo prometto. Ti voglio bene.-

-Ti voglio bene anch’io.-

Stavolta l’abbraccio durò di più, e fu pieno di amore, felicità, sollievo. Kim pianse un po’ ma cercò di trattenere le lacrime. Appena l’abbraccio finì chiese subito a suo padre dove fosse sua madre.

-Pensavo che fosse con te. Tesoro, tu resta qui con gli agenti, ok?-

Jack uscì dalla stanza lasciando Kim con gli agenti e tornò nel salone principale, dove tutti mandavano degli sguardi di rispetto a Jack e cominciarono a smontare dal lavoro: quella giornata era stata molto lunga per tutti. Sul muro c’era un’enorme schermo, che trasmetteva il telegiornale locale, il quale parlava di alcune voci riguardo ai due attentati al senatore David Palmer, sventati entrambi dall’agente della CTU Jack Bauer.
Uscì da quell’enorme sala e si diresse in uno dei corridoi dell’edificio, in cerca della moglie. Sentì alcune voci, e aprendo una porta del corridoio successivo vide due agenti che controllavano un uomo morto, ucciso da Nina mentre tentava di scappare. Jack sbiancò, preoccupato che la moglie stesse bene. Cominciò così a correre per il corridoio.

-Avete già perlustrato il piano?! AVETE PERLUSTRATO IL PIANO?!-

-Non ancora signore.-

Jack cominciò a chiamare la mogli, poi entrò in una stanza vicino al corridoio, la sala del server, e appena fece per andarsene vide nella stanza, seduta su una sedia girevole una piccola chioma di capelli neri. Riconosceva bene quei capelli: era sua moglie.

-Teri!-

Corse vicino a lei. Non era svegli. Le tolse il nastro adesivo che aveva nella bocca e cercò di guardarla in faccia e a chiamarla, ma non ricevette nessuna risposta.

-Oh mio Dio!-

Vide nella pancia di sua moglie due enormi macchie di sangue fresco: colpi di pistola. Tolse i legacci che le bloccavano le mani e la sollevò, prendendola in braccio. Appena si diresse verso l’uscita però, la testa di Teri si piegò indietro.

-No…-

La pelle era fredda. Il viso era pallido. Non dava più nessun segno di vita.

-Teri! Teri, no…-

Non voleva che fosse vero. Non voleva. Non a lui. Non a lui e a sua figlia. Si appoggiò al muro e si mise a sedere, continuandola a chiamarla. E mentre le lacrime gli uscivano senza fermarsi continuava senza sosta a dire il suo nome, sperando in qualche segno di vita. Ma ormai, non c’era più nulla da fare. Teneva ancora per le braccia sua moglie, piangendo senza sosta.
Non aveva perso solo lei, aveva perso anche il bambino che teneva in grembo. Aveva perso sua moglie e suo figlio non ancora nato.

-Mi dispiace tanto.-

FINE FLASHBACK

 
Appena aprì gli occhi si ritrovò disteso in un letto. Si guardò intorno, cercando di capire dove si trovasse: era una stanza abbastanza piccola, vicino a lui c’erano altri letti, vuoti, e c’era una piccola finestra sul muro. Si alzò con calma e si guardò il braccio: aveva una fasciatura bianca sull’avambraccio, non sentiva più dolore ma un leggero fastidio.

Andò vicino alla finestra per vedere l’esterno: era il giardino del tempio. Capì quindi di trovarsi nell’infermeria del tempio.
Dopo qualche secondo sentì alle proprie spalle una porta aprirsi, così si girò: vide Kasugano correre verso di lui per abbracciarlo.

-Jack! Ero così preoccupata!-

Lui sorrise, apprezzando il gesto d’affetto di Tsubaki, e strinse sempre di più la ragazza a lui.

Ero… così preoccupata.

Quelle parole… gli tornarono in mente le parole che gli aveva detto Kim quel giorno, a quasi vent’anni di distanza.  Cercò di non rimuginarci su e di pensare al presente.

-Sto bene. Non devi preoccuparti di me.-

-Sì che mi preoccupo.-
I due si staccarono e Kasugano guardò intensamente Jack
-Non sai cosa ho provato mentre ho visto che perdevi i sensi. Ero molto preoccupata per te. Io non… io non voglio che ti succeda qualcosa. Ho bisogno di te.-

Le sue parole colpirono Jack nel profondo. Era da tanto che qualcuno non gli diceva una cosa del genere. Qualcuno che gli diceva che aveva bisogno di lui.
Sentendosi in colpa abbracciò Kasugano, dimostrando anch’egli tutto l’affetto che provava nei suoi confronti.

-Scusami…-


Angolo dell'autore
Lo so, questo capitolo doveva uscire molto prima. Chiedo infinatamente scusa per le due settimane di assenza, ma con le vacanze di Pasqua ho avuto pochissimo tempo (credemi, sono stato molto occupato), ma nonostante questo spero che questo capitolo vi sia piaciuto
Vi aspetto al prossimo capitolo ;)
-MrRaider

Nina Myers (agente della CTU, si rivelerà una traditrice alla fine della prima stagione)


George Mason (diventerà il capo della CTU durante la prima stagione)

Kim Bauer (figlia di Jack)


Teri Bauer (moglie di Jack, morì alla fine della prima stagione, uccisa da Nina)
   
 
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